capitolo diciannove

Ci sono
Persone
Da inseguire,
E persone
Da rincorrere.
Siamo noi, che dovremmo
Capire,
Chi per noi è da inseguire, e chi da lasciare andare

ANNA

«In una sola sera hai litigato con ben due dei tuoi amici quindi?» Mi chiede.

«Già»

«Ma tutto bene?»

«Diciamo di sì » Dico come sempre.

«Angelo...se ci fosse qualcosa con uno di loro me lo diresti? A me non darebbe fastidio» Dice con tono neutro serrando impercettibilmente la mascella.

«Cosa? Io non frequento nessuno»

«Nessuno, nessuno?» Chiede con un piccolo ghigno in viso.

«Nessuno»

«E noi che siamo angelo?» Dice mettendo il broncio, ricordando molto un bimbo, e facendomi scoppiare in una fragorosa risata.

«Bimbo noi facciamo sesso»

Un espressione a me nuova si impossessa del suo volto, un espressione che fino a quel momento non avevo mai visto, e che non faccio in tempo a decifrare del tutto, che già è sparita, essendo sostituita da un bel sorrisetto.

«Del buon sesso» Dice facendo aumentare il ghigno che ha in volto, rendendolo più evidente di quanto pensavo potesse mai diventare.

«Si bimbo, è vero»

«Mi spieghi perché mi chiami bimbo?»

«È un po strano...hai l'espressione che ricorda un po' quella di un bimbo, ma poi il tuo viso, è quello di un adulto» Dico fiera di aver appena detto una frase incomprensibile...forse fiera non è l'aggettivo adatto.

Scoppia a ridere di una risata leggera e piacevole da udire.

«Che c'è?» Chiedo stranita.

«Nulla...solo che, io ho sempre pensato l'opposto di te: Hai un espressione adulta, e una faccia bambina» Trattiene un sorriso, marcando sull'ultima parola pronunciata.

«Cercherò di prenderlo come un complimento» Dico io.

«bimba fidati, lo è» Si sdraia sul letto improvvisamente, provocando un rumore abbastanza forte, e mi fa segno di seguirlo. Sorrido per il nomignolo appena affibbiato, e lo seguo sdraiandomi appoggiata al suo petto nudo, e un po troppo scolpito per i miei gusti.

******

Passa qualche minuto, o forse qualche ora, mi risveglio da un sonno profondo in cui ero caduta, e sento Alec accarezzarmi i capelli in modo dolce, la cosa mi piace ma mi da anche un gran fastidio...anzi no, a pensarci mi da solo fastidio.

«Che fai?» Gli chiedo acida.

«Sai, noi due non siamo mai usciti. Dovremmo farlo» Butta giù lì, come se fosse una cosa priva di significato. Lo guardo sbigottita dalla sua affermazione, e quasi paralizzata, incapace di capire quello che sento davvero in questi momento, gli rispondo.

«Ma...che stai dicendo bimbo?»

«Ma come che dico? Siamo amici no? Usciamo»

Tiro un sospiro di sollievo, e per l'ennesima volta oggi, sorrido.


MARY

Credo di essermi presa una cotta per lui, per Luca. È stato così gentile alla festa, ha ballato con me, mi ha abbracciato, e mi ha baciato dolcemente su una guancia.
Non si è comportato come fa di solito con tutte le ragazze con le quali vuole "concludere".
Lui è il classico cliché, un cattivo ragazzo che si porta tutte al letto, ma a differenza di quelli dei libri che tanto amo leggere non credo lui abbia molti problemi alle spalle, genitori spostati e innamorati, fratello che va all'Università e voti alti a scuola, solo che fa un po, anzi molto, lo stronzo con le ragazze -con gli amici non troppo- e se le porta al letto. I libri che leggo, con bad boy in abbondanza, mi sono sempre piaciuti, ma mi sembra abbastanza senza senso che decine di ragazze vadano dietro ad uno che poi non le chiama più, e che per altro fa così con tutte, ma cosa credono? Di poterlo cambiare?
«Poi parlo io che ho appena capito di avere una cotta per lui»
Mi scappa una risata amara, sia per aver parlato da sola, sia per aver pensato stupidamente a quelle che gli vanno dietro come "ragazze senza cervello" essendo anch'io una di loro.

*******

Arrivo a scuola esattamente alle otto, e faccio una piccola corsa per raggiungere Alessia, che ho appena visto tra la folla di studenti ammassati l'uno sull'altro per entrare per primi; questa è un'altra cosa che non capisco, le persone dicono spesso di odiare quello che fanno, che si tratti di lavoro, di scuola, o di fare i genitori, poi alla fine si alzano tutti presto la mattina e si ammazzano il più possibile per arrivare primi o per fare il meglio, proprio non capisco.

«Ciao Ale!» Dico mettendogli una mano sulla spalla, e facendola saltare.

«Oddio! An...Mary? Hey, ciao» Dice con tono leggermente deluso nel capire chi io sia.

«Tutto bene?» Chiedo.

«Certo»
Senza dire altro al suono della campanella entriamo e andiamo verso le rispettive classi.

Inizia la stressante prima ora, mentre dovrei ascoltare il professore di storia, prendo il mio solito quaderno, strapieno di domande che mi pongo, e rileggo l'ultima:

Ma è vero che le cose peggiori succedono alle persone migliori oppure a persone cattive succedono cose peggiori di loro stesse e diventano migliori?

Inizio a scrivere qualche lettera e a colorarla, con diverse sfumature ma con la stessa matita.

********

L'ora è finita, guardo il mio quaderno e spalanco gli occhi per lo stupore.
Ma che cavolo...? Ho scritto il nome di Luca, almeno dieci volte, con caratteri perfetti e colorati accuratamente, circondato da cuoricini qui e lì.
Ma quanti anni ho? Dieci?
La cosa assurda è che non me ne sono nemmeno resa conto, cioè avevo perfettamente capito di essermi presa una cotta per lui, ma non credevo davvero che fosse un qualcosa capace i prendermi a tal punto da non rendermi conto di ciò che scrivo.

Esco dalla classe un po' frastornata, e mi dirigo verso l'aula di letteratura inglese, consapevole del fatto che Luca sarà alla mia stessa lezione.

In classe ci sono vari posti liberi, Lui è già lì, con le cuffie nelle orecchie, stravacato con le gambe sul banco, gli vado incontro e con indifferenza mi siedo accanto a lui, che subito rimuove una cuffia e mi guarda.

«Come va?» Mi chiede.

«Bene, tu?»

«Tutto okay»

«Mi sono divertito molto con te l'altra sera a casa si Anna, sei stata fantastica»

«Grazie, anch'io mi sono divertita» Dico, certa di essere arrossita parecchio.

La nostra conversione finisce lì, il mio viso si quieta e lo sento riprendere il normale colorito; Francesco entra in classe, con ancora l'ombra del livido che aveva la settimana scorsa, ed il taglio quasi guarito. Viene fermato dal professore, che inizia a parlargli e da un nostro compagno di lezione manda a chiamare qualcuno.

È probabile che tutto questo stia succedendo per la faccenda che ci aveva raccontati Anna dell'altro giorno, dicendoci della sua entrata a questa lezione con G, per portare via Francesco, ma senza specificare il motivo.



Spazio autrice

Hey! Ciao gente! Come va? Ve la passate bene? Spero di si.
Mi chiedevo...ci piacerebbe se dedicassi tre capitoli a un solo personaggio e poi lo facessi con ognuno di loro, in modo da inquadrarli meglio? Che ne dite? Ci piace l'idea? E se vi piace, con chi vorreste che inizziassi?❤❤

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