35 - Altro che angelo.

In questo momento davanti a me c'è una tazza fumante di cioccolata calda, con ben tre marshmallow che galleggiano all'interno. Sarebbe un momento di pura pace e calma interiore, se solo dall'altra parte del tavolo non ci fosse Rick. E se solo non fossi a casa sua.
Come siamo arrivati a questo?

Faccio un sospiro, tentando invano di capire perché io abbia un istinto suicida del genere.

Ricapitolando, Rick se ne è andato non appena Alanis si è chiusa la porta alle spalle dell'ufficio di Ace, con una scusa non troppo credibile.
"Ho lasciato il mio polpettone in forno" ha detto.

Deve pensare davvero che io non sia apposto con la testa. Chi diamine crederebbe a una cosa simile?

Comunque, dopo l'orario di lavoro, sono uscito tranquillamente dal Blockbuster. Non mi aspettavo di certo di trovare Rick lì davanti, appoggiato con nonchalance alla sua moto. Con due caschi.

Ora, abbinate una moto scura e un bad boy che ti aspetta dopo una giornata stressante, unite il tutto a un lettore accanito di Wattpad e otterrete... Un fangirlamento acuto.

"Ehi, Matthew! Vuoi venire a casa mia? Il polpettone è venuto da Dio!" mi ha salutato così.

Secondo voi qual è stata la mia risposta?

Ora eccomi qui, con un polmone in meno e il cuore leggermente fuori uso - perché stare abbracciato a lui per oltre mezz'ora qualche infarto me lo ha fatto venire - seduto al tavolo da pranzo del suo appartamento.

Un luogo chiuso e con sole due persone all'interno: io e lui.

Inoltre la sala da pranzo è attaccata alla cucina. Già, Rick si è messo a finire gli ultimi ritocchi per la cena - un insalata e qualcos'altro che non riesco a vedere - davanti a me.

E il suo corpo mi distrae troppo, perché l'unica cosa che riesco a cogliere chiaramente sono i movimenti della sua schiena. Una schiena niente male, tra l'altro. Non è troppo muscoloso, ma è messo bene. Lo ammetto.

Uno dei tre marshmallow annega lentamente nella mia cioccolata calda, quasi si sia dimenticato che in teoria dovrebbe galleggiare, attirando la mia attenzione. Forse questa situazione è imbarazzante anche per lui.

Beh, pace all'anima sua.

Prendo il cucchiaino, che Rick mi ha gentilmente fornito, per afferrarlo e me lo porto alla bocca.
Addio, marshmallow.

È piuttosto buono! E tra parentesi, il polpettone ancora non l'abbiamo mangiato.

Rick mi ha chiesto se desiderassi qualcosa, quando sono entrato in casa. Ho detto la prima cosa che mi è passata per la mente, scherzando ovviamente.

Il mio caro biondino però non l'ha capito. Ha preparato esattamente quello che avevo chiesto senza esitare, direi che è un punto a suo favore.

Rick si schiarisce la gola e io alzo lo sguardo su di lui. Non appena i nostri occhi si incontrano, afferro la tazza e bevo un gran sorso di cioccolata. Magari così evito di sbavare.

Capitemi, è già difficile non provarci spudoratamente con lui di solito, e adesso mi si è presentato di fronte senza camicia! Beh, era senza già da prima, ma un attimo fa non mi stava fissando!

La sua giustificazione? "Ho caldo, il condizionatore è rotto."

Sta mantenendo fede alla parola data, immagino.
"E poi mica sei gay. Se lo fossi, non esiterei un secondo a provarci." aveva detto così, giusto?

No, basta Matt! Non farti film mentali inutili!

«Matthew, hai la bocca sporca di cioccolata.» mi dice Rick, con un tovagliolo in mano, distogliendomi dai miei pensieri non troppo puri.

Si china verso di me e avvicina il tessuto alla mia bocca, pulendomi.

