~capitolo ventisei~


Vorrei un tuo sguardo sai?
Dio se lo vorrei.
Uno di quelli
Che ti si stampano dentro
E non se ne vanno mai più.


ALESSIA

«Dovresti fermarti sai» Sento dire da una voce un po' sbiadita, allora mi volto, muovendomi in un modo strano.

«E tu chi sei? E...che cosa vuoi da me?»

«Sono quello che ti sta dicendo di smettere di bere e magari di tornare a casa» Risponde questo tizio dalla voce ed il volto sbiaditi.

«Allora tizio: punto uno hai bevuto anche tu, ne sono sicura, quindi non farmi la predica.
Punto due sei a questa festa come me, quindi non farmi la predica!
Punto tre non ti conosco.
Punto quattro non hai risposto alla mia domanda di prima.
Punto...ho perso il conto» Sento qualcuno ridere, e dopo poco appuro di essere stata io, e ridacchio di nuovo, «Vado a bere qualcos'altro» Dico incamminandomi verso...non so dove.
«Hey, hey tesoro tu non vai da nessuna parte» Dice il ragazzo di prima prendendomi per il polso.

«Ma che vuoi? E poi perché sei così sbiadito?»

«Ma cosa...? Sbiadito? Oh dai, dov'è casa tua?» Chiede senza rassegnarsi.

«Non lo vengo a dire a te» Rido.

«Ma perché ridi? Dimmi dov'è casa tua e ti ci porto, e magari anche il tuo nome»

«Desidera altro signore?»

«Sarei apposto solo con questo» Afferma nascondendo un sorriso, ed io scoppio a ridere.

«Sono Alessia ma c
asa mia non esisteeeee» Dico mettendogli SICURAMENTE paura.

«Va bene, vieni con me ti metto a dormire»

«Noooo» Dico piagnucolando «Non voglio andare a nanna!» imputo i piedi a terra ed incrocio le braccia.

«Ma dai! Non fare la bambina e seguimi, devi finirla di bere»

«Coooosa? C'è troppa musica non sento» Ridacchio.

«Lo so che mi senti, ora vieni con me o ti prendo di peso»

«È una...minaccia?» Rido, rido, e rido.

«Assolutamente sì»

«Prova a prendermi tizio senza nome» Dico facendogli la linguaccia.

«Ho un nome...forza, vieni con me» Controbatte facendo dei versi per lo sforzo e sollevandomi a mo' di sposa.

«Mettimi giù! »

«Dio, è un maledettissimo cliché» Blatera portandomi su per delle scale.

«Cli... cosa?»

«Lascia perdere» Con un po' di fatica abbassa la maniglia di una porta e entra dentro con ancora il mio peso tra le braccia.

«Dai! Peso troppo mettimi giù» Farnetico.

«Ma che! Sei leggera come una piuma, ma sì, devi scendere e sdraiarti, così ti porterò un po' d'acqua» Mi adagia lentamente su questo letto dalle lenzuola di un colore che non riesco a percepire, «Torno subito»

«Apetta!» Gli ordino, «Come ti chiami ragazzo sbiadito?»

Ridacchia per il mio nomignolo, e risponde: «Dante, Sono Dante »

«Cosa?» Dico scoppiando a ridere, «L'alcol fa strani effetti credo, mi potresti ripetere il tuo nome?»

«Dante» Risponde serissimo.

«Non ci credo»

«Dormi, vado a prendere dell'acqua» Sussurra scuotendo la testa.

Dante è un nome anche in questo secolo?

ANNA

Io ed Alessia continuiamo ad evitarci, ci siamo salutate appena arrivate e poi lei è praticamente scappata via; non ci credo che ha una cotta per me, è assolutamente impossibile, Alessia è etero, la conosco da troppo tempo per non saperlo, è in un periodo di confusione, devo aiutarla e risolvere assolutamente questo problema.
Un altro problema è l'uscita, anzi le uscite, che abbiamo avuto io ed Alec, una colazione ed una cena in tutta tranquillità, ma c'era un allarme che suonava e risuonava nel mio cervello dicendomi che c'era qualcosa di troppo, che erano uscite da coppia e non da due amici che vanno a letto insieme, ho l'impressione che dovremmo parlarne, ma non ne ho proprio voglia, non mi piacciono le persone, e non mi piace parlarci, ma Al è stato così gentile con me in questi giorni, non andiamo a letto da circa una settimana, sembriamo una vera coppia, è una cosa spaventosa.

«Ahhh» Imprecò immediatamente sentendo qualcosa di estremamente freddo bagnarmi la camicetta bianca.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti un ragazzo discretamente alto, con un paio di occhi verde scuro, troppo grandi per appartenere a questo viso tagliente, non è muscoloso, ha delle labbra carnose ma non troppo, ha la guance arrossate, e...forse meglio distogliere lo sguardo.

«Cazzo guarda dove vai! È trasparente!» Oh merda.

«Oddio scusami» Dice all'apparenza realmente dispiaciuto.

«Cosa cazzo faccio...» impreco sotto voce senza fare troppo caso a questo ragazzo.

«Come posso aiutarti?»

«Hai una camicetta da donna bianca, per caso?» Chiedo sarcastica.

«Ehm no, vuoi la mia felpa?» Mi chiede, e senza darmi il tempo di rispondere se la sfila velocemente.
Non è come quelle felpe enormi di tre taglie in più che i ragazzi prestano alle ragazze infreddolite nei film, lui non è troppo alto, è di statura media, e indossando la sua felpa mi rendo conto che a malapena mi copre il sedere.

«Fantastico...abbigliamento decente: adato» Dico tra me e me.

«Dai non farne una tragedia, la camicetta si asciuga, e la mia felpa è sicuramente comoda e calda»

«Anche troppo, io preferisco il freddo» Dico per poi sentir vibrare qualcosa nella tasca centrale di ciò che avevo appena indossato; ne estraggo velocemente un telefono vecchio dallo schermo rotto e lo porgo all'individuo davanti a me.

«Cavolo» Dice preoccupato leggendo il messaggio da poco arrivato.

«Problemi in paradiso?» Chiedo saracastica.

«Non so dove tu veda il paradiso, ma devo chiederti un favore»

«E perché mai dovrei farlo al ragazzo che mi ha bagnato la camicetta?»

Ignora la mia domanda e mi risponde dicendomi subito cosa fare: «C'è una ragazza ubriaca stesa in un letto qui sopra portagli dell'acqua e magari trova un modo di farla arrivare a casa, sta davvero male»

«Non sono la tua segretaria lo sai? Non so nemmeno chi sei» Rispondo acida.

«Sono Dante, adesso devo andare, aiuta quella ragazza mi fa davvero pena, non deve star passando un bel periodo cavolo»

«Dante? Sul serio ti chiami Dante?» Domando incredula con una risatina.

«Si, devo andare davvero, fa ciò che ho detto per favore e trova un modo di riportarmi la felpa» Ordina facendosi spazio tra la folla e scappando via.

Dante? Veramente?

Mi dirigo velocemente sopra le scale, con la testa che mi scoppia per questa musica insopportabilmente alta e per quel cocktail che ho bevuto a stomaco vuoto.


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