14 - Lascia stare il mio uomo!
La situazione è la seguente: Camille sta litigando con il nuovo arrivato, che è un punk muscoloso e inaspettatamente pure un universitario, Matt sta bullizzando i suoi amici, credo. Lui sta sorridendo in un modo strano, terrificante direi, ma il più magro dei quattro sembra terrorizzato quindi di certo non stanno parlando del bel tempo. E io, dall'alto della mia divina pazienza, ho cercato di sedare probabili risse fino a quando Ace non ha varcato la soglia del negozio, trovando il casino citato in precedenza. Ergo adesso sono quella a cui girano di più.
Il caro Finto Harry è entrato come se nulla fosse, avvicinandosi alla cassa senza dire nulla. E adesso mi sta fissando. È inquietante però... Regola uno delle fanfiction con bad boy: se il protagonista è sexy, è di conseguenza uno stalker e, nel caso remoto in cui non lo fosse, allora la storia non è abbastanza trash, si prega di aggiungere una cheerleader bionda.
«Vuoi una foto? Dura di più.» gli dico, giocherellando con una ciocca dei miei capelli, perché è più teatrale se faccio qualcosa.
«Questa è vecchia.»
E certo, la prima cosa che Ace deve dirmi deve essere per forza una velata critica al mio modo di esprimermi. Non può essere una persona cordiale per più di vediamo... Zero secondi?
«Se non ti piace come parlo quella è la porta.» ribatto, indicandogli gentilmente l'uscita.
Lui alza un sopracciglio, poi sospira.
«Se non volevi che ti facessi notare che parli come Hope versione bad girl, allora non dovevi farmi conoscere Wattpad. La colpa è tua.»
Fermo immediatamente qualsiasi movimento, guardandolo stranita. Non posso credere che stia ancora leggendo su quell'app. Credevo che l'avesse scaricata solo per irritarmi, ma deve essergli piaciuta sul serio. E io che credevo che i protagonisti maschili passassero il loro tempo a bere e fumare, in compagnia di ragazze o sulle loro moto.
Ugh. Ho appena ammesso che Ace è un protagonista. Per due volte. Dannazione.
«Stai giocando con la mia pazienza.» lo avverto, già pronta ad azzannarlo alla gola.
Sorpresa! Adesso questa è una storia sui vampiri! Buon divertimento. No, ok sto scherzando. Purtroppo non ho la pelle abbastanza delicata per sfociare nel genere paranormale, né una bella dentatura degna di uno squalo da sfoggiare, quindi accontentatevi della love story trash, grazie.
«Da quando sei una persona paziente?» mi chiede lui.
Io non sarò una sanguisuga ambulante in sembianze umane, ma lui deve essere figlio di un mangiafuoco e un giocoliere visto che sta giocando con il fuoco.
Aspetta un po'... È quel momento, vero?
Regola sessantanove - Sessantanove? Come siamo arrivati a questo numero, regia? Eravamo a uno! Che significa "no comment"! Regia? - delle fanfiction con bad boy: la storia non va abbastanza bene? Aggiungi il cringe! Sblocca la carta "battute brutte" e livella la tua Destiny! Nota bene, ricordati di cambiare il nome della protagonista per sembrare originale.
«Wow! È vero che sembra una bambola!» queste parole mi risvegliano dai miei pensieri.
Perché qualcuno deve sempre risvegliarmi? E quand'è che Matt si è avvicinato così tanto? Mi scosto subito di lato, quando noto la sua mano sventolare davanti ai miei occhi. Mi ero imbambolata di nuovo?
«Già, quando si blocca pare un manichino.» concorda Camille, muovendo il capo in segno affermativo.
Ma lei non stava litigando con Avril Lavigne?
«Mi chiamo Wilbur.» mi ricorda il punk, guardandomi male.
«L'ho detto ad alta voce?» chiedo.
Li vedo annuire. Ma che diamine... Mi guardo in giro, sono tutti riuniti intorno a me. Mentre io ero persa nei meandri della mia mente - o ancora prima quando stavo litigando con Ace - degli amici di Wilbur è rimasto solo quello magrolino, gli altri se ne sono evidentemente andati. Dove non lo so. Ma che... Mi sono addormentata o cosa? Altrimenti non mi spiego perché ben tre personaggi sono spariti improvvisamente. Prima erano in cinque!
Autrice, non è che devi farmi sembrare un'idiota per avere seguito! Dannate fanfiction!
«Non prendetevela con lei.» mi difende Ace.
Fermi tutti! Quello lì sta prendendo le mie difese? Stiamo parlando dello stesso Harry tarocco che penso io, giusto?
«È solo pazza. Wattpad le ha bollito il cervello.» fa spallucce.