Ma porca p...anettone!
Sento il mio corpo tremare. La sua mano è calda, anzi bollente. Vi prego, qualcuno mi dica che non sto davvero cuocendo dentro ai miei vestiti! Per quale assurdo motivo sto sudando, anche se mi sento come una gelatina scossa?

«Fatto.» mormora Rick, con un sorrisetto impertinente sul volto, senza tuttavia allontanarsi dal mio viso.

Aria! Ho bisogno di ossigeno qui!

«Ehi, sei tutto rosso, Matthew.» gongola poi, lasciandomi spazio per respirare, allontanandosi dal mio viso.

Secondo lui di chi è la colpa se sono arrossito?
Dio, che cosa imbarazzante! Però, allo stesso tempo, sia ringraziata l'autrice, alias Maga Magò, per avermi fatto vivere questo momento!

Anche se, se faceva partire un limone degno di essere chiamato tale, io mica mi lamentavo.

Ok, accontentati delle piccole cose Matt. Accontentati.

«Ho caldo.» rispondo facendo spallucce, come se la cosa fosse normale.
«Credo sia questo - deglutisco, notando una goccia di sudore colargli lentamente dal collo fino al petto - il motivo.»

«In effetti fa caldo.» concorda, sventolandosi con una mano.
«Chissà dove ho buttato i ventagli.» continua pensieroso.

Vedo un guizzo della sua lingua fare capolino per inumidirsi le labbra. Ho la gola secca.

«Volevo solo dirti che tra poco è pronto, quindi dovresti finire in fretta.» aggiunge infine Rick, indicando la mia cioccolata con un cenno del capo.

«Ah, sì.»

Dopo aver sentito la mia risposta, ritorna al piano della cucina, regalandomi una buona visuale del suo fondoschiena.

Ok, devo riprendermi, prima di sbavare come un cane di fronte a un osso. E in fretta.

Forse voi non riuscite a capire quanto sia grave la situazione qui. Non è solo il fatto che siamo da soli e nemmeno che sia senza maglietta a farmi sentire così su di giri.

Rick sa che sono gay e lo è anche lui, quindi il nostro è un appuntamento. Non può essere altro, giusto?
E poi non avete la minima idea di che cosa nascondesse la sua maglietta!

Ora ha indosso un grembiule blu - che gli copre solo i pantaloni altrettanto scuri e stretti - quindi non è nudo. Ma ha la spalla con il tatuaggio del nodo celtico dell'amante ben in vista. E ho appena scoperto che ne ha altri due.

Uno sulla schiena - l'ho fissato per tre minuti buoni quando l'ho visto prima - che rappresenta un dragone - tipo quelli della Yakuza giapponese. Di sicuro Rick non è un mafioso, ma di certo è figo. E quel tatuaggio, con tutte quelle sfumature scure e dai tratti a volte delicati, altri incisivi, gli sta maledettamente bene.

Il secondo tatuaggio che ho visto - o sarebbe meglio dire il terzo - è vicino alla zona proibita.

Un intricato susseguirsi di linee scure che gli partono dal fianco, seguono l'osso e sfociano oltre l'elastico delle mutande Calvin Klein che si intravedono. Insomma un maori. E gli evidenzia tutte le cose giuste.

Credevo che fosse una cazz...otto che i tatuaggi rendano più virile una persona. Mi sbagliavo. Rick non mi è mai sembrato più sexy di adesso. In effetti è molto più che figo.

Sono nella mer...enda, giusto?

Ed è subito Masterchef.
È così che potrei chiamare questo piccolo momento della mia vita. Quello che ho in bocca, miei cari, è il Paradiso sottoforma di cibo.

«Oddio, ma è buonissimo!» mi lascio sfuggire, dopo aver masticato il boccone di polpettone.
«Sei davvero bravo in cucina!» mi complimento ancora, afferrando la ciotola con la salsa che Rick stava preparando prima.

Non so cosa ci sia dentro di preciso, ma mi piace. È leggermente piccante, ma si sposa alla perfezione con il polpettone.

