Capitolo 11

Jessie

Mentre preparo il thè mi chiedo di cosa mia madre mi voglia parlare, e da un po' di tempo che la sento preoccupata al telefono ed insiste spesso affinché io venga a trovarli, spero non sia niente di grave.

Prendo il vassoio, le tazze e verso il thè ormai pronto, afferro anche il contenitore dei biscotti sul ripiano, magari avrò bisogno di qualche dolcetto.

"Ecco a te" le dico posando il vassoio e porgendole una delle tazze di thè.

"Grazie cara" mi risponde mia madre, prendo anche la mia tazza e mi siedo accanto a lei sul divano, mia madre mi poggia una mano sulla gamba e mi guarda, noto che è preoccupata e comincio a preoccuparmi anche io.

"Che succede?" le chiedo.

"Quando mi hai detto che saresti venuta per il matrimonio di Mia ero molto contenta, anche perché finalmente ti fermi qualche giorno in più del solito ed è piacevole averti intorno."

Le sorrido.

"Sono molto fiera di te sei riuscita a diventare una donna forte e indipendente, e so che ti piace quello che fai ed inoltre sono anche felice tu abbia trovato a New York il tuo equilibrio, ma non posso che preoccuparmi del fatto che tu non abbia nessuno accanto."

La guardo più tranquilla.

"Davvero mamma è questo il motivo per cui sei stata così strana in questi ultimi tempi, me lo hai detto migliaia di volte di trovare un uomo cosa c'è di diverso ora."

"Beh, si è questo."

"Mamma mi hai fatto preoccupare, per un attimo ho temuto che mi nascondessi qualcosa su te e papà" l'abbraccio e aggiungo "stai tranquilla per me questo non è un problema lo troverò."

Spero, ma questo lo penso senza dirlo.

"Jessie come posso non preoccuparmi sei tornata e stai per incontrare l'uomo che ti ha fatto soffrire. So che qualcosa è successo con Jack qualche anno fa e so che da quel momento sei più cinica in merito all'amore ma ora mi preoccupo che il tuo problema sia più grave" mi accarezza una guancia "che tu abbia chiuso il tuo cuore, e non voglio vederti da sola per sempre."

La guardo in maniera incoraggiante, anche se in realtà ha ragione, da un po' di tempo penso anche io di essermi rotta, il mio cuore si è rotto non lasciando più entrare nessuno. Mi mordo il labbro e cerco di prendere tempo, non so cosa dirle in realtà, vorrei qualcuno che dicesse a me cosa mi succede.

"Cara devi lasciarlo andare, sei giovane e bella troverai sicuramente qualcuno che ti amerà come meriti" mi dice lei e io la guardo trattenendo le lacrime.

Lascialo andare.

Come si fa a lasciarlo andare?

Come si fa a lasciare andare un pezzo di se?

Come posso pensare di svegliarmi senza il desiderio di incontrarlo nuovamente?

Sposto lo sguardo fuori dalla finestra non riesco a guardare mia madre, soprattutto per la bugia che sto per dirle.

"Lo so mamma e ho deciso di usare questo tempo qui a casa per chiudere questo capitolo della mia vita."

Il neon bugia mi si accende in testa, mi vergogno un po', ma mi giustifico dicendomi che spero che il ripeterlo agli altri mi possa aiutare a convincere me stessa a farlo.

"Ecco anche di questo volevo parlarti, so che vi incontrerete, e vorrei consigliarti di stare attenta. Non lasciarti abbindolare da lui figlia mia. Lui è andato avanti ed è tempo che lo faccia anche tu."

Guardo mia madre dubbiosa.

"Come fai a dire che lui è andato avanti?"

"Basta guardare i giornali non mi sembra raccontino di un uomo solo chiuso al mondo."

"Ah i giornali."

Chi può dirlo che quello che mostrano siano i veri sentimenti e non solo una copertura, mi chiedo.

Io ho visto in quei giornali un uomo insieme a diverse donne, mai un uomo innamorato e devo ammettere a me stessa che i suoi occhi sono più gelidi rispetto al passato, a chi li conosce mostrano un uomo che ha sofferto e che ha deciso di non mostrare più nulla di se agli altri.

