Capitolo 65: The last beach - Pt.3
Mi chiedevo se vuoi dividere la notte insieme a me
e sprofondare nel mio nulla senza che io me ne accorga e anche se non vedi uno spiraglio in questo cielo
lassù oltre quelle nuvole ci sta sempre il sereno
(Sick Luke, Coez, Ketama 126, Franco 126)
ELEONORA
Cogliona! Sono una gran cogliona!
Lo sto ripetendo come un mantra, nella mia testa, dal momento in cui l'ho sentito avvicinarsi a me mentre stavo ballando.
Come cazzo mi è venuto in mente di mandare un messaggio a Gabriele per dirgli di raggiungermi qui per fare serata insieme?
Se solo non mi fossi fatta prendere dalle farneticazioni del mio cervello malato, ora sarei su questo salottino insieme Lele!
Sentire la sua voce, il suo odore, le sue parole, è stata un'emozione che non riesco a descrivere. Le sue mani sui miei fianchi, il calore del suo corpo...
Ho il cuore che ancora non riesce a calmarsi, lo sento battere come un disperato, così come batteva potente quello di Lele quando ho poggiato la testa sul suo petto. Il mio ora mi sta implorando e mi dice di liquidare il dottorino e andare da lui.
Gabriele mi parla ma non lo sto neanche ascoltando. Ho visto Lele passare e ho avuto come la sensazione che mi stessa guardando, certo non lo biasimerei affatto se non lo facesse. Quando sere fa mi ha lasciata da sola sulla spiaggia io mi sono sentita morire dentro, e ora posso immaginare come si senta lui, specialmente dopo le cose che mi ha detto e le emozioni che abbiamo provato, era palese che entrambi non desideravamo nulla se non finire l'uno tra le braccia dell'altra.
Invece io, da perfetta stronza, l'ho lasciato in mezzo alla pista da ballo.
Sì, l'ho fatto, ma avevo la morte nel cuore, ogni singola cellula nel mio corpo mi ripeteva che dovevo restare lì, con lui.
Ma ormai il guaio è fatto e in qualche maniera devo provare a fare andare avanti la serata. Non so perché, ma ai miei occhi 'voce suadente' ha perso ogni attrattiva. Forse l'atmosfera deprimente dell'ospedale me lo faceva vedere sotto una luce diversa. Sinceramente non riesco a capire cosa ci ho trovato di tanto interessante.
Sorrido a quello che sta dicendo, ma in realtà: cosa sta dicendo? Parla parla e non lo ascolto. Che noia bestiale. Accendo un'altra sigaretta e faccio finta di non notare la sua mano che mi sfiora la gamba con la scusa di sistemarsi meglio sul salottino che dice essere troppo basso. Fingo anche di non accorgermi che ora ha poggiato il braccio proprio dietro alle mie spalle.
Bevo un sorso di succo, che ha un sapore strano, ha un retrogusto schifoso, sarà andato a male. Registro mentalmente che dopo andrò a dirlo a Saverio. Vende robaccia scadente, non sa neanche di pesca.
Mi agito sulla poltroncina, fa un caldo bestiale e devo anche andare a fare la pipì.
«Puoi scusarmi un attimo? Devo andare in bagno. Ci metto un secondo.» Mi alzo di scatto e non aspetto neanche che mi risponda.
Porca paletta, mi gira la testa e mi sento improvvisamente stordita. Sarà il caldo a provocarmi questa strana reazione?
Mi rendo conto però di non sapere dove sia il bagno, così mi avvicino al bancone per chiederlo a Samuel.
«Ele, ma è il dottore dell'ospedale quello seduto lì con te?» Samuel a volte sa essere molto invadente.
«Sì, è lui. Dov'è il bagno?» Taglio corto, la curiosità del mio amico in questo momento mi mette a disagio.
«E cosa ci fa qui? Non pensavo lo conoscessi così bene...» Non demorde, nonostante abbia notato il tono scontroso delle mie risposte.
Quando faccio cazzate mi da fastidio doverne rendere conto. Lui lo sa bene e per questo insiste.
