Vita di carta,
Cuore di ferro.
Resistiamo
ed esistiamo
Grazie ai
"nonostante tutto"
Che ci legano
A qualcuno,
Che alla fine è
Sempre
Come noi.
"Apro io" sono state le parole prima del putiferio.
Eccoci in classe, ho appena aperto la maniglia e credo che le corde vocali mi si siano annodate.
Vita di carta cuore di ferro.
Sono le uniche parole che mi vengono in mente per descrivere questa situazione, ed in effetti descrivono sia me, sia G, sia Francesco.
Mi sforzo enormemente per riuscire a parlare: «Buonagiorno professor Ravenna, come sta?» non è difficile leggere nel mio tono di voce il nervosismo. Cerco di essere il più educata possibile ma so che non sarà così, lui è la persona più bonaria che conosco, e segue le regole più di chiunque altro, odia che qualcuno entri in classe all'improvviso, ed ora che prenderò Francesco potrebbe realmente sospendermi.
«Andante» ed eccolo qui: il suo solito tono di rimprovero che prevede io stia per fare qualcosa di imperdonabile, «Che ci fa qui a quarantacinque minuti dall'inizio della lezione? Nel giorno sbagliato tra l'altro, lei studia con me il mercoledì, e tra parentesi le ultime due volte è stata assente» Si alza ed incrocia le braccia.
Vado verso l'ultimo banco dove si trova Francesco con un livido sull'occhio e un taglio, e più lo guardo e più mi rendo conto che Giacomo ha ragione: lo picchiano per forza.
«Francesco vieni con noi» dico falsamente decisa, sforzandosi di avere sicurezza negli occhi spaventati.
Francesco si alza ed il professore scatta immediatamente in una risata amara, poi inizia a parlare.
«Signorina Andante cosa pensa di fare? Non può entrare qui a quest'ora interrompendo la lenizione e facendo uscire un mio alunno, che per altro stavo anche per interrogare, e sperare che io chiuda un occhio» dice con tono di avvertimento, ma sono consapevole che anche se me ne andassi adesso chiamerebbe i "miei genitori" e si scatenerebbe l'inferno: ormai il gioco è fatto, meglio andare avanti.
«Oh professore, invece posso, e lo sto facendo proprio adesso, mi scusi per il disturbo ma dobbiamo fare un serio discorso con il nostro amico, quindi noi ora, con il suo permesso, o senza in realtà, ce né andiamo» dico non sembrandomi affatto me stessa.
«Spero lei stia scherzando Andante perché ci saranno gravi ripercussioni» risponde con tono calmo.
Pensa realmente che io stia scherzando? Dai suoi occhi blu mare sembra di sì.
Prendo Francesco per un braccio e faccio segno a Giacomo di uscire, cosa che fa immediatamente, seguito da noi e dalle urla del professore abbastanza monotone rispetto a ciò che ha detto prima: «CI SARANNO DELLE GRAVI RIPERCUSSIONI! PER TUTTI E TRE!» credo che potrebbe aver fatto crollare i muri dell'intero edificio con solo questa frase urlata talmente forte, che se fossimo stati sott'acqua a tre isolati da qui nella piscina pubblica dove andavo da bambina con mia madre, e avessimo indossato dei tappi per le orecchie, e lì un bagnino stesse urlando con tutte le sue forze, avremmo comunque sentito il professore, forte e chiaro.
FRANCESCO
Che cavolo sta succedendo?
Si rendono conto di quello che hanno fatto? E di quale conseguenze potrebbero esserci? Per cosa poi? "Parlare" hanno detto. E di cosa? Magari del perché si sono assentato per così tanto eh.
Anna mi sta ancora trascinando come un cagnolino, fin quando mi lascia essendo arrivati al muretto dov'ervamo il primo giorno di scuola.
«Allora? Che cazzo succede?» chiedo seccato muovendo i muscoli del viso tanto da procurarmi dolore al taglio sotto lo zigomo.
«Dovremmo chiedertelo noi Fra» e finalmente è Giacomo a parlare...pensavo non lo avrebbe mai fatto, lo avrei capito, probabilmente è arrabbiato con me, mi ha scritto dei messaggi, ne sono sicuro lo conosco bene, ma mio zio mi ha preso il telefono e lo ha scagliato per terra, quindi anche se avessi voluto, e non volevo, l'unica cosa che desideravo era stare solo, non avrei potuto parlargli.
«Non capisco» dico con le mani che mi tremano, in realtà credo di aver capito benissimo, almeno inconsciamente dato che le mani iniziano a tremarmi e gli occhi a gonfiarsi di un liquido a me non troppo sconosciuto.
«Credo sia impossibile che tu non abbia capito...» dice G abbassando la testa, allora continua Anna a parlare: « Te la renderò più semplice: chi ti ha fatto del male?»
Lascio schiudersi le mie mani che prima senza accorgermene avevo chiuso con forza e sento il cuore battermi talmente forte dalla paura che potrebbe uscirmi dal petto senza nessuna fatica se io non mi stessi trattenendo.
Ricordo improvvisamente le parole dello zio Sam: «Se tu dirai a qualcuno di tutto questo, farò del male anche a loro» disse con un sorrisetto talmente compiaciuto da sembrare un bambino a cui avevano appena offerto un muffin ripieno di crema e cioccolato.
«Ma non solo, farò a te, talmente male che il giorno dopo avrai paura anche solo a muoverti e che desidererà i così ardentemente aiutarmi che mi pregherai in ginocchio, e se proverai a scappare da qui, ti sbatterò al muro ammazzandoti di botte e prendendoti a pugni sul tuo bel faccino debole» poi mi prese per i capelli e mi chiese urlando: «Tutto chiaro?!»
Acconsentii.
Non riuscii a parlare e nemmeno a piangere in realtà.
«Nessuno» rispondo deglutendo rumorosamente.
«Dai Fra» quasi urla il mio migliore amico, « Cazzo diccelo, di noi ti puoi fidare, di ME ti puoi fidare, mi conosci da sempre, e anche se tu ora non vuoi dircelo, noi abbiamo già capito, e non abbiamo intenzione di starcene fermi a non fare nulla» adesso stava proprio urlando.
«V-voi C.....cosa sapete?» chiedo balbettando.
«Sappiamo che qualcuno...» sembra quasi che non riesca dirlo dal dispiacere.
Merda. Credo sappia davvero.
«Che qualcuno in casa ti fa del male! E dato che vivi con tuo zio può essere solo lui: LO ZIO SAM TI FA DEL MALE, E TE LO FACEVA ANCHE QUANDO DA BAMBINO VENIVA A TROVARTI!» urla talmente forte che penso le corde vocali gli si potrebbero da un momento all'altro staccarsi come le cordicelle di una vecchia chitarra.
Le lacrime mi rigano il viso ed improvvisamente sento il bisogno di attaccarmi a qualcosa, a qualcuno.
Faccio i pochi passi che mi dividono dal mio migliore amico e lo abbraccio con tanta forza, iniziando subito a singhiozzare.
Da oggi Giacomo sarà la mia ancora: ne ho bisogno.
Spazio autrice
Grazie per tutte le visualizzazioni siamo quasi a 900!!! Con i voti abbiamo superato i 400 e per me sono entrambi grandissimi traguardi, grazie, grazie, grazie.
Buon Natale a tutti lovses! Passate delle bellissime feste.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top