Capitolo 54: Inizio d'estate: spritz, gelosie e messaggi.

Una, due, tre vibrazioni consecutive. Il cellulare quasi salta sul comodino vicino al mio letto, dove l'ho poggiato, prima di provare a riposare un po', in questo pomeriggio di una domenica bollente e noiosa di inizio estate, che sembra non voler passare mai.

Questa estate, non so perchè ma non mi sta proprio piacendo. È iniziata nella maniera peggiore. Il mio umore è nero peggio dei vestiti che indosso.

Un'altra vibrazione. Che palle, mi tocca proprio vedere chi è che richiede la mia attenzione. Recupero il telefono, spero sempre di trovare qualche notifica di insta, magari Lele si fosse deciso a scrivermi. Ma poi perché dovrebbe? Sono io che l'ho mollato. Fosse successa a me la stessa cosa come mi sarei comportata? Avrei scritto per prima? No! Ci avrei messo su una bella croce e avrei fatto finta di nulla. Esattamente come sta facendo lui.

La notifica è su WhatsApp. È Camilla! Cazzo non le rispondo da ieri, sarà incazzatissima.

STRONZA!

MA CHE FINE HAI FATTO?

SEI MORTA ALLA FESTA CHE NON MI RISPONDI?

EHIIIIIIIII CI SEI?

Il tono dei messaggi mi fa palesemente capire che è leggermente nervosa. So che devo risponderle, ma allo stesso tempo non ne ho voglia. Spiegare tutto quello che è successo è cosa lunga e mi rompo il cazzo a scrivere.

Le registro un bel vocale dove le spiego che la festa è stata una noia e che a un certo punto ho mollato tutti e me ne sono andata con Lele a bere qualcosa.

Non le dirò mai quello che è successo realmente ieri sera. Non ho mai raccontato più di tanto a Camilla della mia vita privata, non sono mai scesa nei dettagli, e certamente non lo farò ora. Però mi va di dirle di Lele, anche per vanità femminile, mi va di farla rosicare un po' anche perché a lei i cugini Maestri sono sempre piaciuti!

Come da previsione la sua risposta non tarda ad arrivare. Anche lei mi manda un vocale che ascolto a volume minimo: la sua voce stridente è quasi assordante!

Anche lei è a Siponto! Ne deduco che metà Foggia bene ha la residenza estiva in questa amena località marina.
Vuole sapere se posso raggiungerla per prendere insieme un aperitivo e per parlare meglio e mi manda la posizione del lido dove mi aspetta.

Mi piacerebbe davvero tanto andarci, ho voglia di vederla e fare quattro chiacchiere con lei. Mi manca la sua spensieratezza. Chissà forse potrebbe aiutarmi a risollevare il morale. Ma come faccio? Dovrei chiedere il permesso al don e dovrei trovare qualcuno che mi accompagni.

Certo è, che se continuo a restare allungata su questo letto, i problemi non si risolveranno da soli. Mi faccio coraggio e mi tiro su. Innanzitutto mi preparo e poi scendo per chiedere al don il permesso per uscire.

Mi fiondo sotto la doccia per lavare via il sudore della giornata e anche un po' di malumore, velocemente mi asciugo, lego i capelli ancora bagnati in una coda alta, con il caldo che c'è ci metteranno pochissimo ad asciugare all'aria aperta. Apro l'armadio e al volo prendo i jeans neri e una canotta nera corta con lo scollo all'americana. So benissimo che morirò di caldo, ma è l'unico modo che ho per nascondere il succhiotto di Lele.

Mi guardo allo specchio, non sono poi male, forse troppo pallida, ma per una che rifugge il sole è davvero il minimo. Calzo i miei inseparabili anfibi e sono pronta per affrontare il prete.

Lo trovo in cucina, assorto nella lettura di un libro di preghiere. Appena avverte la mia presenza alza lo sguardo nella mia direzione.

«Vai da qualche parte Ele? Ti sei messa in tiro...» Come sempre riesce a sorprendermi. Con mezzo sguardo mi ha radiografata!

«Non mi guardare con quell'aria stupita. No, non leggo nel pensiero, ho solo notato che ti sei cambiata e il profumo del tuo bagnoschiuma al talco arriva fin qui» mi dice sorridendo.

«Ehm, io, cioè Camilla mi ha invitata a prendere un aperitivo. Posso andare?» Il mio è proprio un tono di supplica. Spero davvero con tutta me stessa che acconsenta. Ho davvero voglia di uscire.

