Prologue
Era notte quel giorno.
Una notte senza stelle.
Una notte senza la luna.
Una notte piena di buio e il buio faceva aprire voragini nel cuore.
E in quella notte, come per le altre 365 antecedenti a questa, mi chiesi dove fosse lui.
Non sarebbe dovuto neanche importarmi molto, ma per non si sa quale assurdo motivo, ogni notte mi ritrovavo a pensare a lui.
Ai suoi dannati occhi azzurri.
Alle sue lentiggini,
Alla sua pelle candida,
Al suo orribile carattere.
E al sui modo di fare.
Lo conoscevo da tutta la vita eppure mi era sempre sembrato di non sapere niente di lui.
Riusciva ad essere così enigmatico a volte.
Era come se ogni sua parola, ogni suo gesto fosse calibrata, come se non volesse sprecarle.
Era un grande osservatore.
Gli piaceva guardare negli occhi le persone.
Ed era uno sguardo così intenso da farti sentire in soggezione.
Sembrava volerti mettere a nudo di tutte le tue paure.
Ed era così terrificante.
E bellissimo.
Perché ti faceva sentire ammaliata, quasi come il canto di una sirena riusciva a
E dentro di me lo sapevo che prima o poi sarei stato il marinaio in balia del suo canto.
Ma non me ne importava.
Mi bastava avere lui accanto.
A volte guardava fuori dalla finestra per ore.
Sembrava come assorto in un altro mondo.
In un mondo che sembrava così distante dal nostro. Forse più bello.
Eppure lo si leggeva dagli occhi.
Era tanto triste.
Era come se un alone di oscurità lo cincondasse costantemente.
E un giorno quell'oscuritá l'ha risucchiato completamente.
Perché succede così con il dolore.
Se non impari a combatterlo ti risucchia completamente, come se fosse un'enorme pozzo senza fondo.
E così un giorno se n'era andato.
Scomparso.
Era queste le parole incise su tutti i volantini, le trasmissioni televisive.
Un enorme scritta rossa con allegata la sua foto.
E ogni volta faceva così male.
Come un veleno che lentamente ti arriva al cuore senza che tu abbia modo di difenderti o scappare.
Faceva cosi male che lui semplicemente un giorno avesse deciso di andarsene senza un apparente motivo.
Semplicemente lasciando tutto e tutti.
E lasciando me.
Qualsiasi cosa fossimo noi.
E a nessuno sembrava importare nulla di ciò, forse troppo presi con le loro vite.
E forse è proprio vero che siamo solo di passaggio nelle vite degli altri.
Guardai il cielo nella speranza di avere delle risposte.
Non avevo mai creduto a questo genere di cose, ma lo guardai comunque nella speranza che lui potesse ritornare.
Ma il cielo non mi diede risposte.
C'era silenzio. Solo silenzio.
Lui mi aveva sempre detto di ascoltare il silenzio della notte e di trovare la strada giusta attraverso il consiglio della luna e delle stelle.
Istintivamente guardai di nuovo il cielo cercando qualcosa, il riflesso della luna o magari una stella.
C'era n'era solo una.
Era piccola ed era nascosta dal grigio delle nuvole, ma era come se brillasse di più per farsi vedere nel buio.
Come una sorta di speranza.
Era una combattente quella stella.
La osservai a lungo.
Era bella e sembrava diversa, sembrava così familiare che ne rimasi incantata.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo e deglutii forte.
Non avevo mai provato nulla del genere.
Poi distolsi lo sguardo, come imbarazzata e lo abbassai sui miei piedi nudi e sull'erba fresca del prato di casa mia.
Una sensazione di vuoto mi attanaglió subito lo stomaco, come se avessi perso qualcosa e così alzai di nuovo lo sguardo verso quella stella.
Era ancora lì, non si era mossa minimamente.
"Ascolta il silenzio."
E così lo feci.
Per tutta la notte.
Ad un certo punto però quel silenzio si fece più rumoroso, come se da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa di grandioso.
Rizzai le orecchie, misi in allerta tutti i miei sensi e sentii qualcosa.
Come un rumore, un sospiro.
Sarei dovuta essere spaventata, inquietata, sarei dovuta scappare, ma invece mi avvicinai di più alla fonte di quel rumore, come visibilmente attratta.
C'era una lucciola.
Brillava e batteva le ali in un modo così energico da invogliarmi a seguirla.
Camminai per una decina di miglia, fino ad arrivare ad un grande prato.
Non lo riconoscevo, eppure era soltanto a poche miglia da casa mia.
Il prato era buio, ma l'erba era bagnaticcia, come se fosse passato di lì a poco un irrigatore.
Mi stesi sull'erba fredda e osservai il cielo.
Da qui le stelle si vedevano meglio.
