Capitolo 63 : The last beach- Pt.1

«Ele, questa sera ci vieni con me a conoscere il mio ragazzo?» Samuel spalanca senza tante riserve la porta della mia stanza.

Come sempre, da quando sono uscita dall'ospedale e cioè circa una settimana fa, sono chiusa nella mia stanza a godere della mia solitudine. I primi giorni ne ho approfittato per dormire e cercare di rimettermi in sesto, poi alla fine ci ho provato gusto a stare da sola. Unico diversivo alle mie giornate sono state le visite di Teresa che ha provato a farmi parlare senza ottenere grandi risultati e Samuel che mi ha tenuta aggiornata sul procedere della sua relazione.

Il don l'ho incontrato solo in cucina per i pasti principali, tra noi c'è come un velo di distacco che si è venuto a creare. Forse, anzi quasi sicuramente, dipende tutto dal mio atteggiamento. Mi sento in colpa per quello che è successo con Ergi, anche se sono più che certa che lui non sappia nulla. È come se mi vergognassi nei suoi confronti, non so neanche io spiegarmi perché. D'altronde però un po' ce l'ho con lui perché sono fermamente convinta che doveva parlarmi prima della mia famiglia albanese.

«Posso avere una domanda di riserva?» Sbuffo annoiata mentre cambio posizione sul letto e allungo una mano verso il comodino per prendere una sigaretta e accenderla.

«Ele ma questa stanza puzza di fumo da fare schifo! Io non ti riconosco più! Spalanca quella cazzo di finestra, manca l'aria!» E come una furia si richiude la porta alle spalle e va ad aprire le imposte per cercare di alleggerire la cappa di fumo che si è creata.

«Samu rilassati, la vita va presa con calma, sto solo cercando di fare quello che mi raccomandate tutti: riposare!»

«No Ele tu stai solo cercando di evitare di vivere! Quanto altro tempo pensi di poter passare chiusa qui dentro, tenendo fuori il mondo?»

Come dargli torto? È proprio quello che sto facendo, chiudere il mondo fuori dalla porta della mia stanza. Nessun contatto sociale, ho abbandonato anche il telefono. Non ho più risposto ai messaggi di Camilla, che ha provato anche a chiamarmi senza ottenere risultati. Non ho neanche più pensato a contattare 'voce suadente'. Quello che mi ha scritto sul bigliettino mi ha molto lusingata, ma mi sento talmente apatica che non ho voglia di nulla. Non ho più guardato le storie di Lele, si fotta anche lui e la sua musica del cazzo.

È la seconda volta in un mese che dopo eventi traumatizzanti reagisco in questa maniera, e mi sta bene così, sono ritornata la Eleonora asociale e perennemente rotta di cazzo di qualche mese fa.

«Hai sentito cosa ti ho chiesto prima? Ci vieni a conoscere il mio ragazzo o no? Anzi senza punto interrogativo, non serve. Preparati che alle nove si esce. Il don e Teresa sanno già che vieni con me e che faremo tardi. Non hai scuse. Buttati sotto la doccia e renditi presentabile. Non farmi fare figure di merda, sei la mia migliore amica e ho parlato tanto di te!» Esce sbattendo la porta senza ammettere repliche da parte mia.

Cazzo se l'ho fatto incazzare! Mai visto Samuel così agitato.

Mi tocca darmi una mossa. Finisco con tutta calma la sigaretta e solo dopo averla spenta accuratamente mi decido ad alzarmi. Il posacenere è pienissimo ed emana un fetore nauseante, decido si svuotarlo nel wc, mi costa troppa fatica raggiungere la pattumiera che si trova all'esterno della casa. Chiudo le imposte lasciando però la finestra interna aperta, ho capito cambiare l'aria, ma le zanzare vorrei evitarle, e qui nella zona ce ne sono anche troppe per i miei gusti.

Una lunga doccia calda con annesso shampoo e la situazione va già decisamente meglio. L'odore del bagno schiuma al talco ora prevale su quello di fumo che c'era prima. Samu sarà contento del fatto che mi sto prendendo cura di me stessa. Mi sono depilata, cosparsa di crema idratante, e addirittura ho usato anche il balsamo per i capelli. Quasi un miracolo! Tutto solo per rendermi presentabile e non far sfigurare il mio amico.

Guardo il mio corpo nudo riflesso nello specchio dell'anta interna del mio piccolo armadio. Il succhiotto sul seno sinistro è ancora abbastanza visibile. Lo stronzo ci deve aver messo davvero tanta passione nel renderlo così duraturo.

