Capitolo 82 : Un fottuto bastardo

Che se ci pensi il nostro amore 

è nato appena

ma è già finito male.

Per me le cose sono due

lacrime mie o lacrime tue...

                                  (Elodie)

EMANUELE

Complimenti a me stesso! Cos'altro posso dire? Mi sono fatto fregare da mio padre ancora una volta. Riesce subdolamente a manipolarmi facendo leva sul mio desiderio di essere sempre all'altezza della sua considerazione.

"E quindi ti sei liberato di quella piccola arrivista che ti girava intorno? Non la vedo più stazionare nella nostra casa da almeno qualche giorno? Cos'è, non ti piaceva più come scopava, o hai trovato di meglio?"

Quando l'altra mattina ha esordito con questa sequela di domande avrei voluto mandarlo a cagare. Ma ho preferito tacere per evitare ulteriori scontri in casa. Mi bastano già quelli a cui devo assistere quotidianamente tra lui e mia madre, non volevo metterci anche qualcosa di mio. Mi sono limitato a sbuffare e ad alzare gli occhi al cielo.

"Ora puoi dedicarti meglio allo studio. Già che ci sei, cerca di tenerti in contatto con Tiziana, la figlia di Giuliani. Lo so che tra te e lei c'è stato quello spiacevole malinteso, ma ha chiarito tutto con il padre e ti ha riabilitato ai suoi occhi. Si trattengono ancora qualche giorno in vacanza, perchè lui deve assistere come membro esterno della tua commissione, agli esami di ammissione. Capisci a me?"

Cristo santo quanto lo detesto quando usa quell'intercalare del cazzo!

"Falla uscire, portala in giro per locali, insomma cerca di spianarti in qualche modo la strada per la promozione sicura! Te le devo dire io queste cose come funzionano?" Ha concluso ammiccando allusivamente.

E io da perfetto coglione quale sono, questa volta ho deciso di assecondarlo perchè mi sono arreso. Sono stanco di lottare contro i mulini a vento e quindi ho chiamato Tizzy e siamo diventati coppia fissa. La vado a prendere a Siponto ogni sera  per portarla a Foggia in giro per locali. Le ho fatto conoscere i miei amici e le faccio credere di essere al centro delle mie attenzioni.

Tutto questo con la presenza di un costante peso sul mio cuore: la situazione che ho creato tra me e la piccoletta.

Con lei ho messo tutto in stand by, ben consapevole di aver colto la palla al balzo, usando come pretesto la mia gelosia. Non che questa non fosse cosa reale. Continuo ad avvertire un senso di malessere ogni volta che penso al passato di Eleonora, ma ho stabilito che per il momento non voglio affrontare il problema. Voglio aspettare di superare gli esami e poi, a bocce ferme, prenderò una decisione.

Sono consapevole di comportarmi da stronzo egoista e so che la sto facendo soffrire. Per questo cerco di tenermi lontano da Manfredonia e dai social. Non perchè voglia nascondermi, in fondo non faccio nulla di male. Ma so che se mi vedesse con Tizzy, la piccoletta fraintenderebbe. Invece per me quello che faccio,  è solo una specie di missione umanitaria a scopo benefico verso me stesso. Così almeno mio padre evita di rompermi i coglioni. In compenso mia madre mi ha dichiaratamente manifestato il suo disgusto: "Sei peggio di tuo padre!" 

E per me, essere paragonato a lui, è l'offesa più grande.

Insomma, per farla breve, sto passando un periodo di merda. Mi sto comportando come se avessi un disturbo della personalità borderline  e stessi vivendo due vite parallele. 

Meno male che questa sera avrò la possibilità di rilassarmi e impegnarmi in quello che più mi piace nella vita oltre a scopare:  fare musica.  

