Capitolo 53: Vite differenti
EMANUELE
Mentre faccio una doccia veloce cerco di rimettere in ordine tutte le informazioni su Eleonora che ho appena appreso da mia madre. La cosa che ricordo meglio di tutte e che è in realtà quella che mi interessa di più, è che lei vive in una casa famiglia qui in zona. Voglio provare a cercarla, voglio parlare con lei e capire perché questa notte è andata via.
Ma da cosa parto per iniziare le mie ricerche? Conosco abbastanza bene Siponto, è una località balneare abitata soprattutto nel periodo estivo e venendo in vacanza qui da molti anni, so per certo che non ho mai visto una qualche struttura che possa somigliare a una casa famiglia. Sicuramente dovrò cercare nella zona in prossimità di Manfredonia.
Mentre provo a fare una ricerca su google penso a come si sarà sentita Ele alla festa.
Mia zia è un'emerita stronza, degna madre di quel coglione di mio cugino. Come ha mai potuto pensare che la mia piccoletta fosse andata alla festa per rubare? Solo perché ha problemi familiari e non vive in una famiglia normale?
Ma poi che cosa significa 'famiglia normale'? La mia? Dove mio padre cornifica mia madre da una vita e stanno insieme solo per le apparenze e per interesse? Assisto a litigi e scenate di tutti i tipi da quando sono piccolo, ma apparentemente agli occhi degli altri siamo considerati una famiglia per bene.
Solo ora riesco a spiegarmi tante cose del comportamento di Ele, il suo essere schiva e parlare poco di sè. Quel suo essere evasiva quando parlavamo delle uscite serali che lei non fa spesso. Oppure quell'espressione strana quando le ho detto che fuma troppo e che ha bisogno delle sculacciate della mamma. Quanto sono stato coglione!
Sono quasi tentato dal chiamare quel cazzone di mio cugino per cercare di sapere cosa è successo, ma scaccio immediatamente questa idea. Dovrei dargli troppe spiegazioni e preferisco che lui non venga a sapere di quello che c'è stato tra me ed Eleonora.
Sotto la voce casa famiglia non riesco a trovare nulla, mi sto scoraggiando, ma improvvisamente mi viene un lampo di genio: e se fosse una struttura a carattere religioso? Provo a digitare su google 'Casa di accoglienza' , questo è il colpo di genio, finalmente ho trovato un informazione utile: 'Fratello sole e sorella luna' Viale degli Eucalipti s.n. Ecco, forse potrebbe essere la pista giusta, e non è neanche particolarmente distante da qui.
Velocemente mi vesto, recupero casco e chiavi del Tmax e sotto un sole accecante, è quasi mezzogiorno, parto alla ricerca della mia Ele.
Sì, perché è così che la sento, mia. Lo so mi sto rincoglionendo, forse lei non mi vorrà e io invece mi sto facendo un sacco di film mentali, però io alla piccoletta ci tengo davvero.
Google maps mi avvisa che la destinazione è raggiunta. In realtà io non vedo un cazzo. Solo una strada assolata e le ultime abitazioni le ho lasciate alle mie spalle un bel po' di tempo fa. Mi fermo all'ombra di un eucalipto, del resto il nome del viale è dedicato a questi alberi. Sfilo il casco perché davvero fa troppo caldo e sto sudando in maniera esagerata. Mi passo la mano tra i capelli per cercare di darmi una sistemata, ed è quasi per caso che vedo alla mia sinistra un piccolo cartello stradale,fatto artigianalmente, in legno,dove su una specie di freccia sgangherata c'è la scritta "Fratello sole, sorella luna - Casa famiglia". Indica un piccolo viottolo in terra battuta, tra due vigneti, dove credo ci passi a stento una macchina. Imbocco la stradina e dopo qualche centinaio di metri trovo una costruzione circondata da una recinzione. Sul cancello c'è la stessa scritta che c'è sull'indicazione stradale.
