32 - Questo non è il tipo di triangolo che avevo in mente.

Ace e Alanis stanno insieme ormai da una settimana. Sono così felici che quasi non li sopporto, anche se mi piace vedere la mia amica così sorridente. Con questo non voglio dire che Alanis è diventata una fabbrica ambulante di zucchero e miele - per carità! -  ma sorride di più, questo sì.

E ovviamente l'ho notato perché non faccio che fissarla. So che ho rinunciato a lei, però è difficile vederla andare avanti. Mi sento lasciata indietro. Non mi piace.

Come quando SpongeBob va a caccia di meduse senza Patrick. Ci pensate mai? Poverino! Come può mollarlo così? Stupida spugna gialla!

Anche se Patrick finisce per perdonarlo, perché è carino ed è impossibile tenere il broncio a qualcuno di così adorabile.

Già, Alanis è decisamente il mio SpongeBob.

Però dovrei davvero piantarla. Lei è felice e io devo andare avanti. Non posso continuare a deprimermi e fare riti voodoo su Ace - che manco funzionano poi! Dannati siti online da due soldi!

Ehm... Potreste gentilmente ignorare l'ultima parte? Grazie.

Tornando a noi, tecnicamente di problemi ne ho già molti di mio, non ho alcun bisogno di pensare a lei.
Quali problemi, vi chiederete voi. Mentali, soprattutto, e la maggior parte li hanno causati Wattpad, le fanfiction e i vari fandom che seguo, ma non è di questi problemi che sto parlando.

Avete presente quell'audizione che ho fatto un po' di tempo fa, vero? Beh, al momento sono su un set in compagnia del mio - ormai divenuto - incubo peggiore.

Il vampiro tarocco più stupido del mondo: Aspirante Salvatore! Prego, inserire i consueti buuu. E se qualcuno sta mangiando, è pregato di tirare qualcosa in direzione di quella sua capoccia dura e vuota.

«Che significa che lei è la protagonista?» domanda Wilbur, sgranando gli occhi.

Mi indica e io mi sento in dovere di fargli il terzo dito, anche se non siamo da soli.


Quasi quasi riesco a sentire mia madre urlarmi nell'orecchio di comportarmi come una signorina - anni di dure lezioni difficili da dimenticare - ma cerco di non darci troppo peso.

«Lei è la protagonista, tu l'amico in friendzone e la seconda star dovrebbe arrivare fra poco.» spiega brevemente il regista, osservando dei fogli impilati in una cartellina rosso scuro, senza un apparente motivo - forse vuole solo fargli capire che è di troppo.

Non è nemmeno la prima volta che glielo dice. Ne ha di pazienza! Io non lo sopporterei per più di mezzo secondo.

«Vuoi dire che tutte quelle scene dei baci Camille le girerà con un altro?»

«Un'altra.» lo corregge il regista, sbuffando sonoramente.
«È una lei. Abbiamo scartato l'idea della coppia etero.»

Già, piccolo aggiornamento dell'ultima ora: non ho idea di come abbia fatto, ma sono diventata la protagonista di quel film. Mi hanno detto che sono perfetta per il ruolo della biondina snob e petulante... Aspettate, dovrei offendermi?

Fatto sta che Wilbur, che voleva così tanto essere il protagonista da gridarmi nell'orecchio le sue stupide battute, è stato scelto come il mio best friend perennemente in friendzone.

Ben gli sta! Scommetto che se la prende tanto perché voleva tutto il palco per sé. Povero ingenuo, non sa proprio come funziona il mondo dello spettacolo.

Mi sfugge una risatina e lui mi trucida con lo sguardo. Mi sembra giusto sorridergli - e anche con cattiveria, così impara! - per fargli capire che sono più che soddisfatta di come sono andate le cose.

«Non importa chi è. Camille non-»

«Senti, Cicciobello, tu non puoi dirmi cosa posso o non posso fare.» lo interrompo immediatamente, prima che dica qualcosa che mi faccia veramente incavolare, prendendolo per un braccio per trascinarlo via dal regista, che mi sorride in modo riconoscente.

Dovrei pretendere un extra per questo. Merito una ricompensa in denaro per trascorrere del tempo con Mister Tentacolo, qui.
Sì, lui è decisamente uno Squiddi: sta sempre a brontolare. Anche se è meno affascinante di lui.

Se questo è il suo vero carattere, lo preferivo di gran lunga quando fingeva, anche se era appiccicoso e petulante.

«Ehi! Non ho ancora finito.» sbotta lui, sfuggendo alla mia presa, che non era poi così salda.

Wilbur fa due passi nella direzione in cui si è incamminato l'uomo, poi si ferma, si volta e mi sorride. Un sorriso nauseante, simile a quelli che mi faceva quando pensavo ingenuamente che fosse una brava persona.

«So di essere bello, ma non sono ciccio.» mi dice dal nulla, come se avesse collegato la bocca alla testa solo in questo momento. Beh, collegato è una parola grossa, in realtà.

