Capitolo 12

Per tutta la mattina non mi feci vedere, continuavo a fissare il cellulare sperando in una sua chiamata o in un suo sms. Chiesi a mio fratello se potesse portarmi un caffè.
Entrò qualche minuto dopo in ufficio con il caffè e un'enorme busta in mano.
- Questa è da parte di Clara - Mi disse.
Sbirciai dentro, c'erano i due vestiti che gli avevo regalato e le scarpe. Mi passai una mano tra i capelli.
- Non ti ha detto niente? - Chiesi a Marco.
- Soltanto di darli a te -
- Alle 14:00 sono giù. Oggi mi sente! -
Mi sorrise e andò via.
Alle 14:00 ero già con la macchina davanti al bar, uscì bella come sempre.
- Ancora! - Mi disse sbattendo il piede in terra.
- Avevi detto che non ti interessavano le ragazzine capricciose e viziate! - Continuò.
- Ho cambiato idea. Monta in macchina -
- Scordatelo! -
La presi di peso e la infilai in macchina, montai anche io e bloccai le serrature.
- Adesso che ti piaccia o no mi ascolti! - Accesi la macchina e partii fermandomi sotto casa mia, feci il giro, afferrai la sua mano e la trascinai di forza al portone.
- Non salgo da te! -
- O sali con le buone o con le cattive! -
- Non salgo proprio -
- Ok! - Dissi appoggiando la busta in terra.
Me la caricai sulla spalla come un ballino di patate, ripresi la busta e salii le scale.
Continuava a battere i pugni sulla schiena, sgusciava come un'anguilla, i miei nervi erano al limite.
La buttai giù di peso scaraventandola sul divano, presi la busta che avevo lasciato all'entrata e la svuotai in terra di fronte a lei mentre lei mi guardava titubante.
- Non voglio ripetertelo più! Questi sono tuoi Clara! -
Si alzò in piedi di scatto e mi venne di fronte.
- Non voglio i tuoi cazzo di vestiti! Non voglio la tua elemosina e soprattutto non voglio i tuoi soldi! -
Presi le sue mani e gliele bloccai dietro la schiena, con la mano libera scostai un ciuffo di capelli dai suoi occhi.
- E cosa vuoi allora? Dimmelo una buona volta Clara - Gli dissi sussurrando.
- Voglio che mi lasci in pace! - Avvicinò il viso alla mia spalla e mi morse, non la lasciai, la presi di peso e la portai nel bagno.
- Lasciami! - Mi urlò.
Aprii la cabina della doccia.
- Tu hai bisogno di una bella rinfrescata - Gli dissi tenendola stretta.
Girai il miscelatore sull'acqua fredda e mi infilai dentro insieme a lei aprendo il rubinetto.
- Ahhhhh! - Urlò
- Ti calmi? - Chiesi stringendomela al petto.
- No! Sono ancora più incazzata! -
- Ok, allora aspetteremo qui! -
- Andrea! Chiudi quest'acqua! Cazzo! -
- Ti calmi? -
Non mi rispose subito, poi sentii che non faceva più resistenza.
- Allora? - Dissi.
- Si! Si, mi calmo! - Mi disse.
La lasciai e uscii dalla cabina gocciolante, afferrai il mio accappatoio e glielo tirai addosso.
- Togliti quei vestiti fradici, prenderai un malanno - Gli dissi.
- Vaffanculo Andrea -
- Ti aspetto di la -

Quando entrai in salotto si era cambiato, aveva un fruit Bianca e dei pantaloncini corti. Camminai fino al divano avvolta nel suo accappatoio che aveva il suo odore e mi stava quattro volte, mi misi seduta e iniziai a fissarlo.
- Che problemi hai? - Mi chiese.
- Che problemi ho io? Davvero una bella domanda! Vogliamo parlare dei tuoi? -
- Il mio problema sei soltanto tu in questo momento, non ne ho altri -
- Se non ci frequentiamo più il problema sparisce -
- Mi piace averti intorno. Sei l'unica che riesce a farmi perdere la pazienza in meno di un secondo -
- Sono onorata - Dissi acida.
Andrea accese la televisione, distese le gambe sul tavolino e si mise comodo, mi irritai subito.
- Vuoi essere così gentile da dirmi cosa vuoi da me? -
Si toccò il mento guardandomi dall'alto in basso.
- Vuoi che venga a letto con te? È questo che vuoi? -
Mi guardò ridendo.
- Vorrei poterti dire di sì, ma non è quello. Voglio molto di più. Siediti, guarda la televisione -
-Molto di più di quello è impossibile! -
Non mi rispondeva, mi evitava proprio, continuava a guardare la televisione.
Gli andai incontro e provai a togliergli il telecomando di mano, ma mi tirò a se e finii seduta sulle sue gambe. Appoggiò la fronte sulla mia e mi guardò.
- E adesso? - Mi chiese.
- Adesso dimmi cosa vuoi! Così la finiamo! - Dissi alzandomi.
- Se te lo dicessi cambierebbe qualcosa? -
Con quello sguardo e i capelli umidi era terribilmente sexy.
- Può essere -
- Può essere non mi basta! -
- Senti, mi hai rotto. Me ne torno a casa - Andai in camera per rimettermi i miei vestiti e mi sentii scaraventare sul letto, in un attimo mi fu sopra.
- Lo sai che finiremo insieme vero? -
- Ah! È questo che vuoi? Vuoi portarmi a giro e mostrarmi come un trofeo? -
- Non voglio mostrarti a nessuno, voglio tenerti soltanto per me -
- Sei folle Andrea! -
Iniziò a baciarmi, era troppo pesante per riuscire a spostarlo, provai a scansarmi ma alla fine mi arresi, mi piaceva il sapore delle sue labbra sulle mie, misi le mani tra i suoi capelli e lo sentii mugolare.
Lo spinsi via da me. - Basta Andrea! -
Rotolò sul letto appoggiando la testa sul gomito continuando a fissarmi mentre camminavo per camera alla ricerca dei miei vestiti.
- Dove sono i miei vestiti? -
- Ma dove vuoi andare? Sono fradici i tuoi vestiti! Calmati, vieni qui - Mi disse dolcemente.
Mi avvicinai sedendomi sul letto prendendomi il viso tra le mani.
Iniziò ad accarezzarmi i capelli, e quando mi rilassai del tutto mi fece sdraiare sul letto continuando ad accarezzarmi fino a che non mi addormentai.

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