Parcheggio lo scooter e scendo. Il silenzio che c'è è quasi assoluto, sento solo il frinire delle cicale. Oltre la cancellata intravedo un vecchio casolare di campagna parzialmente ristrutturato, l'intonaco bianco è scrostato in più parti e si capisce perfettamente che non è una struttura molto lussuosa.
È qui che vive Ele... Forse.
Voci di bambini che giocano interrompono il silenzio che regna in questa oasi di pace. Li vedo uscire da una porta, hanno in mano un pallone e vociando tra loro si allontanano verso una zona del cortile che non riesco a vedere.
Mi sposto, qui davanti all'ingresso principale do troppo nell'occhio, e sinceramente non vorrei che mi vedessero. Le siepi che coprono il resto della recinzione, purtroppo, sono abbastanza fitte e non mi permettono di vedere bene all'interno del cortile. Con la mano sposto una fronda e finalmente la vedo. È seduta su una panchina all'ombra di un ciliegio, ha in mano il telefono e credo stia ascoltando della musica perché vedo il filo degli auricolari che si disperde tra i capelli.
In quel pantalone e quella maglietta neri che ha addosso sembra davvero una bambina, le stanno larghissimi. La sua carnagione è talmente chiara e contrasta tantissimo con tutto quel nero. Sbuffa e cerca di farsi vento con la mano, effettivamente fa molto caldo. Poi con un elastico raccoglie i capelli in una coda alta.
Cazzo se è bella.
Ora vorrei essere vicino a lei per accarezzarle e baciarle il collo scoperto dai capelli e perché no, per farle un altro succhiotto come quello che le ho fatto sul seno. Per lasciarle il segno, perché si ricordi di me.
Mi fa strano vederla lì e nello stesso tempo pensare a quello che facevamo fino a qualche ora fa.
La vedo alzarsi all'improvviso e sfilarsi le cuffiette, ha ricevuto una telefonata. Sono davvero curioso di sapere con chi sta parlando. Sicuramente però deve essere una telefonata che vuole tenere per se, perché non è in viva voce e si sta allontanando dal fabbricato, viene verso di me.
MI ritraggo, non vorrei mi vedesse. Sento a fatica la sua voce, parla con un tono basso e molto dolce, ha detto qualche parola in una lingua per me incomprensibile, ora invece parla in italiano, ma non riesco a capire nulla. Mi ritornano in mente le parole di mia zia, che mia madre mi ha riferito questa mattina, 'una mezza zingara', ecco ora mi spiego perché non riuscivo a capire le prime parole della conversazione, forse parlava nella sua lingua natale. Sono curioso di sapere tutto di lei, voglio davvero conoscerla meglio, ma forse spiarla non è la via migliore. Resto comunque incantato a guardarla, non riesco a trovare la forza di allontanarmi, anche se so che quello che sto facendo non è affatto corretto nei suoi confronti.
Ora ha smesso di parlare a telefono ed è tornata a sedere sulla panchina. Ha l'aria triste, come di chi sta per scoppiare a piangere da un momento all'altro. Rimette gli auricolari e si accende una sigaretta. Cazzo ma quanto fuma! Aspira profonde boccate, come se volesse bruciare nel fumo tutta la tristezza che leggo sul suo viso.
Chissà come sarà stata la sua vita fino ad ora. Quanto dolore e quanta sofferenza deve aver fronteggiato da sola. Avrà mai conosciuto i suoi genitori? È stata abbandonata o li ha persi a causa di qualche disgrazia? Non riesco neanche ad immaginare come ci si possa sentire nella sua situazione, io che rispetto a lei ho avuto una vita senza problemi seri. Mi rendo conto che a volte mi sono lamentato per cazzate inutili. Sarei mai stato capace io di affrontare la vita come fa lei? Deve essere davvero una tipa in gamba, una persona da ammirare e non da umiliare e mortificare con inutili preconcetti.
