Capitolo 24

Jessie

"Perché Mia perché mi hai portata qui? Sapevi sarebbero venuti?"

Le chiedo anche se già so la risposta.

"Sì, lo sapevo" mi confessa "io voglio che te lo levi dalla testa."
Mi dice accorata.
"Non voglio più vederti soffrire ho pensato che, il vederlo insieme ad un'altra ti avrebbe aiutato."

Una lacrima mi scivola sul viso.

"Fa male Mia, fa tremendamente male."

Le mormoro guardando il tavolo.

"Lo so cara, ma non volevo ti illudessi ancora", mi prende nuovamente una mano.

"Anche se non abbiamo mai parlato di quello che è accaduto, so come ti sei sentita in questi anni" mi dice triste.

"Ho sperato che qualcosa potesse cambiare e sono certa che qualcosa è accaduto e lo so perché ti conosco, perché ti voglio bene e so che sei innamorata di lui, che lo sei sempre stata."

Si ferma un attimo per vedere la mia reazione, ma non me la sento di smentire e allora continua.

"Siccome sei una buona amica hai superato tutto, e mi sei sempre stata vicino e siccome anche io ti voglio bene non volevo tu fossi all'oscuro di questa uscita, sono così furiosa con lui e spero davvero che questo ti serva come antidoto a mio fratello."

Cerco di trattenere le lacrime, capisco il perché la mia amica abbia fatto tutto questo.

Sento la testa scoppiare, non so cosa pensare, forse ha ragione Mia e come per magia non sento più niente, nessuna emozione, niente, sono come spenta e in quell'attimo dove tocco forse il fondo, lui mi vede. Leggo la sorpresa nei suoi occhi e poi la paura.

"Scusa Mia, devo andare un attimo in bagno."

Mi alzo ho bisogno di una pausa.

"Mi dispiace" mi dice Mia, con gli occhi lucidi.

"Tranquilla, penso tu abbia fatto bene."
cerco di rassicurarla, infondo lei non ha colpa.

Fortunatamente il bagno è libero, mi guardo allo specchio e non mi riconosco.
Mi sciacquo il viso incurante del trucco, va un po' meglio, mi faccio coraggio e mi avvio fuori.

Apro la porta e ad aspettarmi c'è il mio incubo in persona.

"Jessie, devo parlarti."

"Mi spiace, non abbiamo nulla da dirci"
gli dico fredda.

"Invece sì, Jessie non è come pensi."

Mi supplica con gli occhi di dargli retta.

"Non posso parlartene ma non è come sembra fidati di me" dice avanzando verso di me, arretro per sfuggirgli fino a quando sento la parete fredda dietro di me che mi blocca.
Lui si ferma a pochi centimetri da me, anche se non mi tocca sento il suo calore incendiare il mio corpo traditore.

"Non posso fidarmi di te" gli dico dura sfidandolo con gli occhi, non voglio capisca cosa in realtà provo.

Lui mi osserva. "Ti prego" mormora prendendo il mio viso fra le mani, il suo alito mi accarezza le labbra

"Ti prego" ripete.

Sto quasi per cedere, l'averlo così vicino non mi fa riflettere, ma il dolore al petto mi riporta alla realtà.

"Io non ce la faccio Jack" trattengo le lacrime, perdendomi nei suoi occhi ghiaccio.
Cerco di allontanarmi da lui ma lui mi trattiene, per poi posare le sue labbra sulle mie.

È un bacio disperato.

Mi divincolo non voglio cedere, ma lui sposta una mano sulla mia vita e con la lingua mi accarezza le labbra.

Cerco di resistere, lo giuro, provo ancora una volta a sfuggirgli ma poi cedo.

Lascio che il bacio si approfondisca, che la sua lingua giochi con la mia, mentre la sua mano mi accarezza la schiena, inondandomi di brividi.

Sento la sua disperazione confondersi con il mio dolore e poi tutto cambia divenendo solo lussuria.

Gli afferro i capelli mentre lui insinua le sue mani sotto la mia maglia, mi accarezza la pancia e poi sempre più su fino ai miei seni. Li libera del reggiseno e li stringe fra i palmi, le gambe mi cedono e mi aggrappo a lui.

