Capitolo 54

Infilai la mano nello spacco sulla schiena del suo vestito e la mossi fino a trovare il suo seno, il suo capezzolo era duro,lo strinsi tra le mie dita e prese a muoversi più velocemente.
- Sto per venire Clara - Dissi tra un sospiro e un gemito appoggiando la mano sulla sua nuca per accompagnare i suoi movimenti.
Le venni in bocca e mi lasciai andare sul sedile con il fiato corto, lei si pulì e tirò su i boxer, scavalcò venendosi a sedere a cavalcioni sulle mie gambe.
Iniziai a baciarla desiderando di possederla.
- Clara... Ti prego andiamo a casa - Gli dissi.
- Ho voglia Andrea, non ce la faccio ad arrivare a casa -
- Ci mettiamo 10 minuti... Non voglio spogliarti tutta in mezzo a un bosco amore mio -
Tornò al suo posto. - Muoviti - Mi disse seria.
Salimmo le scale avvinghiati come se fossero mesi che non ci vedevamo, quando arrivammo all'ultimo piano dove stavo avevo già sganciato il bottone dietro il collo della sua tuta, una spallina era calata  e mezzo seno era già scoperto, aprii la porta baciandola mentre lei sganciava i bottoni della mia camicia.
Chiusi la porta con il piede, sfilai l'altra spallina e la sua tuta scivolò in fondo alle sue caviglie, non portava gli slip, era completamente nuda davanti a me.
- Che sorpresa vederti senza biancheria intima... Mi piace - Dissi prendendole un seno in una mano. Finì di spogliarmi, mi diede una leggera spinta facendomi atterrare seduto sul divano, si mise a cavalcioni sopra di me strusciando il suo sesso contro il mio, le infilai due dita dentro e inarcò il suo corpo all'indietro gemendo, era completamente bagnata, leccai il suo seno succhiando forte il capezzolo che si indurì subito tra le mie labbra, si sollevò sulle ginocchia e capii quello che voleva, tolsi le dita e si abbassò sul mio sesso, spostai il mio dito completamente bagnato dei suoi umori sul suo sedere e lentamente lo infilai dentro, la sentii urlare, tirò indietro la testa e rimasi immobile.
- Ti ho fatto male? - Chiesi dolcemente.
- No - Mi disse ansimando.
- Ti piace? Posso continuare? - Domandai riprendendo a muoverlo.
- Si - Sussurrò riabbassandosi sul mio sesso.
Ero concentrato sul suo sedere mentre lei continuava a muoversi sopra di me godendo, quanto avrei voluto prenderla da dietro in quel buco ancora più stretto.
Quando apriva gli occhi mi guardava implorante strusciando i suoi seni sul mio petto.
- Vuoi venire tesoro? - Gli dissi.
- Si, ti prego -
L'avvicinai ancora di più a me e spinsi il mio dito più a fondo dietro di lei, quando si fermò urlando le tolsi il dito, la feci scendere e mi alzai, la trascinai vicino al tavolo e spinsi giù il suo busto, ammirai il suo sedere, divaricai le sue gambe, e afferrai i suoi capelli; entrai dentro di lei spingendomi a fondo immaginando di prenderla dietro, e dopo qualche spinta uscii ansimante dal suo corpo caldo venendo sulla sua schiena.
Con Lorena non mi ero mai spinto oltre, ogni volta che mi avvicinavo al suo sedere allontanava la mia mano, Clara invece si fidava di me, e mi lasciava fare qualsiasi cosa, se avessi insistito mi avrebbe lasciato fare anche quello, dovevo solo trovare il momento adatto.
Una volta sul letto la tenni stretta a me accarezzando il profilo del suo corpo nudo contro il mio, gli diedi un morso su una spalla e cominciò a ridere.
Mi alzai presto nonostante fosse domenica, nel pomeriggio sarei dovuto andare a casa di Clara con lei a dire a sua madre della nostra intenzioni di sposarci.
Dentro di me speravo che almeno lei non ci avesse fatto le solite storie di mia madre, ma che anzi avrebbe accolto con entusiasmo la nostra decisione. Prima di andare in cucina guardai la sua mano dove portava l'anello che gli avevo regalato la sera prima, sorrisi e la lasciai dormire chiudendo la porta di camera.
Feci una doccia e iniziai a preparare la colazione, Clara mi raggiunse che stava passando il caffè, si appoggiò allo stipite della porta di cucina, lo sguardo assonnato e i capelli arruffati.
- Buongiorno amore mio - Dissi avvicinandomi iniziando a sistemargli i capelli.
- Ciao - Rispose mettendosi in punta di piedi per baciarmi.
- Siediti, vuoi anche il latte? -
- No, soltanto caffè -
- Vuoi una brioche con la Nutella? -
- No, non ho fame. L'idea di andare da mia madre mi ha chiuso lo stomaco -
- Ci hai ripensato? -
- No! Cosa stai dicendo? -
Anche lei era convinta di quello che stavano facendo, così mi tranquillizzai passandole la tazzina del caffè.
La guardavo mentre girava svogliatamente il cucchiaino nella tazza.
- Clara.... Andrà tutto bene! -
Finalmente alzò il viso e mi sorrise, prese la brioche sul tavolo e la riempì di Nutella prima di cominciare a mangiarla con gusto.
Sua madre le telefonò per dirle l'ora che sarebbe arrivata alla stazione, e decisi di cambiare programma andando a prenderla.
Ci preparammo e andammo alla stazione.

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