Ma perché cazzo continuo a pensarlo? Anche in ospedale l'ho sognato e che sogno, sicuramente sarà stato l'effetto dei sedativi a procurarmi quel tipo di allucinazioni. Non c'è altra spiegazione!

Sono passate quasi due settimane dall'ultima volta che l'ho visto. Chissà se sarà venuto qui a Siponto in questi giorni? Quante tipe si sarà scopato? Mi avrà pensata? Certo non mi ha scritto, quindi...

La mia pelle è bianchissima, quasi lattea, e ora così, nuda e riflessa nello specchio mi rendo davvero conto di quanto sono dimagrita. Accarezzo con la mano la pancia letteralmente piatta, mi soffermo sull'ombelico, il segno del navel è davvero poco evidente, avevo quasi dimenticato di averlo. Mi si ripresenta vivido il ricordo di quando la sorella maggiore di una mia compagna di classe me lo praticò di nascosto del titolare del laboratorio dove lavorava, altrimenti ci sarebbe voluta l'autorizzazione dei miei genitori. Frugo nel cassetto del comodino e nascosta sotto un mucchio di slip trovo una scatoletta in plastica. C'è ancora, cazzo, ed è in perfetto stato: una stellina a cui è collegata una mezza luna pendente, in argento e pietre nere. La disinfetto e con calma provo a inserirla nel foro. Pizzica un po', ma trattenendo il respiro per la paura di sentire troppo dolore, piano piano, riesco a sistemarla. Ora al centro della mia immagine riflessa nello specchio c'è il mio ombelico splendidamente decorato. Togliere il navel è stata un'altra delle mortificazioni a cui mi sono sottoposta per cercare di nascondere me stessa e la mia natura.

Accendo un'altra Camel, tanto per scacciare i cattivi pensieri, e inizio a frugare nel mio esiguo guardaroba alla ricerca di qualcosa da indossare. C'è ancora, accantonata da parte, la busta di una nota boutique di Foggia in cui Teresa ha riposto tutti i vestiti dismessi dalla figlia. Prima di finire in ospedale mi ero ripromessa di provarli, poi presa da altro ho resettato proprio la cosa.

Pigramente, con la sigaretta penzoloni tra le labbra, ne capovolgo sul letto il contenuto. Ad attirare la mia attenzione è un vestitino rigorosamente nero, ottimi gusti quella della figlia della psicologa. Ha una linea semplice, stretto in vita e poi si allarga all'altezza dei fianchi in leggere onde morbide, peccato però sia leggermente corto, ma me ne farò una ragione. La scollatura non è molto profonda e nasconde perfettamente il livido sul seno. Le spalle restano scoperte e sono segnate dalle sottili bretelle che si incrociano sulla schiena anch'essa scoperta. Guardandolo meglio mi accorgo che è tempestato di una specie di perline sempre nere che però lo rendono scintillante sotto la luce. Decido di provarlo per vedere se la taglia è adatta a me. Ancora non riesco e recuperare tutto il peso che ho perso, ma il vestito mi sta benissimo, balla leggermente sui fianchi, ma questo me lo rende comodo, odio le cose troppo strette.

È perfetto, e cazzo, sto davvero bene. Sono contenta dell'immagine di me che lo specchio mi restituisce, tanto da abbozzare un sorriso che mi costringe a sfilare la sigaretta dalle labbra e finalmente spegnerla.

Mi lavo le mani e il viso per cancellare l'odore di fumo. Vorrei mettere almeno un po' di mascara, ma aprendolo mi rendo conto che è completamente secco. Sono una frana per queste cose, evidentemente l'ultima volta che l'ho usato non l'ho chiuso bene. Pazienza!

Uso lo scovolino ormai asciutto per pettinare le ciglia e le sopracciglia, spazzolo i capelli ancora un po' umidi, li lascerò sciolti così potranno asciugare meglio. Ci vorrebbe qualcosa sulle labbra, giusto per contrastare il pallore della mia carnagione. Ma non ho un rossetto, non ne ho mai posseduto uno. Che palle, mi sarebbe piaciuto ora metterne un po'.