Alcuni colleghi del Conservatorio, hanno messo su una cover band dei Maneskin, che fa serate in un locale del centro storico, e questa sera mi hanno chiesto di sostituire il loro batterista che è assente. Ho provato con loro un paio di giorni e hanno apprezzato molto sia il mio groove sia la mia voce, infatti canterò almeno un paio di pezzi. 

Cazzo non sto nella pelle. 

ELEONORA

Da qualche giorno vivo sospesa. Ho messo in pausa la mia vita e aspetto. 

Aspetto che Lele ritorni da me. Che mi scriva che l'altra mattina ha detto un mucchio di cazzate, che è innamorato di me alla follia e che non riesce a vivere senza avermi accanto a lui. 

Più aspetto, più mi sento una stupida a farlo. 

Perché la sensazione di essere l'unica a stare di merda, diventa ogni momento più reale, soprattutto se Camilla continua a bombardarmi con gli  screen shot delle storie pubblicate su Instagram dagli amici di Conservatorio del signorpezzodimerda Emanuele Maestri. 

E sì, la mia amica ha iniziato a chiamarlo così. Un po' mi fa male assecondarla, ma in questo periodo, Lele, questo soprannome lo merita tutto. Si sta comportando da vero pezzo di merda e la delusione che provo è scottante. 

Lui, nel suo profilo non pubblica nulla, ma gli amici al contrario, soprattutto le 'amiche', sono invece molto social e vederlo sorridente davanti a un gin tonic, ogni sera in un locale diverso, sta iniziando leggermente a farmi incazzare. 

Devo essere solo io l'idiota che si strugge d'amore per lui? E no, proprio non ci siamo. Non è da me! Del resto gliel'ho urlato dietro che non sarei stata ferma ad aspettarlo e ora questi pochi giorni appena trascorsi, iniziano a sembrarmi troppi. 

La mia clausura deve assolutamente interrompersi.

Ho bisogno di uscire e respirare ancora l'aria estiva delle ultime giornate di vacanza, prima che inizi di nuovo la scuola e credo proprio che chiamerò Camilla, che ormai finite le ferie estive, è rientrata in città. Un bel giro nella Foggia by night ci sta tutto. 

«Lo sapevo!» Camilla mi risponde immediatamente con il suo tono, squillante più che mai.«Ero sicura che i miei screen shot ti avrebbero provocato una reazione! Vuoi stare lì rinchiusa ancora per molto mentre quello si da a 'tutta la notte coca e mignotte'? Che si fa? A che ora ci vediamo?» 

Mi stupisco che la mia amica usi certa terminologia che è sempre stata più affine a me e sorrido. 

«Beh effettivamente diciamo che non è che sa la sta vivendo poi così male la nostra separazione. Aveva bisogno di distrarsi per trovare la concentrazione giusta per affrontare gli esami...» Il mio tono è tagliente e ironico. 

Queste situazioni fanno venire fuori la parte peggiore di me, quella cattiva e vendicativa. Faccio cazzate quando sono in questo stato, ma questa volta sarò diversa, meno impulsiva. Voglio solo uscire e divertirmi come una normale ragazza della mia età. Non cerco vendette che poi alla fine dei conti mi lascerebbero con l'amaro in bocca e nessuna soddisfazione.

«Mi organizzo e ti faccio sapere.» 

********

«Cami, te l'ho già detto che tutta questa moltitudine umana mi da l'ansia?»

«Sarà la decima volta che me lo ripeti da quando siamo arrivate!» 

Esattamente nel momento in cui siamo entrate in questo dedalo di vicoletti del centro storico di Foggia, ho iniziato a pensare che forse ho fatto una cazzata a prendere l'ultimo bus della sera, anche perché non so assolutamente come fare poi a rientrare in casa famiglia. 

Ho rifilato al Don la solita balla che andavo a fare un giro al locale di Saverio e sono scappata di corsa, senza riflettere. Spero solo che questa serata evolva positivamente. 

Camilla si muove sicura in queste stradine, come sempre lei è completamente a suo agio e io invece mi sento  come un pesce fuor d'acqua. 

