#3 - Leggendo gli occhi di mio padre
Ciao mi chiamo Antoine, dal Sudan, Africa, e come sono finito in questo inferno proprio ancora non me ne rendo conto, è un male per me e per la mia piccola famiglia, Giselle mia moglie ed Elisabeth la mia piccola figlia, siamo solo sopravvissuti a tutti gli inganni ed alle violenze che mai immaginavo potessero esistere, ma le abbiamo superate. Tutte queste incredibili difficoltà le ho incontrate fuori dalla mia terra, povera arida terra, che credevo la peggiore ed inospitale di tutte, ... mi sbagliavo e di molto.
Sono le 4:00 del mattino, ancora buio ma devo andare, giù passa il furgoncino che ci raccoglie tutti per portarci ai campi di raccolta ortaggi. Mi alzo e silenziosamente mi lavo la faccia e mi infilo gli stracci da lavoro. Uno sguardo alla piccolina che dorme ed un bacio sulla fronte a mia moglie. E' un sistema molto organizzato, non sei tu con il tuo lavoro ma è il lavoro che ha bisogno di ingranaggi umani efficienti da consumare al sole ed alle fatiche, non c'è via di scampo, per uno come me che qui non ha titoli o non è specializzato. Ora è fresco ma tra un po' inizierà a picchiare il sole ed anche se ho la pelle scura si fa sentire molto peggio che nel mio paese. Qui è l'umidità e l'afa a non farti respirare, sembra assurdo ma era meglio nel mio paese dal caldo elevato ma secco, asciutto, si sopportava molto meglio.
Alle 5:00 inizia ad albeggiare ognuno con la sua sacca personale, un po' di acqua, guanti e un boccone da mangiare per la pausa pranzo. Ecco i campi grandi, belli, vastissimi, una ricchezza incredibile ma qui nessuno ci vuole andare, nessuno li vuole curare, questa incredibile fortuna. Qua in Italia sembra che nessuno voglia fare questo mestiere, tutti a studiare a correre dietro a lauree e diplomi che poi devono pure loro andar fuori, emigrare ancora più a nord. Pensano che questo non sia un lavoro? Forse hanno ragione ma solo per come è male gestito ed organizzato, ma anche per il fine che si aspettano che è solo profitto e sfruttamento, quasi una segregazione umana nel lavoro! Così impoveriscono noi che ci stiamo male ed anche il prodotto del nostro lavoro non è lo stesso.
Intanto a casa, un po' più tardi, è ora di svegliarsi e Giselle prepara tutto per la colazione, Elisabeth deve andare a scuola, anche se fa sempre un po' di problemi.
* Mamma, stanotte ho fatto un sogno strano, sono stata un po' agitata.
- Dimmi tesoro cosa è stato a turbare il tuo sonno?
* Non so un po' tutto agitato, mi si è rimescolato tutto in testa.
- Prova a dire dai, facciamo presto.
* Ero agitata perché come sono creava dei problemi, a me gli altri, anche se sono diversi da me, non creano problemi. Invece in qualche modo la mia diversa pelle, del colore della pelle, che è quello che vedono subito, loro mi stanno creando problemi, non so come lo chiamano qui, credo che ho sentito dire "bullismo" e non so bene che vuol dire, a me da fastidio quando ti prendono in giro e ti trattano male, anche se non ti toccano è un dolore è una sofferenza, dentro mamma, che non si vede che non emette suoni, ma pesa e segna l'animo, poi ogni giorno, sempre le stesse stupidaggini che per loro non hanno peso, anzi si divertono, ci ridono, io invece devo abbassare la testa ed andare oltre, fare finta di non sentire. E' pesante mamma questo fardello da portare continuamente dentro, ed anche quando esco da scuola e passeggio da sola o con qualche rara amica non mi fa stare tranquilla, non mi fa godere nessuna cosa bella, c'è come un velo di terrore che mi porto addosso, a volte sento il bisogno di guardarmi attorno o dietro se viene qualcuno verso di me ad inveire, oppure altro di peggio.
- Devi stare attenta figlia, qui ancora c'è molta ignoranza ed il suo peggiore frutto è la cattiveria, ma ci sono anche persone buone con l'animo gentile comprensivo, che non fanno differenze. E' importante che stai attenta, si quello sempre, e molto per non trovarti da sola in luoghi isolati.