Potrei parlarvene per ore, ma preferisco concentrarmi sul mio bad boy, che si sta evidentemente godendo la mia reazione.

«Sapevo che ti sarebbe piaciuto, Matthew.» ridacchia.

Da quando gli ho confessato che a Gina preferisco il salame, Rick non perde occasione di marcare con la voce sul mio nome.

Credo che mi stia provocando di proposito - spero che sia così - visto che ogni volta che lo fa sento le guance prendere fuoco. Ed è impossibile che non l'abbia notato.

Sono decisamente un sempliciotto. Crush ha troppo potere su di me.

«Comunque, Matt.» richiama la mia attenzione, versandomi il vino rosso nel bicchiere.
«Sei troppo rigido.»

Ride. Ha una risata davvero stupenda. Dannate farfalle nello stomaco! Calmatevi!

Prima che io risponda, Rick si porta una mano dietro la nuca e si toglie l'elastico dai capelli, che ricadono ai lati del suo volto. Con il petto nudo, i tatuaggi e la chioma bionda che gli accarezza la pelle delle guance è una visione celestiale.

Mi sta decisamente tentando!

«Ecco... È che non mi aspettavo che mi venissi a prendere, quindi non so bene come prendere tutto questo.» ammetto, per poi ingurgitare quel vino come se non ci fosse un domani.

Rick inclina leggermente la testa - è un gesto che fa spesso, ho notato - e si lecca le labbra, portandosi alla bocca il suo bicchiere. Beve un sorso, ancora pensieroso - e il suo pomo d'Adamo mi tormenta.
Infine sorride nuovamente. Un sorriso sfavillante, che si abbina alla perfezione con i suoi occhi chiari.

«Credevo che mi avessi detto che volevi un appuntamento.» mi dice, per poi battere con l'indice sul tavolo.
«Questo è l'appuntamento.» aggiunge, come se fosse un segreto.

Ed è esattamente in questo istante che il mio cervello esplode.
Quindi non avevo capito male. Lui mi considera in quel modo, sul serio!
Oh, Santa Hope che sei nei cieli, grazie!

«Vuoi dire che tu e io stiamo cenando come coppia? Non come amici?» domando speranzoso.

Ho bisogno di conferme, d'accordo? Non sono abituato a vedere i miei sogni deliranti che si realizzano, devo godermi il momento.

«Io non mangio al lume di candela con chi considero un amico, Matthew.» ridacchia.
«Poi non so cosa fai tu. Visto che sei il tipo da fare balli di gruppo al lavoro, di certo non mi stupirei se facessi anche questo.» continua.
«Ma sarei infastidito, questo sì.»

Detto ciò fa il broncio. E credo che sia la cosa più adorabile che abbia mai visto.
Ho bisogno della sigla di un anime romance in sottofondo. Ora.

«Infastidito?» ripeto sorpreso.

«Non è ovvio? Insomma, sei passato da essere un bel ragazzo a un tipo odioso, poi da un etero che non sapeva regolarsi con gli scherzi a una persona a cui piaccio.» fa spallucce.
«Mi hai già dato molto a cui pensare, se adesso mi vieni a dire che non consideri il nostro un appuntamento io-»

«È un appuntamento!» lo interrompo, per poi continuare con un tono di voce nella norma: «Per me lo è.»
Cavolo, non pensavo di urlare così all'improvviso. Ho reagito per istinto. Rick però ne sembra soddisfatto.

«Bene, quindi al momento posso considerarti un bel ragazzo a cui piaccio.» conclude.

«Un bel ragazzo?» ripeto.

Non mi stancherò mai di sentirglielo dire, già lo so.

«È stata la prima cosa che ho pensato di te.» confessa.
«Poi hai aperto bocca, Jennifer.»
Ahia. Il brivido freddo lungo la spina dorsale l'ho percepito solo io?
«Mi era passata la voglia di provarci, quando pensavo che mi stessi prendendo in giro.»
Fa schioccare la lingua, preda di chissà quale pensiero, socchiudendo gli occhi.
«E quell'idiota di Wil non mi ha migliorato le cose.»