Siamo nella nostra bolla.

Un rumore improvviso ci ridesta, lo spingo via e poi alzo la mano destra e lo colpisco in pieno viso

"Non toccarmi mai più!" Sibilo ansimando. Torno al tavolo furiosa mentre cerco di ricompormi.

Fortunatamente Mia è al telefono, non riuscirei a rispondere alle sue domande al momento, sono tutta sottosopra o almeno è così che mi sento.

Prendo la birra la bevo tutta di un fiato e chiamo la cameriera per averne un'altra.

"Okay vuole la guerra e guerra sia." Dico bevendo la seconda birra.

"Tutto bene?" mi chiede Mia un po' preoccupata, non appena chiude la chiamata. Penso a via notato il mio viso arrossato.

"Perfettamente" le rispondo spavalda.

"Che ne dici di divertirci un po'?" Le propongo dopo aver chiesto un'altra birra alla cameriera.

Vedo Mia illuminarsi in viso.

"Ci sto."

Ordina anche lei un'altra birra.

Vedo il locale strapieno, non avevo fatto caso che fosse entrata tutta quella gente. La band sale sul palco iniziando a intonare alcune canzoni rock molto piacevoli.

Beviamo l'ennesima ordinazione, mi sento rilassata e vedo che anche Mia è più tranquilla, non ho più guardato nella direzione di Jack e non ho intenzione di farlo.

Prendo Mia per la mano e ci immergiamo nella folla iniziando a ballare.

Mi sento osservata è così è infatti, lo vedo con la coda dell'occhio guardarmi arrabbiato. Bene...gli sta bene.

Decido di giocare un po', mi giro verso di lui e mentre ballo sensualmente lo fisso negli occhi.

Dei ragazzi si sono avvicinano a noi ma non mi interessano, è lui il mio obiettivo. Sento delle mani sul mio corpo.

"Sei una furia ragazza, ti va di provare un vero uomo."

Sento urlarmi nell'orecchio è come un dejavù, cerco di allontanarlo.

"No, grazie."

Sento le mani stringermi più forte, cerco Mia ma non può aiutarmi saltella ad occhi chiusi, cerco ancora di togliere quelle mani dai miei fianchi.

Mi sento strattonata in avanti da qualcuno.

"Ti ha detto no, mollala, è impegnata."
Sento dire in tono duro, io e il ragazzo ci voltiamo insieme, entrambi, scioccati.

"Scusa amico, non avevo idea."

Gli risponde il tipo lasciandomi subito e alzando le mani in segno di scuse.

"Beh, ora ce l'hai."

Sono li a fissarlo inebetita. Jack mi prende la mano e mi trascina fuori dalla pista fino al mio tavolo.

"Sta ferma qui, per favore" mi dice infastidito "vado a cercare quell'altra stupida di mia sorella."

Resta fermo a fissarmi in attesa di un segno che dimostri che ho capito, abbasso la testa in segno affermativo, e questo mi fa girare tutto, non mi sento molto bene sono ubriaca.

Lo vedo scomparire tra la folla e tornare dopo un po' con una Mia imbronciata.

"Prendete le vostre cose."

Ci ordina è talmente serio, che entrambe ubbidiamo, senza protestare.

Ben presto ci troviamo fuori all'aria fresca, il che mi aiuta a riprendermi un po', guardo Mia e sembra più colorita anche lei.

Seguiamo entrambe Jack, in silenzio, inciampando ogni tanto, arrivate alla sua auto, ci fa segno di salire.
Mia cerca di protestare.

"Ma Jack ho la mia macchina."

La guarda come se volesse incenerirla

"Ma davvero? La signorina ha l'auto e vorresti guidare così?"

Le chiede facendola sentire piccola piccola.

"No"

Sento sussurrare a Mia e la vedo salire in auto.

"Tu hai qualcosa da dire?"

Mi chiede Jack, abbasso lo sguardo e salgo anche io sedendomi vicino a Mia. Lui chiude lo sportello e sale al suo posto, prende il telefono e lo vedo chiamare.

