Capitolo 68: Complicazioni.

ELEONORA

Seduta in giardino fisso la tazzina del caffè, che stringo tra le mani, come se aspettassi da lei le risposte ai dubbi e alle incertezze che in questo momento mi attanagliano i pensieri.

Dopo aver aiutato Lele a sgattaiolare fuori dalla casa famiglia prima che qualcuno potesse notare la sua presenza, valuto che non ho assolutamente voglia di ritornare a letto. I miei sensi sono talmente in allerta che dormire non rientra nelle mie necessità primarie in questo momento. Un caffè e una sigaretta invece sono al primo posto. 

Dovrei essere felice e in parte lo sono, ma caratterialmente mi aspetto sempre che dopo un momento positivo ce ne sia uno più difficile, nella mia vita è sempre stato così. L'ansia è la mia compagna e ora mentre sorseggio il caffè la sento scorrere nelle mie vene più della nicotina e della caffeina. 

Lele quando è andato via è stato stranamente silenzioso, non una parola, solo un bacio e poi ha messo in moto lo scooter. Con lo sguardo l'ho seguito mentre si allontanava ed è allora che ho sentito l'ansia montarmi dentro, ho avvertito un vuoto, come se una parte di me, stesse andando via con lui, e il sorriso che prima curvava le mie labbra, si è trasformato in un broncio quasi arrabbiato: non ci siamo neanche scambiati il numero di telefono... E allora nella mia testa si sono fatti largo strani pensieri negativi. 

Certo non mi aspettavo fiumi di parole dolci come quelle di qualche ora prima, ma almeno qualcosa che mi facesse sperare a un dopo. In tutta sincerità anche io non mi sono esposta più di tanto, tutto quello che ho sentito e pensato l'ho tenuto per me, ma so solo io come avrei voluto lasciarmi andare e dirgli quello che sento.

«Ehi, buongiorno Ele, tutto bene? Cos'è quella faccia?» Samuel con il suo sorriso smagliante viene a sedersi accanto a me sulla panchina sotto l'albero di ciliegio. «Questa notte, rientrando a casa, ho visto lo scooter di Emanuele fuori dal cortile... Pensavo di trovarti allegra e sorridente e invece? Che succede?» Mi abbraccia «Scusa Ele che coglione che sono, aver capito che eri in camera tua con Ema, mi aveva quasi fatto dimenticare quello che è successo ieri sera con il dottore, scusami, davvero, sono imperdonabile.» 

«Ma che dici, Samu, neanche ci pensavo a quel coglione...»

«E allora perchè sei così triste? Qualcosa con il bel musicista non è andata come volevi?»

«Non lo so, sono confusa, agitata e felice. Sono successe troppe cose e sto andando in tilt. Ieri sera Davide, dopo aver capito che tra me e Lele c'era stato qualcosa, gli ha raccontato chi sono e dove vivo sperando così di allontanarci. Lui invece  lo ha mandato a fanculo. Samu lui sapeva già tutto di me, è venuto qui la mattina dopo la festa,  quando io in piena notte sono scappata da casa sua. La mamma che era presente a villa Maestri,  ha visto e sentito tutto e glielo ha raccontato. Si è fermato a guardare fuori dal cancello, ci ha visti insieme e non se l'è sentita di invadere la mia vita, non si sentiva in diritto di farlo. Capisci che persona è? Io solo per questo gli farei una statua. Non gliene frega un cazzo di chi sono e dove vivo e allora io l'ho portato qui. Volevo che vedesse tutto di me, che sapesse dalle mie parole e non da un pettegolezzo, chi sono davvero. Abbiamo passato la notte a parlare... e... a fare l'amore. Mi ha detto cose che mai avrei immaginato lui potesse pensare e provare per me. Oh Samu, io mi sono innamorata di lui. Cazzo, cazzo e ancora cazzo, io lo amo con tutta me stessa... Ma ho paura, un fottuto terrore che tutto possa finire prima ancora di essere iniziato.» Mi accorgo che la sigaretta è finita e tra le mie dita c'è solo il filtro ormai bruciacchiato,  quasi come un automa ne accendo un'altra. 

«Ele ma è bellissimo quello che mi stai dicendo! Sono troppo contento per te!» Samuel mi abbraccia forte e io mi godo il calore di quella stretta che per un momento riesce a farmi rallentare i pensieri. «L'amore spaventa, lo so, lo sto provando sulla mia pelle. Ma non possiamo sempre temere che le cosa vadano male, non dobbiamo avere paura di poter soffrire. Lasciati andare e vedrai che ogni tanto anche a noi poveri sfigati può capitare qualcosa di bello!»

