Capitolo 8

Si mossero verso il bagnasciuga.

"Sì, signorina, ma tu che stai tanto a farmi la morale... - la fermò prendendola dalla spala – Tu qui con chi sei venuta?"

Valeria sorrise e ricominciò a camminare, indicando con la mano un settore della spiaggia differente.

"Sto con altre tre amiche, ma siamo nell'altro lido, il Bellini... – lo guardò senza togliersi quel mezzo sorriso dalla faccia – Cercavo uno che solitamente la compra da noi per vedere se smezzavo gli ultimi pezzi."

Valeria e le sue amiche smerciavano pasticche, lo aveva confessato lei poco prima.

"La bianca no, la bianca crea problemi dove ti metti a venderla... poi davvero arriva qualche napoletano delle parti tue a raddrizzarci le ossa..."

Fingeva un viso da pusher navigata mentre spiegava perché sì e perché no. Storie così a Vincenzo non interessavano. L'aveva già deciso dopo pochi passi: Valeria andava scaricata all'ombrellone dalle sue amiche, arrivederci e a mai più.

Ad una ventina di metri dalle amiche che prima s'erano sbracciate, poi avevano preso a darsi di gomito guardando il siparietto, provò a congedarsi salutandola.

"Ma scusa dove cazzo vai? Stai solo! Non mi vorrai mica far credere che torni nella bolgia a provare a prendere un'altra cosa da bere, e dai! Fermati con noi, no? Restiamo un'altra oretta noi, su..."

Infondo, non è che avesse poi così tanto da fare fino alle sette e mezzo... tanto valeva. Non si lasciò pregare. Si sedette, dopo le presentazioni di rito, su uno dei due lettini, accanto a Valeria. Delle altre aveva dimenticato il nome, rendendosi conto che forse non l'aveva nemmeno ascoltato. C'era qualcosa ad infastidirlo da qualche minuto e non aveva nemmeno dovuto faticare così tanto per capire cosa fosse.

Uno dei ragazzi dello zio, imbarazzante per quanto estremizzato, nel suo look da 'uagliuncello dei quartieri, con i capelli a doppio stacco su un lato, l'aveva seguito e adesso lo fissava, seduto sul muretto ad una cinquantina di metri da loro.

Dopo un'ora di chiacchiere sulla qualsiasi, passate ad infarcire di dettagli d'un grigio slavato tutte le risposte che dava, per provare a non lasciare una domanda inevasa, senza nello stesso momento dire nulla, salutò il terzetto.

Una delle tre, forse Rossella, ma sul nome sapeva di non poter essere certo, non riuscì a fare a meno di notare con quanta attenzione lui si fosse perso nel guardare il sedere di Valeria. Gli sorrise complice, ricordandogli che avrebbero passato la nottata in uno dei chioschi con musica sul lungomare opposto, dalle parti del villino che avevano affittato.

Vincenzo, di dove fosse sistemato, non aveva lasciato trapelare dettaglio alcuno, glissando con un laconico: "Un bed and breakfast in centro..." Ammettere che per non lasciare alcuna traccia documentata del suo passaggio dormiva negli uliveti dell'interno, nel retro del suo Voyager, avrebbe voluto dire doversi dimenare tra sperticate scuse per giustificare che, no, grazie, non c'è bisogno alcuno che mi ospitiate.

"Dai, sì, magari stasera ci vediamo lì..." e le salutò seguendole allontanarsi con lo sguardo.

La vedetta dello Zio stava ancora seduta lì, sul muretto, novello assistente ai bagnanti lì impalato a fingere di scrutare il mare, torso nudo e muscoli pompati, depilè di fresco ed un po' troppo olio a far luccicare una abbronzatura eccessiva, da profondo Maghreb.

Quando Valeria e le sue amiche passarono vicino al ragazzo, lui spostò lo sguardo su di loro. Si alzò e dopo pochi attimi, quando il distacco fu di una cinquantina di metri, prese a camminare dietro di loro con un passo lento e cadenzato. Vincenzo abbandonò la sdraio dove era rimasto seduto e cominciò a percorrere il bagnasciuga con la stessa lentezza, guardando di tanto in tanto il fronte strada della spiaggia per seguire il quartetto scomposto.


**Note dell'autore:

Questo romanzo è stato scritto per gioco nel 2015. Non ha nulla a che fare con la splendida pellicola "Lo chiamavano Jeeg Robot", anche se alcuni dettagli potrebbero far pensare a questo. Semplicemente, è la storia di uno che eroe non lo è mai voluto essere. Uno che nella sua vita si è trovato catapultato in vicende e storie davvero troppo più grandi e scomode di quanto non avesse davvero meritato. E giorno dopo giorno prova a vedere se può esserci un domani. E quanto, questo domani, possa essere migliore. Per sé stesso e per le - rare - persone a cui vuole bene.

Al solito, se credete che quel che avete letto meriti, premiate il capitolo con una stellina o un commento per lasciarci il vostro parere. Se poi pensate se lo meriti davvero... potreste anche pensare di condividerla sulla vostra bacheca o nella lista delle storie che seguite.

In ogni caso, grazie di cuore per essere passati e aver dedicato un po' del vostro tempo a questo romanzo.

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