Maledizione. Non mi va di parlare di lui dopo quello che ha fatto a Camille, ma ammetto che sono curioso. E poi è giusto che abbia qualche informazione su di lui, prima di rovinargli quel bel faccino che si ritrova. Lo avevo avvertito che sarebbe finita male se avesse fatto soffrire Camille, quindi se succede qualcosa la colpa è sua.

«In che senso?» chiedo, anche se non mi fa impazzire la piega che sta prendendo questa conversazione.

«Mi ha detto che volevi il mio numero per qualcosa - ha usato letteralmente l'espressione qualcosa - non perché ti piacevo. Così mi sono convinto che da me volessi solo un tatuaggio.» sbuffa.
«La prossima volta col cavolo che lo accompagno all'audizione perché è troppo nervoso per quella ragazzo o chissà che altro.» borbotta.
«Mi avrebbe evitato tutto questo imbarazzo, se mi avesse detto che ti piacevo fin da subito.»

So che dovrei volere più dettagli su quella ragazza e il nervosismo del suo amico, ma al momento voglio essere egoista.

Scusa, Camille, ma devo essere certo dei sentimenti di Rick. Mi farò perdonare in seguito, lo giuro.

«Aspetta... Tu non sei innamorato di Wilbur?» domando a bruciapelo.

«Oh, buon Dio no!» esclama lui a bocca aperta, come se avessi appena bestemmiato.
«Te l'ho detto. Ero un po' irritato perché mi attraevi, fisicamente parlando, anche se ero convinto che mi prendessi in giro. Non potrebbe mai piacermi Wilbur in quel senso. Che cosa disgustosa.» prende una forchettata di polpettone e la mangia con gusto.
«So che parto prevenuto, ma quel tipo è un vero masochista. Mi dispiace per la tua amica, piuttosto.» aggiunge, dopo aver ingoiato, facendo una smorfia.

«Masochista?»

Io ero convinto che scherzasse! Menomale che Camille ha rinunciato a un tipo del genere. Quella ragazza fa già paura di suo, con una frusta in mano farebbe fuori qualcuno. Come minimo.

Beh, non sarebbe male se gli desse una lezione, in effetti. Però a lui piacerebbe, quindi meglio di no. Dio, che confusione!

«Già. Gli piacciono le corde, non so se mi spiego. E lo so solo perché ne parla come se nulla fosse. Tipo al bar. Va bene vivere la propria sessualità, ma lui è fin troppo libero.» scuote la testa.
«Ma non parliamo di Wil. Io ho capito che tu sei uno apposto e questo è il nostro appuntamento. Buon per me.» conclude, alzandosi dalla sedia.

Chissà perché il modo in cui ha parlato delle corde, con quella strana luce nello sguardo, non mi convince per niente. Non è che forse gli piacerebbe provare? Che stia solo testando la mia reazione?

Rick aggira il tavolo e mi si para davanti. Ha ancora quel suo sorrisetto impertinente stampato in faccia.

«Fa sempre più caldo qui dentro, non trovi?» mi chiede.
«Forse dovremmo cambiare stanza. Credo che la più fresca della casa sia la camera da letto.»

Mi sa che ho capito dove vuole andare a parare. È fin troppo astuto, glielo concedo. Davvero pensavo che un tipo simile fosse dolce e ingenuo? Mi ha giocato proprio per bene.

«Forse hai ragione, però dovrei vederla per esserne certo.» rispondo vago, afferrando la mano che mi sta porgendo.
«Ma sai che è anche tardi? Se questo è un appuntamento, come avresti intenzione di concluderlo?» domando, stando al gioco.

«Portandoti a casa?» chiede, facendo un passo indietro per permettermi di alzarmi.