«Certo che un out fit più decente potevi sceglierlo? Dove cavolo pensavi di andare a fare serata? Con un'impresa di traslochi?»

Cosa ha che non va la mia salopette di jeans, proprio non riesco a capirlo. Forse è un po' troppo larga e sdrucita? Forse la canotta nera corta che ho messo è troppo striminzita e si vede un po' tutto? 

«Perché sto male?» Chiedo un po' risentita dal suo giudizio severo?

Mi guarda e alza gli occhi al cielo. Per lei io e il mio modo di vestire siamo una causa persa. Mi prende per mano e si infila in una stradina laterale che sbocca in una piazza, dove c'è un gruppo che suona dal vivo. Mi spinge in mezzo alla folla fino a che non raggiungiamo una posizione in cui siamo vicinissime ai musicisti e la musica è assordante. Non faccio in tempo a girarmi per chiederle perché cazzo siamo così vicine al palco che il motivo si palesa davanti ai miei occhi in tutto il suo magnifico splendore. 

Il signorpezzodimerda  Emanuele Maestri è seduto dietro la batteria e in tutta la sua bellezza mozzafiato si sta esibendo in una versione davvero notevole di una cover di un brano dei Maneskin. 

E io resto lì immobile e incantata a guardarlo. È la prima volta che lo vedo suonare in pubblico e non sapevo assolutamente che gli piacesse anche cantare. 

La sua voce calda, graffia sulle note di 'I wanna be your slave' e il mio cuore, pompa talmente veloce che ho come la sensazione che voglia sfondare la gabbia toracica e continuare a battere lì, ai suoi piedi. 

Lui si muove sicuro, come se si trovasse nel suo elemento naturale: su un palco e davanti a un pubblico a fare musica. 

Quella musica che lui ama al di sopra di tutto, sicuramente anche di me. In questo momento ne ho la certezza. 

E io all'improvviso mi sento piccola e inutile e vorrei quasi sparire per evitare di farmi vedere che sono qui a contemplarlo come una deficiente. 

Questo ragazzo ha il potere di farmi sentire insignificante, è questa sensazione non mi piace.

Afferro Camilla per il gomito e la tiro via nel momento esatto in cui mi accorgo che la musica è finita. 

Voglio andarmene e in cuor mio spero che lui non mi abbia vista. 

EMANUELE

L'ultimo stacco di batteria è accompagnato dall'esplosione di  un applauso fragoroso del numeroso pubblico che gremisce la piazzetta in cui ci siamo appena esibiti. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene e questa sensazione mi piace, anche troppo. È quasi l'equivalente di un orgasmo dopo una bella scopata. 

Non faccio neanche in tempo ad alzarmi  che Tiziana si catapulta verso di me per stringermi in un abbraccio soffocante. Cazzo, che fastidio! Odio questo lato appiccicoso del suo carattere. Sentirmela addosso mi crea disagio, ma sono costretto a fingere il contrario e per non sembrare scostante, ricambio con poco entusiasmo la stretta. 

Ho come la sensazione di aver già vissuto una scena simile, mi sembra di essere in uno strano deja-vu. Delicatamente mi sciolgo dal suo abbraccio e mi allontano da lei approfittando del fatto che Gionatan si stia avvicinando. 

«Cazzo Ema,che sei bravo a suonare è un dato di fatto assodato da tempo. Ma hai anche una voce, e che voce! Ho sentito un po' di commenti del pubblico femminile presente che sono irripetibili.  E che cazzo non ti basta già tutta la figa che ti gira intorno? Capisco perfettamente che la tua ex se ne sia andata di corsa...» 

«La mia ex? Ma di cosa cazzo stai parlando? Chi è andata via?» 

«Eleonora! Di chi vuoi che parli se no? Non vi siete lasciati?»

«Ele? Ma dov'era?» 

