2 - E McDonald sia!
Oggi, 5 ottobre 2019, è ufficialmente il giorno peggiore della mia vita. Che sciocca! Credevo davvero di aver messo fine alla storia con Ace, ma a quanto pare lui non è del mio stesso avviso.
La mattinata era iniziata bene: avevo preso il mio cappuccino, mangiato la mia brioche, mi ero lavata e poi diretta a lavoro. Tutto nella norma, come al solito.
Il problema è ciò che è successo dopo.
Nessuno entra in un blockbuster di questi tempi, è quello che mi sono sempre detta, anche se continuo a lavorare qui. Questa affermazione era una certezza, più o meno fino a cinque minuti fa, quando Ace Young è entrato da quella porta.
Il bellimbusto ha afferrato un film a caso dal reparto storie d'amore, il più vicino alla cassa, e si è diretto al mio cospetto senza dire nulla.
Ace ora mi sta squadrando, ha un ghigno poco rassicurante sul volto perfetto e un DVD in mano.
«A cosa devo questo onore?» domando, ricordandomi che qui - purtroppo - non ci sono tavoli da tirargli.
Il mio tono sarcastico e l'occhiataccia che gli sto rifilando avrebbero già dovuto fargli capire che aria tira, ma a quanto pare Ace è ancora un idiota.
«Sono solo venuto a trovare la mia ragazza a lavoro.» mi dice, muovendo le sopracciglia in un modo che dovrebbe essere accattivante.
Essere chiamata la sua ragazza mi fa uno strano effetto, ma non riesco a capire se mi sconcerti o se mi disgusti. Per carità, Ace apparentemente non è male, ma il suo carattere fa più schifo del mio, il che è abbastanza tragico.
Matt, al mio fianco, sembra essere più sbigottito di me.
«Tesoro, quello non è sexy.» gli fa presente il mio amico, indicando le sue sopracciglia con un dito.
Ecco che la mia Drama Queen di fiducia entra in azione.
Sto per ringraziarlo, quando aggiunge: «La tua faccia sì, però, quindi usala. Porta la terza.»
Dopodiché sposta il braccio, puntando il suo indice su di me, o meglio sul mio petto.
«Matt!» lo rimprovero, arrabbiata.
Non ci dovrebbe essere una qualche legge morale non scritta sul perché tutto questo sia sbagliato?
Matt è il primo amico che possa definire tale, ma a volte esagera senza rendersene conto.
Ace si lascia andare a una leggera risata, dopo un attimo di sconcerto, e riesco a distinguere due fossette sul suo volto perfetto. Mi dico che in fondo Ace è carino quando ride in quel modo, ma poi rabbrividisco alla sola idea di aver pensato una cosa simile.
Devo ricordarmi constantemente che quel Finto Harry è lo stesso ragazzo impertinente che mi tormentava a scuola. Non devo pensare che sia bello, né fargli un qualche tipo di complimento: non se lo merita.
«Bene.» dico, cercando di non mostrarmi turbata.
«Passa il film.» borbotto poi, allungando una mano nella direzione di Ace.
Inutile dire che sto arrossendo - a causa della rabbia ovviamente - mentre Matt sghignazza alle mie spalle.
Mi chiedo perché la gente voglia tormentarmi in continuazione. Non sono così divertente.
«Anche la protagonista di quel film ha la terza.»
Com'è possibile che Drama Queen sia così informato sui seni delle persone? È preoccupante e anche inquietante.
Dato che non voglio dargliela vinta, ammettendo che quel commento mi ha dato fastidio, ho deciso di rimandare la mia ramanzina a più tardi. Tanto Matt non può scappare: lavora qui.
«Una terza, eh?» domanda Ace, mentre squadra la custodia del DVD.
Perchè non può lasciar perdere e comportarsi da persona civile?
Sto per rispondergli, quando alle sue spalle vedo comparire Camille.
La ragazza guarda interdetta la nuova aggiunta al nostro gruppo, poi si avvicina alla cassa e si mette a fissare me.
«Ehi avete un cliente!» gongola, nonostante il presunto cliente sia al suo fianco.
«Non lo è. È venuto solo per infastidirmi.» la informo.
In tutto questo, sto ancora aspettando il DVD, che Ace tiene fra le mani. Ritiro il braccio, prima che mi allunghi di più e gli tiri uno schiaffo in pieno volto.
Solitamente non sono così violenta, ma quel tipo tira fuori il peggio di me.