«Buuu.» mi lamento, gettandogli le braccia al collo.
Credo che l'erezione che mi sta premendo nei jeans batta la mia agitazione. O forse è solo l'adrenalina mista al vino che mi rende così sicuro di me.
«Vuoi davvero finirlo così?»

«Come dovrei concluderlo?» mi soffia sulle labbra.

«Sono un ragazzo sexy con una grande cotta per te.» alzo un sopracciglio.
«Ti devo fare un disegnino o lo capisci da solo?» lo provoco.

«Quindi.» fa Rick pensieroso.
«Se adesso mi sporgessi per baciarti, non ti tireresti indietro.»

«Mettiamola così: se non mi baci adesso, perdi un cliente.» sorrido.

«Allora meglio non rischiare.» sussurra, prima di sfiorare delicatamente la mia bocca con le sue labbra.

Sa di vino.

*
(sapete già cosa significa, skippate fino a rivedere il divisore con scritto Mathew per saltare tutta la parte)

Rick mi assaggia delicatamente, succhiandomi le labbra come se ogni millimetro di esse avesse un sapore unico e particolare. Porta le mani ai miei fianchi e mi stringe a sé, accarezzandomi piano, quasi fossi fatto di porcellana.

La sua lingua è dentro la mia bocca e gioca con la mia, sempre con la stessa gentilezza che mi sta facendo impazzire, sciogliendomi il cuore.
Sento un intenso sapore di tabacco, mischiato al vino. Quindi è un fumatore. Non che mi dispiaccia, al contrario. Fa tanto bad boy.

Il caldo che percepivo poco fa non è per niente paragonabile all'immenso calore che mi sta ustionando le viscere in questo momento. Le mie mani sono corse ai suoi capelli, che sono più morbidi di quanto sembrano.

Rick si stacca leggermente da me, senza però distanziarsi dal mio corpo.

«Altro che angelo.» borbotto, sentendo le sue dita tirarmi il lembi della maglietta, alzandoli verso l'alto.

«Mai detto di esserlo.» risponde, mentre io alzo le braccia per facilitargli il lavoro.

Un punto per lui.

«Matthew, a te come piace?» mi chiede senza peli sulla lingua, lasciandomi a petto nudo.

Si stringe a me ancora una volta e mi solletica la base della schiena con le dita, abbracciandomi, mentre il suo odore mi invade le narici. Mi bacia il collo, prendendo la pelle fra i denti.

«Rick...» mormoro, iniziando a giocare con la sua chioma, per incoraggiarlo. Il suo respiro mi sta facendo impazzire.
«Mi stai chiedendo se mi piace prenderlo?»

Rick mi morde la pelle, la succhia, la bacia e ricomincia da capo, prendendosi il suo tempo. Muove poi una mano, facendomi inspirare fra i denti quando ne sento il calore sul pacco.

«Tu che dici?» mi domanda, spostandosi da me per iniziare a incamminarsi verso la camera.

«Dico che mi sta bene.» ammetto, inumidendomi le labbra con la punta della lingua.

«Perfetto.» mi risponde, spalancando la porta della camera, per poi tirarmi verso di lui, in direzione del letto.

Si mette seduto, costringendomi a mettermi a cavalcioni sul suo corpo. Porta una mano alla base della mia nuca, sul collo, facendomi avvicinare a sé.

«Ok, basta così.» sussurro, staccandomi dalla sua bocca.

Lui sembra non capire, poi mi porto una mano alla cintura, iniziando a slacciarla.

«Stai facendo praticamente tutto tu. Lasciami fare qualcosa per te.» ghigno e lui ricambia la mia occhiata con un sorriso.

«Sono tutto tuo.» annuncia, sdraiandosi tranquillamente, mettendosi le mani dietro alla nuca.

«Intanto voglio provare una cosa.» ammetto, sfilandomi la cinta.
«Giuro che non è doloroso, me lo lasci fare?» chiedo, accennando a ciò che ho in mano.

«Vuoi legarmi? Anche dopo quello che ti detto? Davvero?» mormora deglutendo.