* Ma poi io sono nata qui, conosco pure bene la lingua, non ci dovrebbero essere problemi nel capirsi e parlare, vivere, divertirsi assieme, giocare, correre, insomma la mia vita non ha nulla di diverso dalla loro, non vedo perché la pelle dovrebbe decidere qualcosa di diverso nel corso della vita delle persone. Mamma ricordi quando papà ci ripeteva sempre quella storia che la gente ignorante di questo paese avrebbe preferito buttarci le banane in mare per non farci arrivare. Ci vedevano, e forse ci vedono ancora, come "scimmie" dal paese delle "banane", che ci basta solo quello, che magari ci prendono per ignoranti e ci buttiamo a mare a raccoglierle come dei fessi, che presi dalla fame, anche se non sappiamo nuotare, le andiamo a prendere perchè conosciamo solo quelle, così ci andiamo ad ammazzare da soli?!? Eh mamma? Ma che razza di popolo è questo! Che razza di civiltà abbiamo intorno?!? Ma sono loro i civili? Io mi ricordo tutte quelle cose che papà mi raccontava della sua terra, della sua famiglia, del suo mondo, okey era sicuramente povero, sporco, ma naturale e senza inquinamento, pieno di valori semplici, veri e duraturi. Qui è già una condanna il solo respirare, possiamo essere accattati, anche se non abbiamo nulla di diverso addosso. Sono veramente odiosi a volte sai mamma?
- Non so bene perché ma ancora ci vedono come ospiti indesiderati, anche se facciamo lavori da tutti loro odiati, ci vedono sempre come il fumo negli occhi, anche se non facciamo niente. Ma io faccio come se niente fosse, per me non è un problema essere quella che sono adesso qui, non mi faccio nessun problema in realtà i problemi sono i loro.
* Mamma? Io negli occhi di papà vedo tanta forza e tanta fatica, tanta gioia e tanta tristezza. Come pure tanta paura e tanta rabbia, che non è la sua. Non lo è mai stato cattivo, neanche quando avrebbe dovuto per pura giustizia, ma se non hai la forza della prepotenza o dell'arroganza, non puoi nulla, meglio stare fermi e subire ingiustamente, abbozzare.
- Si hai ragione, nessuno conosceva questa forma di sentimento verso un altro essere umano, nostro simile insomma, eppure le tante difficoltà e fatiche fatte per giungere fino qui ci hanno trasmesso, insinuato pure questo, lo abbiamo dovuto assorbire nostro malgrado e ti assicuro che questo è il male minore cara. Beata te che non hai visto in faccia la cattiveria disumana dei signori della traversata in mare. Molti hanno pagato molti soldi, frutto di moltissimi sacrifici, sono saliti e non hanno mai visto all'orizzonte la terra promessa! Per una qualsiasi scusa o motivo, senza nessuno scrupolo ti uccidevano o buttavano a mare, nessun rispetto per noi, nell'animo non ho mai visto niente di simile, eravamo numeri, oggetti, ... e di nessun valore dopo che hanno preso i soldi in tasca non ti riconoscono più, anzi sei un ostacolo, un problema. Credimi ti sei risparmiata una tremenda esperienza per nulla umana, peggio della guerra, almeno lì sai da chi ti devi difendere, invece qui no, e non hai nessuna arma, completamente indifeso.
* Va bene mamma, non voglio farti stare male pure a te, di nuovo ogni volta che ti ricordi o che ne parliamo, ed anche con papà, ... scusa, erano solo le fobie della mia notte, ma passeranno vedrai. Andiamo che si è fatto tardi.
- Si come al solito vado a fare le pulizie e poi ci rivediamo all'uscita di scuola, capito? Ciao cara!
