Capitolo 8 - Capirsi

"Che pensi che io voglia da te?
Pensi davvero io voglia te?
Tu pensi che io voglia te?
Pensi sia diverso?
Dimmi che mi vuoi anche se muoio su questa strada
Dì 'non mi interessa se sei un figlio di puttana'
Dimmi lasciamoci il passato alle spalle
Come fosse qua, come fossi un'altra.
- La Bella e la Bestia, Achille Lauro

***

"Ehilà, Shizu-chan." Cantilenò Izaya, dopo qualche istante passato a scrutare la città. Iniziò a sentire dei passi farsi sempre più vicini, fino a quando le braccia di Shizuo si appoggiarono sulla ringhiera pericolosamente vicino ad Izaya.

Quel giorno per l'informatore avere accanto Shizuo si era tramutato in un perfetto cocktail d'emozioni inspiegabili.

"Ehi." Il biondo prese una sigaretta portandosela alle labbra, litigando con l'accendino affinché producesse una fiamma decente. Alzò gli occhi al cielo, notando che era coperto da grandi nuvole grigie, che presto avrebbero iniziato a coprire di pioggia la città ed i suoi segreti.

"Lo sai che mi ha sempre nauseato quella roba." Izaya spezzò il silenzio, alludendo alla sigaretta. "Mi irrita quell'odore di fumo."

"E perché?" Chiese Shizuo guardando Izaya con la coda dell'occhio. Riusciva a vedere quanto fosse concentrato a stuidare Ikebukuro e sapeva che sarebbe stato difficile reggere un contatto visivo con lui in quel momento.

"Non c'è un motivo preciso. Non mi piace e basta." Disse poi il ragazzo abbandonando un sospiro, per poi adagiare la testa sulle sue braccia con il suo solito modo infantile.

"È un bel posto qui." Shizuo tentò di iniziare una conversazione. E ciò era anche lecito, siccome era stato proprio lui a seguire Izaya. Ma cosa voleva dirgli? Pensava avesse delle cose da raccontargli, ma poi appena si era avvicinato a lui, su quella terrazza abbandonata, aveva sentito ogni pensiero volare via.
Voleva parlargli di quegli anni trascorsi senza la sua compagnia, ma sentiva che non era il momento per farlo.
Aveva bisogno di schiarirsi le idee e riflettere se rivelare o meno dei segreti che si portava dentro da diverso tempo dopo il loro scontro.

"Sì, lo so." Izaya alzò di nuovo la testa, spostando gli occhi sul biondo che ebbe come un sussulto a causa di quei due rubini solitari ma preziosi che lo stavano ora fissando. "Ricordo che venivo sempre qua quando non volevo farmi trovare da te. Ormai questo edificio è abbandonato da sempre, dicevano di volerlo abbattere per poi ricostruire un negozio o qualcosa del genere. Ma vedo che i lavori non sono ancora iniziati, dopo tutti questi anni."

"Soltanto per quello stupido motivo venivi qua?" Shizuo fece una domanda che turbò Izaya. Il moro infatti stava pensando che forse Shizuo voleva raccogliere più informazioni sui segreti di lui. Anche se questa cosa gli piaceva, cercava di non darlo a vedere restando freddo, per mantere le distanze.

"No." Sussurrò deglutendo un nodo formatasi in gola. "Per tutto. È un posto tranquillo, lontano dal caos."

Passarono svariati minuti prima che uno dei due si decise ad aprire nuovamete bocca. Erano entrambi molto tesi e insicuri in quel momento. Shizuo giocherellò con la sigaretta che teneva tra le labbra prima di parlare. "Pulce, sai bene che il nostro rapporto non sarà più come quello di una volta?"

"Certamente. Ma non riesco a capacitarmene, è questo il problema. Vorrei solo tornare indietro nel tempo." Il biondo era quasi felice del fatto che Izaya si stesse confidando con lui riguardo ciò che lo affliggeva. "Tu stai accettando di crescere? Insomma, il tempo prosegue senza avere cura di gente come noi ancorata al passato, sai."

"Ovviamente." Rispose Shizuo evitando la seconda parte del discorso. Izaya si voltò per guardarlo meglio ma Shizuo percepì un brivido. "Che hai da guardare?"

"Stavo solo riflettendo. Ti trovo davvero maturato Shizu-chan, incredibile." Lo canzonò per poi tornare serio. "Io invece non percepisco alcun cambiamento in me da questo punto di vista."

