Capitolo 11 - Ordine

"I thought you'd hate me, but I needed you
I thought you'd hate me, but you needed trust
I thought you'd hate me, hate me, hate me for losing you
I thought you knew that we're cut out of the same cloth
Feel like the pages of a story that we can't stop
And now I can't replace you with another thread
Take one more step, I'll jump with you."
- Erased, Volumes

***

Orihara Izaya si prese del tempo per sè per ammirare la città, intanto che Shizuo si avvicinava verso le scale dell'edificio sistemandosi la camicia.

"Andiamo?" La domanda del biondo suonò più come un'affermazione al moro. Izaya si voltò verso di lui annuendo mentre lo vide sorridere, chiedendosi cosa stesse pensando.

Shizuo guardò altrove senza farsi troppe domande su quanto accaduto pochi minuti prima. Non poteva negare di essere stato felice in quelle ore, accanto alla pulce odiosa.

Izaya scendeva la scalinata lentamente qualche passo dietro a Shizuo Heiwajima, sopportando i soliti dolori. Per lui era ormai una quotidianità ma sperava che continuando la riabilitazione sarebbe riuscito a sopportarli.
Ripensò al dottore che lo aveva preso in cura inzialmente, ricordando come gli avesse spiegato che parte del male fisico venisse in realtà amplificato dalla sua mente.

Il silenzio regnò su di loro fino a quando il più piccolo non parlò.

"Shizu-chan?" Izaya cercò di attirare l'attenzione su di sé, notando che Shizuo stava per accendere un'altra sigaretta. Si chiese quante ne fumasse al giorno per soddisfarlo.

Il biondo spostò lo sguardo sul moro che aveva attirato la sua attenzione, sistemandosi l'ennesima sigaretta tra le labbra socchiuse.

"Smettila di fumare." Izaya si stava innervosendo, non perché gli dava fastidio l'odore, ma perché si preoccupava sinceramente per la salute di Shizuo.

"No."

"Che testa dura." Sussurrò secco Izaya, ma il biondo sorrise. Pensava infondo glielo dicesse perché si preoccupava per la sua salute e tutto ciò era insolitamente divertente, siccome per anni gli aveva causato non pochi problemi.

Quel giorno stava decisamente prendendo una strana piega che entrambi continuavano a percorrere senza freni, come se fossero coscienti che dovevano soltanto lasciarsi trasportare dalle loro sensazioni senza timore.
Stavano sorridendo e parlando senza alcuna tensione tra di loro, come fossero due amici di vecchia data.
Sembrava come se un legame nuovo si fosse creato tra i due, come se tutto ciò che era accaduto in passato li avesse aiutati ad arrivare a quel momento preciso.
Parevano pronti a ricominciare da zero per costruire nuovi ricordi insieme che sovrastassero il male che entrambi avevano attraversato.

Quando raggiunsero le strade affollate di Ikebukuro, chi li riconosceva non riusciva a capacitarsi del fatto che fossero così in armonia quei due ragazzi.
Ad Izaya giunsero alle orecchie commenti sulla sua persona da parte di alcuni passanti che di proposito alzarono la voce per farsi ascoltare chiaramente.

Dopotutto l'Orihara del passato non era che un ragazzino ferito con una certa inclinazione a reprimere completamente le sue emozioni. Tutto ciò che avesse causato durante la sua adolescenza, era frutto del desiderio di lasciare un segno nelle persone per non venire dimenticato tanto facilmente.

Consapevole di essere riuscito nel suo intento, sorrise d'istinto.

All'improvviso, l'uomo accanto a sè sentì un rumore familiare provenire da nord.
Anche Izaya chiuse gli occhi scosso da brividi ed emozioni riconoscendo il nitrire di un essere speciale.
Si voltò nella stessa direzione di Shizuo notando in strada, a tutta velocità, Celty in sella al suo cavallo Shooter trasformato in moto. Ormai futura sposa di Shinra, stava dedicando la sua vita a ricambiare l'amore che lui gli aveva donato in quasi 30 anni di convivenza.

Il biondo si accorse che la Dullahan li stava -probabilmente- scrutando incredula. Chissà quali quesiti si formarono nel suo subconscio in quell'istante che la fece rabbrividire.
Con un cenno del capo, Shizuo la salutò sorridendole affettuosamente.
Celty tese invece un braccio verso il cielo, salutando con un veloce gesto della mano prima di lasciarsi alle spalle dietro di sé una scia di poliziotti che sparì con lei in un battito di ciglia.

Pareva proprio tutto come una volta, sembrava così magico che a Shizuo scese una lacrima per la nostalgia di quei giorni. Provvide ad asciugarsi il viso velocemente per non mostrarsi debole agli occhi rubini di Izaya che si trovava ancora rivolto verso Celty, non riuscendo però a salutarla.

Izaya si ricordò di come la Dullahan aveva bloccato la sua emorragia causata dal coltello conficcato nel bacino da Vorona, non potendo evitare di ringraziarla mentalmente.
Sentì però che l'ansia era pronta per avvolgerlo in un quotidiano attacco di panico. Mise una mano in tasca alla ricerca delle sue pillole ma in quel momento gli bastò alzare lo sguardo per rilassarsi alla visione dell'espressione dolce sul viso del biondo.

