Capitolo 63
Presi una cravatta dall'armadio, mi avvicinai a Clara, la feci sdraiare e legai i suoi polsi insieme alla testata del letto.
- Che stai facendo? - Mi disse sorridendo.
- Adesso lo vedi -
Legai anche le sue gambe in modo che stesse ferma completamente aperta a me, e appoggiai una maglietta sui suoi occhi in modo che non ci vedesse.
Andai in cucina e presi del ghiaccio.
Era stupenda legata in quel modo, i suoi capelli sparpagliati sul cuscino, appoggiai una mano sul suo ventre caldo risalendo fino ai seni, presi un cubetto di ghiaccio e lo appoggiai sul suo collo scendendo fino al suo seno, il suo capezzolo si indurì subito e lo presi tra i denti mentre lei ansimava, feci scivolare il cubetto fino alla sua pancia e poi tra le sue gambe.
Era talmente a bollore che il ghiaccio mi si scioglieva tra le dita. Lo spinsi dentro di lei che trattenne il fiato emettendo degli adorabili rumori dalla bocca.
Appoggiai la bocca sul suo sesso, era fredda, e il contatto con il caldo della mia lingua la fece scuotere.
- Che c'è? Parla Clara - Dissi piano.
- Ancora.... Continua.... -
- Vuoi venire? -
- Si Andrea, si, ti prego! Sto impazzendo -
Sorrisi mentre strattonava i polsi per liberarsi.
- Ferma amore, ti farai male così - Dissi.
- Ti prego Andrea!!! -
Presi un'altro cubetto di ghiaccio e lo passai sul suo clitoride, appoggiai le labbra su di lei che provò a chiudere le gambe senza riuscirci.
- Se non mi fai venire giuro che mi incazzo! - Gridò. Infilai due dita dentro di lei, e quando capii che stava per venire le tolsi.
- Porca puttana Andrea! - Ricominciò a gridare.
Alzai il suo bacino penetrandola con la lingua, cominciò a muoversi limitatamente ansimando sempre più forte.
Allungai le braccia slegando le sue gambe, tirò un sospiro di sollievo e appoggiò i suoi piedi sulla mia schiena.
- Slegami le mani amore, voglio toccarti - Mi disse.
Slegai anche i suoi polsi, passò una mano sul mio petto, si avvicinò a baciarmi, sentivo il mio sesso pulsare, dovevo entrare in lei, scivolai tra le sue gambe e poi dentro di lei, inarcò il bacino e mi spinsi più a fondo. Venimmo insieme, nello stesso istante come se fossimo una cosa sola, baciandoci disperatamente.
Facemmo una doccia veloce per toglierci il sudore di dosso, cenammo e sistemammo la cucina.
- Che hai fatto oggi? - Gli chiesi accarezzando le sue gambe che mi aveva messo in grembo quando mi misi seduto sul divano.
- Mi sono riposata e ho fatto da mangiare - Rispose guardando distrattamente la televisione. Alzai la sua gamba destra e me la portai alle labbra baciandola, la sentii ridere.
- Mi fai il solletico! - Mi urlò.
Poi mi venne in braccio, le baciai la punta del naso.
- Andre.... -
- Cosa c'è - Dissi.
- Sei sicuro di volermi sposare? -
- Cosa stai dicendo? -
- E se un domani ti accorgessi che non sono la donna per te.... -
- È impossibile! So già che lo sei amore mio -
La tenni stretta a me, ultimamente erano stati pochi i momenti in cui eravamo stati così bene a coccolarci, non avevamo avuto molto tempo, un po' per colpa del mio lavoro e un po' per il trasloco che occupava gran parte del nostro tempo e delle nostre energie.
Uscita da lavoro chiamai Andrea che mi rispose al secondo squillo.
- Amore - Disse.
- Quanto ti manca? -
- Tesoro faccio tardi anche stasera, devo finire in tutti i modi.... -
- Va bene, io farò una girata in centro e poi ti aspetterò a casa - Dissi sapendo già dove sarei andata.
- Va bene. Mi dispiace Clara, avrei voluto avere più tempo, domani ti prometto che alle 14:00 esco da lavoro! -
- Non preoccuparti, ci vediamo dopo a casa -
Guidai il mio motorino fino a casa di Antonio, ero impaziente di vederlo.
Mi aprì subito la porta, e una volta in casa chiuse la porta e iniziò a baciarmi, alzò il mio vestito e appoggiò le mani sul mio sedere stringendolo forte.
Quella sarebbe stata l'ultima volta che lo vedevo, ero decisa; Andrea non si meritava quello che gli stavo facendo.
Mi lasciai sfilare il vestito, le sue mani scorrevano sul mio corpo facendomi sentire viva e desiderata.
- Non resistevo più Clara, ti avrei scopata su quel cazzo di bancone stamani mattina - Disse baciandomi i seni.
- Puoi farlo adesso - Dissi.
- Ci puoi scommettere -
Lo spogliai velocemente buttando i suoi vestiti in terra, mi mise seduta sul tavolo di cucina e dopo avermi allargato le gambe affondò il viso sulla mia intimità facendomi sussultare.
La sua lingua scorreva sul mio sesso, lo guardavo eccitandomi sempre di più mentre mille brividi percorrevano il mio corpo.
Mi lasciai andare sdraiandomi sul tavolo stringendo forte i bordi, la testa mi girava vorticosamente e mi mancava il fiato.
Quella sensazione di proibito mi faceva impazzire e allo stesso tempo avevo paura che Andrea ne venisse a conoscenza.
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