«Certo che puoi, ti posso accompagnare io se vuoi, stavo giusto uscendo»

Ma io lo amo quest'uomo!

«Certo che mi puoi accompagnare, anche perchè diversamente non saprei proprio come fare. Camilla mi ha mandato la posizione, così la posso raggiungere facilmente.»

Dopo neanche dieci minuti il don accosta la sua vecchia punto nera al marciapiedi davanti all'entrata del lido Kursaal: «Eccoci arrivati, divertiti e non fare troppo tardi. Per l'ora di cena ti voglio di ritorno. Chiama me o Samuel quando sei pronta per rientrare.» Sorrido mentre scendo dall'auto, sarebbe stato un papà perfetto!

Gli mando un bacio volante e mi avvio verso l'ingresso del lido.

Sono quasi le diciotto e c'è tanta gente che sta lasciando la spiaggia, io e i miei anfibi siamo in totale contrasto con tutte quelle persone in costume e ciabatte che si apprestano a tornare a casa. Mi guardo intorno per cercare Camilla, ma lei è più veloce di me. Il bar del lido è affollato e c'è musica, ma la sua voce squillante riesce a superare il chiacchiericcio e le note della canzone di Rkomi che fa da sottofondo. Il mio nome riecheggia in mezzo alla folla. Ho un po' la stessa sensazione del primo giorno di scuola, quando il prof di turno fa l'appello e ti tocca presentarti alla classe. Io in questo momento mi sento così: sotto gli occhi di tutti.

«Ma questa cazzo di voce proprio non riesci a tenerla a bada!» Ringhio mentre mi avvicino al suo tavolo, palesando una sicurezza in me stessa, che realmente non provo. Tutti in questo bar sanno che io mi chiamo Eleonora.

«Ma piantala! Sempre acida sei? Pensavo fosse solo la scuola a farti questo effetto! Rilassati Ele, siamo in vacanza!» Mi risponde tutta impettita.

Anche in riva al mare alle sei del pomeriggio lei è perfetta. Capelli piastrati, trucco leggero e un bellissimo copricostume, una specie di camicia in un tessuto molto sottile e trasparente di un rosso corallo che fa risaltare la carnagione abbronzata e i capelli biondi.

Tutto sommato credo che Camilla abbia davvero ragione, dovrei cercare di essere leggermente più rilassata e prendere la vita con più leggerezza. Facile a dirsi ma non a farsi. Purtroppo la mia vita può essere definita in tanti modi meno che tranquilla. Però ora sono qui, è una bellissima domenica di inizio estate, e sono seduta in un bar in riva al mare con la mia amica di banco, nonché unico rappresentante di sesso femminile che io possa etichettare con la definizione di 'amica'.

«Hai ragione Cami, dovrei rilassarmi un po'...Tu però cerca di parlare con un tono di voce un po' più basso, e vedrai che mi riesce meglio!»

Intanto un cameriere ha portato al nostro tavolo due enormi spritz accompagnati da patatine e altri stuzzichini vari.

«Mentre ti aspettavo mi sono portata avanti con l'ordinazione» mi dice la mia amica «Ho scelto bene?»

«Sei stata perfetta! Lo sai che questo è il mio aperitivo preferito» le rispondo mentre prendo il calice e inizio a sorseggiare la bibita. Con questa cavolo di canotta accollata ho un caldo bestiale e spero che bere qualcosa di ghiacciato serva ad alleviare questa mia sensazione di soffocamento.

«Beh insomma, mi racconti o no della festa a casa di Davide?» Camilla proprio non riesce a trattenere la sua curiosità. «Ma soprattutto mi devi spiegare quella frase evasiva che 'sei andata a bere qualcosa con Lele' cosa vuol lasciar intendere. Tutto mi devi dire, tutto dalla a alla z, non devi tralasciare nulla!»

Mi viene da ridere, è davvero tremenda. Le racconto della festa, descrivendo con abbonante dovizia di particolari la villa di Davide, i vestiti che indossavano lui e quella strega malefica della mamma, ma ometto tutto quello che è successo realmente. Poi quando arrivo a dover raccontare di Lele mi rendo conto che sto sudando davvero in maniera esagerata. Mentire non è una cosa che mi viene facile. Soprattutto se racconto balle a una persona a cui tengo in maniera particolare, e Camilla rientra in quella ristretta cerchia di persone che per me sono importanti. È stata l'unica in tutta la mia classe capace di sfondare le corazza che mi sono costruita intorno.

