capitolo diciassette
Ogni mattina,
Ogni sera
Ogni giorno
Dì alle persone vicine a te
Cosa ami più di loro.
Falle sorridere.
ANNA
Sono appena arrivati anche G, e Francesco, la prima ad arrivare è stata Mary, anche con largo anticipo direi.
Sembrano tutti di buon umore, esclusa Alessia alla quale si può leggere facilmente il nervosismo negli occhi.
«Che volete fare?» Chiedo improvvisamente per far sentire la mia amica più a suo agio.
«Hai detto che ceneremo con una pizza tra un oretta, giusto An?» Mi chiede Giacomo, ricevendo come mia risposta un cenno del capo, e continuando a parlare, «Bene! Allora che ne dite di vederci un film? O di fare qualche gioco?»
Dopo qualche minuto di discussione optiamo per un film che nessuno di noi ha mai guardato, ma che Mary voleva vedere da tempo.
Prendo il telecomando della vecchia TV di mia madre la accendo e accedo velocemente a Netflix, chiedendo più volte ai miei amici di dirmi come si scriva il nome del film, guadagnandomi qualche piccola risata da parte di Luca, Alessia e Francesco; ci sediamo tutti a terra sul materasso che ho sistemato davanti al divano per farci stare più comodi, mi metto ad uno dei lati, e Alessia sprofonda accanto a me -con parecchia enfasi- appoggiando lentamente la testa sulla mia spalla.
Dopo, che Luca è andato in bagno, e Mary ha preso una bottiglia e dei bicchieri per tutti, ci sistemiamo e faccio partire il film.
******
Il film è quasi finito, la pizza è arrivata, e Ale si è già appisolata due volte; abbiamo tutti lo sguardo incollato sullo schermo, e per prendere da mangiare nemmeno ci voltiamo.
«Starai qui solo per un paio di settimane Henry okay?» Chiede il padre del protagonista, e senza aspettare risposta, lo guarda con malinconia e dice:
«Ti verrò a trovare ogni giorno, sarà come se non fosse accaduto nulla, te lo prometto»
Duke, ovvero il papà si avvicina con cautela al bambino per abbracciarlo, ma lui prontamente lo spinge via e corre nella sua nuova stanza.
Il mio sguardo cade immediatamente su Francesco, e noto che ha gli occhi sbarrati, le labbra sottili e rosee tremanti e le mani attorcigliate che compiono movimenti assurdi, che cos'ha?
FRANCESCO
Questa scena mi porta subito alla mente i ricordi di qualcosa che mai, avrei voluto mi passasse di nuovo per la testa.
Cammino a testa alta, da sembrare fiero del mio "super-metro-e-trenta"-Così lo chiama mio padre- entrando dal portone che precede la casa famiglia dove dovrò stare per un pò; L'estate sta iniziando, e preferirei decisamente essere al mare, a divertirmi con i miei cugini piuttosto che stare qui ad spettare su una panchina che qualcuno venga a prendermi, ma papà mi ha spiegato che sarà utile sia per me che per lui e la mamma, gli serve per rimettersi in sesto, ha detto.
«Hey Fra, ti prometto che ti divertirai da morire qui okay? Ti verrò a riprendere tra una settimana o due, e cercherò di venirti a trovare quasi tutti i giorni» Dice mio padre forzando un sorriso. Non sono sicuro che mi divertirò qui,sembra un posto triste, fragile, distrutto dal tempo.
Gli sorrido e annuisco con convinzione, forse si sentirà meglio così, e lui e la mamma saranno felicissimi quando torneranno a prendermi.
«Verrà a trovati anche lo zio Sam» mi si gela subito il sangue.
No. No. No. No. No e no.
Non può farmi male anche qui, voglio stare tranquillo per favore, per favore. Qualche lacrima insiste per uscire, quando sposto impercettibilmente il viso dall'altra parte e chiedo:«Q-quando viene?»
«Domani» Sorride e io ricambio, pregando in silenzio.
'Fa che sia di buon umore, per favore, fa che non mi faccia del male, per favore, fa che mi abbracci, per favore'
Nulla era andato come volevo, dopo due settimane lo zio Sam era venuto a trovarmi ogni giorno, e mio padre mai.
Mai.
MAI.
L'ultimo giorno della mia permanenza, quando pensavo che avrei finalmente rivisto i miei genitori, mio zio si presentò lì e mi disse che era stato deciso che i miei genitori non erano più in grado di prendersi cura di me, e che gli assistenti sociali -persone di cui a malapena adesso comprendo il ruolo- avevano deciso di affidarmi a lui.
E così tre giorni dopo, mi ritrovavo a casa mia, con mio zio che gironzolava dappertutto aspettando una mia mossa sbagliata per farmi del male, e la notizia che i miei genitori adesso vivevano in Inghilterra e sarebbero venuti a trovarmi massimo tre giorni l'anno.
ANNA
Fra fa dei respiri profondi e finalmente si riprende: il film è finito.
Ma che gli era preso?
Ripenso a quello che mi ha detto Giacomo qualche settimana fa.
'Lo ho baciato'
E poi? Erano stati freddi l'uno con l'altro a casa di Luca... Ma poi? Avevano affrontato l'argomento? No.
Forse è per questo che qualche secondo fa aveva quella faccia...spaventata azzarderei.
«Che ne dite di mettere un po di musica?» Chiede improvvisamente Luca.
«Sarebbe un'idea» Dice G sorridendo.
«Ho capito, ho capito, vado a prendere lo stereo» rispondo ridacchiando e avviandomi verso la mia camera, mentre i miei amici iniziano ad alzarsi; torno qualche minuto dopo, con le mani occupate e le gambe un po' traballanti.
«Vuoi una mano?» Mi chiede Luca con un sorriso abbagliante, e un paio di occhi blu da incanto.
«Ehm..si grazie»
Mi viene incontro e prende il vecchio aggeggio che stavo trasportavo con un po' troppa fatica; in poco tempo, i miei amici, accendono la musica -senza risparmiarsi commenti su quanto sia "antico" lo stereo che possiedo- e iniziano a ballare.
Hanno tutti un aria tranquilla, spensierata, divertita, tutti tranne Luca, che aspetta qualche secondo, per "buttarsi in pista" come noi; rivolge lo sguardo verso un punto indefinito della stanza, e per qualche secondo mi pare sia capace di guardare, i suoi occhi color mare diventano lucenti, e attenti, ma immediatamente capisco di dovermelo essere per forza immaginato, dato che ridacchiando va verso Mary, e inizia a ballare con lei.
LUCA
Prima di andare a ballare, con la ragazza con cui avevo deciso poco prima, sposto un attimo gli occhi verso il suo sguardo, e ancora un po intontito vado dalla ragazza mora e minuta, che vedendomi per un attimo strabuzza
gli occhi, ma poi sorride e mi asseconda.
Spazio autrice
So che il capitolo è un po corto ma è solo di passaggio, scusate, e ancora buone feste.
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