Imprecando mi preparai, e alle 19:30 scesi, non avevo indossato i vestiti che mi aveva regalato, mi ero messa un paio di jeans, un top nero e dei sandali con il tacco alto di legno, lui era appoggiato alla macchina, un paio di pantaloni color grigio antracite e una camicia di lino bianca, respirai e gli andai incontro.
- Stasera gli dirai tutto! Altrimenti lo farò io - Gli dissi facendo il giro per montare in macchina.
- Mi dai un bacio? - Mi disse una volta salito.
- Ancora non hai capito! Te l'ho scritto anche stamani mattina! -
- Ti ho detto una cazzata, ti porto a cena fuori, siamo solo io e te - Disse partendo.
- Doppiamente stronzo! Mi sarei messa le scarpe da ginnastica! -
- Ti stanno benissimo quelle! Sei alta quanto me con quelle scarpe! -
Continuava ad irritarmi il suo comportamento, eppure c'era qualcosa in lui che mi attirava da impazzire, da quando l'avevo conosciuto quella mattina al bar non facevo altro che pensare a lui, e allo stesso tempo volevo allontanarmi per paura di stare male. Mi misi seduta di fronte a lui e una ragazza venne subito a prendere l'ordinazione, continuava a fissare Andrea anche quando le parlavo io e i sorrisi che gli faceva lasciavano poco spazio all'immaginazione. Stronfiai irritata quando se ne andò.
- Cosa c'è? - Mi chiese guardandomi serio.
- Non ti staccava gli occhi di dosso! -
Lo vidi sorridere. - Sei gelosa? -
- Io? Assolutamente! - Negai arrossendo fino alle punte dei capelli abbassando lo sguardo.
Rimasi in silenzio bevendo la mia coca cola.
- Posso sapere che hai Clara? -
- Non capisco perché continui a portarmi fuori ogni sera e a voler uscire per forza con me -
- Siamo amici no? Che male c'è ad andare a mangiare una pizza con un'amica? -
La sua risposta non faceva una piega, in fondo glielo avevo detto io di essere soltanto amici.
Finalmente ci portarono le pizze, evitai di rispondergli e iniziai a mangiare.
- Dormi da me? - Mi chiese rischiando di farmi andare il boccone di traverso.
- No! Dopo mi riporti a casa -
- Vuoi che resti con te? -
In effetti era la prima volta che dormivo in casa da sola, non avevo idea di che effetto mi avrebbe fatto, ma di certo non volevo dargliela vinta.
- No, non importa -
- Come vuoi -
Come sempre non mi fu permesso di pagare la cena, e alle 23:00 eravamo sotto casa mia, si voltò a guardarmi.
- Sicura che non vuoi che resti? - Mi chiese.
- Sicura, puoi andare a casa! Notte - Gli risposi scendendo di macchina.
Passarono poco più di 10 minuti, provavo a dormire ma non ci riuscivo, sentivo rumori che probabilmente avevo nella mia testa, la luce era accesa sul comodino, afferrai il cellulare e chiamai Andrea.
- Dimmi Clara - Rispose dopo due squilli.
- Senti... Ci ho ripensato, non è che potresti venire da me? -
Sentii qualche secondo di silenzio.
- Sapevo che lo avresti fatto, apri, sono qui sotto -
Balzai dal letto e corsi alla porta, una volta salite le scale mi guardò dalla testa ai piedi.
- Carino il tuo pigiama, anche se ti preferisco in biancheria intima - Sorrise.
Gli feci la linguaccia e tornai in camera sedendomi sul letto.
- Non ho una maglietta abbastanza grande da prestarti per dormire - Gli dissi.
- Non importa, dormirò in boxer, ma grazie del pensiero -
Si avvicinò al letto dopo essersi spogliato, non avevo un letto matrimoniale, ma un letto a una piazza e mezzo, mi sorrise sdraiandosi accanto a me.
- Ho paura che dormiremo molto vicini stanotte. Non che di solito sia diverso, anche a casa mia sei sempre addosso a me... -
- C'è qualcosa che ti va bene? -
- Mi va bene tutto! Hai il ciclo? Sei più acida del solito stasera.... -
Spalancai la bocca stupita e lo guardai ridere, poi coinvolse anche me nella sua risata, e gli tirai il cuscino sul viso, mi afferrò per i fianchi tirandomi e atterrai sul suo petto; sentivo il suo respiro sul viso e i suoi occhi mi fissavano insistenti, avrei baciato le sue labbra carnose all'istante, ma mi ritrassi tirandomi via i capelli che mi erano ricaduti sul viso.
- Dormiamo. Domani devo alzarmi presto - Dissi sdraiandomi accanto a lui che si voltò verso di me sorridendo.
La mattina lo lasciai a letto, era così bello anche quando dormiva, quando tornai dal bagno stringeva tra le braccia il mio cuscino, lo guardai un'istante e andai a lavoro. Passò a salutarmi alle 8:30 era passato da casa a cambiarsi, indossava un completo elegante senza cravatta, stava bene con tutto, era impossibile resistergli guardai il suo fondoschiena quando se ne andò e mi maledissi per avergli detto che dovevamo restare amici.
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