«Più o meno davanti a te, ma forse eri troppo preso e non l'hai vista. Appena hai finito di suonare si è volatilizzata, non ho neanche fatto in tempo a salutarla. No,  perchè se vi siete lasciati io ci provo? Mica hai qualcosa in contrario?»

«Ci provi? Ma di che cazzo parli?» Mi trattengo, vorrei strattonarlo con violenza. «Da che parte è andata via?» 

Mi indica la stradina alla sua sinistra e prima di avviarmi gli poggio una mano sulla spalla e stringo con una certa veemenza. «Per chiarire, Ele non è la mia ex, non ci siamo lasciati!» 

Inizio a zigzagare tra la gente alla ricerca della piccoletta riflettendo su quello che ho appena detto al mio amico.

Io ed Eleonora stiamo ancora insieme? Oppure alla luce di tutto quello che è successo, possiamo considerarci ex? 

Che cazzo di situazione di merda sono stato capace di creare?

E soprattutto perché ora mi sento bruciare dentro dalla smania di vederla?

Non avevo messo in conto di incontrarla questa sera. 

Mai avrei immaginato che potesse venire a Foggia e ora mi sento profondamente in colpa per quello che ha potuto pensare. Avrà anche visto l'abbraccio di Tizzy e avrà tratto le sue conclusioni.

Ecco spiegata ora quella strana sensazione di prima, quel momento già vissuto.

Perchè è andata via? 

Che domanda del cazzo che mi sto ponendo. La conosco bene e so perfettamente che lei reagisce così quando vede qualcosa che non le piace e che non riesce a gestire con calma e razionalità. Non è la prima volta che lei scappa e che io mi trovo a rincorrerla. 

Ho una confusione in testa che non mi da pace. Devo trovarla a tutti i costi. Mai come in questo momento vorrei che la gente intorno a me si dileguasse. 

Poi la vedo, è con Camilla che le parla agitata. Ele la fissa e non risponde, si guarda intorno come fosse a disagio e mi vede. Le dice qualcosa che non capisco e si allontana velocemente

«Ele fermati, per favore!» Urlo, fregandomene degli occhi curiosi dei passanti che mi osservano straniti. Velocizzo il passo per raggiungerla e incrocio lo sguardo di palese commiserazione dell'amica. 

La piccoletta sarà sicuramente incazzatissima. 

«Ele, dai cazzo, dove credi di scappare?» Due falcate e la raggiungo. Vorrei trattenerla per il braccio per fermarla, ma mi guardo bene dal toccarla. La affianco  e continuo a camminare alla sua stessa andatura rapida. 

«Lasciami andare, per favore, Emanuele. Ho fretta. Smettila di camminarmi affianco. Non ti voglio vicino a me!» 

Cristo santo è davvero arrabbiata. Mai vista in questo stato.

«Ti stai facendo un film di qualcosa che non esiste! Ecco perchè voglio parlarti.»

«Non serve, credimi, ho capito tutto!» Parla senza neanche guardarmi.

«No, tu non hai capito un cazzo!» E non ce la faccio a non toccarla. Le aggancio un polso e la fermo. Mi accorgo che forse ho un tantino alzato la voce.

Lo sguardo che mi rivolge dopo essersi liberata dalla mia stretta è furente. Si avvicina, assume una postura rigida e alza lentamente la testa come se volesse sfidarmi. 

«Che cazzo vuoi? Io le tue parole ora non le voglio sentire. Hai avuto un bel po' di giorni per parlare e non lo hai fatto. Hai detto che avevi bisogno di tempo per riflettere, che volevi tranquillità per studiare e prepararti agli esami. Ti saresti fatto sentire tu e io non dovevo cercarti!» Si ferma e ingoia a vuoto. Come se stesse cercando di recuperare ossigeno. Dilata le narici per respirare profondamente. 