Come vorrei esserle accanto ora per capire cosa la rattrista, per poterla confortare. Invece sono qui come un maniaco a spiare la sua vita senza farne parte. Forse ora riesco anche a spiegarmi il perché è andata via questa notte. Avrà temuto che prima o poi avrei saputo da mio cugino cosa fosse successo alla festa. Ha avuto paura di essere giudicata da me, come hanno fatto mia zia e quel coglione del figlio.
Piccola Eleonora tu non mi conosci bene, non sai che a me di certi pregiudizi del cazzo non me ne frega nulla. Per me potresti essere di qualsivoglia nazionalità, etnia, colore di pelle. Non me ne fotte un cazzo. Tu mi piaci per come sei, per quello che mi fai provare quando ti sono vicino, per come scopi, per come mi fai sentire. Non allontanarmi senza darmi l'opportunità di farmi conoscere da te, per farti vedere come sono fatto, come sono davvero, e non come mi mostro agli occhi degli altri.
Mi accorgo che ora non è più sola, vicino a lei è seduto un ragazzo nero. La sta abbracciando e le accarezza i capelli. Parlano a voce bassa, non sento nulla.
Cazzo che fastidio vedere 'quello' che le mette le mani addosso... Sono quasi tentato dal bussare al cancello e farmi notare, fosse solo per interrompere quel contatto tra loro. Ma mi fermo, c'è qualcosa che mi trattiene dal fare questa cazzata. È come se percepissi che in quella vicinanza non ci sia nulla di fisico, mi sembra più un abbraccio tra fratello e sorella o tra due buoni amici. C'è tenerezza nei gesti di lui, come se si stesse prendendo cura di lei. Ora la vedo sorridere, più rilassata, l'abbraccio si scioglie ed entrambi rientrano in casa scherzando tra loro.
Io resto qui come un deficiente, con l'amaro in bocca per aver capito che della sua vita non faccio parte, posso solo guardarla dall'esterno. Il suo gesto di fuggire via da me è stato chiaro, non vuole avere con me nessun tipo di rapporto e questa cosa fa male, cazzo se fa male. Ma se è questo che vuole io rispetterò la sua volontà, mi terrò alla larga da lei.
So per certo che mi costerà tanta fatica farlo, ma devo.
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ELEONORA
Fa troppo caldo, neanche qui all'ombra riesco a sentire un po' di fresco. Oggi ci vorrebbe un bel bagno in mare.
Sicuramente Lele ci sarà andato con la sua Jessica.
Alzo il volume della musica, con la speranza che per un po' si spengano i pensieri. L'unico vantaggio che ne traggo e che non sento i piccoli che sono usciti a giocare a pallone. Ma come fanno ad avere tutta questa vitalità con questo caldo? Io mi sento senza forze e non trovo refrigerio neanche legando i capelli in una coda alta.
Dovevo scegliere di farmi mandare in una casa famiglia sulle Alpi, non qui, nel profondo sud, con quaranta gradi all'ombra e senza un cazzo di condizionatore!
Socchiudo gli occhi perché i raggi del sole mi danno un fastidio tremendo, sarà perché ancora non mi riprendo totalmente dalla fumata di ieri sera. Mi sento davvero uno straccio, non solo fisicamente... Ho il morale sotto i piedi e una strana voglia di piangere di cui non riesco a liberarmi.
Guardo Instagram giusto per perdere tempo, non sia mai che il bel Maestri si decida a scrivermi qualcosa in direct. Mi piacerebbe davvero tanto ricevere da lui un messaggio, che mi chiedesse il perché sono andata via senza svegliarlo. Mi darebbe almeno la sensazione di contare qualcosa per lui. Invece nulla, silenzio totale. Non conto un cazzo per nessuno.
Il telefono vibra forte, una telefonata da un numero sconosciuto, che sia lui? No, non può essere, non ci siamo mai scambiati i nostri contatti. Abbiamo solo scopato come due perfetti estranei.
«Zemer?» *
È il mio papo. Devo decidermi a salvare il numero dal quale mi chiama così le prossime volte lo riconosco immediatamente.