Sapeva che sarebbe stato meglio soffocare quella tranquillità che provava solo nel soffermarsi a guardare Shizu-chan, ma proprio non ci riusciva. Le emozioni che provava con lui erano troppo forti per reprimerle come era solito fare.
Colui che un tempo detestava più di ogni altra cosa.
Izaya adorava essere il padrone della città e non riuscire a manovrare a suo piacimento Shizuo Heiwajima lo costringeva a provare astio nei suoi confronti. Avere sempre tutto sotto controllo era nei suoi piani, ma il biondo non era affatto come gli altri esseri umani, per questo lo considerava un mostro.

***

"Arrivati." Disse ad un tratto il biondo inserendo la chiave nella serratura dell'edificio, seguito a ruota dal suo ospite che stava ancora immerso nei suoi pensieri.

L'appartamento di Shizuo non era spazioso ma accogliente e si trovava poco distante dal centro della città. Appena Izaya mise piede nell'abitazione percepì subito l'odore forte della nicotina arrivargli senza pietà dritto al cervello. Rimase per un attimo stordito, sentendo già la mancanza dei profumi delicati che aveva nei suoi appartamenti.

"Tutto apposto?" Chiese il biondo con una gentilezza tale che non gli si addiceva per nulla.
Però infondo Shizuo era consapevole di avere un cuore dolce. A volte gli veniva naturale risvegliare quel suo lato buono, estraneo alla gente che lo etichettava come un violento.

"Sì, sì. Non preoccuparti." Izaya, disorientato, si mise a seguire il proprietario di quel piccolo appartamento dopo essersi levato le scarpe, ispezionando ogni minimo particolare da bravo osservatore qual'era.

"Fa pure come se fossi a casa tua. Chiedo scusa per il caos, sai non ho mai ospiti e abito da solo, quindi ecco... Ho il mio ordine in questo disordine, ok? Fattelo andare bene." Shizuo sembrava piuttosto turbato, tanto che non riusciva nemmeno a sbottonare la camicia come una persona normale. "Io vado a fare una doccia, ti ricordo di fare pure come se fossi a casa tua!"

Izaya rispose semplicemente con dei monosillabi, fingendo un sorriso rassicurante mentre si levava la giacca. Era sempre stato abituato a tenere in ordine casa perché conosceva il piacere di crescere in un ambiente pulito con ogni cosa al posto giusto.
Mentre ora si trovava in un luogo completamente diverso dal suo habitat naturale.
Nella piccola cucina avevano fatto la propria tana bottiglie vuote di bevande dolciastre che Shizuo adorava, lattine di energy drink e varie stoviglie sporche. Per la camera erano sparsi indumenti perlopiù da barista e il letto probabilmente era abituato a lasciarlo disfatto. In sala si trovavano delle bottiglie d'alcool vuote che tenevano compagnia a sigarette spente da diverso tempo in un paio di posacenere.

Quell'appartamento aveva bisogno di ordine all'istante, proprio come l'anima dei due ragazzi che si trovavano al suo interno in quel momento.

Mentre Izaya si perse a pensare e a guardarsi attorno, iniziò a raccogliere alcuni vestiti tenendoli leggermente lontani da lui, con l'intenzione di metterli nel cesto della lavanderia.

"Stupido Shizu-chan, che schifo." Disse quando gettò anche un paio di boxer insieme agli altri vestiti da lavare.
Tornò poi in camera con l'intenzione di buttare delle bottiglie trovate sul comodino, quando improvvisamente Shizuo fece la sua entrata nella stanza avanzando verso l'armadio con solo un asciugamano a coprirgli dalla vita in giù.
Il corvino non potè fare altro che fermarsi a contemplare quello che era il corpo marmoreo del suo rivale.

La luce naturale che filtrava dalla finestra stava illuminando la sua pelle, facendo risplendere delle piccole gocce d'acqua che percorrevano la sua schiena da cima a fondo. I capelli biondi erano pressoché umidi e permisero ad Izaya di intravedere alla radice il vero colore della chioma di Shizuo.

A differenza del biondo, Izaya aveva sempre avuto un corpo fin troppo esile per essere un uomo. Specialmente dopo lo scontro, aveva cominciato a mangiare sempre meno, portando la sua figura ad apparire ancora più gracile.
L'altro invece sembrava diventato ancora più possente durante gli anni: aveva braccia e gambe muscolose, le spalle più larghe di quello che ricordava, addominali scolpiti e non mostrava affatto chili di troppo.

Izaya continuò ad ammirare quel corpo perfetto quasi con gelosia fino a quando non fu costretto a tornare con i piedi per terra, perché Shizuo si accorse di essere osservato dal più giovane. Il corvino sentì le guance tingersi di rosso ma cercò di non darlo a vedere, ripetendosi mentalmente di mantenere la calma.

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