**********************************

EMANUELE 

Il lungomare è deserto alle sette di mattina, ed è il luogo ideale per fermarmi a pensare, non ho voglia di tornare a casa. Parcheggio lo scooter e mi siedo su una panchina, poco lontano un signore anziano sta portando a passeggio un barboncino bianco che corre come un pazzo sulla spiaggia deserta. Ci sono solo loro a farmi compagnia, questa pace apparente durerà ancora per poco, oggi è domenica e tra qualche ora qui sarà pieno di vacanzieri, siamo ormai a metà luglio.

Preparo velocemente una tabacchella e al primo tiro mi ritorna in mente Eleonora. A essere sincero dalla mia testa non è uscita quasi mai da quando prima l'ho salutata, è sempre lì, nascosta nei miei pensieri. Ho ancora il suo odore addosso, sento ancora le sue gambe attorno ai miei fianchi e il suo respiro affannato quando sta per raggiungere l'orgasmo. 

Questa notte ho provato qualcosa di indefinibile, non è stato solo sesso quello che è successo tra noi, non so spiegarlo neanche a me stesso. C'è stata dolcezza e passione, non sono stato il solito di sempre, era come sentissi che dovevo donarle qualcosa di me che non avevo mai dato prima a nessuna. 

Sì, decisamente mi sto rincoglionendo. 

Tutta colpa della 'piccoletta'.

Lentamente si è insinuata dentro di me, piano, giorno dopo giorno. Mi ha fottuto il cervello quella ragazzina e ho paura, cazzo se ho paura. Paura di farmi prendere troppo da queste sensazioni che provo e che tempo di sapere che nome abbiano: amore. 

Il telefono vibra nella mia tasca e proprio mentre lo sto prendendo mi ricordo che non ho chiesto a Eleonora il suo numero di cellulare. 

Più tardi le mando un messaggio su Direct e glielo chiedo, certo non sono tipo da 'Buongiorno amore' ma mi piacerebbe ogni tanto mettermi in contatto con lei. 

L'anteprima di WhatsApp mi fa intravedere le prime parole di un messaggio di Eliana. Mi torna in mente ieri sera quando l'ho salutata prima di andare via e la promessa che le ho fatto per cercare di farla stare tranquilla. Io e il mio carattere del cazzo, quando si tratta di donne, non riesco mai a essere troppo deciso, mi dispiace non renderle felici e a volte mi barcameno in situazioni sgradevoli, esattamente come adesso. Mio malgrado apro la chat ma posso già immaginare quello che ci sarà scritto.

Non provare a dimenticare la promessa di ieri sera: io e te al mare per tutta la giornata. Mi sono fatta prestare l'auto da mia madre e parto tra un'ora. Dove ci vediamo?

Perfetto, sono nella merda più totale! Perchè come un cazzone ieri sera mi sono sbilanciato così? 

Tranquilla non ho dimenticato nulla. Appena posso ti invio la posizione per raggiungere casa mia. Fammi uno squillo quando arrivi... Va bene la piscina invece del mare?

Digito in fretta, senza pensarci troppo, perchè più ci penso e più mi do del coglione. 

Non sei a casa quindi... Sei stato tutta la notte con lei vero?

Bella domanda, che però non avrà nessuna risposta. Non devo certo rendere conto a lei dove ho passato la notte e con chi, noi due non siamo nulla. Io sono così, se non le sta bene può anche evitare di venire. Ma tanto so per certo che tra meno di un'ora me la ritroverò fuori casa con il suo bel costumino rosa. 

Passeremo la giornata in piscina da me, questo è il mio programma, così eviterò di andare in spiaggia per scongiurare il rischio di farmi vedere da Saverio o peggio ancora da Samuel. 

Non voglio che Eleonora sappia qualcosa e si faccia strane idee. 

Eliana per me è pari a zero, devo solo passare una giornata con lei come da promessa e poi le dirò che tra noi non c'è e non ci potrà mai essere nulla, metterò le cose in chiaro e se vorrà continueremo a essere buoni amici, nulla di più.

*****************************************

ELEONORA

La mattinata è passata in fretta, mi sono dedicata alla pulizia della mia stanza, cosa che avevo rimandato ormai per troppo tempo. 

Ogni tanto ho guardato il telefono con la speranza di trovare un messaggio in direct di Lele, ma nulla. Una cosa è sicura, io non gli scriverò per prima, non sono ancora pronta ad abbassare del tutto la guardia con lui.

Sono fatta così, se mi vuole, sa dove trovarmi.

