Capitolo 39

Uscito dal bagno la sentii singhiozzare, era seduta sul divano, il vestito mezzo strappato, mi sentii in colpa, mi avvicinai.
- Stammi lontano Andrea! - Mi disse puntandomi un dito contro.
Non la ascoltai, mi misi seduto accanto a lei abbracciandola, mi respinse alzandosi in piedi, gli occhi iniettati di sangue.
- Non toccarmi! Non devi toccarmi! -
- Clara. Vieni qui da me! Per favore -
- Cosa vuoi da me Andrea! -
Cominciai a piangere come un bambino, come non avevo mai fatto prima, tenendomi la testa tra le mani, mi facevo schifo da solo, il solo pensiero di averla persa di nuovo mi toglieva il fiato. Sentii le sue mani appoggiarsi sulle mie spalle e iniziare a massaggiarmi, ero teso come una corda di violino, quando mi strinse le braccia intorno al collo sollevai il viso. Piangeva più di me, si mise seduta sulle mie gambe e appoggiai la testa sulla sua spalla.
- Non farlo mai più Andrea -
- Cosa non devo fare? Ho commesso soltanto sbagli da quando ti ho conosciuta! Non sono capace di farti felice! Sono più le volte che hai pianto di quelle in cui ti ho vista ridere! Non riesco a farti felice - Dissi piangendo mentre le sue mani accarezzavano i miei capelli umidi.
- Sono entrato dentro di te nonostante le tue proteste! È come se ti avessi violentato. Sono uno stronzo! Forse è vero... È meglio se stiamo lontani - Continuai.
- Non dirlo Andrea! Ti prego! -
Presi il suo viso tra le mani.
- Clara, non avrei dovuto fare quello che ti ho fatto stasera. A partire dallo schiaffo. Voglio che mi stai lontana. Vado a vestirmi e ti porto a casa -
- È così che dimostri di amarmi? -Cominciò a urlare.
- Allontanandomi alla prima difficoltà? Io ti amo, e sono disposta a provare ad andare avanti. Tu? - Continuò.
- Tu mi ami nonostante quello che ti ho fatto oggi? - Chiesi.
- Si! Mi hai dato uno schiaffo perché ho detto una frase sbagliata! Non sarei mai capace di andare con un'altro! Voglio soltanto te! -
Passammo minuti stretti l'uno all'altra, accarezzavo la sua schiena cercando di farla calmare e lei faceva lo stesso con me.
- Fai l'amore con me Andrea - Mi sussurrò in un orecchio iniziando a baciare proprio quella parte del corpo.
Mi alzai tenendola in braccio e andai in camera, gli sfilai il vestito lasciandola nuda, lei mi tolse l'asciugamano che tenevo legato in vita.
- Quanto sei bella? -
Iniziò a baciarmi il collo, poi il petto, la feci sdraiare sul letto scivolando al suo fianco, baciai la sua pancia piatta e feci scivolare la mano sul suo sesso umido accarezzandola, sentivo il suo respiro mentre mi accarezzava i capelli, mi tirai su per guardarla, teneva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa, afferrai la sua mano che stava stringendo il lenzuolo e la portai sul suo sesso, si lasciava guidare da me, si fidava di me.
- Continua - Gli sussurrai appoggiandomi su un gomito per osservarla. - Voglio guardarti -
Continuava a massaggiarsi ansimando, le guance appena arrossate mentre il mio sesso pulsava di desiderio.
- Perché non lo fai tu? Sei molto più bravo di me - Mi disse.
- Te l'ho detto, voglio guardarti - La baciai sul seno.
- Infila un dito dentro -
Obbedì, e lentamente un dito entrò nel suo corpo.
Accesi la luce e mi misi dietro di lei appoggiandomi allo schienale del letto, lei appoggiò la testa sul mio petto; potevo guardarla dallo specchio di fronte a noi.
- Apri gli occhi. Guarda quanto sei bella -
Incontrò i miei occhi attraverso lo specchio di fronte.
- Non fermarti - Gli dissi appoggiando la bocca sul suo collo. Le mie mani afferrarono i suoi seni, e le sue dita entravano e uscivano in maniera frenetica dal suo corpo.
- Cosa succede tesoro? - Chiesi sentendola ansimare.
- Sto. Per. Venire -
Sollevò il bacino per arrivare più a fondo e lasciai che urlasse guardando il suo viso dallo specchio.
- Voltati - Gli dissi.
Si mise in ginocchio di fronte a me e afferrai un capezzolo con i denti mordendolo piano.
Mi alzai dal letto e la tirai per le caviglie fino al bordo del letto.
- Mettiti in ginocchio amore - Dissi; e lei obbedì.
Appoggiai le mani sui suoi fianchi e appoggiai il mio pene all'entrata del suo sesso.
La sentii urlare quando mi spinsi dentro di lei, il suo mugolio mi faceva  capire che gli piaceva quello che stavo facendo. Guardai lo specchio, ad ogni mia spinta vedevo il suo seno muoversi.
- Ancora! - Mi disse quando rallentai.
- Ancora amore mio! - Gli dissi.
Appoggiò la testa sul letto inarcando la schiena spingendosi all'indietro.
- Cazzo Clara! Così mi fai venire.... -
- Vieni amore..... -
Seguii il suo consiglio, uscii dal suo corpo appena in tempo per riversare il mio seme sulla sua schiena con un grido gutturale appoggiandomi su di lei stringendo i suoi fianchi.
- Non mi lasciare Clara! Non saprei come fare senza di te -
- Non lo farò mai -

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