«Oppure ci ha fatto il soffritto. Non sono sicuro su quale dei due.»
Ora lo riconosco! Dio, perché i bad boy non possono essere eroi romantici, gentili ed eleganti? Beh, perché non sarebbero bad. Ma non esiste l'elegant boy? Io preferirei quello.
E poi sapete che c'è? Sono stufa marcia della faccia da schiaffi di Ace. Sarà pure carino, ma lo detesto quando fa così. So di essere la prima a prenderlo in giro ogni volta, ma oggi il suo solito comportamento mi rende furiosa. Si comporta come se si fosse dimenticato di come l'ho lasciato da solo.
Perché sono così arrabbiata? Non ne ho idea! So solo che voglio prenderlo a ceffoni. E no, cari lettori, non ho il ciclo, sono solo antipatica!
«Hai un'espressione spaventosa, tutto bene sorella?» mi chiede Wilbur, sporgendosi sul bancone per appoggiarmi una mano sulla spalla.
Me lo scrollo di dosso quasi all'istante. La gente si prende sempre troppa confidenza con me. Non è che abbia scritto sono dolce e zuccherosa, toccatemi pure sulla fronte. Cos'è che li spinge a rischiare la vita mettendomi il loro collo a portata di mano? Sono tutti così masochisti... Prima di tutti il mio caro maritino.
A proposito di Ace!
Faccio il giro del bancone per ritrovarmi dalla sua parte, con il suo sguardo sbigottito su di me. Lo prendo per un braccio e lo trascino fuori senza dire nulla per spiegarmi. Lui non accenna nemmeno a imporsi o lamentarsi. Cammina tranquillamente fino all'uscita, stando al mio passo.
Seriamente, che diavolo gli prende? Prima si comporta come se nulla fosse e adesso resta in silenzio? Guarda che sto attuando un rapimento qui!
«Adesso stai qui e non entrare più.» gli ordino, ma sono certa che mi stia ignorando senza alcun ritegno.
Sono anche quasi sicura di riuscire a impersonare un vero buttafuori - altro che quel tipo dello strip club dell'altro giorno! - quando, proprio davanti alla porta, mentre lo sto per lasciare andare, lui mi afferra improvvisamente il polso. E stavolta sono io a venir trascinata fuori.
Di fatti mi ritrovo sul marciapiede insieme a lui, in piedi l'uno di fronte all'altro. Lui non accenna a mollarmi, ma io non so se voglio ordinargli di farlo, visto l'espressione da cucciolo bastonato che mi sta bellamente rifilando. Vorrei sbuffare contrariata, ma li sento arrivare: i sensi di colpa. Ora dovrò ascoltarlo per forza, giusto?
«Non ti aspettavi sul serio che ti avessi seguito senza alcun secondo fine, vero?» mi domanda.
Era ovvio che l'avesse previsto! Ora capisco anche perché non si è ribellato poco fa e mi sento una stupida per non averci pensato prima. Lo vedo sorridere ancora. Sembra proprio non voler fare cadere la sua maschera e pare intenzionato a far finta che non sia successo nulla fra noi. Certo, come no! Ace oggi ha intenzione di giocare, tutto qui. Bene. Non sarò da meno.
«Non ne sono sicuro perché non ti leggo nella mente, ma dalla tua espressione sembri ansiosa. Non è che stai diventando paranoica?»
La sua voce risulta alle mie orecchie come il rimbombo di un tuono in pieno inverno e... Eccetera eccetera. Non ho alcuna voglia di ripetere quella valanga di metafore che le autrici di Wattpad usano per far capire al lettore quali sentimenti stanno stravolgendo il cuore della protagonista. Ace ha una bella voce. Ammetto che mi è mancata, anche se ha assunto una sfumatura ironica che non mi piace per niente. Ma è tutto qui.
«Ana?»
Mi pare passata un'eternità dall'ultima volta che mi ha chiamato in quel modo (oggi è la giornata dei cliché, Alanis?) ma non c'è nulla di romantico o drammatico dietro a tutto ciò.
«Sì?» rispondo.
«Ti sono mancato?»
Inclina leggermente la testa di lato mentre pronuncia queste parole. Vuole accentuare l'effetto bastardino ferito?
«Come l'ossigeno, guarda.»
«Lo sapevo. Sono irresistibile.» si vanta.
«Ero sarcastica.»
«Lo so, ma ti sono mancano comunque.»
«Figurati! Ero così tranquilla prima che arrivassi tu a rovinare tutto!» ripeto il suo movimento con la testa, perché mi sono stancata di sottostare a quello scambio amichevole e voglio fargli capire che non è giornata.
