Capitolo 6

"Aspetta, oh... non hai capito..."

"Eh allora mi sa di no..." le sorrise "Non volevi un cocktail? Stavi lì a parlare di braccialetti, di mance, di cose..."

Lei scosse la testa tracannando un lungo sorso di gin e soda.

"No, ti chiedevo se c'avevi qualcosa.."

Gli scappò una risata ai limiti del compassionevole. La guardò bene alla luce del sole e senza le mille distrazioni di corpi che turbinavano intorno. Seno giusto, appena coperto da due triangoli di costume tipo maglina all'uncinetto, manco a dirlo stile bandiera della pace. Sotto, una mutandina sgambatissima tenuta su con due laccetti sui fianchi. Qualche tatuaggio di troppo, old-school, scarabocchi sparsi con pochissimo criterio. Le treccine erano due, su un lato, quello destro. A sinistra una rasatura alta, di quelle tirate su direttamente con la macchinetta regola-barba. Due bulloni a tintinnare invece degli elastici sotto le treccine. Roba che se avesse avuto una famiglia, lui, c'avrebbe dovuto pensare tre volte prima di invitarla la domenica.

La risposta gli venne fuori insieme ad una risata.

"E secondo te io dico che ce l'ho alla prima che passa?"

"Perché, credi che tutti gli altri ti chiedano la tessera sanitaria prima?"

Ragazza spigliata, parlantina, onestamente anche belle tette e bel culo, col fascino tossico e un po' ossuto di tutte le alternative un bel po' strafatte, si trovò a considerare lui.

"Comunque no, non ce l'ho..."

Lei sorrise, gli si avvicinò con la scusa di brindare, spingendosi sulle punte dei piedi per raggiungergli l'orecchio.

"Bene, e qui, allora, arrivo io... La vuoi?".

Guadagnò la distanza giusta per guardarla, lasciandola lì con le dita dei piedi lunghe ed esili arcuate, un po' in bilico ora che il suo appoggio era venuto meno.

"Lo sai che se ti acchiappano a venderla qua sono palate, sì?"

"Che sei uno sbirro?" occhi poco sopra il bordo del bicchiere, con un guizzo di sfida.

La risposta, lui quasi la vomitò fuori di pancia, nel casertano stretto che ogni tanto irrompeva quando non doveva mandarle a dire.

La ragazza lo fissò dubbiosa: "Ma che sei uno dello staff?"

Le sorrise riavvicinandosi: "Bella mia, con questi non centro niente... ma la questione l'hai capita da sola... Qua, i cazzi tuoi, non te li puoi fare senza chiedere il permesso."

Treccine bionde si morse il labbro inferiore, guardandolo. Nulla che fosse sexy nelle intenzioni. C'era più imbarazzo e quel tentativo quasi infantile di dire: sono una testa di cazzo, perdonami!

La guardò. Quel dettaglio del mordicchiarsi la boccuccia a cuoricino gli si era infilato in qualche piega tra spina dorsale e pisello. Dieci giorni da solo, alla fine, rischiavano di essere lunghi da passare. Fece salire la mano fino ad afferrare delicatamente i due bulloni.

"Ma due elastici no?"

Treccine bionde gli sorrise. Scampato pericolo? Sembrava di sì.

Si ricordò del giornale che teneva ancora sotto il braccio, lo prese.

"Io questo lo devo lasciare in macchina, mi accompagni? Sta nel parcheggio proprio qui sopra."

Gli rispose guardando il braccialetto come a dire: "Chiaro che anche col parcheggio sei nell'Olimpo dei privè..." Annuì facendogli segno di fare strada.

Lui lasciò cadere il suo granity in uno dei portafiori di cemento che delimitava l'aria. Sembrava che la filosofia di tutta quella massa strafatta e danzante fosse: "I glass-tender che li pagano a fare se non seminiamo bicchieri ovunque?"



**Note dell'autore:

Questo romanzo è stato scritto per gioco nel 2015. Non ha nulla a che fare con la splendida pellicola "Lo chiamavano Jeeg Robot", anche se alcuni dettagli potrebbero far pensare a questo. Semplicemente, è la storia di uno che eroe non lo è mai voluto essere. Uno che nella sua vita si è trovato catapultato in vicende e storie davvero troppo più grandi e scomode di quanto non avesse davvero meritato. E giorno dopo giorno prova a vedere se può esserci un domani. E quanto, questo domani, possa essere migliore. Per sé stesso e per le - rare - persone a cui vuole bene.

Al solito, se credete che quel che avete letto meriti, premiate il capitolo con una stellina o un commento per lasciarci il vostro parere. Se poi pensate se lo meriti davvero... potreste anche pensare di condividerla sulla vostra bacheca o nella lista delle storie che seguite.

In ogni caso, grazie di cuore per essere passati e aver dedicato un po' del vostro tempo a questo romanzo.

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