Nel tardo pomeriggio Antoine:
Uff...! Che giornata faticosa, neanche ti puoi fermare al bar per rinfrescarti che non ci vogliono neanche vedere da lontano, però il nostro lavoro gli fa comodo eccome. Non ne trovi uno di italiano neanche a pagarlo oro. E non siamo, come ci insultano, degli aspiranti o potenziali terroristi. Non siamo terroristi, chi ha il cuore puro non può essere terrorista! E sono loro che non sanno più cosa vuol dire una brava persona con la dignità e l'onestà e responsabilità di chi deve tirare avanti una famiglia. A questi locali ho visto fare e sentito dire cose poco dignitose e molto pericolose. Noi siamo qui per lavorare, senza farci fregare però, anche se maltrattati e sottopagati. Non siamo bestie da soma! Buone solo da essere bastonate e frustate. Una cosa però la so sicuramente: non voglio mai assomigliare a quella gente, senza scrupoli senza dignità e senza onestà. Solo lucro su lucro, come per gli scafisti, forse non usano armi o metodi troppo violenti ma di sicuro il loro animo non è chiaro e limpido come il mio. Non vedo perchè non posso sentirmi come loro, e non riesco a farmi almeno qualche amico di qui, non posso imparare a conoscere cose nuove se non c'è mescolanza. Se ho il mio colore della pelle e conosco bene la mia lingua non dovrebbero essere problemi per convivere insieme ed in pace! Io accetto voi con la vostra pelle e con la vostra lingua, poi sono io che mi sforzo di imparare la vostra, allora perchè non mi accettate? Non mi farete mai capire il perchè non accettate i miei sforzi.
Devo arrivare a casa per trovare un po' di pace e ristoro. Ecco, ci trovo i miei tesori d'oro: Giselle ed Elisabeth !
Ciao Giselle, finalmente a casa. Com'è andata la giornata Elisabeth? Raccontami tutto e non solo la scuola, ...
* Ciao papà caro, muah e muah ! Doppio bacio per te ci sta tutto, sempre, sei speciale per me e per la mamma. Allora, vediamo cosa ti volevo dire, si va bene a scuola senza troppi problemi oppure i soliti di quelli che stanno sempre a giudicare e mi mortificano un po', ma io voglio essere come loro, trattare ed essere trattata come loro, ma alcuni non lo capiscono proprio, o lo fanno apposta, ma fa male e non gli importa niente lo stesso. Vedi papà a me importa la cultura, la loro cultura che quindi è la mia, non ci dovrebbero essere differenze. Io voglio imparare come loro, ne di più ne di meno, voglio lavorare come loro, ne più ne meno, papà voglio fare il "medico"! E' una professione bellissima, a contatto con le persone da curare, seguire, capire loro e la loro malattia se è vera o immaginaria, è molto affascinante per me!
Brava Elisabeth, si ha sempre bisogno di dottori e medici, specie quelli bravi come te! Ma vuoi sapere una cosa?
* Si certo!
Vedi quando ci sono le guerre si muore perchè si cerca di vivere, una vita risoluta, si sa quello che si vuole, non ti dico se giusto o sbagliato, ma è sempre stato così la vita delle persone, dei popoli era spesso determinata dalle guerre e dal loro esito. Ora invece, anche in tempo di pace si vive per morire in tantissimi modi diversi, e non si conosce neanche il perchè, colpa di una vita dissoluta, se non si sa quello che si vuole si è in balia del nulla, dell'incerto, del relativo, senza regole e condizioni, tutto è permesso, come pure il contrario di tutto, ... quindi di medici bravi per curare le ferite prodotte dalle "guerre/non guerre" ce ne sarà sempre più bisogno. Brava coltiva questo desiderio ti fa onore, e perseguilo contro tutta l'ignoranza che alberga intorno a te.
* Grazie papà, sei un grande uomo e non solo per me e la mamma. Ora voglio rivelarti un segreto, un mio segreto.
Avanti dimmi, che cosa mai avrai di segreto da nascondere ...?
* Il mio sogno! Nonostante tutto il male ricevuto in passato, e che comunque ci ha permesso di arrivare fino a qui, nonostante che hai dovuto lasciare un paese bello ma povero di risorse per vivere, ma ricco di risorse da recepire personalmente, io, nella mia fantasia, io vedo un "mondo giusto"! Nonostante tutto io sogno un "Mondo più Giusto". E' quello che ho sempre visto nei tuoi occhi papà, anche se sono ogni giorno un poco più stanchi e affaticati io non li scorderò mai e sosterrò il tuo sogno, mamma, tu ed io "insieme". Ti adoro così come sei papà.
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