Eppure lo desidera. Glielo leggo in faccia. Forse è troppo timido per dichiararlo apertamente?

«Sì, visto che l'idea ti piace.» faccio spallucce.
«Sei molto prevenuto, ma avevi un certo luccichio negli occhi prima.» continuo, iniziando a togliermi i jeans.
«Se vuoi provare, è meglio se chiedi a qualcuno che l'ha già fatto.»

«Già fatto?» lo sento muoversi impaziente sotto il mio corpo. Lo adoro.

«Già fatto.» confermo.

Poso la cintura accanto al suo corpo, già tremante d'attesa.

Mi alzo da lui, anche se mi piaceva sentirlo in quel modo, per disfarmi di ogni indumento. Lancio da qualche parte perfino i calzini.

«Sai, mi sembra un buon compromesso.» mormoro, slacciandogli quel maledetto grembiule.
«Tu ti prendi la mia mia prima volta, io mi prendo la tua prima esperienza da legato.» aggiungo.

Lui pare per un attimo spaesato, poi spalanca gli occhi, sorpreso.

«Ma dai, di solito sei l'attivo?» mi stuzzica.

«Lo sono sempre stato, tesoro.» ammetto.
«Ma sarai il mio strappo alla regola.»

Rick sembra pensarci un po' su, poi mette le mani avanti, porgendomele con i polsi già giunti, mentre io gli faccio scendere pantaloni e boxer fino alle caviglie.

«Sì, è un buon compromesso.» mi dice, muovendo i piedi per liberarsi dei vestiti.

Afferro nuovamente la cintura e inizio a fare scivolare il cuoio intorno alla sua pelle chiara.

«A me non piace il dolore, quindi non lo provoco ad altri.» confesso.
«Ma la dominazione mi piace eccome.» detto questo do un ultimo strattone, legandolo definitivamente.

Mi piace vederlo così: steso sotto il mio corpo, incapace di toccarmi, completamente a mia disposizione.
Forse quello sadico, in fin dei conti, qui sono io.

Mi chino su di lui e riprendo a baciarlo, stuzzicando la mia entrata con le dita. Non ho mai fatto nulla del genere con un'altra persona - in privato è un'altra storia - ma non mi dispiace provare con Rick.

«Ho del lubrificante nel comodino.» mormora Crush tra un bacio e l'altro.

Molto utile. Anche se non sono proprio stretto, non ho mai accolto qualcuno dentro di me, quindi di sicuro ci servirà.

«Sei un tipetto perverso, eh?» rido, sporgendomi per aprire il primo cassetto.

«È il secondo.» ridacchia Rick, senza però negare quanto ho detto.

«Dillo prima.» ribatto sorridendo, chiudendo con un colpo secco il cassetto, per poi arrivare al secondo.

Lo trovo subito.

«Durex? Ottima marca.» dico, osservandolo.

«Vuoi davvero parlare della marca adesso?» mi chiede, mentre apro la bottiglia per spalmarmene un po' sulla mano.

«No, a dire il vero non voglio.» confesso, facendo colare il liquido sulla sua pancia.

Dato che è freddo Rick sussulta e fa per protestare, ma poi sposto la bottiglia per farne colare il contenuto direttamente sul suo membro. Poso il lubrificante, per poi giocare con lui, afferrandolo piano, iniziando a muovere la mano.

Rick si morde il labbro gemendo e io, compiaciuto, porto la mano non impegnata alla mia entrata, per riprendere quello che avevo interrotto.

Riprendo a baciarlo, ricominciando a stuzzicarmi. Non pensavo che fosse così piacevole, di solito gioco in altri modi con i ragazzi, ma con Rick è molto più di questo.

Non è un gioco. Credo che questo ragazzo mi stia fottendo il cuore.

«Voglio toccarti.» geme Rick, muovendo le braccia come per pregarmi di slegarlo, quando io mi sposto dal suo labbro tremolante.

