Capitolo 13
Jack
Sono arrivato al ristorante con dieci minuti di anticipo, sono letteralmente scappato da casa, non riuscivo più a resistere.
Quando Mia mi ha invitato alla cena di questa sera, avevo accettato con poco entusiasmo, non mi aspettavo certo una serata divertente, ma poi ha precisato che ci sarebbero stati i testimoni e tutto è cambiato.
Ed eccomi qui davanti all'ingresso a guardarmi intorno, in attesa di lei, una parte di me vorrebbe scappare come ha fatto in questi anni, mentre l'altra beh l'altra si sta pregustando il momento in cui i miei occhi si potranno posare nuovamente su di lei.
Continuo a chiedermi cosa proverò, indifferenza o sentirò mancarmi il terreno da sotto i piedi.
Certo non provare nulla mi aiuterebbe, renderebbe tutto più semplice, già, penso.
Sento mia sorella chiamarmi e mi giro verso di lei, la saluto lamentandomi con lei per il ritardo, saluto anche Tom il quale mi spiega che ovviamente è colpa di Mia, ridiamo entrambi mentre osserviamo Mia furiosa poi le sento dire
"Jack ti ricordi di Jessie?"
Domanda stupida ovviamente, non le do molto peso e sposto subito gli occhi alla ricerca di quei smeraldi verdi che vedo ogni notte.
Strano non l'abbia già notata, ma poi capisco il perché era dietro Tom, secondo me si era nascosta, bene allora anche lei era in ansia per la serata.
"Certo. Ciao Jessie, quanto tempo?"
Sono soddisfatto sembro sicuro di me, quando invece mi sento mancare il terreno da sotto i piedi. Sono in attesa di risentire la sua voce.
"Già, ciao Jack."
La voce sembra indifferente, ma i suoi occhi non mi mentono e in questo momento mi dicono che è nervosa.
La sua voce è come me la ricordavo, è sempre stata per me una melodia dolce, mi arriva dritta al cuore.
Rimaniamo a fissarci per un attimo che mi sembra un'eternità, vedo il suo corpo protrarsi verso di me e il mio rispondere, lo sento risvegliarsi come se fosse stato in letargo fino ad oggi.
Il tempo è sospeso vorrei stringerla a me ma ovviamente non posso, cerco di riprendere il controllo del mio corpo e anche lei.
La vedo avvicinarsi a Mia incitandola ad entrare per il freddo. Li seguo dentro e faccio di tutto per esserle dietro non voglio perdermi lo spettacolo, quella gonna le fascia perfettamente il fondoschiena ed è uno schianto. Devo dire che è ancora più bella, le sue curve si sono ammorbidite e io segue ipnotizzato il movimento dei suoi fianchi.
Il mio cervello mi manda già immagini di noi due insieme, cerco di evitarlo ma non ci riesco mi sento un ragazzino in piena crisi ormonale.
La vedo correre tra i tavoli penso la innervosisca avermi dietro e sorrido compiaciuto, all'improvviso si ferma e ci sfioriamo una scossa elettrica parte dal punto in cui ci siamo toccati e arriva dritta dritta al mio inguine, mi rendo conto che non è cambiato niente il mio corpo la desidera come sempre.
Sento il suo profumo, mi sta letteralmente facendo impazzire, vedo che si è bloccata proprio al tavolo non resisto e mi abbasso all'altezza del suo splendido orecchio.
"Ecco il nostro tavolo, dovrei passare..."
le sussurro, il suo lobo mi fa venire l'acquolina in bocca, lo prenderei tra le labbra per farla gridare, so quanto le piace.
La vedo saltare in aria e spostarsi, mi lascio sfuggire un sorriso e le passo oltre.
Mormora un timido scusa, ma ormai sto raggiungendo gli altri invitati per salutarli, ma soprattutto per allontanarmi da lei, spero di esserle seduto lontano.
Mi sento attratto come le api dal miele, ho bisogno di spazio per riprendermi.
Con mio disappunto Mia ha deciso che il mio posto era difronte a lei.
Capisco che sarà una lunga serata quando vedo il suo reggiseno di pizzo nero in bella vista.
Per un attimo vorrei aggiustarle io stesso la camicia per celare quello splendore dagli occhi indiscreti, ma non potendo mi gusto quella meraviglia.
Anche il suo seno è più grande ricordo come si adattava perfettamente alla mia mano, chissà ora come sarebbe tenerlo fra le dita.
Accidenti!
I miei ormoni sono impazziti, il mio amico lì sotto viene stretto dai pantaloni.
Mi trattengo dallo scavalcare il tavolo e farla mia davanti a tutti. Cerco di riprendermi ma inutilmente non riesco a distogliere lo sguardo.