Mi alzo per allontanarmi, non voglio che qualcuno ascolti la mia conversazione che come al solito non dura che qualche minuto. È sempre bello sentire la sua voce, ma oggi mi è sembrato più triste del solito. Come vorrei andare a trovarlo, ma è davvero difficile organizzare il viaggio. Fino quando sarò minorenne dovrò sempre essere accompagnata.
Un anno, manca solo un anno e potrò andare da lui tutte le volte che vorrò. Finirà questo strazio delle telefonate in cui non facciamo neanche in tempo a dirci quanto ci manchiamo l'un l'altro.
Ci sono momenti in cui l'assenza di una famiglia in cui rifugiarmi si fa sentire davvero in maniera esagerata, questa mattina è uno di quelli. Sono stanca, mi sforzo di andare avanti. di fingere di avere una vita normale. Ma non è così! La mia vita non ha nulla di normale. Dall'età di otto anni ho dovuto fare tutto da sola! Sola ad affrontare ogni circostanza bella o brutta, dalla scuola, alle fasi della mia crescita, tutto insomma. Stanca di non avere delle braccia che mi stringano e mi confortino, stanca di non avere qualcuno che mi consigli, stanca anche di non avere qualcuno che magari mi urli che sto facendo cazzate!
Se prima mi sentivo giù di morale, ora ho seriamente voglia di piangere. Accendo una sigaretta e inizio a fumare nervosamente. Aspiro con così tanta forza che mi gira la testa. Chiudo gli occhi per fermare le lacrime. Ma che cazzo ho oggi? Mi mi sento sola! Vorrei il mio babbo con me, vorrei la mia mamma, vorrei qualcosa che non potrò avere mai più.
Con un tempismo perfetto Samuel viene a sedersi accanto a me. Mi basta guardarlo negli occhi e lui capisce subito che c'è qualcosa che non va. Mi abbraccia senza chiedere nulla, senza farmi domande, ma solo per farmi sentire che lui per me c'è sempre.
«Ha chiamato mio padre...» Sussurro cullandomi nelle sue braccia.« Vorrei tanto andare da lui, è così triste sentirlo solo al telefono. Sono stanca Samu, davvero tanto stanca. Va tutto storto, è come se questa vita ce l'avesse con me... Io ci provo ad andare avanti, ma poi è come se tutto mi si ritorcesse contro.»
L'umiliazione subita alla festa brucia ancora tanto. L'angoscia e il senso di solitudine che ho provato proprio non riesco a cancellarli. Non è servito neanche rifugiarmi nelle braccia di Lele, anzi dopo mi sono sentita peggio.
«So come ti senti» Samu mi accarezza piano i capelli «Sapessi quante volte vorrei mollare tutto e scappare non so neanche dove... Ma poi penso che ci sei tu, c'è il don, c'è qualcuno che tiene a me e che non mi giudica per quello che sono.»
Gli sorrido grata. Senza Samu non saprei davvero come fare. Riesce sempre a farmi vedere il lato bello delle cose. Quel poco che abbiamo di positivo nella nostra vita da disadattati, lui riesce a mostrarmelo con le sue semplici parole.
«E se non ci muoviamo ad andare in cucina a dare una mano ad Ergi, oggi non solo resteremo a stomaco vuoto, ma rischiamo anche di saltare in aria. Quello è un pericolo pubblico dietro ai fornelli!» La risata gli illumina gli occhi e mi aiuta a riacquistare il buon umore.
Ci alziamo e velocemente corriamo in cucina a cercare di salvare il salvabile.
Zemer: cuore in lingua albanese
Beh insomma cosa ne dite?
Sanno come complicarsi la vita questi due?
Emanuele si sente respinto e non accettato da Eleonora.
Eleonora ha paura di essere giudicata.
Vedremo cosa saranno capaci di fare... Voi avete previsioni?
Grazie per essere sempre con me capitolo dopo capitolo!
Se lo ritenete giusto lasciate una stellina e un vostro commento, farete cosa sicuramente gradita!
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Un bacio a tutti!
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