capitolo quattro


Siamo fatti
Di nuvole
Di speranze cancellate
E di sogni infranti.
Siamo fatti di stelle
Di luce
E di buio.
Siamo fatti
Di vita
E lo dimentichiamo.

GIACOMO

Le feste non mi sono mai piaciute, tantomeno le discoteche, i posti pieni di gente, la musica troppo alta o qualsiasi tipo di rumore troppo forte.

Odio vedere adolescenti che fumano o che bevono in abbondanza la cosa che più detesto però è vedere il mio migliore amico Francesco farlo, perché lo fa? Lui non è così.
Si sta rovinando per piacere agli altri, so bene che non lo farebbe per altri motivi se non per questo o perché qualcosa lo logora dentro, lo conosco da 13 anni e fino a 2 anni fa era il ragazzo più tranquillo, puro e sincero che io conoscessi.
Veniva sempre lasciato in disparte, fuorché da me che avevo sempre bisogno di stargli accanto.
Il bene che gli voglio è davvero forte, ma dubito che lui me ne voglia anche solo la metà di quanto gliene voglio io, da quando Viola, sua madre, è morta due anni fa, lui non si apre più con nessuno, parla, si, ma non si concede a nessuno, se gli chiedi come sta, ti risponde:"come al solito" sorride, e così tutti danno per scontato che si tratti di un sorriso vero e che il suo "come al solito" voglia dire:" sto bene", ma a quanto pare nessuno si scomoda a chiedergli se voglia davvero dire questo, se lui stia davvero bene.
Io so che sta male, so che è triste e che dentro si sente logorare, sente il dolore che lo mangia dentro, e ad ogni boccone del suo cuore e della sua felicità chiede di nutrirsi ancora.
Dice di essere forte, ma in realtà lui è fragile proprio come quegli animaletti di vetro antichi da collezionare, vecchi almeno di 40 anni, che mia nonna tiene sulla libreria a destra di "orgoglio e pregiudizio" che poi non è nemmeno un libro suo ma della mamma, mia mamma.
Francesco è fragile ma non se ne accorge, o non vuole ammetterlo, e così dimostra a tutti il contrario, beve fuma e si porta a letto ragazze a non finire, anche se io so che non è quello che vuole.
Ma cosa vuole?
Già bella domanda.
A Francesco dovrebbero insegnare ad amare, così forse qualcuno riuscirebbe a colmare quel vuoto che il dolore, bramoso di nutrirsi di lui, gli ha lasciato nel petto.

Lo guardo con attenzione.
Sta parlando con tre ragazze, sedute al bar, lui in piedi, sta toccando la gamba di una di loro, mentre un'altra gli sussurra qualcosa all'orecchio e l'ultima lo tocca senza pudore davanti a tutti.
Quello che sta facendo e che si fa tutti i giorni è sbagliato, non sbagliato in generale, perché comprendo che lui senta il bisogno di avere le sue esperienze, o che chiunque lo senta, ma è sbagliato per lui adesso, perché non è quello che vuole, lo so. Me lo dicono i suoi occhi di quel semplice marrone che da sul verdastro spento, me lo dice la sua bocca, che a volte si apre per dire qualcosa ma poi si richiude velocemente sperando di non essere vista, me lo dice la mano che si passa nervosamente tra i capelli neri, folti e morbidi ogni volta che prova qualcosa che non capisce, me lo dice il suo modo insicuro di muoversi che cerca a tutti i costi di rendere stabile e sereno, me lo dicono i vestiti che indossa, quelli che sua madre gli aveva comprato prima di morire, forse troppo vecchi, ma a cui lui tiene troppo, me lo dicono le canzoni tristi che ascolta, me lo dice il suo sguardo in classe perso nel vuoto ogni volta che c'è il temporale, proprio come quell'indimenticabile 29 settembre, in quei momenti torna il vecchio lui, ed è probabile che anche il Francesco di adesso lo senta, perché i suoi occhi diventano lucidi e deve sforzarsi con tutto se stesso per alzare su la testa e non far scendere le lacrime.

Francesco è una di quelle persone, che se fosse se stesso potrebbe essere considerato speciale e unico, ma preferisce essere uno dei tanti a cui tutte le ragazze vanno dietro, preferisce essere sotto l'attenzione di molte per poco invece che sotto l'attenzione di una, o uno, che gli piace davvero magari, per molto.
Francesco ha potenziale, è speciale, e io credo davvero che se non scegliesse di rovinarsi in tutti i modi possibili ed immaginabili avrebbe un futuro incredibile davanti, e tanto amore dentro che più ragazze o ragazzi potrebbero innamorarsi di lui.

Ho provato mille volte a far tornare il Francesco di una volta, e finché vedrò anche solo uno spiraglio di luce in lui continuerò a farlo, tengo tantissimo a lui, e credo che questo sia semplicemente perché ci conosciamo da tantissimo tempo, non so come definire questo sentimento di bene puro che provo per lui, dato che è più forte di quello che provo per i miei amici, eppure è più debole di quello che provavo per il Francesco di una volta.
Perso nei miei pensieri non ho notato che il mio amico e le tre ragazze sono spariti, e non voglio nemmeno immaginare che cosa stia accadendo in questo momento.

«Hey, ciao» Sento una voce dietro di me, e immediatamente mi alzo da questi divanetti blu molto graziosi dal mio punto di vista, e mi volto

«ciao...tu sei?» Sono già abbastanza infastidito dalla sparizione del mio migliore amico, anche questa ragazza ci si doveva mettere?

«Matilde...ci conosciamo? Hai un viso familiare...» Dice con un sorriso ammaliante, mostrando tutti i denti bianchissimi.
Non capisco se ci stia provando con me e se dica davvero, ha degli occhi verdi incantevoli, molto diversi da quelli di Francesco, che danno più sul marrone, e che, nonostante siano semplici trovo più belli.
Ma lui che c'entra adesso?
Non so come riesca a comparire in ogni mio pensiero...

«Tu come ti chiami?» Mi chiede portandosi la chioma nera proprio del colore di quelli del mio amico, ma forse meno lucente, dal lato sinistro del collo.
«Giacomo» Dico forzando un sorriso.

«Bel nome» Si, ci stava decisamente provando con me.
-Posso sedermi?- mi chiede cordialmente sorridendo a sua volta.
Faccio cenno di si con la testa, e lei si accomoda accanto a me, sistemandosi la gonna.
Inizia a parlare, e a farmi domande, a cui cerco di rispondere educatamente, è una bellissima ragazza, è educata, gentile e sembra che abbia un particolare interesse per me, piacerebbe a chiunque, ma a quanto pare sono io a non provare nessun interesse per lei, ma perché? Che problemi ho? Perché sono qui con lei poi? E invece Francesco dov'è? E perché penso a lui? Gli voglio bene.
Che casino in testa maledizione.

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