Come a rallentatore vedo le sue lunghe dita riabbottonare il responsabile di quell'incidente, sento di dover alzare gli occhi e vedo la sua espressione di rimprovero, io invece gli mostro il mio desiderio.
Non voglio celarlo, voglio che sappia.
Che veda la lussuria che sento dentro, ben presto anche i suoi occhi cambiano non c'è più rabbia infondo a loro ma voglia di me, questo mi è sempre piaciuto di lei mi stupisce sempre, ed io a quella vista non capisco più nulla.
Vedo solo lei sento solo il suo profumo esiste solo lei come sempre per me.
Siamo così persi uno nello sguardo dell'altro, non so quanto tempo passa ma vorrei non finisse mai, ma purtroppo sento la voce fastidiosa di mia madre, le voglio bene ma ultimamente le sue pressioni sono divenute insopportabili.
"Ciao caro."
Mi saluta e io mi volto verso di lei, interrompendo il contatto visivo con Jessie.
Mia madre si abbassa per baciarmi e mi mormora "vedo che la sgualdrina è già a caccia della sua preda."
Mi irrigidisco non le rispondo, non potrei, non davanti a tutti. Mi volto alla mia destra e comincio a parlare con il padre di Tom, abbiamo qualche affare in comune e ci conosciamo bene.
Vedo Jessie salutare i miei, educatamente e rivolgermi un punto di domanda con lo sguardo, come sempre ha visto il mio cambiamento all'osservazione di mia madre, ma non posso rispondere alla sua tacita domanda.
Finalmente la serata comincia, cerco in tutti i modi di non guardare dalla sua parte e sembra funzionare, comincio a credere che tutto andrà bene quando sento mia madre rivolgersi a Jessie con sdegno. Subito i miei occhi corrono a lei, per vedere la sua reazione, ma prima che possa fare qualunque cosa la sento rispondere elegantemente.
Mi sento fiero, si volta verso di me, le sorrido e lei ricambia sinceramente e per un attimo ritorniamo i ragazzi di un tempo, è irresistibile.
Sento Mia porre una domanda a nostra madre per distrarla e tutto finisce.
Poi però l'espressione di Jessie cambia sfugge al mio sguardo per rivolgersi a Jason, l'altro testimone di Tom il quale è lusingato dall'attenzione della mia piccola Logan.
Io mi sento geloso di lui, delle attenzioni che lei gli rivolge, e della possibilità che ha lui di essere libero di risponderle.
Noto il modo in cui gli sorride e vorrei lo facesse con me, vorrei poter parlare io con lei come hai vecchi tempi, allora non avresti dovuto fare il coglione dieci anni fa distolgo lo sguardo purtroppo è la verità.
La serata è giunta al termine senza altri intoppi, usciamo dal locale e comincio a salutare tutti per andare via velocemente a casa, prima di fare qualche stupidata devo allontanarmi da lei.
Sto per andare quando sento Tom parlare al telefono, deve correre in ospedale. Non può accompagnarle a casa e Jessie dice a Mia che avrebbe preso un taxi.
Non so come.
Non volevo farlo lo giuro.
Ma sento la mia voce dire:
"l'accompagno io."
Jessie mi guarda scioccata, ma si riprende in fretta per rispondermi.
"Non ce n'è bisogno."
Ma io insisto, sono elettrizzato alla possibilità di restare solo con lei per un po', e lei non può che cedere, per non far sentire in colpa mia sorella.
Salutiamo tutti e ci avviamo all'auto, in quei pochi metri mi prendo a schiaffi da solo.
E ora come resisterò quando saremo soli?
Ho appena resistito dal toccarla con un tavolo in mezzo e cento persone attorno, sono proprio un'idiota.
Apro l'auto e saliamo contemporaneamente, accendo subito il riscaldamento perché ho notato che tremava leggermente e glielo dico.
Lei mi ringrazia, e si volta a guardare fuori dal finestrino.
Mi sento sempre più agitato averla qui, dopo dieci anni, poter essere solo con lei sentire il suo profumo senza doverlo immaginare.
Non posso smettere di guardarla è bellissima non ho mai incontrato una come lei.
All'improvviso capisco che sono fottuto.
Come potrò lasciarla andare anche questa seconda volta, quando ciò che provavo un tempo è niente rispetto alle emozioni che provo ora.
Dieci anni fa ero un ragazzino con istinti da ragazzino ora sono un uomo con le voglie di un uomo e io voglio lei.
L'idea di lasciarla andare mi fa male al cuore, devo prendere una decisione, devo fare qualcosa per non sprecare questa occasione, mi rendo così conto che William e Mia avevano ragione, sono un fottuto fortunato perché ho la possibilità di riprendermela se non faccio cazzate.
