Capitolo 34
Jessie
Rimasta sola prendo la tazza con il caffè e comincio a girovagare per la casa. So che non dovrei ma ha detto di fare come se fossi a casa mia e poi sono molto curiosa.
In realtà non c'è molto da vedere solo qualche foto di famiglia, Jack è un tipo molto riservato, entro in camera sua e nella libreria noto una foto a me familiare, la prendo per osservarla meglio e avevo ragione è la stessa foto che ho anche io a casa. Sorrido felice nel sapere che anche lui ha conservato un ricordo di noi.
Stranamente mi sento molto a mio agio a casa sua e, visto che ho un po' di tempo a disposizione prima del suo arrivo, decido di fare un tuffo nella sua jacuzzi. Torno in cucina a posare la tazza, decido di dare un'occhiata a cosa c'è in frigo, in cucina me la cavo ma, sapere che devo cucinare per lui mi imbarazza. Sono intenta ad osservare l'interno del frigo quando mi suona il telefono è Jack.
"Ciao Jessie, mi ha chiamato Mia"
sento che è un po' preoccupato ascolto il racconto della telefonata, e ora sono preoccupata anche io.
"Ho paura."
Se sua madre sapesse, sarebbe la fine del nostro piano. Gli propongo di tornare a casa, anche se a malincuore.
"No, non se me parla" mi dice subito lui e poi mi tranquillizza dicendo che sua sorella non parlerebbe mai, questo è vero lo penso anche io
"Ma Anna?"
lo sento sorridere e anche questa volta mi rassicura dicendo che Anna non sopporta sua madre e che quindi non le parlerebbe mai. Immagino Anna nella stessa stanza con la signora Miller e sorrido effettivamente non mi sembrano tipe da andare d'accordo.
Chiudo la chiamata con la promessa che ci rivedremo a pranzo. Torno ad osservare l'interno del frigo e noto subito dei meravigliosi porcini, e del salmone fresco.
"Perfetto."
Schiocco la lingua, ho deciso, preparerò un risotto ai porcini e il salmone arrosto con contorno di patate lesse al prezzemolo. Felice per la mia scelta corro a rilassarmi.
Riempio la vasca e mi spoglio per entrare, mi accomodo e accendo l'idromassaggio e wow mi sento in paradiso, forse devo prenderne una anche io.
Dopo una mezz'ora di relax in cui ho fantasticato su di noi, sento il suono di un messaggio. Prendo il telefono, che avevo lasciato sul bordo della vasca, è un messaggio da parte di Eric: com'è andata? Gli mando tante faccine contente. Okay chiaro. Appena possibile ti chiamo per dettagli sconci. Gli mando un bacio e torno al mio bagno.
Mi crogiolo ancora un po' nell'acqua calda rilassandomi completamente dopo gli ultimi giorni di follia mi ci voleva proprio un po' di tempo per me.
Quando le mie mani sono ormai tutte raggrinzite capisco che è l'ora di uscire, mi asciugo sfregando forte per far tornare il sangue a circolare e poi mi avvio in stanza.
Trovo la tuta di Jack, sul letto, la indosso senza intimo sotto vorrei dargli una lavata ho notato che ha l'asciugatrice saranno subito pronti.
Tiro su i capelli in uno chignon disordinato prendo i vestiti e li porto in lavanderia, attivo il lavaggio e corro in cucina, devo sbrigarmi per preparare tutto quello che avevo in mente. Tiro fuori gli ingredienti dal frigo e decido di chiamare mia madre mentre preparo.
"Pronto."
"Ciao, mamma."
"Jessie tutto bene? Ho parlato con Mia stamattina e..."
La interrompo non sono molto brava a mentire e quindi vorrei chiudere prima delle sue domande.
"Tranquilla tutto bene, stiamo preparando da mangiare ora quindi non posso stare molto al telefono, ti chiamavo per sentirti."
"Va bene, quando torni?"
Ci penso un attimo e decido di seguire il cuore.
"Non lo so mamma, forse domani mattina, Mia vuole che rimanga un altro po'."
Sento mia madre sospirare.
"Va bene, divertiti tesoro" mi sembra tranquilla.
"Grazie mamma, saluta papà. "
Chiudo e penso che sia andata bene. Accendo lo stereo, metto un cd di Jack, canticchiando affetto la cipolla e la metto a imbiondire con l'olio, verso il riso e bagno il tutto con il brodo vegetale, contenta guardo l'ora e sono in perfetto orario.