«Mai detto che sei bello.» ribatto, mentre lui torna sui suoi passi.

Oh no. Non vorrà sul serio fare conversazione, vero?

«Mi hai chiamato Cicciobello.» mi ricorda, incrociando le braccia al petto con fare superiore.
«E ti assicuro che non ho un filo di grasso. Sono piuttosto duro in effetti. Vuoi toccare?»

«Che tattiche da rimorchio di serie b.» commento, alzando un sopracciglio perché - evidentemente - fissare Ace e Alanis porta a imitarli nelle loro assurdità.

«Non sto cercando di rimorchiarti. Hai perso la tua occasione il giorno dell'audizione.» sbuffa.

Ha pure il coraggio di sembrare offeso! Sembrare, perché è impossibile che lo sia davvero. Non gli ho fatto nulla. Al contrario, dovrei essere io quella arrabbiata - in effetti lo sono, però questi sono dettagli.

«Adesso sono solo gentile.» aggiunge e credo di aver appena sfiorato il punto di non ritorno, nella mia scala di valore della pazienza. Ora il sangue mi inizia a ribollire sul serio.

«Ok. A, non ho idea di che diamine stai dicendo, ma questa non è una novità. B, questa la chiami gentilezza? Ma in che mondo vivi?»

Wilbur alza gli occhi al cielo, ma sembra divertito dalla mia risposta, tanto che subito dopo si lascia andare a una lieve risata.

Sento il mio corpo irrigidirsi. Per qualche assurda ragione, il mio cuore ha perso un battito, scappato chissà dove solo per sottolineare quanto io sia debole, quando si parla di questo Finto Salvatore.

Mi sono venuti i brividi.
Da quanto tempo non lo sentivo ridere in modo così... Genuino?

Sì, certo! Come se fosse sincero! Col cavolo che ci casco di nuovo!

Ci pensa proprio Wilbur a farmi capire quanto la mia reazione sia idiota e lo fa aprendo bocca: semplice ed efficace.

«A, magari sei troppo stupida per comprendere una cosa così semplice. Oppure hai solo messo il paraocchi.» mi fa il verso. Che str...uzzo.
«B, sì, la chiamo proprio così. E vivo sul pianeta Terra.»

Ecco con chi hai a che fare, Cam!

«Che simpatico.» ovviamente sono ironica.

«Lo so.» è la sua stupida risposta.

«Ma ti diverti così tanto a insultare la gente?» domando con tutta l'acidità di cui dispongo.

«No, ma mi diverto a parlare con te. Anche se adesso tipo mi odi.» risponde, grattandosi la nuca come se fosse pentito delle sue azioni.

Abbassa perfino lo sguardo. Non si aspetterà sul serio che gli creda, vero? Quanti neuroni crede che abbia?

«Togli tipo. Ti odio e basta.»

«Senti, Cam, io-»

Per fortuna qualcuno lo chiama, interrompendo questa assurda conversazione, perché altrimenti non mi sarei limitata solo a insultarlo.

Non ha alcun diritto di chiamarmi Cam, come se nulla fosse successo. Lui mi ha preso in giro. Mentre io mi fidavo di lui, Wilbur rideva alle mie spalle con Sam.
Qualcosa è successo: mi ha ingannata.

«Sam?» sussurra Wilbur sorpreso, mentre una bomba a orologeria dai capelli ricci e il viso familiare gli piomba addosso, abbracciandolo.

Cavolo! Per un attimo ho temuto di aver parlato a voce alta. Tipo Hope. Menomale! Non ci tengo ad aggiungere un'ulteriore figura di pupù a-

No, aspettate... Fermi tutti! Sam? Ha detto proprio Sam?

«Ce l'abbiamo fatta!» esulta la donna, stringendolo a sé.
«Abbiamo entrambi un ruolo!»

Ha un sorriso a trentadue denti sul volto e la voce così dolce che il mio cuore sussulta. Ma solo per un secondo. E no, non lo so perché.

Oggi non sono tranquilla. Sarà che il set mi dona una certa agitazione oppure che Wilbur mi mette ansia. O magari che lei è proprio quella dannata Sam e che il karma deve avercela con me!

Ok, Cam. Respira profondamente. Puoi farcela.

«Ma tu sei...» mormora Sam, lasciando andare Wilbur, che pare grato di riuscire finalmente a respirare.

Mi sa che lo stava stritolando, tra le sue morbide braccia e quel suo seno enorme. Non che me ne importi.

Quando i nostri occhi si incontrano, inizio a pensare che evidentemente la sfiga mi perseguita. O forse ho solo fatto un torto a Dio senza volerlo. O magari qualcuno mi ha maledetto.
Sinceramente non ne ho la minima idea. Niente di tutto questo ha senso.

«La ragazza dell'elastico!» urla, indicandomi.

Arrossisce vistosamente, dopo averlo detto, mentre mi fissa con una strana intensità che le lampeggia negli occhi grigi.
Cosa? Ho qualcosa sulla faccia?

