Capitolo 88

Mirko bussò alla porta di casa dei suoi genitori, tenevo Clara stretta a me, le sue mani erano fredde come non le aveva mai avute.
Venne ad aprirci sua madre che guardò Clara e gli sorrise facendole una carezza sulla guancia.
- Vostro padre vi sta aspettando. Sapeva che sareste venuti - Disse facendoci entrare.
Entrammo in salotto, suo padre era seduto su una poltrona a guardare la televisione, la somiglianza tra Clara e suo padre mi lasciò impietrito.
- Clara! - Disse appena entrammo. I suoi occhi si fecero lucidi, Clara si portò una mano alla bocca e ricominciò a piangere.
Suo padre si alzò incerto su cosa fare, poi si avvicinò e l'abbracciò iniziando a piangere anche lui.
Passò qualche minuto, dove si sentiva soltanto il rumore dei loro singhiozzi.
- Basta piangere Clara... Sediamoci, raccontami qualcosa - Disse. - Chi è questo bel ragazzo? - Continuò riferendosi a me.
Clara si asciugò le lacrime e accennò un debole sorriso. - È mio marito - Sussurrò sorridendomi.
Rimase spiazzato dalla sua risposta ma si alzò allungando una mano.
- Piacere, Lorenzo - Mi disse.
- Andrea - Risposi.
- Siete giovani... Come mai vi siete sposati così presto? - Ci domandò facendosi serio.
- Non lo so. Ma l'abbiamo fatto -
Non sembrava molto felice che fossimo sposati, ma Clara ed io lo eravamo, quindi poco importava.
- Luisa, offrigli qualcosa - Disse a sua moglie.
- No grazie, abbiamo preso il caffè adesso - Rispose Clara sorridendo.
- Voglio farti vedere una cosa Clara - Disse suo padre alzandosi. Prese il portafogli dalla tasca dei pantaloni e aprì il taschino tirando fuori una foto.
- Sono io da piccola - Disse Clara prendendo la foto.
- Si, non l'ho mai tolta dal portafogli. Mi dispiace di essermene andato in quel modo -
- Mia mamma sapeva che tu avevi un'altro figlio? -
- Glielo dissi quando la rimandarono a casa dall'ospedale qualche giorno dopo la tua nascita -
- Perché non mi hai mai cercato? -
- Tua madre non ha mai voluto. Io sono venuto a casa tua diverse volte, mentre tu eri a scuola per chiedere a tua madre di poterti vedere. Poi Mirko ha fatto tutto di testa sua, ed è riuscito a portarti qui. Pensavo che non mi avresti voluto neanche vedere -
- Non potevo. Anche se sono stata male per te ed ero arrabbiata, resti sempre mio padre. Sabato prossimo ci sposeremo in chiesa, vorrei che ci foste anche voi -
- Prima vorrei che parlassi con tua madre -
- Lo dirò anche a lei, dovrà accettare il fatto che ti voglio nella mia vita. E voglio che mio figlio conosca suo nonno -
Rimasero tutti in silenzio a guardarla.
- Clara perché... Sei.... - Chiese Mirko.
- Si, lo sono Mirko, tu diventerai zio -
Mi guardò felice come non l'avevo mai vista, e il mio cuore si riempì d'orgoglio.
Poi Clara si alzò, si stava facendo tardi, abbracciò suo padre e Luisa, poi si avvicinò a Mirko che la strinse a se.
- Ci sentiamo domani - Gli disse.
Clara annuì, mi prese la mano e ce ne andammo.
- Come ti senti? - Le chiesi una volta a letto.
- È stata una giornata lunga. Ancora non ci credo, a 14 anni ero innamorata del mio fratellastro - Disse ridendo come una matta.
Mi misi a ridere insieme a lei.
- Verrai con me quando andrò a parlare con mia madre? Non so come la prenderà -
- Io sono sempre con te tesoro -
Si voltò verso di me e appoggiò le sue labbra sulle mie, iniziò a baciarmi lentamente circondandomi i fianchi con la gamba, un brivido percorse la mia schiena, appoggiai la mano sul suo sedere sodo mentre il mio sesso cominciava a pulsare, sfilai i suoi slip e la sua mano entrò dentro ai miei boxer accarezzando piano il mio sesso, gemetti tra le sue labbra e mossi la lingua sempre più velocemente insieme alla sua, avevo bisogno di lei.
Si portò la mia mano sul suo sesso umido, l'accarezzai lentamente poi la penetrai con un dito, afferrai la sua mano e la portai sul suo sesso.
- Senti come sei stretta - Gli dissi spingendo le sue dita nel suo corpo.
Cominciò a muovere freneticamente la sua mano gemendo mentre la mia mano sfiorava il suo clitoride.
Dopo qualche minuto la sentii tremare, il suo clitoride pulsava tra le mie dita, continuai ad accarezzarla fino a che non montò a cavalcioni sopra di me e si abbassò sopra al mio sesso urlando di piacere.
L'afferrai per i fianchi spingendola giù con più forza, le sue grida e i suoi gemiti alimentavano la voglia di lei, ogni secondo che passava la desideravo sempre di più.
Si abbassò su di me baciandomi il petto, i suoi capelli mi solleticavano il collo, afferrai il suo viso e la baciai, spostai una mano sul suo sedere e feci scivolare un dito nel suo di dietro e nello stesso istante mi morse una spalla gemendo.
- Dimmi che ti piace amore - Dissi.
- Si, mi piace, continua, non fermarti - Rispose con il fiato corto.

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