Domenica 2 novembre 1997
Intenzionato a recuperare la fiducia dei genitori, Simone li aveva seguiti per il penosissimo giro dei cimiteri che i suoi facevano ogni due novembre: partivano il giorno prima per andare in quelli del fuorese di Cesena, per poi terminare con quello di Cervia, dove puntualmente incontravano qualche parente che iniziava a chiedere al ragazzo della sua vita scolastica e privata.
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«Ti sei fato la ragazina?» era la domanda che lo torturava. A dire la verità, una a cui fare il filo ce l'aveva anche, ma tutte quelle sfighe una infilata all'altra lo aveva allontanato dal suo obbiettivo.
L'obbiettivo si chiamava Stefania e già la conoscete. Le piaceva fare la splendida, appostata sul cruscotto del pullman che portava a Cesena anche Simone, tutte le mattine. Si erano scambiati qualche sguardo ma niente di più, il ragazzo ancora aveva come obbiettivo quello di mostrarsi come il maschio più stupido del tram, facendo casino e parlando di prestazioni di cinquantini.
Passando per un vialetto del cimitero, con uno sguardo degno di un falco, vide una delle amiche della Stefy, quella magra e senza tette. Subito pensò che ci potesse essere anche lei, ma dopo aver guardato meglio si accorse che era solo un gruppetto di adolescenti sfigatelli della parrocchia, tra cui Angelo. Il fatto che parlassero piuttosto animatamente davanti a una vecchissima tomba lo incuriosì: quelli erano giorni in cui i ragazzi andavano per cimiteri solo se costretti dai genitori. Quel gruppetto era per lo meno sospetto.
«Simone, ma come ti sei fatto grande!».
L'ennesimo lontano parente rompicoglioni lo distolse da tutti i suoi pensieri, gettandolo di nuovo nel vortice delle domande imbarazzanti sulla sua vita privata.
«Dobbiamo organizzare una nuova seduta! Ci ha preso come suoi interlocutori! Ma vi rendete conto?» disse Angelo elettrizzato.
Le tre ragazze lo guardarono con sensazioni molto diverse, di sicuro a tutte stavano correndo brividi per la schiena dopo l'esperienza di qualche giorno prima.
La Sarigna aveva continuato a dormire male e la madre, che non ci vedeva molto chiaro, aveva iniziato a farle un sacco di domande, soprattutto su cosa faceva e cosa guardava quando era con i suoi amici. Lei aveva coperto il gruppo e ovviamente non aveva fatto parola di cimiteri e sedute. Ma al solo pensiero di rivedere comparire scritte sulle lapidi che parlano di morti e demoni, perdeva colore.
Alla chiamata del buon Angelo, eccitatissimo dall'idea di continuare su quella strada così oscura, rimanevano le altre due, a dir la verità con facce tutt'altro che entusiaste.
Il sabato prima la Stefy era stata insistente nel chiedere alla Vale cosa fosse quella faccia così sbattuta. Quest'ultima, senza dilungarsi troppo, le aveva detto che la seduta spiritica aveva portato a un finale imprevisto e che lei ancora ci stava pensando, perché uno spavento del genere non lo aveva mai avuto, anche se con Angelo, e la mole di cose che sapeva, lei in un certo senso si sentiva al sicuro.
La Stefy, sempre scettica, le aveva detto di piantarla, che non voleva un'amica che sembrava Mercoledì Addams. La Vale già di suo temeva l'idea di continuare a percorrere quella strada. Un conto erano i giochi lugubri, un conto era la fortissima impressione che ci fosse veramente qualcosa che aveva intenzione di contattarli e, date le efferate premesse, l'epilogo non poteva certo essere positivo.
La Cinzia non vedeva la vicenda in maniera molto diversa. Il pensiero di avvicinarsi così al mondo delle anime dannate, per lei che mirava a essere una persona irreprensibile, la faceva agitare. Non capiva come fosse arrivata a quel punto, forse perché Angelo era stato bravo a coinvolgerle fino a far passare in secondo piano i "rischi", che a quel punto erano emersi fortissimi. L'icona di Gesù e la statua di Padre Pio nella sua camera l'avevano guardata con occhio severo per tutto il giorno di Ognissanti, ammonendola dall'intraprendere quella via così lontana dalla sua fede.
Ma Angelo contava su di lei, lo vedeva nei suoi occhi, non poteva venire a mancare proprio quella sera. La fede l'avrebbe sostenuta anche nei momenti in cui si sarebbe trovata più vicina al male, lo vedeva nelle linee dolci del viso della Madonna che sì, la ammoniva, ma nello stesso tempo la faceva sentire protetta. Forse addirittura avrebbe potuto aiutare quelle anime, chissà. Tentennò quindi un attimo, poi si disse pronta a seguire il ragazzo.
La Vale si accorse della titubanza della Cinzia e sperò che desistesse. Ma poi lei come avrebbe dovuto comportarsi? Mentre ci pensava, l'amica la sorprese confermando la sua presenza, e lei, riluttante, la seguì.
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