Wilbur si irrigidisce e forza un sorriso che pare più una smorfia. Sembra che abbia perso colorito, dopo il tentato omicidio della sua amichetta.

«Sam.» la chiama, nonostante la sua voce sia un po' tremolante.
«Non sarà lei la ragazza di cui mi parlavi, vero?»

Aspetta... Che diamine sta succedendo qui? Hanno parlato di me? Cioè, ovvio che abbiano parlato di me, visto che li ho beccati al telefono, ma perché lei ha questa strana reazione? Non dovrebbe essere - che ne so? - disgustata dalla sottoscritta?

«Sì.» ammette Sam diventando, se possibile, ancora più rossa.

Wilbur invece pare essere sbiancato ulteriormente. Ma che...

«Piacere, il mio nome è Samantha-» mormora, per poi interrompersi a metà presentazione.

Lei scuote la testa e per un attimo il suo piccolo viso a cuore viene oscurato dai riccioli castani. Con delicatezza si fa una coda con quello che - lo riconosco - è l'elastico che le ho dato. Poi deglutisce e si prepara ad aprir bocca, mentre io mi domando da dove diamine venga tutta questa tensione che mi raggela le ossa.

«Non posso credere che tu già conosca il mio fratellone.» sussurra, facendo un passo avanti.

Il suo che?

Mi afferra le mani e inizia a scuoterle energicamente. Non credo che questa possa considerarsi una stretta di mano, ma non me ne preoccupo. Ciò che mi dà da pensare è l'espressione di Wilbur. Sembra che indossi una maschera di pietra, visto quanto è rigido.

«Camille, ti presento mia sorella.» si intromette Salvatore-Di-Seconda-Mano, indicandola.

Bene, a questo punto non ci sto capendo più nulla. Credevo fosse la sua ragazza o qualcosa di simile... Aspetta, perché mi sento sollevata? Questo non cambia la situazione! Lui è comunque un bastardo figlio di pu...zzola.

«Camy!» esclama imbarazzata Sam, riconquistando la mia attenzione. Sbaglio o mi ha appena dato un soprannome?
«Cioè, Camille Johnson, giusto? Non sapevo che fossi tu, ma il regista mi ha detto che Wil stava parlando con te quindi ho collegato le cose e spero che non ti dispiaccia se ti chiamo Camy.»

Wow. Quanto parla... E con quale velocità, poi! Aspira a diventare un rapper? Chissà se è riuscita a prendere fiato tra una parola e l'altra. A giudicare dal suo fiatone no, però a questo punto il dubbio sorge spontaneo.

«Sam la ragazza che ha portato Wilbur a fingersi mio amico, giusto?» ribatto tranquillamente, anche se in realtà mi sto innervosendo.

«Non sapevo che mio fratello l'avrebbe fatto sul serio! Hai frainteso! Io... Io non ti ingannerei mai perché mi piaci!»

Ma che... È un vizio dei Salvatore essere così strani? E poi che diavolo significa che le piaccio?

«Io mi sono innamorata di te!» insiste e credo che il mio cervello abbia appena staccato la spina, perché sono sempre più confusa.
«È stato un colpo di fulmine.» confessa, lasciandomi a bocca aperta.
«So che il fratellone prova qualcosa per te.» aggiunge, lasciandomi andare.

Non mi dà nemmeno il tempo di rispondere, questa tizia! Anche se in realtà non saprei cosa dirle.

Al momento mi inquieta, è l'unica cosa di cui sono certa. E non bisogna mai far arrabbiare il personaggio inquietante, altrimenti diventa macabro e in tempo zero si rivela un killer, con tanto di tragico passato e costume per proteggere la sua identità segreta - manco fosse un supereroe.

Anche se il tragico passato fa tanto bad boy, glielo concedo, lo approvo.

Intanto Sam continua a parlare e io non riesco più a seguire più il filo logico del suo discorso. Mi sono persa. Parla troppo velocemente e forse qualche rima la sta chiudendo sul serio. 

«Ma non perderò contro di te! Anche se ti voglio bene!» conclude finalmente il suo monologo, durante il quale ha urlato la maggior parte delle parole, attirando l'attenzione di tutte le persone che ora ci circondano, proprio come avvoltoi - a proposito di cose macabre...

«State già iniziando a provare?» domanda il regista, comparendo alle mie spalle manco fosse un fantasma.

Mi ha fatto rischiare l'infarto!
Ma che succede oggi?

«Camy!» esclama - di nuovo - Sam.
Ma quanta energia ha? E non si è accorta del regista?
«Ti renderò felice!»

«Sam, non è il caso di-» prova a calmarla Wilbur.

Ogni tanto qualcosa di giusto lo fa!

«Accetto la tua dichiarazione di guerra, fratellone!»

Come non detto.

«Veramente io-» prova a ribattere lui, ma viene interrotto un'altra volta.

Seriamente, devo aver fatto qualcosa di grave nei confronti di almeno due divinità diverse.

E questo non è il tipo di triangolo che avevo in mente.

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