Lunedì 20 ottobre 1997
La Vale e la Stefy erano vicine di casa e amiche da sempre, quest'ultima era stata una assidua frequentatrice della parrocchia fino alla metà delle medie, poi, terminata la cresima, dopo l'estate della seconda aveva visto scemare in fretta il suo fervore religioso, iniziando a contestare qualsiasi discorso inerente la religione cattolica, allontanandosi repentinamente da quel mondo che solo pochi mesi prima sembrava così importante per lei.
Probabilmente lo sviluppo fisico le aveva fatto perdere fiducia nei dettami religiosi e in casa non respirava un'aria da famiglia del Mulino Bianco.
Era comunque rimasta amica della Vale nonostante le due avessero scelto scuole diverse, un'amicizia stretta a tal punto che le amiche si aspettavano per pranzare alla stessa ora tutti i giorni. Cose che solo le adolescenti possono fare. Di solito rimanevano a pranzo dalla Stefy che si cucinava da sola cose standard, ma alcune volte, l'insistenza della madre della Vale era tale che andavano a casa di quest'ultima dove puntualmente veniva imbandito come se dovesse presentarsi Gualtiero Marchesi. Altrettanto puntualmente l'ospite mangiò una porzioncina mini, l'importante era parlare.
«Venerdì sera abbiamo fatto una specie di seduta spiritica».
«Figo. E chi avete chiamato?».
La Vale iniziò a raccontare la serata compreso il pigiama party da "quella sfigata" della Cinzia. Sapeva che la Stefy la pensava a quel modo se non peggio: per lei era solo una che si beveva il cervello a forza di Avemarie.
«E poi tu non hai visto come ha ridotto la sua camera, sembra di stare in un negozio di Lourdes».
Le due risero, poi il clima cambiò decisamente quando la padrona di casa raccontò della seduta, con una strana aria tra l'agitato ed il cospiratorio. Nonostante avesse i brividi a ripensare alla seduta dentro al lugubre cimitero, poterlo raccontare all'amica le dava un che di portatrice di indicibili segreti.
La Stefy la ascoltò con attenzione, poi disse semplicemente che secondo lei c'era sotto qualcosa.
«Ma è impossibile! Ci ho pensato mille volte, mille! La tavola sotto è perfettamente liscia, era appoggiata sulla roccia della tomba, eppure ha sussultato non una ma due volte! E lo hanno sentito tutti gli altri, e ancora non me lo so spiegare».
«Forse la suggestione vi ha fatto muovere all'unisono, e avete fatto sussultare la tavola».
«Ma non la stavamo tenendo, eravamo appoggiate sopra, sì, ok, le mani magari erano appena sudate, ma non da sollevarla!».
«Ti credo se sei sicura, ma cerca di stare attenta ai tranelli» ribatté con aria scettica, «Per me le sedute spiritiche sono tutte stronzate».
Essere messa in guardia dalle "stronzate" ferì la Vale, che si chiese se non fosse meglio stare zitte su certi argomenti così delicati. Non era facile avere a che fare con l'amica che usava la sua maturità fisica per imporre una presunta maturità mentale.
Lo sviluppo della Stefy era innegabile, e non lo nascondeva, appollaiandosi tutti i giorni affianco all'autista del tram che li portava a Cesena. La Vale si accontentava del posto singolo lì affianco, chiedendosi quando sarebbe successo anche a lei di diventare più "donna" come le altre della sua famiglia. Per ora era solo un po' più alta della media, ma la magrezza, le scarse forme ed i capelli lasciati cadere lisci non la aiutavano nel suo amor proprio.
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