Capitolo 1

Un altro giorno al bar, un altro giorno aspettando che arrivi lui.
Scendo dalla macchina appena parcheggiata e mi accingo a entrare nel locale, pronta ad iniziare il mio turno.

È una calda giornata d’estate, vorrei non mettere il grembiule, ma non mi sembra molto professionale.
Una volta solcato l’uscio, vedo Sonia sorridermi da dietro il bancone.

“Buongiorno Emma! Hai passato una buona serata?”

Sonia è la mia collega, lavora lì da due anni prima che io arrivassi, per me è stata davvero di grande aiuto per impratichirmi nel mestiere.

“Ciao, Sonia!” Rispondo con calore. “Tutto bene, tu?”

“Oh, alla grande, sono stata con Raul!” Rispose arrossendo.

Se l’’era spassata allora. Sono contenta per lei, loro due sono una coppia bellissima.
Nel bar molti dei tavoli sono occupati da vari clienti, impegnati a conversare, usare il cellulare o leggere il giornale. Di lui ancora nessuna traccia.

“Ehi, Emma.” Sonia mi si avvicina. “Credo che tu abbia visite!” Si dirige verso un tavolo ridacchiando.

All’ingresso del locale era entrato Johnny. Indossava una giacca di pelle, degli occhiali con le lenti blu e un cappello.

Sbuffo. Quel tipo mi fa una corte spietata, nonostante lo veda soltanto come un amico. Gli voglio bene, ma il mio cuore appartiene a un altro.
Quando mi vede un sorriso si stampa sul suo volto. Eccolo che mi viene incontro.

“Emma!” Mi abbraccia. In modo molto freddo ricambio quel gesto d’affetto.
“Sono contento di rivederti, come stai.”

“Bene, grazie Johnny.” Cerco di svincolarmi, rifugiandomi dietro il bancone.

“Ehi, Emma!” Riesce a bloccare la mia fuga, dannazione! “Stasera avevo voglia di andare al cinema, se vuoi possiamo andare insieme, quando stacchi passo a prenderti.” Mi lancia un altro dei suoi sorrisi.

“Oh, mi piacerebbe molto, ma ho un impegno.” Gli dico questa scusa, mentre vado a segnare le ordinazioni a un tavolo.

“Possiamo fare un’altra volta.”

“Ti farò sapere!” Gli rispondo senza nemmeno voltarmi.

Dopo aver ascoltato i clienti, torno al bancone, preparando tre caffè e un latte macchiato.

“Johnny è carino!” Mi sussurra Sonia civettuola. “Perché non gli dai una possibilità?”

“Non provo nulla per lui, non e il mio tipo!” Rispondo sistemando la prima tazzina sul vassoio. “Poi, lo sai, ho in testa un’altra persona.”

“Sempre a pensare a Maurizio!”

Maurizio, solo a sentire quel nome arrossisco. Spero con tutto il cuore che nessuno nel locale ci abbia sentito.
È un cliente fisso del bar. Ogni volta che lo vedo il mio cuore va su di giri. Peccato che non mi noti nemmeno, occupato com’è a passare il tempo con la sua amichetta.
Sì, Johnny è carino, ma troppo ribelle, imprevedibile e turbolento. Maurizio è posato, tranquillo, con la testa sulle spalle, è… perfetto.

“Tranquilla!” Mi canzona Sonia. “Vedrai che il tuo amore passerà a trovarti!”

Le feci la linguaccia, sperando che quello che aveva appena detto si avverasse.

“Maria, buongiorno!” Sento dire dalla mia collega.

Subito la tristezza mi avvolge nelle sue spire. Se avessi poteri magici, vorrei una bacchetta per incenerire la donna che stava entrando.
Maria, la ragazza di Maurizio. Non la sopporto, è una persona così arrogante. Le bastava far vedere quel suo corpo mozzafiato per essere amata da tutti. Come faceva un uomo così intelligente e sensibile a stare con una persona del genere?

“Ciao, tesoro!” Risponde a Sonia con la sua voce soave.
“Aspetto il mio uomo, intanto mi siedo al tavolo.”
Si dirige a sedersi sculettando, ammirata da tutti i presenti.

Ritorno alla realtà e finisco di chiedere le ordinazioni a una madre con due bambini.
La donna mi ringrazia, dicendo ai figli di fare lo stesso. Gli sorrido, che ragazzini carini.
Torno al bancone, scambiando rapidamente qualche parola con Sonia.