«Te lo scordi, bello.» mi impunto.

«Sei cattivo!» sbuffa, senza però abbandonare il sorriso, che sento sulla sua bocca mentre sfrega sulla mia.

«Se ammetti che sono bravo e mi lusinghi, potrei ripensarci.» gli dico, malizioso.

«Sei un genio del male.» si lamenta, per poi inspirare fra i denti quando muovo un po' più velocemente la mano.

«Come?» faccio finta di non aver sentito, inclinando la testa proprio come fa lui.

«Sei bravissimo!» strilla e io mi fermo.

So che non voleva che interrompessi quel contatto, visto che mi sono fermato proprio sul più bello, ma sono già abbastanza dilatato. E poi credo che lui voglia venire in un altro modo.

Finalmente lo slego, girandomi per permettergli di mettersi sopra di me. Lui dopo essersi massaggiato i polsi per controllare che sia tutto ok - che drammatico! - mi rivolge un'occhiata eloquente.

«La prossima volta ti lego alla spalliera, se vuoi.» sghignazzo e lo vedo deglutire.

Credo che sia un .

«Matthew, ti sei divertito a provocarmi?» mi domanda, mettendosi a cavalcioni sul mio corpo.

Le nostre intimità si sfiorano e subito il mio cuore accellera. Era esattamente così che l'avevo immaginato.

Rick allunga una mano verso il secondo cassetto. Ne tira fuori un profilattico. È proprio pronto a tutto. Mi deve qualche spiegazione.

Era ovvio fin da subito che la serata sarebbe finita così per lui. O è un veggente o è davvero un diavolo calcolare.

Dannazione: mi sono fatto proprio fregare alla grande.

Si srotola il preservativo lungo la sua lunghezza. Percepisco la punta del suo membro sulla mia entrata.

«Allora? Ti è piaciuto farmi impazzire?» mi domanda ancora.

Chi sta facendo uscire di testa chi?

«Secondo te?» domando, portandogli le braccia al collo.

«Sei ingiusto a essere così sexy anche adesso. Questo dovrebbe essere il mio momento di gloria.» sospira, iniziando a entrare dentro di me, muovendo il bacino.

Le sue labbra sono nuovamente sulle mie.

E il mio cuore è suo.

«Non pensavo fossi così bravo, Matthew.» borbotta Rick, accarezzandomi il petto.
«Dentro di te si stava una favola.» aggiunge poi sghignazzando.

Gli do un colpetto sul braccio, per dirgli di tacere, ma lui ride ancora più forte.

«E io che all'inizio ti avevo preso per un ragazzo dolce e ingenuo.» sbuffo.

«Sei deluso?» mi chiede, strofinando il suo volto sul mio collo.

Vediamo, il nostro primo appuntamento si è concluso con me e la mia Crush su un letto: come potrei anche solo pensare di essere insoddisfatto?

«No, sorpreso.» ammetto.
«E mi fa male il sedere.» aggiungo, perché effettivamente mi brucia ancora.

«Sei fin troppo onesto.» ride.

«E tu noioso, RM.» ribatto.

«Ehi, non darmi soprannomi strani.» dice, guardandomi male.

«Non è strano. Dovresti sentirti onorato.» gli faccio presente.

«Dovrei?»

«Sì.»

Eccome!
Rick rimane per un attimo in silenzio, poi nei suoi occhi si accende una scintilla. La stessa luce che aveva nello sguardo mentre mi prendeva.

«Sai, Matthew. Se vuoi onorarmi in qualche modo e per qualche motivo, conosco un metodo migliore.» mi fa notare, già stuzzicandomi solo con il tono di voce, che promette ben più di qualche coccola post-sesso.

Porto una mano sulla sua guancia, accarezzandolo, per tirarlo a me e baciarlo ancora una volta. Non mi stancherò mai di farlo.

«Già, non sei per niente dolce e carino.» borbotto, prima di far scontrare le nostre labbra.

Ma anche così, mi piace lo stesso.

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