«Pensavi male! Me lo dici o no dove posso trovare il bagno?» Sempre più acida.
«Qui sulla destra... Comunque ho conosciuto Emanuele...» Eccolo che affonda il coltello nella ferita. Stronzo di un Samuel.
«E quindi?»
«Niente, è davvero un bel tipo. Quando è arrivato e ti ha vista ballare è partito a razzo verso di te. Eravate così belli da guardare...»
Lo so che eravamo belli da guardare, lo so benissimo. Lo sa bene anche il mio cuore, che prima, nelle braccia di Lele, mi ha regalato emozioni mai provate.
«Zitto Samu, per favore, non ti ci mettere anche tu. Ho fatto una delle mie solite cazzate. Ora vado in bagno a battere la testa contro il muro per espiare le mie colpe, se riesco ancora a reggermi in piedi. Mi sento così strana.» Quasi piagnucolo, mi sento sempre peggio.
«Non è che stai bevendo qualcosa di alcolico? Lo sai che con le tue medicine non puoi!» Mi rimprovera con il suo tono da fratello maggiore.
«Niente alcol, tranquillo. Sto bevendo un succo, l'ha preso prima il dottorino.» Non glielo dico che fa schifo, mi dispiace, non vorrei che Saverio poi si offendesse.
«Certo che il tuo bel dottore ci va giù pesante con l'alcol. Oltre al tuo succo ha ordinato un Negroni e una vodka liscia. Ha bevuto tutto lui?»
«Io certo no! Ma sei sicuro di quello che dici? Al tavolo è arrivato solo con due bicchieri in mano.» Gli rispondo mentre mi dirigo velocemente verso il bagno. Samuel avrà visto cazzi per mazzi, lui e le sue preoccupazioni nei miei confronti. A volte non riesce ad essere razionale, vede sempre disastri e complotti.
Per mia fortuna la toilette è deserta, almeno posso fermarmi a pensare con calma. Faccio scorrere l'acqua tenendo sotto i polsi, per provare ad allentare in qualche modo questa strana sensazione di torpore e stordimento che avverto. L'immagine di me che riflette lo specchio non è delle migliori. Il mio sguardo mi sembra vuoto, come se gli occhi avessero perso ogni vitalità. Sbuffo avvilita e ricordo che devo fare anche la pipì. Odio farla nei bagni pubblici, mi fa schifo. In queste situazioni invidio profondamente gli esseri umani di sesso maschile, loro non hanno bisogno di saper fare acrobazie per liberarsi la vescica, e io in questo momento mi accorgo che il mio senso dell'equilibrio è davvero scarso.
Ondeggia tutto porca puttana! Mi tornano in mente le parole di Samuel: vodka liscia e Negroni. Ho una cazzo di confusione in testa!
A fatica riesco a portare a termine la mia missione e sto per uscire dal piccolo sgabuzzino per ritornare nell'antibagno a rilavare le mani per l'ennesima volta quando sento entrare qualcuno.
Sono due ragazze, sento distintamente le loro voci, parlottano tra loro.
«Io quando sono entrata è l'ho visto ci sono rimasta davvero male. Non me lo aspettavo, dopo quello che c'è stato tra noi, pensavo di contare qualcosa per lui. Hai visto come la stringeva, e poi quando lei è andata via, l'hai vista l'espressione che aveva? Si vedeva che stava male. Chi sarà quella?»
Non so perché ma ho come la sensazione che stiano parlando di me e di Lele, la scena descritta corrisponde perfettamente a quello che è successo tra me e lui sulla pista da ballo. Possibile che in tutti i bagni pubblici che io frequento, trovo sempre qualcuno che parla di Lele Maestri?
«Ma Eliana, tu davvero credevi che lui con te facesse sul serio? Non lo conosci proprio.»
«Lui sa benissimo come sono fatta io, glielo avevo detto che non faccio cose giusto per farle.»
«No, e tu credi che a lui potesse davvero interessare come sei fatta tu? Gli interessava solo sapere come è fatta una determinata parte di te, ora che l'ha saputo e si è tolto la curiosità, per lui sei pari a nulla, credimi, lo so per esperienza diretta. Passato il momento non ti cerca più e quando ti vede per lui sei come invisibile, non esisti più, al massimo ti tratta come una cara amica!»