“Come fa a piacere a tutti?” Le dico frustrata.

“Dovresti saperlo. Maria è famosa per avere tanti amici. Lo so, e doloroso vedere la persona che ami con un’altra, ma vedrai che prima o poi lo dimenticherai, poi hai sempre Johnny. Quel tipo impazzisce per te!”

Avrei dovuto cercare di dimenticare Maurizio? Ma come? Mi sembra più facile imparare a smettere di respirare.

I miei pensieri sono interrotti dall’arrivo di un nuovo cliente. Alzo gli occhi e per poco non ci rimango secca.
Lui è lì, sulla porta che si guarda intorno.
Per un attimo spero che i suoi occhi si posino sui miei, ma è una rapida illusione.
Lo vedo amareggiata salutare Maria e dirigersi verso di lei. Mi volto, non ho voglia di vedere le loro effusioni.
Vedo Sonia farmi l’occhiolino, le faccio un cenno con la testa.

Non serve che gli chieda cosa ordinano, conosco i loro gusti. Cappuccino con cacao per Maurizio e un latte macchiato con cinque cucchiaini di zucchero.
Preparo il tutto e mi accingo a portarlo al tavolo, sperando di non essere impacciata.

Arrivo da loro e consegno le bevande. Maria non mi degna di uno sguardo, mentre Maurizio mi fa dono di un sorriso. O mio dio, il suo sorriso! È qualcosa di magico.

“Grattie mille!”

“Prego.” Rispondo cercando di sembrare il più normale possibile.
Sto per andarmene, quando Maria mi ferma per un braccio.

“Dove credi di andare?” Mi grida contro. “Voglio cinque cucchiaini di zucchero abbondanti nel mio latte macchiato! Qui non hai abbondato così tanto!”

Il mio sangue si gela. Davvero si stava lamentando per dello stupido zucchero? Che donna viziata.

“Mi scusi.” Rispondo diplomatica. “Le porto subito la zuccheriera.”

“Lascia stare!” Sibila con voce acida, alzandosi. “Non mi vedrai oltre qui dentro oggi, impara a fare il tuo lavoro, ragazzina.”

Finito di gridarmi contro, imbocca l’uscio ed esce, seguita dallo sguardo di tutti.

Rimango lì di stucco, aspettando la mossa di Maurizio, che invece rimane seduto tranquillamente. Sembrava avvolto nei suoi pensieri.

“Emma!” La voce di Sonia mi sveglia.
“Mi fai un cappuccino per Walter?”

“Sì!” Riesco a rispondere, nascondendomi velocemente dietro la macchina del caffè.

Brava stupida. Belle figuracce davanti a lui. Chissà che idea si farà ora di te.
Non faccio in tempo a preparare la tazzina che mi sento chiamare.

“Mi dippiace per Maria, doveva ttare più bbona, ti è compottata davvero male.”

“Oh, non fa niente. Non preoccuparti.” Gli do del tu. “Mi dispiace di averti fatto lasciare qui da solo.”

“È tutto okay. Potto chiedere il tuo nome?”

“Mi chiamo Emma.” Rispondo timidamente, fissando il contenitore dei tovagliolo usa e getta.

“Piacere, Maurittio.” Prima che me ne renda conto, la sua mano stringe la mia. Una scossa mi percorre dalla testa ai piedi. Raccolgo il mio coraggio e riesco a guardarlo negli occhi.

“Tei una ragatta in gamba, Emma.”
Mi ha davvero fatto un complimento?!
“Tpero di rivederti presto!”
Mi lancia un altro intensissimo sorriso, con il quale mi finisce di far sciogliere.

Anche se a Johnny voglio tutto il bene di questo mondo, lui non mi ha mai fatto provare l’intensità che ho assaporato in un solo fulgido attimo grazie a Maurizio.
Chissà dove andrà ora. Vorrei tanto seguirlo, ma non posso abbandonare il lavoro e una denuncia per stalking non è il massimo.

Sono felice, ma una parte di me spinge per riportarmi alla realtà.
Maurizio sta con Maria, probabilmente ha voluto solo essere gentile, non gli interesso. Questi pensieri fungono da nuvole nel cielo limpido che è ora il mio animo.
Cerco di non pensarci. Domani lo rivedrò, mi basta questo per affrontare il resto della giornata.

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