Poi penso a mia madre e non capisco perché la mia felicità sia così difficile da raggiungere.
Sospiro mentre stringo il volante e all'improvviso la sento parlare.
"Senti Jack io ho pensato molto al nostro incontro e devo ammettere che non è affatto semplice stare qui ora con te."
Sono d'accordo non lo è.
"Ma ho promesso a me stessa che avrei messo di lato i miei sentimenti per Mia. Mi sono ripromessa di fare tutto quello che Mia mi chiederà perché non voglio assolutamente rovinarle questo momento così importante" si ferma un attimo e io aspetto senza parlare non voglio interromperla e la prima volta stasera che mi parla "per questo ti chiedo di collaborare."
Si gira a guardarmi "ti chiedo di mettere da parte qualunque cosa fra noi."
La guardo a bocca aperta e non mi trattengo dal dirle:
"pensi davvero di poter stare con me, senza pensare ai nostri sentimenti?"
Mi guarda fisso.
"Sì. "
"Beh io no, ti giuro che farò di tutto per non creare problemi, ma non riuscirò a stare con te nella stessa stanza, facendo finta che non esisti."
La guardo un attimo distogliendo gli occhi dalla strada.
"Non ti stresserò, se non vuoi parlare non parleremo, ma cercherò in tutti i modi di spiegarmi con te, voglio chiarire, Jessie."
"Ascolta Jack, io sarò sincera, non è stato facile per me... non è stata facile per me la tua scelta, vorrei ancora sapere il perché hai fatto quello che hai fatto, ma se non hai avuto il coraggio di parlarmi allora, forse ora non è più importante. Io vorrei evitare qualunque rapporto tra noi che non sia strettamente legato a Mia."
Fermo l'auto davanti casa dei suoi, respiro cercando di controllare i mille pensieri che mi affollano la testa vorrei dirle di tutto ma forse ha ragione, se lei non mi vuole sarà meglio mantenere la distanza.
"Hai ragione faremo così" le dico "almeno sarà tutto più semplice" aggiungo.
"Grazie."
La sua voce è un sussurro e finalmente la guardo e come sempre tutto si blocca, siamo così vicini le mie mani prudono per il desiderio che hanno di toccarla, ma non posso farlo e quindi continuo a scrutare quegli occhi.
L'aria è sempre più elettrica, sento il suo respiro spezzarsi, si morde un labbro e io sto impazzendo, la voglio cazzo, la voglio sempre, la divoro con gli occhi e lei fa lo stesso.
Non ho mai capito come riuscissimo ad essere così in sintonia senza parlare e senza toccarci.
I suoi occhi mi fanno domande a cui non posso e non so rispondere, ci sporgiamo ancora un po' l'uno verso l'altra le vorrei prendere il viso tra le mani e baciarla fino a domani.
La osservo un'ultima volta e distolgo lo sguardo, ma poi mi volto e le chiedo:
"perché?"
"Perché, cosa?"
"Perché mi hai chiamato l'altra notte?"
Il suo viso si colora di rosso, è imbarazzata, e si volta verso il finestrino, noto subito che si è irrigidita.
"Mi hai fatto impazzire non rispondendo" le dico e lei sospira e si volta verso di me.
"Mi aveva chiamata Mia quella mattina per dirmi del matrimonio e..." si ferma sempre più imbarazzata "ho riflettuto sul fatto che ti avrei rivisto e stavo per fare una cazzata."
"Che stavi per fare?"
"Basta così, non so neanche perché ti ho detto questo, lasciamo stare."
"Ti prego, perché?"
Le prendo una mano tra le mie ed ecco la solita scossa scuotere il mio corpo, la sente anche lei perché le vedo sgranare gli occhi e poi fissare le nostre dita unite, si schiarisce la gola
"Perché stavo sprofondando e senza volerlo ho fatto il tuo numero per avere un appiglio."
La fisso senza parole, ma poi decido di confessarle che la capisco perfettamente.
"Avrei voluto chiamarti tante volte anche io."
Ci guardiamo mani nelle mani e io prendo la mia decisione, non so come ma lei sarà mia.
Tolgo la mia mano dalla sua, le accarezzo una guancia e mormoro:
"buonanotte."
Penso sia meglio andare prima di fare qualche cazzata che rovini questo momento, ho ottenuto la sua sincerità per oggi basta così.
"Buonanotte" mi risponde lei e scenda dalla mia auto.
Aspetto che entri dentro e riparto verso casa per mettermi nel letto, sognare lei e capire come fare per riaverla.
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