Capitolo 90

- Ti hanno morso la lingua? - Continuò Clara guardando Serena con aria di sfida.
Serena non rispose, mi rivolse uno sguardo veloce e uscì dal bar a grandi passi.
- Amore, gli ormoni ti stanno dando noia - Gli dissi avvicinandomi a lei.
- Dici? Gli ho risposto male? -
- Un po' -
- Senti, è da quando sei entrato in questo bar che ci prova con te! Adesso basta, è l'ora che si trovi un'altro a cui dare noia - Mi rispose prendendo la crêpes che gli porgeva mio fratello.
- Avete già deciso il nome? - Ci chiese Marco.
- Ma se non sappiamo neanche se è maschio o femmina! - Dissi.
- Va bene, ma di solito i nomi si trovano sia per il maschio che per la femmina, poi una volta che si sa il sesso.... -
- Basta Marco! Quando sapremo il sesso penseremo al nome - Risposi ridendo vedendolo troppo preso dall'argomento.
Quando Marco si alzò  per servire un ragazzo che era appena entrato nel bar mi ritrovai  a guardare mia moglie che stava letteralmente divorando la sua crêpes.
- Mi piacerebbe sapere cosa ti ha fatto di male quella crêpes -
- Ho una fame allucinante - Mi rispose sorridendomi.
- Dobbiamo passare a prendere la macchina Clara -
- Tanto sai che non la guiderò mai -
- Ne abbiamo già parlato! E poi tra poco ci sarà nostro figlio, pensi di portare anche lui in motorino? -
- Potremmo attaccare un carrellino al mio scooter, sai, per metterci la culla, il passeggino... -
- Si certo... Ci stavo pensando. Vuoi qualcosa da bere? - Dissi scuotendo la testa.
- Un coca cola -
Mi alzai, andai  a prendere la lattina per Clara e tornai  a sedermi.
Gliela aprii porgendogliela, ne bevve subito la metà senza riprendere fiato, mi scappò da ridere ma mi trattenni; non l'avevo mai vista mangiare così tanto di gusto da quando la conoscevo
Il mio cellulare iniziò a suonare, lo presi dalla tasca, vidi il numero della concessionaria ed uscii dal bar per rispondere.
- Ciao Claudio -
- Ciao Andrea, la macchina arriva domani l'altro, puoi passare per firmare tutto quando vuoi -
- Passo domani l'altro, così firmo, vado a fare l'assicurazione e vengo a prenderla -
- Va bene, perfetto, tanto la macchina arriva domani nel tardo pomeriggio, dalla mattina è già tutto pronto -
- Perfetto! Ciao grazie -
Rimisi il telefono in tasca e rientrai nel bar, mia moglie era al bancone e stava prendendo il caffè.
- Chi era al telefono? - Mi domandò.
- La concessionaria - Risposi abbracciandola.
- Ti avevo detto che quando avremo avuto un bambino avrei cambiato macchina. Beh, l'ho fatto! - Aggiunsi vedendo la sua espressione contrariata.
- Andrea, sono tua moglie, gradirei se mi mettessi al corrente di quello che fai, possibilmente prima di farlo! - Mi disse stizzita.
La guardai prendere il caffè, pagò dopo aver discusso con mio fratello che non voleva niente e si voltò a guardarmi.
- Voglio andare a casa, sono stanca, ho bisogno di riposarmi un po' -
- Si, andiamo -
Salutammo e tornammo a casa, Clara si tolse le scarpe e si sdraiò sul divano.
- Stai bene? - Chiesi vedendola strana.
- Si, mi è presa un po' di stanchezza -
- Sei pallida Clara -
Mi avvicinai sedendomi sul bordo del divano, allungai una mano per accarezzargli i capelli e sentii la sua fronte calda.
- Tu hai la febbre Clara - Dissi alzandomi per andare a prendere il termometro.
Gli feci mettere il termometro e andai in cucina, dopo poco mi raggiunse sedendosi.
- Mi andrebbe una sigaretta - Mi disse.
Era qualche giorno che non toccava una sigaretta, ci pensai un'attimo e gli passai il pacchetto.
- Hai il termometro Clara? -
- Si babbo - Mi prese in giro.
Mi misi a ridere e mi accesi una sigaretta anche io.
Finì di fumare e si tolse il termometro.
- Mi sa che mi metto a letto - Disse alzandosi imbronciata.
Presi il termometro che aveva abbandonato sul tavolo e lo guardai; 38. Sospirai, l'indomani sarei dovuto andare per forza in ufficio, e non volevo lasciarla sola, presi il cellulare e chiamai Susanna.
- Ciao Andrea - Mi rispose dopo qualche squillo.
- Ciao Susanna. Ascolta Clara ha la febbre alta, io domani mattina devo andare a lavoro non so come fare -
- Stai tranquillo, posso venire io lì a casa -
- Davvero? -
- Certo, non ti preoccupare -
- Passo domani mattina da te a lasciarti le chiavi verso le 8, faccio prima che posso -
- Va bene Andrea -
Riattaccai sentendomi molto più tranquillo, andai in camera da Clara che si era appena messa il pigiama.
- Domani mattina viene tua madre - Gli dissi.
- Pensavo saresti rimasto tu a prenderti cura di me -
- Faccio prima che posso, non farmi sentire in colpa -
- Va bene. -
Prese una coperta di lana dall'armadio.
- Cosa stai facendo? - Domandai.
- Non voglio andare a letto adesso! Sono appena le 6 del pomeriggio! Mi metterò sul divano -
- Va bene, io chiamo il dottore e sento cosa posso darti -
La sentii sbuffare mentre usciva dalla camera, scossi la testa e andai in cucina a telefonare.

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