Capitolo 9
Il cellulare di Clara suonava a vuoto, adesso che le cose stavano cominciando ad andare per il verso giusto si era messa nel mezzo Serena.
Afferrai la mia giacca e uscii dall'ufficio. Parcheggiai sotto casa di Clara e suonai il campanello.
- Buonasera, cercavo Clara - Era incredibile la somiglianza di questa donna con Clara, sembravano gemelle più che madre e figlia.
- Clara sta riposando -
- Avrei bisogno di parlarci signora -
- Vieni, entra. La sua camera è quella in fondo al corridoio -
- Grazie -
Entrai senza bussare, mi avvicinai al letto e la guardai un'istante.
- Clara! Clara! - Dissi scuotendola.
I suoi fanali azzurri mi fissarono.
- Che ci fai qui? -
- Dovevo parlare con te! E al telefono non mi rispondi! -
- Non ho niente da dirti! -
- Mi dici cosa è successo ora? -
- Hai già fatto con Serena? -
- Fatto cosa? Cosa c'entro io! Lei è salita in ufficio da me! -
- Non mi interessa niente! - Mi disse alzando la voce. - Tornaci! - Continuò.
- Ma sei scema? Ragiona! Mando le rose a te e poi mi metto a fare l'idiota con la tua amica? -
- Te lo dico per l'ultima volta! Lasciami in pace! E riprenditi pure le tue rose! - Mi disse indicando il vaso con i fiori sulla sua scrivania.
- Sto perdendo la pazienza con te! Mi stai esasperando, adesso sei gelosa? -
- Gelosa di cosa? -
- Se fai così è perché ti interesso! -
- No! Ti odio! Vattene! -
- Lei non è tua amica! Sta facendo di tutto per farci litigare! -
Era così bella quando si arrabbiava, che quasi mi divertivo.
- Andrea perché non te ne vai! Sono stanca -
- Tu sei stanca? E io? Che ti inseguo da per tutto? -
- Non te l'ho chiesto -
- Ecco le tue risposte! Non te l'ho chiesto, non te l'ho detto, ma perché non fai l'adulta? -
Uscii di camera sbattendo la porta alle mie spalle, salutai sua madre scusandomi del disturbo e me ne andai.
Mi alzai dal letto, avevo esagerato con Andrea, e forse era vero, un po' mi interessava, altrimenti non avrei avuto motivo di reagire così. Mi preparai un caffè mentre mia madre mi fissava senza dire una parola.
- Beh? Perché mi guardi? - Gli dissi.
- E adesso chi è questo ragazzo? -
- Quello delle rose. Lo stesso che mi ha accompagnato a Perugia -
- L'hai fatto arrabbiare parecchio - Sospirò.
- Come faccio a lasciarti una settimana da sola adesso? Non so cosa stai combinando, eri più assennata a 15 anni! - Continuò.
- Già! Cazzo, devi andare da zia! Quando parti mamma? -
- Non so ancora se partire -
- Mamma stai tranquilla, ho 18 anni, non succederà niente. Quando parti? -
- Venerdì pomeriggio. È importante per te quel ragazzo? -
- È odioso mamma -
- Sarà odioso, ma pensa molto a te, mi sentirei tranquilla a saperti con lui -
- Non succederà - Appoggiai la tazzina nel lavandino e mi accesi una sigaretta.
Il mio cellulare lampeggiò, lo presi per leggere un sms che mi aveva appena inviato Andrea.
" Ho capito. Vuoi la guerra "
Non risposi alla provocazione, e dopo qualche minuto iniziò a suonare, non era Andrea e non riconobbi il numero.
- Pronto -
- Clara sono Gianna dell'autoscuola, domani alle 15:00 hai l'esame di guida -
- Domani? -
- Si, altrimenti poi chiudiamo per ferie e dovrai rifare il foglio rosa -
- Ah. Ok, va bene! -
Raccontai tutto a mia madre e corsi in camera a vestirmi, salutai mia madre al volo e presi il motorino per andare a casa di Andrea. Lui era l'unica salvezza.
Suonai il campanello e mi aprì la porta guardandomi.
- Cosa c'è? - Mi chiese spalancando la porta per farmi entrare.
- Ho bisogno del tuo aiuto - Dissi agitata camminando nervosamente avanti e indietro.
- Domani ho l'esame di guida! Non sono pronta! Non ce la farò mai! -
- Ok, adesso calmati un'attimo! -
- Calmarmi? Io pensavo che l'avrei dato a settembre, insomma boccio di sicuro! -
- Ti vuoi calmare? Avanti siediti un'attimo! Aspetta qui -
Tornò dopo qualche minuto, afferrò le chiavi della macchina dal mobile lanciandomele.
- Avanti! Andiamo! -
Lo seguii, mi fece fare il giro praticamente di tutta Firenze, sgridandomi quando facevo qualcosa di sbagliato. Mi fece fare almeno 30 parcheggi, poi lo riportai sotto casa sua.
Afferrò la mia mano e mi trascinò in casa, prese un coca cola dal frigo e me lo passò ridendo.
- Perché ridi - Domandai accigliandomi.
- Tu mi fai ridere! Prima vengo a casa tua, mi tratti di merda e mi butti fuori, dopo un'ora ti presenti da me nel pieno di una crisi isterica chiedendomi di aiutarti - Disse scuotendo la testa. - Sei strana - Continuò.
- Grazie! - Dissi mettendo il broncio.
- Perché mi hai trattato in quel modo a casa tua prima? -
- Perché... Boh -
- Clara? -
- Mi ha dato noia vederti con Serena! Ecco tutto, con Luca fece la stessa cosa... -
- Allora vedi che non sono io? Perché non ti sei incazzata con lei? - Disse avvicinandosi alla sedia dove ero seduta io.
- Perché tu gli davi spago! -
- Gli davo spago? Ma quando? -
- È anche salita in ufficio da te! È salita perché tu gli hai fatto capire che ti avrebbe fatto piacere -
- Sei completamente fuori strada! - Si mise seduto accanto a me iniziò a guardarmi insistentemente.
- E così ti ha dato noia vedermi con Serena - Mi disse avvicinandosi sempre di più.
Guardai altrove, sentivo il suo respiro vicinissimo a me, mi allungai per prendere le sue sigarette dall'altra parte del tavolo ma lui mi afferrò per i fianchi facendomi risedere con un tonfo, mi prese il viso tra le mani e mi baciò lentamente.
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