Questo è quello che ho sempre pensato alla loro vista, ma so che posso anche sbagliarmi è possibile che il ragazzo che conoscevo io non esista più. Questa possibilità mi rattrista, cosa ne sarà di me se scoprissi che lui è un altro uomo. Mi volto verso mia madre.

"Hai finito ora con le raccomandazioni? Posso respirare nuovamente?"

"Oh cara non mi fare sentire in colpa sei la mia unica figlia devo preoccuparmi per te e poi voglio dei nipotini."

Alzo gli occhi al cielo "ancora questa storia dei nipotini, mamma."

"Vhe c'è? È normale che io voglia diventare nonna."

"Ora basta  cambiamo argomento."

Mia madre beve il suo thè.

"Okay. Raccontami come vanno le cose a New York?"

Finalmente mi rilasso e le racconto di Eric e Sara.

"Davvero? Oh come sono contenta sono due così bravi ragazzi".

Continuiamo a parlare tranquillamente per tutto il pomeriggio e sono contenta di stare un po' a casa con lei a parlare come facevo da piccola.

In poco tempo è già buio, distrutta mi corico addormentandoi subito.

Sento la sveglia suonare e mi alzo subito dal letto. Mia mi aspetta e mi conviene non farla aspettare odia farlo e poi diventa intrattabile.

Metto i miei jeans preferiti, che mettono in risalto le mie curve e sopra indosso una blusa rossa, scarpe basse e sono pronta.

Corro in auto, mia madre mi presta la sua per questo periodo che sono qua, e puntuale busso a casa della mia amica.

Sorrido tranquilla al maggiordomo, sono abbastanza sicuramente che lui sia a lavoro a quest'ora, quindi non c'è alcuna possibilità di incontrarlo.

Raggiungo Mia in camera sua, e vedo che c'è già la parrucchiera per l'acconciatura. Mentre le vedo parlare mi guardo un po' attorno, e da dieci anni che non vengo in questa parte della casa, e ovviamente la mia mente corre a lui.

Lui che bussava per disturbarci, che mi faceva il solletico sul tappeto lui lui lui sempre e soltanto lui.

"Jessieee" sento Mia urlare.

"Oh scusa ero sovrappensiero, dimmi pure"

"Come ti sembra?"

La guardo attentamente, ha i lunghi capelli raccolti su di un lato, le si vede il collo sinuoso una vera meraviglia.

"Mi piace molto, sei semplice e sofisticata allo stesso tempo."

"Perfetto è proprio l'effetto che volevo."

Ci sorridiamo.

La mattinata passa così tra una coda di cavallo e ciocche ricce, mi diverto molto, sembriamo adolescenti che si preparano ad andare al ballo.

Dopo aver mangiato un panino a casa sua, ci dirigiamo al centro della città, Mia voleva farmi vedere il suo vestito a tutti i costi, dicendo che se non mi fosse piaciuto l'avrebbe addirittura cambiato.

Esagerata.

Visto che oggi aveva appuntamento per la prova vestito l'ho accompagnata.

Mi sono sentita un po' spaesata in mezzo a tutto quel tulle ma vederla uscire dal camerino è stato molto emozionante.

Ha scelto un vestito stile principessa e le sta benissimo, mi sono commossa piangendo come una bambina, la signora del negozio cercava in tutti i modi di consolarmi, ma non riuscivo a smettere.

"Stavi allagando il negozio quella donna era nel panico."

Stiamo ridendo come matte a pensare al pomeriggio.

Posteggio davanti casa sua "Jessie passiamo a prenderti con Tom alle otto, okay?"

"Per andare?" Non ricordo mi avesse parlato di qualcosa per stasera nel lungo elenco delle attività da fare che mi ha mandato via e-mail, Mia è una perfezionista.

"Stasera abbiamo organizzato una cena, vorrei passare io con Tom per non farti tornare poi da sola" che dolce.

"Okay, ci vediamo alle otto".

Lei scende salutandomi con la mano, la vedo entrare in casa e... P A N I C O.

"Ma chi ci sarà stasera?"

Non sono pronta!

Pensavo di avere qualche giorno in più per prepararmi, certo dieci anni non sono bastati, non ricominciare.

"E ora che mi metto?"  

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