"Oh no, credimi, ti trovo cambiato parecchio." Shizuo strinse con una mano la ringhiera, osservando il cielo. "Sei davvero cambiato..."

"Eh? E come?" Izaya sbatté le palpebre sorpreso che Shizuo lo vedesse sotto un'altra luce. Come poteva il suo rivale essersi accorto dei cambiamenti in lui? Forse aveva lasciato trasparire troppe emozioni nel corso della giornata e si maledì mentalmente, siccome aveva il timore che potesse ritorcersi tutto contro se stesso.

"L'ho capito dal primo istante in cui ti ho visto oggi, dopo tanti anni. Avevi un sorriso diverso dal solito. Poi, davanti ai cancelli del nostro vecchio liceo." Shizuo sorrise leggermente, ricordando la vicenda. "Ed infine ora, stai parlando ma non più per dare aria alla bocca in modo odioso come facevi."

Il moro rimase a fissare il vuoto in silenzio, pensando alle parole uscite dalle labbra di Shizuo.

"Sei cambiato e basta." Sospirò Shizuo, continuando a portare la sigaretta alla bocca. Izaya fece una smorfia quando l'odore di fumo si insediò tra le sue narici, ma decise di non dire nulla. Non voleva mettersi a litigare, in quel momento si sentiva bene accanto a lui e desiderava rimanesse tutto così.

Mentre la città rimaneva fedele alla vita di tutti i giorni, due anime perdute stavano cercando incessantemente il loro posto nel mondo.

"Forse il mio è solo un capriccio." Riprese a parlare Izaya dopo attimi interminabili. "Ma non voglio davvero continuare a crescere."

"Non è un capriccio, è un desiderio. Vuoi soltanto fermare il tempo oppure tornare indietro, hai nostalgia." Disse il biondo sorprendendo Izaya. Si aspettava una risposta come 'sei solo un bambino, devi maturare', invece Shizuo era riuscito a capirlo. Deglutì reprimendo le sue emozioni. Infondo era ciò che gli riusciva meglio, nascondere sempre ciò che stava provando realmente dietro alla sua meschina espressione da psicopatico.

"Puoi darmi una sigaretta?" Chiese in un sussurro Izaya.

"Ma non hai detto che odi il fumo?" Il biondo iniziò a cercare nella tasca il pacchetto di sigarette, per poi passarlo ad Izaya insieme all'accendino.

"Solo per provare una volta." Mormorò Izaya. "Non hai mai smesso di fumare in tutti questi anni? Avrai ormai i polmoni neri."

Shizuo allontanò la sigaretta dalle sue labbra un'altra volta, per poi risondere con dell'ironia nella sua voce. "So che ti interessa la mia fantastica vita, ma non preoccuparti, davvero!"

"Mi interessa." Sbottò Izaya, prima di tossire non a causa del fumo della sigaretta che aveva tra le mani, ma per aver preso consapevolezza di cosa aveva appena permesso di abbandonare le sue labbra. Non si era accorto dell'ironia che c'era nella frase di Shizuo, rispondendo senza prima ragionare. Non era affatto un comportamento da Izaya quello, lui che era solito pianificare tutto nei minimi dettagli ed elaborare strategie che l'avrebbero portato alla gloria del suo malato divertimento.
Ora Shizuo aveva un'espressione confusa ma ci pensò Izaya a rilassarlo cercando di recuperare la frase.

"Sto scherzando Shizu-chan, non guardarmi in quel modo." Il corvino rivolse poi lo sguardo altrove.

"Lo immaginavo." Shizuo riprese a fumare, voltandosi verso il moro che, percependo il suo sguardo, tornò a guardarlo negli occhi. "Tu sei Izaya, il ragazzo a cui non importa niente di nessuno." Shizuo si mise a scrutare il moro, notando che era diventato ancora più magro e la sua altezza non era cambiata di una virgola. Aveva le guance scavate e i capelli arruffati. Non ci aveva fatto caso perché era troppo preso a pensare ai suoi sguardi e alle sue parole. Izaya sembrava così indifeso con quel suo corpo esile, in confronto a Shizuo che al contrario era diventato ancora più robusto e muscoloso.

"Già, hai ragione." Disse Izaya, costringendo Shizuo a spostare l'attenzione dal corpo al viso. "Non mi importa niente di nessuno." Il biondo, notando l'espressione vuota di Izaya, si chiese se quello che aveva detto prima avesse turbato il più basso.

In realtà la tua vita mi interessa eccome, stupido Shizu-chan.

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