«Sono il suo ragazzo.» annuncia Ace senza troppi problemi, rivolgendosi alla mia amica.
Camille spalanca i suoi occhi blu e si porta una mano alla bocca, nascondendo un ghigno.
«Perchè non me lo hai detto? Credevo di essere la tua BFF!» mi accusa.
Ha usato un finto tono triste, che le riesce piuttosto bene dato che frequenta un corso di teatro, ma sono certa che mi stia solo prendendo in giro. In realtà sembra piuttosto divertita.
«Eh? Sono io il suo BFF!» ribatte Matt, appoggiando le mani sul bancone.
Camille accetta la sfida, come sempre, e i due iniziano a discutere - non che sia un litigio vero e proprio.
Sospiro, ormai non ci faccio neanche più caso. Del resto, Ace non riesce a trattenere un sorriso.
«Ma se a malapena si ricorda il tuo nome!» urla Camille.
«Beh, almeno io ho il suo numero di telefono.» risponde prontamente Matt.
Il sorriso che gli increspa le labbra è angelico, ma cela intenzioni del tutto provocatorie.
«Cosa! Hai dato il suo numero a lui ma non a me?» sbotta Camille, rivolgendosi alla sottoscritta.
«Matt, credevo che avessimo già parlato della questione "Non mettermi contro Cam".»
Incrocio le braccia al petto e alzo un sopracciglio. Lo fisso, lui mi guarda e scuote la testa, come a negare il tutto.
«Anche io ho il suo numero.» si intromette improvvisamente Ace, che a quanto pare ha trovato divertente l'intera situazione.
Camille si volta verso di lui, scioccata, poi si gira verso di me e sbatte le mani sul bancone.
Non è l'unica a guardarlo sconvolta. Non ricordo di avergli mai dato il mio contatto, quindi com'è possibile che lo abbia?
Ace tira fuori tranquillamente il telefono dai suoi jeans, sblocca lo schermo e armeggia qualche secondo con il cellulare.
La mia suoneria riecheggia immediatamente in risposta.
Guardo il mio telefono, che giace tranquillamente sul bancone. Sul display c'è un numero sconosciuto.
Figlio di...
«Quindi dai il tuo contatto solo a chi lavora qui o a chi compra un DVD? Sei una maniaca di blockbuster!» mi accusa Camille, guardandomi accigliata.
«Matt l'ha rubato dal mio telefono mentre non guardavo più o meno un mesetto fa.» ribatto, avvertendo la strana sensazione di dovermi giustificare.
Matt intanto ride e non fa nulla per darsi un contegno, al contrario si mette le mani sullo stomaco e porta la testa indietro, amplificando così il suono della sua risata.
Santo Cielo, non sono così divertente e poi nessuno ride in quel modo! Sta cercando di imitare qualcuno?
«Liam?» gli domanda Camille, dimenticandosi per un istante di me.
«Liam.» conferma Matt.
Giusto, mi ero scordata che si consigliano storie a vicenda.
Ovviamente l'unico a non capire è Ace, non che mi importi di lui.
«Aspettate esiste sul serio una fanfiction dove Liam ride in quel modo?» chiedo scioccata.
I miei amici annuiscono.
«Wow.» mormoro.
Beh, a dire il vero ho visto di peggio.
Camille mi guarda accigliata.
«Non cercare di cambiare argomento! Perchè io non ho il tuo numero e il playboy sì?» mi domanda.
Playboy?
Sbuffo. Vorrei dirle che è lei che ha cambiato argomento, ma non voglio incombere nella sua ira.
«Io l'ho chiesto a suo padre.» viene in mio aiuto Ace.
Mi sembra strano che voglia tirarmi fuori dai guai quindi non mi fido - e faccio bene.
«Se vuoi te lo do io, dopotutto l'altro giorno Ana non ha fatto altro che parlarmi di quanto adori una certa biondina.» aggiunge Finto Harry, nascondendo un ghigno.
Mi dico che è assolutamente impossibile che lei ci caschi, quando la vedo fare un sorriso sfavillante.
Oh no.
«Quindi parli di me!» esclama Camille entusiasta, assumendo uno sguardo da ragazza innamorata.
So che sta recitando. La conosco abbastanza a lungo da poter distinguere il suo sorriso sincero da quello che usa per incantare la gente, come quello che sta facendo ora.
«Cam non usare il teatro contro di me.» è l'unica cosa che riesco a dire, mentre Camille inizia a copiare il mio numero dal telefono di Ace.
«Avrei potuto semplicemente mandartelo.» le fa presente.
