Capitolo 4
"Zio, lo so, non vi voglio mancare di rispetto, ma lo sapete come lavoro io... " portò il granity di polipropilene azzurro elettrico alle labbra, mandando giù un sorso generoso di Monkey Tonic. Il picciolo della ciliegina candita gli stuzzicò la punta del naso, il ghiaccio colpì la bocca e tornò indietro, mentre un granello di pepe gli finiva tra le labbra prima e tra i denti poi. Il pepe nero era un vezzo che non poteva mancare, quando beveva d'estate.
Poggiò il bicchiere sul muretto, rimise gli occhi in faccia all'uomo che aveva di fronte.
"Se sto parlando con voi è perché per me il lavoro si può fare, ma mi prendo sempre una decina di giorni prima e qualche cosa di soldi, a piacere vostro, come anticipo... "
Lasciò sospesa la frase per non ripetere che era già stato chiaro con chi gli aveva accennato al lavoro da fare.
"Sì, va bene, ho capito, ma dieci giorni mi pare 'n esagerazione figlio mio... che qua si tratta solamente di togliermi un rompicoglioni davanti, e che maniera!"
Lo zio si lisciò il baffo cercando di recuperare la serenità apparentemente perduta. Non smetteva di guardarsi attorno, di sicuro anche indispettito dal viavai chiassoso di strafatti che sciamavano dal bagnasciuga alle pedane della pista, martellati da un dj più fatto di loro che in quel momento roteava sui piatti l'ultimo singolo di Sven Vath.
"Mi dispiace, queste sono le regole... "
Fece spallucce riportando il bicchiere alle labbra, prima di continuare.
"Nemmeno Roma l'hanno fatta in un giorno."
Schioccò le labbra indispettito, l'uomo di fronte, e con un gesto fin troppo plateale della mano lo indicò per poi tornare con le nocche sui fianchi a far sporgere ancora di più una pancia esageratamente tesa sulla indecente mutanda da bagno rossa. Rompendo il silenzio, lo Zio, si lasciò scappare un'ironica considerazione.
"E chi lo sapeva che avevamo chiamato Romolo e Remo a farci questo piacere!".
Un attimo ancora e si voltò verso il muretto, raccolse la copia della Gazzetta dello Sport che aveva poggiato lì e gliela passò.
"Tiè, tieniti pure il giornale... tanto non ci sta scritto un cazzo, 'ammo pigliato 'nu strunzo come a Sarri per affossarci ancora di più!"
Di fronte, per tutta risposta, si limitò a poggiare il bicchiere. Solo il ghiaccio e la ciliegina a dibattersi tra le pareti strette del granity. Ripiegò il giornale mettendoselo sotto braccio.
"Va bene, ma l'anticipo? Come facciamo?"
"Facciamo che stasera, alle sette e mezza, quando passa il ragazzo a recuperare i soldi della giornata di 'sti quattro fetenti qua, ti faccio lasciare una busta. Duemila vanno bene?"
Annuì accompagnando tutto con una smorfia di assenso; il venti per cento era un anticipo di tutto rispetto. Lo salutò cercando di guadagnare la pedana, quando l'uomo, con decisione, gli piantò una mano sulla spalla.
"Io tra dieci giorni voglio leggere sui giornali che il lavoro è fatto... "
Serrò la presa e alzò i Ray-Ban a goccia per poterlo guardare negli occhi, prima di continuare.
"Ci siamo capiti, sì?"
Se c'era una cosa che lo mandava in bestia, in quell'ambiente di merda nel quale era costretto a muoversi, erano gli atteggiamenti eccessivi e cinematografici di quelli che si sentivano arrivati. Fece un enorme sforzo a controllare la mimica del viso e la tentazione di lasciar defluire un po' di robaccia per mettere a posto quel personaggio.
Si limitò ad annuire.
"Io problemi non ne do... "
Lasciò cadere lo sguardo sulla mano dell'uomo, prima di tornare a fissarlo. La presa sulla spalla si allentò mentre finiva di rispondere.
"Problemi non ne ho mai dati, però se uno non si fida di me non mi piace... va bene Zio?"
La mano dalla spalla si spostò di nuovo sopra le labbra a risistemare la peluria che le incorniciava.
"Va bene, va bene... " e indicò una delle capannette dov'erano posizionate le postazioni bar "Vai, ti conoscono, sta tutto pagato.."
**Note dell'autore:
Questo romanzo è stato scritto per gioco nel 2015. Non ha nulla a che fare con la splendida pellicola "Lo chiamavano Jeeg Robot", anche se alcuni dettagli potrebbero far pensare a questo. Semplicemente, è la storia di uno che eroe non lo è mai voluto essere. Uno che nella sua vita si è trovato catapultato in vicende e storie davvero troppo più grandi e scomode di quanto non avesse davvero meritato. E giorno dopo giorno prova a vedere se può esserci un domani. E quanto, questo domani, possa essere migliore. Per sé stesso e per le - rare - persone a cui vuole bene.
Al solito, se credete che quel che avete letto meriti, premiate il capitolo con una stellina o un commento per lasciarci il vostro parere. Se poi pensate se lo meriti davvero... potreste anche pensare di condividerla sulla vostra bacheca o nella lista delle storie che seguite.
In ogni caso, grazie di cuore per essere passati e aver dedicato un po' del vostro tempo a questo romanzo.
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