Dopo aver calzato i miei fedelissimi anfibi mi appresto a risistemare il letto ancora invaso dai vestiti che ho tolto dalla busta. Non voglio trovarlo n disordine quando rientrerò, e poi il caos non mi è mai piaciuto. Velocemente ripiego tutto e il mio sguardo si blocca su una piccola borsettina in raso nero, con una sottile tracolla in metallo argentato. I miei pensieri più amorevoli vanno a Teresa e a sua figlia. Avevo proprio bisogno di qualcosa del genere altrimenti non avrei saputo dove mettere sigarette e cellulare. La apro e mi accorgo che questa deve essere proprio la mia giornata fortunata. All'interno c'è uno stick di rossetto ormai quasi terminato, evidentemente la figlia di Teresa lo avrà dimenticato per questo. Kiko Velvet passion, il nome è già tutto un programma, Il colore poi è bellissimo, proprio quello che desideravo, un bordeaux scuro. Mi avvicino allo specchio per metterlo con calma, non sono molto pratica e ho il terrore di farlo sbavare.

Piano seguo la linea delle labbra e il risultato che ottengo mi fa esclamare un 'Oh' di meraviglia.

La porta della mia stanza si spalanca all'improvviso.

«Ele sei pronta?» Samuel resta fermo a guardarmi.

«Cazzo Ele!» Mi guarda dalla testa ai piedi e vedo i suoi occhi luminosi che mi studiano attenti. «Sei bellissima, sei diversa, sei... Speciale Ele!» Viene verso di me e mi abbraccia forte.

«Questa è la mia Eleonora, quella che non si nasconde e non ha paura di nulla. Che non si fa mettere sotto da nessuno! Sicura e decisa!»

«Almeno all'apparenza...» Sussurro tra le sue braccia.

«Dentro sappiamo solo noi quello che proviamo...» Mi bacia e accarezza i capelli «E ora andiamo a conquistare il mondo e a spargere in giro un po' di gioia!»

E tenendoci per mano scendiamo ad affrontare la vita!

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«Ele per te è un problema se andiamo con lo scooter?» Mi dice Samuel passandomi il casco.

Ci sono salita con Ergi l'ultima volta che è venuto a prendermi dopo l'aperitivo con Camilla e l'incontro con Lele sulla spiaggia. Quel coglione mi aveva fatto morire di paura sfrecciando a tutta velocità sul lungomare e io mi ero avvinghiata a lui nel tentativo di reggermi e lui come al solito aveva fatto un sacco di allusioni... Stronzo anche lui.

«Ehi, ti sei persa?» Samu mi tocca leggermente la spalla per scuotermi dal mio torpore momentaneo.

«Pensavo a Ergi, a quando ci sono andata con lui su questo scooter. L'hai sentito per caso?»

È la prima volta che parlo con Samuel di Ergi da quando è andato via, è come se avessi voluto rimuovere dalla mia memoria quello che è successo.

«Mi ha scritto qualche giorno dopo che è partito. Non te ne ho parlato perché mi è sembrato che tu non volessi più tirar fuori l'argomento» dice come a volersi scusare «Mi ha detto che ti ha scritto una lettera per salutarti. Voleva sapere come stavi...» Abbassa lo sguardo, si vede che si sente a disagio, non gli piace questo ruolo da intermediario. «Perché non vi sentite tra voi? Sarebbe meglio!»

«Non ho nessuna intenzione di parlare con lui.» Il mio tono è fermo e deciso. «È stato stronzo con me. Doveva dirmi tutto, della parentela, dei mie nonni, della mia famiglia. Io mi sono fidata di lui! Neanche il coraggio di dirmi le cose guardandomi in faccia. Ora sono troppo arrabbiata, forse più in là, forse...» E per me il discorso Ergi si chiude qui.

«Beh insomma dove mi porti? Ha un locale sulla spiaggia il tuo tipo?» La mia intenzione di cambiare discorso è palese e Samu mi asseconda volentieri.

«Sì, sul lungomare, verso la fine dei lidi, si chiama 'The last beach'» Sorride a trentadue denti.

«Merda, com'è piccolo il mondo! Si chiama Saverio per caso?» Rispondo incredula. Non può essere proprio lo stesso locale dove è iniziato tutto tra me e Lele?

«Ma come lo fai a sapere?» Samuel è più sorpreso di me.

«Ti ricordi quando ti ho detto che Lele mi ha portata in un locale sulla spiaggia?»

«Oh signore! Quindi è sui salottini di Saverio che tu e il batterista ci avete dato dentro?» Ride come un pazzo ora.

«Lì abbiamo iniziato... » Scuoto la testa affranta. «Andiamo dai, spero solo per te, di non incontrare Lele. Quello ci passa la vita su quei salottini, e non da solo! Non riuscirei a reggere la scena di lui che limona qualcuna mentre tu mi presenti Saverio, che d'altra parte già conosco! E comunque cazzo se hai gusto fratello! Saverio è davvero un bonazzo.»

«Lo so!» Mi risponde il mio amico con aria sognante.