Camille si acciglia, osservando il mio contatto.
«No grazie. Tu non mi interessi.» proclama, mentre Matt, ancora alle mie spalle, esclama: «Friendzone in corso!»
Ok, ne ho abbastanza.
«Puoi passarmi quel cavolo di DVD e andartene?» domando con il tono di voce più cortese che riesco a fare, porgendogli la mano per la seconda volta.
Ace sogghigna.
«In realtà non voglio comprarlo. Ho Netflix.»
Certo, non poteva essere altrimenti. Alzo gli occhi al cielo, ritirando il braccio. Non capisco perché mi voglia far perdere del tempo prezioso.
Camille mi lancia uno sguardo che la dice lunga. È da tempo che si ostina a ribadire che io e e Matt dovremo cambiare lavoro. Non che abbia torto.
«Che vuoi allora?» chiedo senza troppi giri di parole, anche se so già dove vuole andare a parare.
«Sposami.»
Me lo aspettavo, ma sentirmelo dire mi fa uno strano effetto. Resto un attimo interdetta, mentre Matt assume un'espressione contrariata e Camille emette un urletto, che più che altro è uno strillo isterico.
«Tu sei pazzo.» è la mia risposta.
«Giusto!» mi dà stranamente ragione Matt.
Sto per ringraziarlo, di nuovo, quando aggiunge: «Dove sono l'anello, i fiori e la cenetta romantica?»
«No, Matt. Non è questo il problema.» gli dico, ma Camille interviene prima che mi possa spiegare.
«Esatto! Finché c'è amore il resto non conta!»
Camille in difesa per il diritto all'amore.
Oddio no.
«Amore? È ricco può permettersi una cena se vuole!» grida Matt scioccato.
«Come fai a sapere che è ricco?» ribatte Camille.
«Tesoro una persona con i soldi si riconosce.»
«E in base a cosa?» domanda la mia amica.
«All'atteggiamento.» annuncia Matt.
«All'atteggiamento?» ripete lei.
«Si, questo qui sembra che abbia scritto sulla fronte "Cash, cash, cash".» dice indicandolo.
Matt dovrebbe togliersi il vizio di puntare la gente.
«Ragazzi!» intervengo, prima che la situazione inizi a precipitare.
«Basta.»
I due stranamente mi ascoltano. Non urlano più, ma si lanciano occhiatacce a vicenda. Penserò dopo a farli fare pace, al momento ho un problema più grande a cui badare.
«Non ti sposerò.» metto in chiaro, afferrando il DVD dalle sue mani, per poi posarlo sul bancone.
Tanto ho già capito che non lo vuole comprare né affittare.
«Io credo di sì. I tuoi genitori già mi adorano.» mi informa, rifacendo quel gesto con le sopracciglia.
Sul serio cos'ha che non va?
«Non mi interessa e smettila di muovere le sopracciglia in quel modo. Sei inquietante.»
Detto questo, alzo gli occhi al cielo.
«Tu invece mi interessi.» mi rivela Ace senza alcun imbarazzo, ignorando più della metà delle cose che ho detto.
Vedo Camille sussultare, per poi iniziare a saltellare come se fosse in preda a una crisi di follia. In realtà è un gesto piuttosto nella norma per lei.
«Oddio! Questa è la parte dove Hope cade ai piedi del playboy! Avanti Ana arrossisci!» mi incita.
«Non abbiamo dei popcorn?» domanda invece Matt.
Quando ho fatto conoscere Wattpad ai miei amici, ho creato due mostri.
Finto Harry non perde nemmeno tempo a commentare.
«Lascia perdere il cibo! Magari tutto questo sfocia in una fanfiction!» esclama Camille, indicandoci.
Adesso anche lei punta la gente?
Sono felice che entrambi si divertano mentre io sono in questo casino. Sono ironica, ovviamente. Più tardi farò una lavata di capo a entrambi.
«Non chiamarmi Ana.» è la prima cosa che mi esce di bocca.
«Eh? Perchè lui può e io no?» domanda Camille offesa, riferendosi al mio presunto ragazzo.
«Nemmeno lui può.»
«Però prima non gli hai detto nulla, Alanis.» si aggiunge il mio amico.
Matt sembra risentito per chissà quale motivo. Dopo averlo sgridato, devo ricordarmi di chiedergli perché sia così giù di morale.
«Perchè lui è Ace!» esclamo.
«Oh, quindi questo è un onore che spetta solo al tuo fidanzato?» chiede Camille, che adesso sembra più sollevata.
