Capitolo 2 - Ricordi

"Perché si desidera ciò che ci uccide?
Non chiederlo a me, no
So continuare anche se so che poi farò soffrire te.
Ma in fondo tu sei come me
Che sei cresciuta come me, sola
E vuoi solo quello che non hai, no no no."
- Penelope, Achille Lauro

***

Shizuo iniziò a camminare distante da Izaya, senza mai perderlo di vista. Quante persone aveva urtato non gli importava, in quel momento voleva solo seguire Izaya per scoprire cosa stava tramando di nuovo nella sua città.

Probabilmente Shizuo era la persona che conosceva meglio di chiunque altro i lati peggiori di Izaya, per questo non poteva fidarsi di lui.
Al contrario di Shinra che sapeva apprezzare i lati buoni delle persone nonostante tutto, Shizuo vedeva tanta negatività in quel ragazzo.

Stava forse pensando di tornare a creare scompiglio?

"Prima di andarmene da Ikebukuro, volevo farti incazzare un po'... O almeno provarci." Disse Izaya facendo spallucce, senza levare le mani dalle tasche.
Shizuo sentì una scarica di adrenalina in corpo, il suo orgoglio non poteva venire calpestato così, quindi afferrò un palo proprio accanto a lui per scaraventarlo contro Izaya.
Il moro non faceva altro che saltellare dappertutto mentre il biondo cercava di lanciargli tutto ciò che gli capitava tra le mani.
Era talmente difficile acciuffarlo che ciò faceva aumentare la rabbia in Shizuo a dismisura.

Perché mi è tornato in mente quel momento?
Pensò Shizuo, continuando a camminare. Quel ricordo gli aveva smosso i pensieri perché sapeva che rivedere Izaya riportava a galla momenti del passato che pensava fossero ormai smarriti.

Shizuo scosse la testa ritornando a seguire la sua preda che continuava a camminare guardandosi intorno, stranamente senza il cellulare in mano.
Nonostante fuori non era cambiato di una virgola, qualcosa nel profondo di Izaya era diverso.
Shizuo lo aveva percepito guardando i suoi occhi. Quelle diaboliche iridi da serpente che tanto odiava, le stesse che un tempo non lasciavano trasparire nessuna emozione. Non si capiva mai che cosa stesse provando o pensando realmente.

Shizuo sin dal loro primo incontro percepì qualcosa dentro se stesso. Una sorta d'attrazione che Shizuo non aveva mai provato per nessuno. Identificò quella cosa come ribrezzo per quell'odiosa espressione maniacalmente divertita stampata sul viso del corvino.

Lo odiava sul serio? Avrebbe realmente avuto il coraggio di spedirlo all'altro mondo?

Il biondo continuò a camminare, pensando agli anni trascorsi con Izaya.
Non aveva mai conosciuto una persona più irrirante e fastidiosa, era come una mosca che si divertiva a ronzargli intorno in modo insopportabile. Ogni momento della giornata lui era sempre vicino a Shizuo anche quando lo osservava da lontano. Riusciva a capire dove fosse, conosceva le sue abitudini. Non aiutava il fatto che l'informatore fosse sempre al corrente di ogni cosa riguardo alle sue preziose pedine.

Izaya era così diverso dal resto delle persone, come il suo mix di divertimento e malvagità che era il suo sorriso. Lo faceva incazzare come nessun'altro al mondo e odiava il fatto che alla fine si fosse trasformato nel suo rivale.

Chissà se non ci fosse stato Shinra? Shizuo avrebbe comunque conosciuto Izaya probabilmente, il destino sa dove condurti se ci credi, è un lungo percorso che porterà a qualcosa di preciso alla fine.
È come due anime gemelle che ovunque si trovino, saranno destinate a ritrovarsi sempre.

Forse Shizuo dopo il loro ultimo scontro, allontanò Izaya da Ikebukuro non perché non lo voleva più tra i piedi ma perché altrimenti non sarebbe riuscito ad andare avanti.
Anche se a modo suo soffrì a non vedere più Izaya, a non avere più un rivale degno della sua forza illimitata, cercò sempre di reprimere quella nostalgia angosciante che ogni sera prima di adagiarsi tra le coperte si ostinava ad inghiottirlo.
Pensava fosse meglio per entrambi allontanarsi l'uno dall'altro.

Aveva saputo da Shinra che Izaya probabilmente sarebbe morto e che se si fosse salvato sarebbe stato un miracolo.
Il biondo riuscì a mostrarsi indiffernete nonostante dentro di lui si sentiva tremendamente in colpa.

Che cosa ho fatto?
Continuava a ripetersi sere dopo, dando pugni al muro di un vicolo buio fino a far sanguinare le nocche.

Adesso Izaya era di nuovo lì, più magro del solito e qualche passo avanti a lui, con la testa fra le nuvole. Chissà a cosa pensava o come si sentiva e il reale motivo per cui aveva fatto ritorno ad Ikebukuro.

Shizuo continuò a camminare fino a quando Izaya non svoltò in un vicolo da usare come scorciatoia verso il posto che voleva raggiungere.
Ad un tratto i suoi piedi si fermarono, così come quelli di Shizuo.

Izaya si mise a fissare una strada non troppo affollata, costringendo Shizuo a ricordare degli eventi spiacevoli.
Era lo stesso posto dove per ben due volte era stato investito per un trucchetto ideato da Izaya.

Passò un'eternità prima che quest'ultimo si mosse lentamente per dirigersi verso un altro luogo, la Raira Academy.
Si trattava proprio di quell'edificio dove aveva avuto il piacere di conoscere persona come Shinra, Kadota e Shizuo.

Cerco di scavalcare il muro dal retro della scuola senza risultati, così si limitò a sostare davanti al cancello d'entrata. Ormai era tardo pomeriggio e l'Istituto aveva già chiuso da ore.

Izaya si fermò con lo sguardo perso nel vuoto, lasciando che il vento gli accarezzasse i capelli. Continuava a fissare l'edificio alto di fronte a se, ricordando precisamente di quando si trovava dietro quei vetri. Era lì che per la prima volta aveva intravisto lungo il viale principale una testa bionda, appartenente ad un ragazzo testardo che avrebbe poi cercato di ucciderlo in futuro.

Shizuo si avvicinò lentamente, cercando di non fare rumore.
Non aveva nessuna voglia di combattere, non si stava certo avvicinando con l'intenzione di ucciderlo.

Voleva soltanto parlargli.

Forse anche Izaya desiderava tanto fare una chiaccherata con il suo Shizu-chan.

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