I nostri volti sono a un soffio di distanza. Dio come vorrei farla tacere togliendole l'aria con un bacio. Come ho potuto essere così stupido dall'allontanarla da me? I miei occhi vagano nella scollatura della sua canotta nera, vedo il seno  alzarsi e abbassarsi per il  respiro affannoso. La mente vola ad altri momenti in cui non era la rabbia a provocare questo movimento. 

«Ho capito solo che sei un fottutissimo stronzo egoista che non ha il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome!» Intercetta sicuramente il mio sguardo perchè la vedo portare la mano sul seno come a coprirsi. 

Si blocca,  si vede chiaramente che sta trattenendo a stento le lacrime. Penserà una volta di più che sono un coglione che mentre lei quasi piange, perde tempo a fissarle catatonicamente le tette.

Inspira di nuovo e io vorrei fermarla e dirle che ha ragione, che è proprio come dice lei. Sono un cazzone, uno stronzo egoista che si è nascosto dietro il pretesto della gelosia per prendere tempo. 

Perchè mi sento troppo pressato da tutti. Da mio padre, che mi giudica un fallito e che io voglio smentire a tutti i costi. Da lei, che forse ha riposto troppe aspettative nella nostra relazione. Dagli esami che ormai sono vicinissimi. 

«Cristo santo Ele è come dici tu! Sono uno stronzo egoista! Sì hai ragione. Ma sono fatto così, sono sempre stato così, lo sai bene. Lo sapevi dall'inizio!» Glielo soffio a un centimetro dalla bocca che ora vedo tremare. 

Non se l'aspettava la mia risposta e soprattutto non si aspettava la mia ammissione di colpa.

«Oh certo lo sapevo benissimo com'eri, ma del resto, sono sempre stata anche io come te e forse avrei fatto meglio a continuare a esserlo. Una bella scopata e poi via, si passa al prossimo, senza impegni, senza sentimenti, senza cuore. Poi però sei arrivato tu, con le tue belle parole e le belle promesse e mi hai fottuto cuore e cervello. Perchè tra i due, la cogliona che ci ha messo il cuore sono stata solo io!» 

Le sue urla rimbombano nel silenzio della stradina deserta e io mi sto chiedendo come abbiamo fatto a ridurci così? Come ho fatto a rovinare tutto? 

Perchè lo so che la colpa è solo mia, lo so bene.
Resto muto, non trovo le parole adatte per spiegarle come mi sento e dirle che non è stata l'unica a mettere il cuore nella nostra storia, anche il mio è fottuto per lei. 

Per non parlare poi del mio cazzo, lui la adora alla follia. 

Anche ora mi sta facendo capire che sto perdendo tempo, che dovrei affondare le mani in quella salopette larga che lascia scoperta la pelle nuda dei fianchi per accarezzarla e sentire se anche lei mi desidera quanto la desidero io.

Peccato solo che la parte razionale e stronza del mio cervello ora la pensi proprio diversamente. Quella mi sta suggerendo di girare i tacchi e sparire per tornare alla mia solita vita di sempre fatta di cazzeggiamenti e musica. 

Il silenzio tra noi diventa pesante, nessuno dei due ha più parole da spendere e quando Ele si gira e prosegue per la sua strada io non ci provo neanche a fermarla. La seguo con lo sguardo fino a che non vedo una Panda verde accostare al marciapiede. L'amica Camilla scende per permetterle di salire e prendere posto sul sedile posteriore. 

Il rumore dello sportello che si richiude mi riporta alla realtà. 

Eleonora sta andando via e io sono consapevole di essere un fottuto bastardo.

Lo so, sta precipitando tutto tra questi due! 

Emanuele sta facendo davvero lo stronzo. 

Proprio non riesce a 'crescere' e a pagarne le spese è Eleonora che ha già i suoi problemi e dietro l'angolo ce ne sono altri in arrivo...

Preparatevi psicologicamente! 

Grazie per essere sempre con me capitolo dopo capitolo!

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Un bacio a tutti!





















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