«No! Lui non mi ascolta! È inutile che glielo dica. È troppo stupido.» mi difendo immediatamente.
«Non mi dire.» borbotta Ace.
«Aspetta! Ci hai appena detto che siamo intelligenti!» esclama Matt.
No, in realtà non è così.
«Alanis ci ha appena fatto un complimento!»
«Incredibile, vero?» gli dà corda Camille.
I due hanno delle espressioni sbalordite in volto e in un attimo me li trovo addosso. Camille infatti balza sul bancone per venire da questo lato e mi cinge la vita con le sue braccia, mentre Matt mi preme contro al suo petto muscoloso.
«Quindi ci vuoi bene!» dicono in coro.
Tutto ciò è fastidioso e sto soffocando.
«Cam non puoi stare qui dietro e Matt torna al lavoro!» li rimprovero, ricordandomi delle telecamere che in teoria dovrebbero tenere a bada il nostro operato.
«Sei davvero interessante, Ana.» questa volta a parlare è Ace.
Lo guardo per un attimo, mentre i miei amici decidono che non vogliono lasciarmi più andare.
Forse è meglio così: se fossi libera probabilmente starei cercando di strangolare il mio cosiddetto ragazzo.
«Mi intrighi, questo è abbastanza, quindi sposiamoci.»
Ma che...
«Pensare che una persona sia interessante o intrigante non la rende adatta al matrimonio!» ribatto.
«Che razza di aggettivo è interessante? Dille che è una gran figa!» si intromette Camille, stringendo la presa.
«Perchè dovrei?» domanda Ace.
Il suo tono di voce piatto la dice lunga sui suoi sentimenti inesistenti verso la sottoscritta.
«Le hai appena detto che vuoi sposarla.» gli ricorda Camille.
«Due volte.» precisa Matt.
«Ma mica dobbiamo amarci.»
Ace ride delle nostre espressioni scioccate e sento crescere in me una certa vena omicida.
«Senti, facciamo così. Tu mi sposi, in cambio avrai i miei soldi. Se mai volessi andare con un altro uomo non ci sarebbe nessun problema. Mi basta la promessa che gestirai la cosa, tenendo tutto nascosto. Non posso certo fare brutta figura.»
Sto per urlargli contro, quando Matt e Camille mi lasciando andare, sporgendosi sul bancone verso di lui.
«Senti un po' Ciccio!» sbotta Camille.
«Alanis è una ragazza meravigliosa, quindi merita un matrimonio pieno di amore!»
«Cam...» mormoro stupita.
«Inoltre la nostra Alanis non è una traditrice!» aggiunge Matt.
«Ragazzi...»
«Quindi le cose sono due: o la conquisti e ti comporti da uomo con gli attributi oppure te ne vai.» conclude il mio amico.
Ace sembra pensarci sù per un po', per niente turbato, poi fissa il suo sguardo nel mio. I suoi occhi verdi mi scrutano, sembrano guardarmi l'anima e mettere a nudo il mio intero essere. È fastidioso. Mi fa venire i brividi.
«D'accordo. Ma sappiate che io stavo prendendo la strada più semplice.»
Fa spallucce e ripercorre il mio intero corpo, o almeno quello che spunta da dietro il bancone, con lo sguardo.
«Ana ti innamorerai di me e mi sposerai. Mi amerai così tanto che il tuo cuore inizierà a battere al solo suono del mio nome e sarai tu stessa a pregarmi di stare con te.» detto questo, posa sul bancone una chiave e un foglietto sopra il quale è segnato un indirizzo.
«Te lo do adesso, tanto sono certo che verrai da me.» proclama, come se fosse scontato.
«Nei tuoi sogni.» rispondo.
Ace va verso l'uscita e, quando penso che quell'incubo sia finito, si gira a guardarmi un'ultima volta.
«Stasera ceno da te, mogliettina.» mi annuncia con un sorrisetto impertinente sul volto, per poi andarsene.
«Io ti ammazzo!» urlo in risposta.
Sento la mano grande e calda di Matt accarezzarmi la schiena, è confortante.
Camille invece mi prende il braccio e lo stringe al petto.
Entrambi sanno perfettamente come calmarmi quando sono nervosa.
«McDonald?» domanda Camille.
Quando uno di noi si sente giù, solitamente andiamo lì per tirarci su di morale.
Cibo spazzatura batte incazzatura, dovrebbero usarlo come slogan.
Annuisco.
«E McDonald sia.» proclama Matt.
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