Mentre il riso cuoce, scaldo il forno e preparo le patate.
Sento un trillo, che arriva dal salotto, penso sia il telefono, ovviamente non posso rispondere quindi rimango in cucina ma anche da qua si sente perfettamente la segreteria che dice di lasciate un messaggio, mescolo il riso e la voce di Mary si spande per la casa.
"Ieri sera è stato bellissimo tu sei bellissimo ti va di ripetere stasera?"
Sento la nausea avvolgermi, cerco di calmarmi respirando, mancano sei giorni mi ripeto, e torno a dedicarmi alla cucina.
Ecco una nuova chiamata, trattengo il fiato,
"Jack."
Questa volta é sua madre e non so se sia peggio o meglio.
"Ho parlato con Mary si è molto divertita ieri, sono felice che tu ti sia reso conto di quanto sia perfetta per te. So che siete diventati più intimi, uscite anche stasera?"
Dice soddisfatta, mentre il mio cervello si è fermato alla parola intimi, che voleva dire? Sono certa che lui non abbia fatto nulla di male.
Non riusciranno queste chiamate a rovinarmi la giornata.
Apparecchio la tavola, apro il vino e torno a mescolare il riso. Sento un pizzicore alla nuca, mi giro felice è lui, me lo dice il mio corpo che già freme.
"Bentornato a casa" gli dico sorridendo e la sua espressione mi ripaga per aver tenuto duro, in due falcate è accanto a me e mi avvolge in un caldo abbraccio, dandomi uno di quei baci che non dimenticherò mai.
Quando ci separiamo, boccheggio, lo guardo e i suoi occhi mi accarezzano.
"Grazie del bentornato" Mi dice affannato.
"Grazie del saluto" gli rispondo riprendendo fiato.
"Dai lava le mani e a tavola"
Lo spintono via e lui si lascia allontanare sorridendo. Ci accomodiamo uno davanti all'altro, prende il mio bicchiere e mi versa un po' di vino, fa lo stesso con il suo.
"Brindiamo a noi" dice mentre i nostri bicchieri tintinnano.
"Allora com'è andata oggi?"
Mentre iniziamo a mangiare lui mi parla della giornata.
"Benissimo, ho chiusi l'affare."
"Di cosa si trattava?"
Mi racconta la sua riunione e poi mi chiede del mio lavoro, il pranzo passa velocemente, sembriamo una normale coppia che si ritrova a pranzo.
"Il caffè tocca a me" mi dice alzandosi, io comincio a sparecchiare per poi mettere tutto nella lavastoviglie.
"E questo è l'ultimo!"
Accendo l'elettrodomestico, mi giro verso di lui, è appoggiato al tavolo e mi guarda con un dolce sorriso.
"Già era l'ultimo e ora che si fa?"
I suoi occhi cambiano divenendo più scuri, si stacca dal tavolo e si avvicina lentamente verso di me, sembra un predatore, e io sono ipnotizzata dalla sua eleganza.
Mi sento spingere contro il ripiano, i nostri fianchi si toccano, le sue mani salgono sul mio viso.
"Era tutto buonissimo, ma ora voglio il dolce."
La sua voce è roca. Mi afferra per baciarmi con ardore, la sua lingua invade la mia bocca e io afferro i suoi capelli per non cadere. Lui geme, mi alza sul ripiano e si posiziona fra le mie gambe, mentre continuiamo ad assaggiarci, gli stringo le gambe intorno ai fianchi e lo spingo verso di me. Al contatto dei nostri sessi gemiamo entrambi, con una mano mi afferra i capelli sulla nuca e mi fa inclinare la testa indietro lo guardo eccitata.
"Cazzo, Jessie. Mi sei mancata."
Si spinge ancora su di me, mi aggrappo alle sue spalle cercando di avvicinarlo. Avvicina le sue dita alle mie labbra e io le lecco con la mia lingua, lo sento emettere un grugnito, insinua una mano sotto la felpa e afferra il mio seno e io istintivamente mi spingo verso di lui.
"Non hai il reggiseno."
Dice felice della scoperta, abbasso la testa per mordergli il collo, mentre i nostri corpi continuano a scontrarsi.
"Vorrei strapparti i vestiti di dosso è entrare in te con forza. Sei mia piccola Logan, solo mia."