«Cami, sto morendo di caldo, sarà lo spritz, sarà questa canotta accollata, ma se non vado in bagno a sciacquarmi il viso con l'acqua fresca credo di svenire...» Spero che se la beva come scusa, devo allontanarmi un attimo per riprendere fiato e riordinare le idee.

Mi guarda con aria stranita«Va bene, vai pure, ma se non ti senti bene chiamami che ti raggiungo» mi dice mentre prende il telefono «Io intanto posto una storia su Instagram, ti posso taggare?»

«Fai pure!» Le rispondo mentre mi alzo per dirigermi verso la toilette.

Mi sciacquo il viso con l'acqua fresca e mi soffermo a guardarmi allo specchio, il mio colorito di solito pallido ora è davvero quasi spettrale. Dovrei forse prendere un po' di sole? No, la cosa è da escludere categoricamente. Tra me è il sole non c'è 'corrispondenza di amorosi sensi'.

Mentre sono attenta a rifarmi la coda sento vibrare il cellulare, che ho nella tasca posteriore jeans. Sarà sicuramente la notifica della storia in cui Camilla mi ha taggato. E infatti è così, c'è la foto con i nostri spritz, una gif di un cuore rosa shocking e i tag del lido e del mio profilo. Sospiro. La mia amica è molto più social di me e non perde occasione per mostrare la sua vita privata ai suoi follower.

Rimetto il telefono in tasca e mi sto avviando a ritornare al tavolo quando due ragazzine che avranno a stento dodici o tredici anni, entrano in bagno. Ridono, sono agitatissime e parlottano tra loro noncuranti della mia presenza.

«Ma lo hai visto? È figo in una maniera esagerata!» dice una.

«Sì, hai visto che mi ha guardata?» risponde l'altra tutta smaniosa.

«Ma quando mai! Ora Emanuele Maestri perde tempo a guardare a te!» ribatte l'altra tutta risentita.

Emanuele Maestri? Il discorso ora inizia a diventare interessante. Fingo di continuare ad armeggiare con l'elastico dei capelli perchè sono davvero curiosa di sentire queste due ragazzette cosa hanno da dire sul conto di Lele.

«Ma hai visto il tatuaggio? Ma secondo te dove gli arriva? Continua fino a sotto?» Ammicca una e ridono come due deficienti.

Ma senti a queste due! Ma invece di pensare alle bambole perdono tempo a guardare i tatuaggi dei ragazzi più grandi di loro. Ma vedi un po' queste nuove generazioni!

Eleonora! Sembri mia nonna con questi discorsi! Tu alla loro età pensavi alle bambole? Se non ricordo male facevi ben altro! Ammetti invece che sei gelosa marcia e ti dà fastidio che abbiano guardato Lele!

La solita coscienza del cazzo! Gelosa io? Ma cosa? Quando mai? E poi di chi?

Mi ricompongo e dopo aver finito di ultimare la mia coda mi appresto a uscire.

«Tranquille, il tatuaggio arriva proprio fino a dove immaginate che arrivi! Fidatevi! Ma siete troppo piccole perchè lui vi faccia mettere occhi e mani sul suo uccello!» Sputo acida mentre passo loro accanto. Entrambe mi guardano con gli occhi sbarrati. Proprio non ce l'ho fatta a fare finta di nulla, spero solo di non averle turbate troppo!

Eleonora! Tu davvero non stai bene! E secondo te questa cos'è se non gelosia?

Ridacchiando mi avvio per tornare da Camilla e intanto sento il telefono vibrare di nuovo.

La trovo nel pieno di una conversazione telefonica così continuo a sorseggiare il mio aperitivo e do una nuova occhiata al cellulare, c'è una notifica di Instagram, è non è la storia di Camilla.

È un messaggio in direct di Lele Maestri.

Per un attimo, il mio cuore cessa di battere.

Mi ero ripromesso di non scriverti, ma quando ti ho vista entrare nel bar, non ho proprio resistito. Il tuo culo (scusa il mio tocco di classe) è secondo solo alla bellezza del tuo viso. Gradirei una spiegazione per il tuo comportamento di questa notte, hai lasciato un vuoto nel mio letto!

Finalmente anche per Eleonora è iniziata l'estate! Che sarà sicuramente bollente.

Ci prova a vivere la sua vita da adolescente 'normale', ci riuscirà?

Grazie per essere sempre con me capitolo dopo capitolo!

Se lo ritenete giusto lasciate una stellina e un vostro commento, farete cosa sicuramente gradita!

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Un bacio a tutti!

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