C'è n'erano tante piccoline e quella di prima sembrava brillare fra le altre.
Ad un certo punto, come per magia, una figura si avvicinó a me.
La osservai meglio.
Alcune ciocche dei capelli mori gli ricadevano sulla faccia.
Gli occhi azzurri parevano più scuri in quel momento, ma avrei saputo riconoscerli fra mille.
Era lui.
Il ragazzo che avevo aspettato per 365 giorno era qui, davanti ai miei occhi.
Sarei voluta correre fra le sue braccia, ma rimasi ferma ad osservarlo per un po'.
Mi avvicinai a lui titubante, come se la mia vicinanza potesse farlo scappare da un momento all'altro.
Ma lui non scappò, mi guardó dall'alto in basso e mi sorrise, un sorriso caloroso, un sorriso sincero.
E così sorrisi anche io cercando di nascondere la mia inquietudine e al contempo la mia felicità.
"Dove sei stato tutto questo tempo?" chiesi subito dopo incrociando le braccia al petto.
Avevo bisogno di risposte e lui era l'unico a potermele dare.
"Alla ricerca di sogni." mi rispose lui e io alzai gli occhi al cielo, infastidita dal suo atteggiamento.
Le sue risposte mi avevano sempre confuso. Non ero mai stata in grado di capirle e forse era proprio questo il motivo per cui lo odiavo tanto.
"Inventati una scusa migliore." gli dissi scocciata e lui sospirò, come divertito dalla mia confusione.
"Cosa devo fare con te Sky." chiese retoricamente per poi parlare subito dopo.
"Sai, ci sono momenti in qui una persona si stanca di vivere la solita realtà e ha bisogno di vivere qualcosa di diverso. Ed è un quel momento che la realtà si confonde con la fantasia ed è qualcosa di magico." mi disse lui sotto il mio sguardo scettico.
"Sai che non credo a tutte queste cose." gli dissi quasi rassegnata da tutte quelle frasi da interpretare.
Non erano da me. E neanche sognare lo era.
"Se apri il tuo cuore lo vedrai anche tu. Non tenerlo chiuso in una cassaforte, sogna.
Perché i sogni sono il modo migliore per fuggire dalla realtà.
Sogna e vivi.
A volte vivi anche di quei sogni.
È questo il trucco della felicità." disse mentre la sua figura si allontanava fa me. Una sensazione di vuoto mi assali ancora e mi avvicinai di più a lui con lo sguardo triste.
"Te ne vai già?" gli chiesi sperando in una sua risposta negativa.
Lui si girò verso di me e mi sorrise.
Mi aveva rivolto lo stesso sorriso di poche ore prima e mi sentii protetta da quello stesso sorriso.
"Vado alla ricerca di altri sogni, ma ritornerò." mi disse lui sicuro di sé, non abbassando per un momento gli occhi dai miei.
"Quando?" risposi impaziente di rivederlo. Non potevo aspettare un altro mese o forse più prima di rincontrarlo, ne avevo bisogno adesso. Lui era come la droga più potente che avessi mai provato e non riuscivo a farne a meno.
"Quando anche tu sarai alla ricerca dei miei stessi sogni. Ci incontreremo a metà strada, forse per caso, forse per destino e sarà magico proprio come adesso. Ricorda, ascolta il silenzio della notte e mi rivedrai." mi rispose prima di sparire fra gli alberi vicino lentamente.
Lo seguii per una decina di minuti in quella fitta foresta, ma lui si era come volatilizzato, come era successo un anno fa.
La luna e le stelle erano scomparse, il sole stava albeggiando e per una volta desiderai che tornassero ancora le stelle e la luna, per poterle osservare ancora. Per poterlo rivedere ancora.
Mi alzai da quel freddo prato e tornai in casa.
E finalmente, dopo un anno, sorrisi.
Non c'era una vera ragione, ma quel giorno in sole sembrava risplendere di più e il caldo sembrava meno afoso.
O forse perché l'avevo rivisto.
Non era stato per molto tempo, ma mi era bastato perché mi aveva promesso che ci saremmo rivisti e lui manteneva sempre le promesse.
"Ascolta il silenzio della notte. Apri il cuore"
E anche se non credevo a tutte queste cose mi ripromisi di osservare ancora le stelle anche la notte successiva.
Spazio autrice.
Buonciao a tutti e buona giornata.
Vi è piaciuto il prologo?
Lo so, è molto particolare come inizio, ma del resto neanche io lo sono molto.
Premetto che questo è solo il prologo e che il resto dei capitoli saranno più lunghi di così.
Ps. Per chi seguirà questa storia voglio solo dire che sarà sotto uno stile diverso rispetto a quello delle mie altre storie, proprio data la sua particolarità.
Siete pronti a leggerla?
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