«Mi vuoi dire di che dovevi parlarmi o dobbiamo stare così in eterno?»
«E pensare che le altre ci cascano.» ribatte lui divertito, raddrizandosi.
«Dicono che sono sono carino quando lo faccio.»
Lo imito, raddrizzando a mia volta il mio povero collo, pensando: ma in quale universo le donne capitolano per una roba del genere?
«Allora?» insisto.
Non è che debba passare tutti i giorni con lui ma, anche se sono un po' imbarazzata per come sono andate le cose l'ultima volta, non è obbligatorio che lo mandi a quel paese a caso. Non mi assumo tutta la colpa per ciò che è accaduto, ma so anche che l'ho trattato malissimo, quindi farò ammenda ascoltandolo. Scusa Hope, non ho intenzione di fare la vittima, rimedierò trovandomi un tipo con più demoni di Harry Styles.
«Posso sapere che vuoi, Ace?» chiedo, cercando di apparire tranquilla.
«Sposami.»
Oh, ma porca... Si riduce tutto sempre e solo a quello?
«Quando poi abbatterò tutta la mia ira su di te non ti lamentare, Zayn.»
«Adesso passiamo a Zayn?» domanda divertito, lasciandomi andare.
Che strano... Non mi ero accorta che mi stava ancora tenendo per mano. Sembrava naturale.
Che cavolo mi sta succedendo?
«Anche lui è un gran figo.» faccio spallucce.
«E poi essere paragonato agli 1D è un gran complimento. Dovresti essermene grato.» sospiro.
«Viceversa loro dovrebbero sentirsi offesi.» detto questo, gli rifilo un sorriso angelico degno di una principessa Disney.
E ora che mi dici, Ace? Così impari a farmi credere che ti importi qualcosa di quello che è successo quella notte! E anche quella mattina, ovviamente...
«Stai dicendo che se avessi l'aspetto di Zayn mi sposeresti?» domanda, alzando un sopracciglio.
«Quindi il problema è solo il mio aspetto? Che superficialità, cara!»
«Oh, non essere ridicolo adesso.» rido.
«Non metteresti un anello a questo dito, nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della Terra.» chiarisco porgendogli la mano e muovendo lentamente le dita, come a far capire meglio il concetto a quel suo cervello microscopico.
«Però non hai negato che il problema sia il mio aspetto.» mi rinfaccia.
«Ace, se non fossi bello non sarei venuta a letto con te. Credimi, non è quello il problema.»
Perché continuo a tirarlo in mezzo? Non è che a me importi qualcosa... Sono solo molto dispiaciuta per lui. Esatto! Tutto qui. Poveretto, l'ho lasciato in modo penoso, per questo mi sento in colpa. Non è che me ne sia pentita o qualcosa del genere. Proprio no.
«È il tuo carattere che è una merda.»
«Senti da che pulpito.» ghigna, sta al mio gioco. Oh, adesso sì che pare proprio il mio Ace.
Fermi tutti. Non posso averlo davvero definito mio. Cos'è, un formaggino?
«Sbaglio o sei tu quella che fa la stronza?» si avvicina, io indietreggio.
Oh, cavolo... Siamo così vicini che sento il suo fiato sul mio viso. E sa di fragola, mannaggia! Perché non di menta e tabacco? No, Alanis concentrati, non è questo il punto! Le mie gambe sono molli, non credo di volermi allontanare da lui, e penso di essere arrossita. Sono impazzita, non c'è altra spiegazione. Anche perché prima avevo l'opportunità di scappare via, invece ho scelto di indietreggiare fino ad andare a sbattere con la schiena contro il muro. D'accordo, è una mossa abbastanza popolare, non lo nego, ma non è qualcosa che farebbe una persona sana di mente! Specialmente se non vuole avere nulla a che fare con l'uomo che le sta prendendo delicatamente i capelli fra le dita e che la sta guardando in quel modo profondo e... Alanis, sveglia! Usa il sarcasmo. Sii crudele. Non perdere contro di lui!
«Ace, se vuoi baciarmi fai in modo di fare in fretta, così poi potrò andare a lavarmi i denti.» dico, cercando di non mostrargli quanto questa situazione mi innervosisca.
«Bambolina, se lo facessi finiremmo per scopare nel bagno del blockbuster.» ride.
«E non credo che il tuo capo sarebbe d'accordo.» ammicca.
Perché questa volta non fa quella sua stupida mossa "mi lecco il labbro inferiore"? Ho bisogno di qualcosa per cui prenderlo in giro, così smetterò di fissarlo così tanto.
«Sei fin troppo sicuro di te per essere uno di quelli che chiama bambolina le ragazze.» ecco la mia unica arma a disposizione.