"Scusa Mary potresti raggiungermi fuori?"

No, penso, devo sorbirmi pure lei oltre il mal di testa e Mr. simpatia.

Jack accende l'auto e passa davanti l'ingresso del locale dove una Mary seccata sale in auto.

Jack la guarda con dolcezza, e una fitta di gelosia mi trafigge.

"Scusa Mary purtroppo la nostra serata è finita, ti riporto a casa."

Al suo tono lei si rilassa facendogli le fusa, una parola poco gentile mi passa per la testa.

"Con voi due facciamo i conti dopo"
ci dice fissandomi dallo specchietto. Mia si appoggia alla mia spalla, sembriamo due sedicenni beccate in discoteca dai genitori.

Mi stringo il labbro per non dire niente, e vedo i suoi occhi diventare neri nello specchietto, gli faccio una linguaccia e il suo sguardo diventa di nuovo serio.

Poco dopo sento che Mia si è addormentata, e allora mi volto a guardare il panorama dal finestrino.

Le luci della notte scorrono davanti a me, il peso nel cuore è ancora lì, ho fatto una cazzata e ancora una volta lui mi ha salvata e questo non va bene, penso disperata.
Guardo nello specchietto e vedo lo sguardo di Jack freddo come il ghiaccio, lo sostengo, non ho paura di lui, questo lo fa arrabbiare ancora di più, lo sento sospirare infastidito.

Finalmente, poco dopo, Jack ferma l'auto, mi guardo intorno, non so dove siamo. Poi capisco quando sento Mary protestare.

"Potevi lasciare prima loro..." gli dice melliflua "avremmo potuto migliorare la serata." Continua mentre gli accarezza una coscia.

"Mi spiace." Gli dice, ancora una volta, Jack. "Ma devo assicurarmi che mia sorella stia bene."

Certo sua sorella, ecco la verità io non conto nulla per lui.

"Peccato" dice Mary con una voce che dovrebbe essere sensuale, ma a me fa venire il voltastomaco.

"Recupereremo domani" si avvicina al suo viso e gli bacia l'angolo della bocca.

Il fumo mi esce dalle orecchie mentre l'idiota gli risponde con sguardo sexy.

"Buonanotte"

Lei scende avviandosi, dondolando, al portone marrone

"Che piccioncini" dico non appena lei scende. "Se vuoi puoi seguirla per concludere. Resto io con Mia" dico piccata.

Lui si volta verso di me e sempre gelido mi risponde.

"Sta zitta Jessie, ti conviene dopo quello che hai combinato stasera, o vuoi che ti riporti da quel tipo."

Il ricordo di quelle mani che mi stringevano mi provoca uno spiacevole brivido. Mi volto ancora una volta verso il finestrino.

"Hli avrei tenuto testa" lo vedo girarsi con occhi di fuoco "non hai idea di quello che avete rischiato, li ho sentiti parlare di voi prima che vi avvicinassero."

Il suo sguardo diventa preoccupato.

"Vi volevano portare sul retro, solo dio sa cosa sarebbe accaduto se non ci fossi stato io."

È di nuovo furioso. Rimango in silenzio, sconfitta, ma perché l'uomo è così orribile, perché una donna non può lasciarsi andare in pace senza temere di essere violentata.

Lo sento continuare, parla così piano che la sua voce mi arriva appena.

"Alla sola idea che quelli potessero toccarti" mi guarda e io mi perdo in quell'azzurro "li avrei uccisi Jessie, senza pensarci più di tanto."

Lo guardo negli occhi e vedo che è sconvolto e questo mi fa sentire in colpa.

"Grazie." Bisbiglio.

I suoi occhi mi penetrano dentro e non riesco a sostenere il suo sguardo, lo distolgo guardando le mie mani.

Lui si rigira e comincia a guidare, poggio la testa sul finestrino.

Sento qualcuno sollevarmi, ma non ho la forza di aprire gli occhi, il profumo che sento è talmente buono e istintivamente mi appoggio a lui per sentirlo meglio.

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