E no tesoro bello, mi dispiace smentirti ma non è sempre così. La mia Eleonora lui la vede benissimo, anzi oserei dire che la cerca proprio!
La mia coscienza è sempre troppo buona con me!
«Non ci credo. Hai visto come ballava con quella? Come l'ha guardata quando è andata via? Avrei voluto che guardasse me così!»
«Evidentemente con quella non ci ha ancora scopato. Semplice!»
E ti smentisco di nuovo! L'ha fatto e credimi, da come si comporta vorrebbe anche rifarlo più e più volte! E comunque avete rotto il cazzo a dire sempre 'quella' quando parlate della mia Eleonora! Rispetto!
Quasi salto quando sento forzare la maniglia della porta perchè qualcuno tenta di entrare, per poi bussare: «Ma è occupato?»
Non rispondo. Respiro per trovare il coraggio di uscire, appena mi vedranno mi riconosceranno sicuramente, da quel che hanno detto mi hanno osservata molto bene quando mi hanno vista con Lele.
Capiranno anche che ho sentito tutto.
E stigrancazzi!
Col dito sfioro il tasto dello scarico e mi decido ad aprire la porta cercando di assumere un'aria sicura e decisa, nonostante senta la testa che continua a girare vorticosamente.
È quando mi fermo a lavarmi le mani che mi rendo conto di avere i loro occhi puntati addosso. Con noncuranza mi bagno il collo per rinfrescarmi e le osservo riflesse nello specchio. Una vestita di rosa dalla testa ai piedi, persino le scarpe. Ma come si fa a scegliere un colore così insignificante? L'altra con una vertiginosa minigonna nera e un crop top rosso fuoco. Da quello che ho sentito entrambe hanno avuto contatti ravvicinati con il bel Maestri. Ma che cazzo, davvero non ne perde una? È uno scopatore seriale?
Lascio che le gocce d'acqua scivolino dal collo fino a bagnare la scollatura del vestito, la sensazione di fresco mi fa stare meglio. Sposto i capelli di lato e bagno anche la nuca e gli occhi della ragazza vestita in rosa li sento quasi perforarmi la schiena. Sono curiosa di scoprire quale delle due è la recente vittima di Lele, giusto per sapere con chi ha scopato dopo di me. Sorrido guardandomi nuovamente allo specchio, e se andassi a chiederglielo? Provo a immaginare l'espressione del suo viso a una mia richiesta simile.
Ma che diritto avrei per andare a porgli una domanda del genere? Parlo io poi che intanto mi sono scopata mio cugino.
Lo stomaco si contrae e un'ondata di nausea mi travolge. In fretta esco dal bagno, non vorrei stare male davanti a quelle due che in silenzio non mi hanno tolto gli occhi di dosso neanche un secondo.
Chissà cosa avranno detto su di me ora che sono lontana dalla portata delle loro chiacchiere e la musica assordante riprende a pompare nelle orecchie.
Che vadano a farsi fottere.
Con finto passo sicuro raggiungo al tavolo Gabriele. Inavvertitamente fingo di urtare il bicchiere con il succo che cade facendo riversare tutto il suo contenuto sul tavolo, almeno così non sarò costretta a finire di bere quella brodaglia disgustosa. Finirei per vomitargli sui piedi.
«Eleonora ma che cazzo fai?» Il dottorino si alza di scatto per evitare che il liquido vischioso gli coli addosso. È la prima volta che gli sento dire una parolaccia. La sua reazione mi sembra davvero esagerata.
Di nuovo un flash nella mia testa: vodka liscia, due bicchieri e non tre.
Ecco cos'era quel sapore strano che sentivo nel succo. Il dottorino del cazzo ci ha versato dentro un intero shottino di vodka! Ma che cazzo vuole fare? Sa bene che non posso bere alcol, me lo ha detto lui stesso!
Brutto stronzo!