Precisa prepotente stringendomi il seno, ci baciamo ancora e la sua mano scende dentro il mio pantalone, non appena capisce con non ho nessun intimo si scosta da me, guardandomi con occhi sgranati.
"Ma non indossi nulla sotto?"
Faccio cenno di no con la testa, non riesco a parlare. I suoi occhi mi scrutano famelici mi sento afferrare per le natiche per poi uscire dalla cucina diretti in camera da letto.
Occhi negli occhi siamo persi nelle nostre emozioni ma il suono del telefono interrompe il nostro momento.
Ancora una volta la voce di sua madre echeggia per la casa.
Jack si blocca in mezzo al salotto, appoggia la sua fronte alla mia, mentre ascoltiamo il messaggio, i nostri respiri sono ancora accelerati.
"Tesoro ma dove sei? Perché non mi rispondi? La povera Mary è preoccupata di non sentirti."
Immediatamente il suo corpo si irrigidisce e allora gli accarezzo la schiena.
"Devo ricordarti qualcosa?"
Continua sua madre con un tono di minaccia. Questa donna è orribile.
"Per stavolta non lo farò, ma chiamala e uscite. Non deludere tua madre."
La chiamata finisce.
Scendo dal suo corpo e lui subito si stacca da me imprecando. Resto li ferma mentre lui si prende i capelli tra le mani disperato.
"Sono arrivate altre due chiamate mentre non c'eri" gli spiego dispiaciuta. In silenzio si avvicina al telefono e spinge il bottone della segreteria le voci prima di Mary e poi di sua madre riempiono l'aria.
"Più intimi?"
Lo sento chiedersi perplesso.
"Queste due sono pazze."
Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro.
"Non le ho creduto!" Gli dico in un fiato, lui mi fa girare e mi abbraccia.
"Mancano sei giorni" continuo appoggiando la guancia sul suo petto, vorrei confortarlo.
"Sei giorni?" Vedo dalla sua espressione che non ha capito.
"Conto i giorni al matrimonio per darmi coraggio", gli confesso.
"Sei giorni..." ripete e un sorriso gli spunta tra le labbra. "Sei giorni e sarai mia!" Mi sussurra sulle labbra, alzo la testa e lui si abbassa appoggiando le sue labbra sulle mie.
Ben presto la situazione si fa nuovamente scottante lo allontano un po', "sarà meglio bere il caffè" gli dico, e lui scoppia a ridere, é una risata talmente roca che gli strapperei io i vestiti di dosso.
"Il caffè è l'ultimo dei miei pensieri."
Tenta di riprendermi fra le sue braccia. Corro in cucina con lui che mi rincorre, afferro una tazza e subito verso il caffè.
"Davvero?"
Mi osserva deluso, è così buffo, ma non demordo e faccio cenno di sì con la testa.
"Ma perché?"
Sembra un bambino a cui hanno tolto un gioco. Mi avvicino e gli accarezzo una guancia.
"Lo sai perché."
I suoi occhi si incupiscono, con fastidio prende il telefonino dalla tasca e preme il tasto di chiamata.
Praticamente scappo dalla stanza e dopo aver preso i vestiti in lavanderia vado in camera a cambiarmi.
Poco dopo la porta si apre.
"Andremo a cena da mia madre."
"Perfetto" gli rispondo cercando di sorridere.
Afferro la mia borsa.
"Ora io vado si è fatto tardi."
Sono a disagio, mi avvicino di qualche passo, ma poi mi fermo guardando il pavimento, se alzassi gli occhi scoppierei a piangere.
Ancora una volta una bella giornata è stata rovinata da sua madre.
Mi sento avvolgere dalle sue braccia, mi stringe a lui mentre io afferro la sua camicia con le mani tremati.
"Giuro che mi farò perdonare tutto il male che ti sto facendo."
Alzo lo sguardo.
"E farò di tutto, per mostrarti quanto sei importante per me."
È una promessa la sua, gli avvolgo anche io le braccia attorno al corpo, appoggiandomi al suo petto, mi lascio cullare dal suo cuore che non mi ha mai mentito.
Dopo non so quanto tempo riesco ad avere la forza di allontanarmi.
"Ci vediamo"
Lo saluto e vado via.
"Jessie."
Lo sento chiamarmi ma non ho voglia di restare oltre.
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