Adesso mi stanno iniziando a sudare i palmi delle mani. Prego che non cerchi di afferrarmi. Se lo fa lo castro e poi lo uccido. Sì, mi pare la soluzione più logica e razionale di cui dispongo.
«Davvero? Eppure lo faccio solo con una ragazza in particolare.» ammette, avvicinandosi al mio orecchio e chinandosi leggermente per potermi sussurrare: «Non ti piaccio nemmeno se ti dico che The Vampire Diaries lo conosco?»
Sospiro di sollievo. Menomale. Ha detto una cretinata. Sono salva! Incurante del fatto che il sudore di sicuro non sia evaporato magicamente, gli poso le mani sul petto e lo allontano da me, facendomi di lato. Una volta libera mi guardo intorno, dicendo: «Wow! Quanto orgoglio nell'ammettere di essere uno stalker.»
Ovviamente nessun passante fa caso a noi. Scusatemi eh, ma non vedevate che c'era una donzella in pericolo? Dov'è il principe azzurro quando serve? Mi sarei accontentata anche di quello di Shrek.
«Quindi? Da quanto tempo ci ascoltavi?» domando.
Non è molto normale che l'Ace stalker mi rassicuri più dell'Ace inaspettatamente sexy, ma è meglio così alla fine o sarei ancora fra le sue grinfie.
«Più o meno da quando Camille si è fiondata dentro come un missile iniziando a gesticolare e blaterare cose a caso.» ammette senza alcun problema, appoggiandosi con la schiena al muro al posto mio.
«Sembrava posseduta. Forse avreste sicuro chiamare un esorcista.» ridacchia, prendendola in giro.
«È molto divertente detto da te. Ma chi sei? Un agente della CIA?» ribatto, mettendomi le mani sui fianchi e guardandolo di traverso.
«Non siamo in quel tipo di fanfiction.» risponde lui.
Ehi! Le battute su Wattpad sono una mia caratteristica, resta nel tuo personaggio, Ace! Non rubare la vita altrui. Anche perché fai piuttosto schifo. Non faceva nemmeno ridere.
Questo è più o meno ciò che vorrei dirgli, invece opto per: «Peccato, rischiare la vita sarebbe stato molto più interessante che parlare con te.»
Gli insulti vincono, che volete farci?
«Non devi essere sempre acida come un limone, sai? Non è che abbia sentito tutto per mia volontà.»
Certo, ti hanno proprio costretto, guarda!
«Sono entrato e uscito da qui almeno tre volte, prima di decidermi a parlarti. Tu sembravi troppo impegnata per ascoltarmi. Non è colpa mia se la tua amica urlava come se stessero bruciando tutte le sue scarpe - e scommetto che sono molte - e tu eri troppo sovrappensiero per guardarmi.» sbuffa. Ok, non me lo aspettavo.
«Occupo i tuoi pensieri così tanto, Ana?»
«Nei tuoi sogni.»
Incrocio le braccia al petto, non riesco proprio a stare ferma. Ace ha ripreso a squadrarmi e dopo quella notte a quanto pare mi fa uno strano effetto.
«Nei miei sogni accetti di sposarmi, non mi ignori per pensare a me.» alza il mento, orgoglioso delle sue stesse parole.
Crede di vincere un premio o qualcosa di simile?
«Che ne sai che pensavo a te?»
Seriamente, quanto è grande di preciso il suo ego?
«Quando mi hai infilato le tue mutandine in bocca è stato molto eccitante.»
Ma che risposta è? Che c'entra?
«Sei arrossita, White!»
Se sentisse il mio cuore, chiamerebbe l'ambulanza, per quanto batte forte, ma non è che adesso io vada a sbandierarlo ai quattro venti, quindi non capisco perché lui debba gridare che sono rossa. Ah, giusto: è Ace e deve infastidirmi, perché nonostante tutto lo diverte. Proprio un gran bel tipo.
«E tu un pervertito, Young.» rispondo.
Ma poi perché ci stiamo chiamando per cognome?
Lui scoppia a ridere. Ovvio. Ace ride. Che novità!
«Posso chiederti di darmi due minuti di tregua?» domanda fra una risata e l'altra.
«Vorrei parlarti seriamente.»
Disse lui con un sorriso che gli copre metà faccia. Mi prendi in giro, Ace?
«Già che siamo qui parla pure, ma in cambio regalami quel microonde che mi avevi promesso per il mio compleanno.»
Che volete? Devo già sorbirmi questo castigo divino, può almeno ricompensarmi con qualcosa.
«Sicuro.»
Basta ridere, Ace! Sei fastidioso!
«Ana, io-»
«Lascia stare il mio uomo!» urla improvvisamente una voce.
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