«Ah l'amore!» Alzo gli occhi al cielo. Un po' lo invidio Samu, nei suoi occhi luminosi ci leggo davvero del sentimento.

Chissà come ci sente a essere innamorati e ad avere qualcuno per cui tu conti più di ogni cosa al mondo.

Lo stomaco si contrae in una morsa e mi ricorda che non ho mangiato nulla, mentre abbraccio la schiena di Samu che avvia lentamente lo scooter.

Si prospetta una serata a dir poco stressante e mi riprometto di mangiare qualcosa di solido una volta arrivati al locale.

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EMANUELE

Una bracciata, un'altra ancora e mi distendo facendomi cullare dal lento dondolio delle piccole onde che io stesso ho creato con il mio movimento nella piscina.

Resto a fissare il cielo sopra di me, ormai è quasi buio ma l'afa di questa giornata di metà luglio non accenna ad attenuarsi. Ho raggiunto i miei alla casa al mare per trascorrere il fine settimana e cercare di rilassarmi dallo stress delle prove e mi sto godendo questo bagno in piscina prima di prepararmi per uscire.

Da quando ho messo piede a Siponto ho una strana sensazione, mi sento come se fossi agitato, impaziente. Come se da un momento all'altro dovesse succedere qualcosa. Non sono mai stato ansioso, ma credo di percepire che quella che avverto sia proprio ansia. Eppure la serata si prospetta tranquilla, ho prenotato da Saverio, mi raggiungeranno gli amici del Conservatorio per bere qualcosa, niente di che tutto sommato. Forse si unirà a noi anche Davide con gli altri amici di qui, insomma saremo un bel gruppo.

Cristo, in quest'acqua si sta divinamente, l'ansia piano piano mi sta abbandonando, mi sento addosso l'energia di un leone. Devo solo decidermi a uscire per fare una doccia veloce e vestirmi. Non voglio arrivare tardi.

Spalanco la cabina armadio alla ricerca di qualcosa da indossare che sia adatto a questa serata particolarmente calda. Con la mano sfioro le camicie e le t-shirt, tutte rigorosamente sistemate sulle loro grucce, detesto le pieghe da stiratura, quindi nel mio guardaroba, a parte l'intimo, non c'è nulla di piegato. La mia scelta cade su una camicia in lino, rigorosamente nera, con collo alla coreana, che lascio fuori a un jeans skinny dello stesso colore. Un velo di gel sui capelli giusto per tentare di tenerli in ordine, averli leggermente accorciati non è stata un ottima scelta, con questo caldo avrei preferito poterli legare. Due spruzzi del mio profumo preferito, Fahrenheit di Dior, e sono pronto. Mi soffermo davanti allo specchio e quello che vedo mi piace davvero molto. Passo una mano sul viso, forse avrei dovuto radermi, la barba di questa lunghezza ha un effetto leggermente irritante se portata a contatto con la delicata pelle femminile.

Pazienza se qualcuna si lamenterà.

Qualcuna...

Riaffiora dai miei ricordi recenti la pelle bianca e delicata di Eleonora. Chissà se il succhiotto sarà ancora visibile? Risento forte il suo profumo riempirmi le narici. Ora capisco quel senso di ansia appena arrivato a Siponto, è come se avvertissi la sua presenza nell'aria, come se sentissi il richiamo dei suoi feromoni. Cazzo che voglia di averla qui ora, e non vado oltre con i pensieri altrimenti la mia eccitazione sarebbe troppo palese alla vista.

Purtroppo so benissimo che le speranze di incontrarla sono pari a zero.

Forse avrei potuto contattarla su direct, avrei dovuto rispondere al suo messaggio, ma avrei solo alimentato le sue speranze di creare qualcosa di diverso tra noi.

Io invece quello che voglio è solo sesso, un posto per lei nel mio letto ci sarà sempre, dovrà dividerlo con altre però.

Avete anche voi la stessa sensazione che ho io? Che questa serata al "The last beach" sarà molto movimentata?

Vi avviso che questo nella realtà doveva essere un capitolo unico, solo che vista la lunghezza davvero esagerata l'ho diviso in tre parti che portano lo stesso titolo e poi un'altra che avrà un titolo diverso.

Aspettatevi di tutto e di più!

Grazie per esserci ancora e per seguire con affetto la vita di Eleonora, perchè è solo di quella che parla la mia storia. La sua vita! Gli altri personaggi sono solo delle figure secondarie che fanno la loro apparizione per un periodo più o meno lungo e aiuteranno Ele a crescere e maturare.

Solo qualcuno resterà... ahahah vi lascio nel dubbio atroce, non mi odiate!

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