In compenso mi ha scritto Camilla pregandomi di raggiungerla al solito lido dell'altra volta per bere qualcosa insieme e fare un bagno pomeridiano. Sto ancora evitando di risponderle perchè so che se decidessi di rifiutare, sentirei le sue urla arrivare fin qui. 

Sicuramente però la vibrazione che avverto ora non è un messaggio, è una chiamata. 

«Eleonora! Si je zemer? (Come stai tesoro?)» È il mio papo!

Solitamente le telefonate di mio padre mi rendono felice, ma questa volta proprio non riesco a fingere. Come una valanga mi precipita tutto addosso: Ergi, la famiglia Gashi e tutti i dubbi che ho avuto sui miei genitori. 

So che per telefono non è facile parlare di tutto questo, ma non ho altro modo per farlo, e non voglio portare avanti questa condizione di dubbio che sto vivendo. Devo sapere!

«Babbo, io sto bene. Ma voglio chiederti alcune cose molto importanti e voglio che tu mi risponda con sincerità, non sono più una bambina a cui nascondere le cose.» Cerco a fatica le parole per non sembrare troppo aggressiva, ma la diplomazia non è  il mio forte e mai lo sarà.

«Çfarë dëshiron të dish, dashuria ime? (Cosa vuoi sapere, amore mio)?» Il tono di mio padre è incerto, come se avesse intuito qualcosa.

« I Gashi, chi sono? Perchè non mi hai detto nulla della famiglia della mamma e di quello che fanno? Tu e la mamma eravate come loro?» La mia voce trema, mentre mi siedo sul letto perchè le gambe iniziano a non reggere. Ho paura di quello che mi dirà e nello stesso tempo mi rendo conto che gli sto facendo del male. 

Dall'altra parte il silenzio, sento solo il ronzio della linea telefonica ancora aperta e il respiro pesante di mio padre. So di ferirlo, ma io non posso vivere senza sapere se anche i miei genitori erano degli spacciatori, non ci riesco a fare finta di nulla. 

«Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento, sei grande ora e sicuramente avrai provato a fare le tue ricerche per capire chi sei e da dove vieni...Ma è difficile parlarne per telefono, ci vuole troppo tempo e la mia telefonata sta già per terminare. Puoi venire a trovarmi? Ti spiegherò tutto... Eravamo così giovani, non avevamo scelta... » 

Merda, mi accorgo che sta piangendo. Sono una stronza, lo sto facendo soffrire con le mie paranoie del cazzo. Avrei dovuto lasciar perdere, invece mi sono accanita contro un uomo che è ormai l'ombra di se stesso. 

«No, papo, lascia stare, ti prego, non ce la faccio a sentirti così. Per favore non voglio sapere nulla...» Cerco di riparare in qualche maniera a quello che ho fatto. Ma le parole non riescono a trasmettere come mi sento arrabbiata con me stessa per la mia immaturità. Egoista, ecco cosa sono, una fottutissima egoista. Ho pensato solo a quello che sento io e non al dolore che avrei potuto causare a lui facendolo parlare del passato.

«No Eleonora, non ti devi preoccupare per me, è giusto che tu sappia tutto, ma non così per telefono, non ci riesco...»

«Tranquillo babbo, appena posso salgo da te, dovessi anche arrivarci a piedi in quel posto di merda dove sei rinchiuso.»

«Të pres dashuria ime, eja shpejt! (Ti aspetto, amore mio, vieni presto)» 

La linea viene interrotta, il tempo della telefonata è terminato.

Resto seduta a guardare il muro di fronte a me. Ecco cos'è la mia vita, un eterno altalenarsi di poche gioie e molti dolori. 

Solo qualche ora fa ero felice tra le braccia di Lele e ora sono qui che piango immaginando mio padre, che a centinaia di chilometri da me, sta piangendo anche lui in compagnia della sua solitudine. 

Come sempre per Eleonora ci sono i fantasmi del passato che ritornano incancellabili. 

Aver ammesso a se stessa di provare un sentimento forte per Emanuele la fa sentire ancora più fragile e insicura di quanto non lo sia già normalmente. 

Dal canto suo Emanuele è sempre il solito stronzo, che non sa decidere e che prova a tenere un piede in due scarpe. Si è reso conto che per lui Eleonora è davvero molto importante ma sarà in grado di cambiare il suo modo di fare per lei? Vedremo...

Grazie a tutte per essere arrivate fin qui, non finirò mai di esservene grata! Lasciate sempre i vostri commenti (che adoro) e anche la tanto gratificante stellina! (Sempre se vi va e se ritenete che ciò che scrivo la meriti!)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top