Ha qualcosa in mente e credo di aver capito cosa. Vuole la scopata sicura e io gliel'ho servita su un piatto d'argento. L'ho chiamato e lui si è fiondato qui nel giro di mezz'ora, già questa cosa doveva insospettirmi. Vuole andarci liscio come l'olio. Tutto sommato da sobria gli avrei anche potuto dire di no, e invece lui si è spianato il terreno correggendo il mio succo.
Che rifiuto umano!
«È solo del succo di frutta che è caduto, non ti agitare. Chiamo qualcuno per pulire il tavolo. Mi devi scusare, ma mi sento strana, sarà il caldo, sarà la troppa gente che c'è qui...» Farfuglio confusa, i pensieri in testa si accavallano e fatico a mettere a fuoco la situazione. Forse farei bene a chiamare Samu o Saverio, forse dovrei muovermi anche a farlo perché ho come la sensazione di avere ancora poca autonomia decisionale.
«Lascia stare. Se vuoi possiamo andarcene in riva al mare, l'aria fresca ti farà sentire sicuramente meglio.» Il tono ora si è addolcito. Mi solleva quasi di peso e io non riesco a opporre resistenza. Col braccio mi aggancia alla vita e mi sostiene con forza. Le mano, prima di afferrarmi saldamente, per un attimo vaga leggera sul mio posteriore. Ho i brividi, ma sono sicura che non siano di piacere. Inizio a provare disagio, devo fare qualcosa, ma non riesco a costruire un pensiero che abbia un senso logico.
Ci dirigiamo così verso la riva e passando davanti al salottino dove c'è Lele con i suoi amici, allungo lo sguardo per cercarlo. Con mia grande sorpresa c'è anche Davide che vedendomi mi fa un cenno di saluto, io lo fisso inespressiva senza riuscire ad avere nessun tipo di reazione.
Mi sento un burattino senza cervello ed emozioni.
Lele è seduto vicino a lui e, al contrario del cugino, non mi degna neanche di uno sguardo, ha una mano mollemente abbandonata sulla coscia del confettino rosa. Lei sorride beata.
Perchè Lele non mi guarda? Io ho bisogno di lui ora! Ho bisogno del suo aiuto!
Se solo lui mi guardasse dritto negli occhi dentro ci leggerebbe solo terrore.
Ma lui non mi vede e la mia richiesta di aiuto silenzioso, cade nel vuoto.
Continuo a camminare trascinando a fatica le gambe. Gabriele mi sorregge e continua a parlare. Mi accorgo solo che ci stiamo dirigendo verso una zona più isolata della spiaggia. Sento la musica sempre più lontana e nelle mie orecchie rimbomba come eco solo la voce del mio accompagnatore. A un attento osservatore possiamo dare l'impressione di una coppia che è un po' alticcia e cerca un posto isolato per appartarsi. E invece non è così.
Mi sembra tutto così assurdo, così irreale.
Lele mi sembra così lontano ora. Ho come la sensazione che tutto intorno a me non abbia più un senso, mi sembra di vivere una vita parallela in cui io osservo quello che mi sta succedendo ma non posso intervenire in alcun modo.
Provo a parlare, ma la voce muore in gola. Sento che la mia resistenza fisica sta arrivando al limite e mi manca davvero poco per lasciarmi andare senza forze e dopo un po', mi ritrovo, mio malgrado, allungata su un lettino da spiaggia a fissare inespressiva il cielo buio sopra di me, provando a capire quello che mi sta succedendo.
Non ci sono stelle, o almeno io non riesco a vederle.
C'è solo la notte che silenziosa mi avvolge e mi trascina nel suo nulla.
Come sempre Eleonora è così brava a fare cazzate e a cacciarsi nei guai. Ma come poteva immaginare quello che sarebbe successo?
Cosa ne pensate del bel dottorino?
E soprattutto come evolverà la situazione?
Aspetto i vostri commenti e i vostri pareri.
Un bacio a tutte e grazie per essere arrivate fin qui!
Se la mia storia vi piace, e ritenete sia meritevole di attenzione, aiutatemi a farla conoscere a un pubblico più vasto. Consigliatela e aggiungetela ai vostri elenchi di letture! Ve ne sarò grata!
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