capitolo nove

Ci sono
Alcune persone
Che sono di un genere
Strano,
Tu le guardi e ti chiedi:
Mi aiuterà a uscirne
O mi distruggerà?

ANNA

Ormai da quasi due mesi, qualche volta a settimana, io e Alec ci "divertivamo" insieme.
È iniziato tutto il pomeriggio del giorno dopo che c'eravamo conosciuti.
Lui era lì a leggere le mie scritte sui muri -fatte illegalmente, di cui per fortuna lui non ha parlato con nessuno- e quando lo ho visto così preso ho quasi pensato gli piacessero, non so.
Lo ho baciato.
Senza nemmeno pensarci lo ho baciato come fosse un gesto naturale senza nessun peso o conseguenza, lui ha ricambiato, e da quel giorno ci vediamo spesso, non parliamo molto, anzi di solito non parliamo affatto, ci soddisfiamo e poi ci rivediamo quando uno dei due ne ha voglia.
Da quando vado a letto con lui non ci sono più andata con nessun altro, non perché io pensi a lui, ovviamente è solo perché è bravo e perché mi va. Mi piace che abbiamo questa cosa senza impegni, io non credo nelle relazioni serie, lui invece sembra avete un'opinione differente.
Cerca sempre di avere un contatto più profondo con me, e nei suoi occhi marroni sbiaditi c'è una luce quando gli concedo qualcosa che mi fa sospettare cerchi quel che io non posso dargli.
Sembra abbia sempre voglia di parlare con me, di farmi domande, di conoscermi, mi chiede come sto, cosa ho fatto quel giorno, io cerco sempre di distrarlo, facendo altro, ma lui non si arrende, e cerca di trovare in me qualcosa che dubito ci sia davvero.
Io sono una di quelle persone che alla domanda "tutto bene?" o "stai bene?" risponde sempre "diciamo di sì". Non perché io voglia che qualcuno si incuriosisca e mi chieda cos'ho ma, semplicemente, perché è vero: diciamo di si.
Tutti noi diciamo di si anche se non è vero, diciamo di essere persone oneste ma quando stiamo male non lo diciamo, e se poi qualcuno prova a dirlo viene giudicato " uno che cerca attenzione". Ma la verità, è che chiunque di noi mente.
Tutti noi mentiamo definendoci persone oneste.
Mentiamo dicendo che stiamo bene.
Mentiamo dicendo che ce la facciamo da soli, e che non abbiamo bisogno di aiuto.
Mentiamo dicendo che è stata una nostra idea.
Mentiamo dicendo che non proviamo nulla nei confronti di una determinata persona.
Mentiamo dicendo che odiamo la nostra vita: poi ci svegliamo di fretta ogni mattina e andiamo a scuola, o al lavoro.
Mentiamo parlando di noi stessi.
Mentiamo fingendo di ascoltare i discorsi di qualcuno.
Tutti noi, passiamo molto del nostro tempo a mentire.
E sbagliamo.
Sbagliamo perché stiamo male e non lo diciamo.
Sbagliamo perché speriamo di migliorare tutto quanto mentendo.
Sbagliamo perché cerchiamo di affrontare tutto da soli.
Sbagliamo perché crediamo che nessuno si accorga che indossiamo delle maschere.
Sbagliamo a nascondere l'amore.
Sbagliamo credendo che si maturi con i "si": i "no" insegnano a  crescere, hanno insegnato a me a crescere, il dolore mi ha fatto bene, sì, mi ha insegnato a non fidarmi, mi ha insegnato ad essere distaccata, che i legami troppo forti fanno male, come un braccialetto annodato troppo stretto intorno al polso.
Avevo trovato una risposta alla domanda che mi ponevo da non so quanto: no, non mi sarei affezionata ad Alec.


GIACOMO

Sono arrivato qui 10 minuti fa con l'intenzione di parlare a Francesco e chiedergli cosa stava succedendo.
Volevo avere spiegazioni da lui, e mi sarei aspettato che alla mia domanda si sarebbe immediatamente sfogato con me: sono il suo migliore amico.
Lui non lo ha fatto.
Eh no non ne ha avuto il tempo.
Perché? Lo ho baciato cazzo.
Che mi è saltato in mente? Lui sta uscendo con una ragazza ed io...bè no non sto uscendo con nessuno, ma sono il suo migliore amico, e lui è un ragazzo, un ragazzo, un ragazzo, un ragazzo!
Cioè probabilmente io non volevo nemmeno baciarlo...si, volevo dargli un casto bacio sulla guancia, ma una cosa da amici.
Non volevo avventarmi sulle sue labbra rosse e sottili e stamparci con dolcezza le mie, né approfondire il bacio lentamente, né che lui ricambiasse, né avvinghiarmi a lui o piegare la testa per rendere il tutto molto più intenso di quanto già non fosse, ne sfiorargli la mano e stringerla sentendo al tatto un piccolo taglio sulla nocca della mano destra, no, non volevo fare tutto questo, ma lo ho fatto.

Non vorr...dovrei averlo baciato.
Domani quando lo vedrò a scuola che gli dirò?
«Hey ciao Fra scusa per averti baciato, non sono gay»?????????
Non funzionerebbe vero?
No infatti no
Zitta coscienza
Hey ho un nome anche io!!!
Non credo proprio tu sei me.
Esatto!!! Io sono Giacomo!
No, io sono Giacomo, e tu non esisti, sei solo nella mia testa! Sparisci!!!
Non prima di averti avvertito del fatto che tu, proprio tu mio caro amico, hai una cotta per il tuo migliore amico Francesco.

FRANCESCO

Lui c'era sempre stato per me, fin da quando da bambini, ancora incapaci di parlare del tutto e ancora all'oscuro del dolore che va oltre il "no" di un genitore, ci siamo conosciuti.
Lui c'era sempre.
C'era quando facevo le cazzate più enormi.
C'era quando stavo con qualche ragazza per poco, o per troppo.
C'era quando soffrivo.
C'era quando piangevo per mio padre.
C'era quando respirare era faticoso perché non avevo più una madre accanto a me che ogni notte quando gli incubi al buio, tra le ombre, mi tormentavano mi diceva che dovevo lottare per cambiare le stelle, mi diceva che dovevo guardare gli occhi della gente, e non il viso, perché troppe maschere di vari colori le persone scelgono di indossare ogni mattina quando si svegliano.
C'era quando avevo bisogno di un fratello.
C'era ed era l'unica persona che non mi avesse mai detto di smettere di piangere.
E adesso c'è, ma a quanto pare non è più lo stesso Giacomo, a quanto pare ha provato ad esserci  in un modo diverso, o forse, più probabilmente, era solo molto, molto confuso.
Si dev'essere così, in fondo lui mi vuole solo molto bene, è il mio migliore amico, e la persona più presente della mia vita, domani a scuola chiariremo tutto.
...Ma se penso questo allora non riesco a spiegarmi il perché sento delle lacrime salate rigarmi il viso velocemente accompagnando la pioggia che fuori sembra voler ammazzarsi sbattendo sulle finestre e le mie lacrime, la emitavano sbattendo, a loro volta sulle mie guancie che sentivo diventar sempre più rosse.
Continuo a ripetermi una sola frase:
Non piangere.
Non piangere.
Non piangere.
Cazzo, non piangere!

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