Capitolo 51

Guardai l'espressione di Clara quando il ragazzo dell'agenzia immobiliare ci mostrò la casa. Aprì tutte le persiane per mostrarci quanta luce entrasse, Clara iniziò a girare da una stanza all'altra come impazzita, riuscivo a malapena a stargli dietro.
- Mi sembra che ti piaccia.... - Gli dissi prendendola per mano.
- Hai visto il giardino? - Mi disse saltellando.
- Si, l'ho visto amore! -
Lasciai che Clara continuasse a girare per la casa e ne approfittai per parlare con il ragazzo.
Avevo deciso. Avrei comprato quella casa che tanto piaceva a Clara, l'avrei resa felice.
Montammo in macchina, Clara si voltò a guardarmi.
- Sei sicuro? Dopo non si torna indietro - Mi chiese.
- Sicuro di cosa? -
- Di volermi mattina, pomeriggio e sera insieme a te -
- Clara! Un mese fa ti ho chiesto di sposarmi, secondo te ho cambiato idea? - Dissi appoggiando una mano sul suo ginocchio.
- È sempre valida la tua proposta? -
Spalancai gli occhi e sentii il mio cuore fermarsi all'improvviso.
- Stai dicendo sul serio? - Chiesi deglutendo.
- Ho capito ci hai ripensato... - Mi rispose ridendo.
- No! No, non ci ho ripensato! È sempre valida Clara! Voglio sposarti, voglio alzarmi ogni giorno con te, voglio tenerti tra le mie braccia tutte le notti, voglio che tu sia la madre dei miei figli.... - Dissi imbarazzato.
- Dei tuoi figli? Quanti ne vuoi? Un mese fa ne volevi uno! È aumentato il numero a mia insaputa? -
Mi fece ridere. - Almeno due - Risposi.
- Ci posso stare! - Disse abbracciandomi.
Tornai a casa in un lampo, avevo voglia di lei, del suo corpo bollente sotto il mio, volevo sentire il sapore della sua pelle, volevo sentirla urlare e gemere di piacere, la afferrai per la mano e salii le scale di corsa sentendola ridere.
Chiusi la porta e iniziai a baciare le sue labbra, strappò la mia camicia, udii il rumore dei bottoni sul pavimento, me la sfilò impaziente e cominciò a far scorrere le sue mani sui miei pettorali e poi sulle mie braccia, sbottonai la sua gonna di jeans che scivolò in terra, sfilai anche la sua maglietta e il reggiseno buttandoli sopra la mia camicia e baciai il suo collo chinandomi lentamente fino al suo ventre, ero in ginocchio davanti a lei che accarezzava i miei capelli scompigliandoli, gli tolsi gli slip; vederla nuda davanti a me con addosso soltanto quei sandali alti che adoravo mi fece eccitare ancora di più, appoggiai la fronte sul suo ventre e infilai due dita dentro di lei, la sentii ansimare di piacere, divaricò le gambe e iniziai a leccarla lentamente nella sua intimità, i gemiti si fecero sempre più forti, avevo bisogno di sentire i suoi dolci lamenti di piacere, sarei potuto venire solo con quelli. Appoggiò le mani alla parete alle mie spalle allargando ancora di più le gambe, la mia lingua guizzava donandogli piacere, quando la sentii urlare il mio nome continuai per assaggiare il suo sapore, poi risalii lentamente e una volta in piedi la presi in braccio, mi avvicinai al tavolo e con una mano feci cadere tutto in terra appoggiandoci lei, la tirai a me per le gambe ed entrai dentro di lei con una spinta, baciai il suo seno mordendolo mentre lei premeva la mia testa per non farmi allontanare, le mie spinte si fecero sempre più forti. Venne un'altra volta graffiandomi le spalle tirando la testa all'indietro, la seguii subito dopo riversando il mio seme sulla sua pancia, ed esausto mi appoggiai su di lei che mi strinse forte baciandomi sulla testa.
Dopo essersi fatta la doccia andò in cucina, andai a rinfrescarmi e quando uscii dal bagno un profumo buono proveniente avvolse le mie narici, con l'asciugamano legato in vita entrai in cucina.
- Che profumino.... Che stai preparando? - Gli domandai spostando i suoi capelli baciandola sul collo.
- Stasera carbonara amore! - Mi disse guardandomi.
- Da quando sei venuta qui in casa mi sta cominciando a venire la pancia -
Appoggiò le sue mani sulla mia pancia accarezzandola.
- Adoro la tua pancia.... - Mi disse poggiando le sue labbra sul mio petto.
Apparecchiai mentre lei finiva di preparare,mi misi a sedere guardandola mentre si muoveva perfettamente a suo agio in cucina; in cinque anni di convivenza con Lorena non l'avevo mai vista riempire una pentola d'acqua per fare la pasta, lei era abituata a farsi servire, casa sua era piena di camerieri, ogni sera finivo io per cucinare mentre a pranzo andava dai suoi genitori o al ristorante. Non lavorava, passava le sue giornate in giro nei migliori negozi a comprare vestiti.Clara invece non era abituata a questo tipo di servizio, stava solo con sua madre che lavorava fino a tardi, perciò spesso si occupava lei della casa, non avevo mai avuto una casa così pulita, i panni perfettamente lavati e stirati riposti nell'armadio, da quando c'era lei avevo scoperto cosa voleva dire veramente la parola convivenza, e mi piaceva.
Mentre si cenava pensai alle cose da fare l'indomani, sarei passato in banca per chiedere il mutuo per comprare la nostra nuova casa, poi sarei andato a comprare l'anello per la mia futura moglie e l'avrei portata a cena in un ristorante per darglielo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top