Capitolo 51: Risvegli
...Tu mi strappi il cuore e poi ci passi sopra /come un fulmine che squarcia il cielo/
tu che mi attraversi/ fallo un'altra volta/ come un proiettile che lascia il segno...
(Rkomi-Mirko Manuele Martorana)
EMANUELE
Ho ancora gli occhi chiusi quando allungo la mano alla mia sinistra per cercarla, sento ancora il suo profumo nelle narici: erba appena tagliata e sesso. Sorrido come un cretino.
Mi sono svegliato con la felice idea di volerle toccare il culo, ma dove cazzo è andata a finire? Ieri sera o per meglio dire questa notte si è addormentata come un sasso, forse sarà stato il vino o forse la stanchezza post sesso: opto per la seconda ipotesi.
L'ho guardata mentre dormiva tranquilla al mio fianco totalmente rilassata. Mi sono divertito ad accarezzarle i capelli, a sfiorarle le labbra, avrei voluto svegliarla per fare di nuovo sesso, ma mi faceva tanta di quella tenerezza che l'ho lasciata tranquilla.
Mi sentivo talmente su di giri che proprio di dormire non avevo nessuna voglia e allora ho preso il telefonino per perdere un po' di tempo, ho dato un'occhiata a Instagram e ho visto che nella chat di WhatsApp c'erano un bel po' di messaggi, compresi anche quelli di quella rompicoglioni di Jessica.
Non ne vuole proprio sapere di scollarsi, continua a scrivermi a chiamarmi 'amore mio'. Ma quale amore mio? Non li ho letti neanche, non ne vale la pena e poi ero talmente tranquillo e non avevo voglia incazzarmi. Poi mi sono addormentato anche io, l'unica cosa che ricordo è che mi sono avvicinato a lei e l'ho abbracciata.
Allungo ancora un po' il braccio, ma non riesco a raggiungerla, sarà dall'altra parte del letto. Cazzo mi tocca aprire per forza gli occhi: accanto a me il vuoto... Ele non c'è.
Una strana sensazione di disagio mi fa tremare lo stomaco.
Forse è in bagno, sì, sicuramente è lì. Mi alzo di scatto e dal cassetto prendo un paio di boxer puliti e li indosso e lentamente mi dirigo in bagno. La porta è aperta ma lei non è neanche qui, e finalmente anche se un po' a rilento, il mio cervello realizza: se ne è andata!
Nervosamente passo una mano tra i capelli.
Che stronza! È andata via senza neanche svegliarmi. Perché?
Cazzo che nervoso, che fastidio che mi dà questa cosa. Sono io di solito quello che sparisce senza lasciare traccia e invece per una volta ora sono io dall'altra parte, da quella di chi viene piantato in asso, e questa cosa mi spiazza.
Non ho mai fatto dormire nessuna nel mio letto, e invece con lei per una volta, non so spiegarmi perché, ho abbassato la guardia, mi sono lasciato prendere, e sono stato fottuto.
Vorrei capire perché si è comportata così? Siamo stati bene insieme e non credo fingesse. Cosa l'ha fatta scappare da me? Forse il mio modo di fare l'ha spaventata? Sono stato poco dolce? Forse, sì, forse mi sono fatto prendere troppo la mano e ho esagerato. Ma perché non dirmelo? Perché scappare così?
Mi sto facendo mille domande a cui solo lei può dare una risposta. Le devo parlare, voglio sapere, ma come cazzo faccio se non le ho neanche chiesto il numero di telefono? Potrei scriverle su direct? Sì forse le scrivo, ma non ora. Non voglio fare la parte del sottone. Ho la mia dignità da difendere.
Mi ributto sul letto, fanculo alla piccoletta, fanculo tutto.
Potrei riprovare a riaddormentarmi ma in questo cazzo di letto sento il suo odore ovunque, e chiudendo gli occhi mi ritorna in mente lei, sotto la doccia che mi chiede di scoparla!
Stronza! Ecco cos'è una stramaledetta stronza!
Ma si fottesse, lei e quella faccetta da bimba innocente.
Ma che cazzo dico? Qui il fottuto sono io, che sono in questo letto da solo, ad annusare il cuscino dove lei dormiva fino a poco fa. Cosa mi sta succedendo? Non lo so neanche io, so solo che restare in questo letto è inutile. Vado su a farmi un caffè, forse mi aiuterà a schiarirmi le idee.
«Emanuele, ma ti sembra il modo di andare in giro per casa?» Mia madre vedendomi arrivare in cucina in boxer, mi dà a modo suo il buongiorno.
«Mà, per favore, fa caldo e mi sono appena svegliato. Che problema c'è? Mi hai messo al mondo, non credo che vedermi in mutande ti crei una situazione di disagio!» rispondo lagnoso mentre inserisco la capsula nella macchinetta del caffè e aspetto che si riempia la tazzina. Lo bevo amaro, come è stato il mio risveglio di questa mattina!
«Tuo marito che fine ha fatto?» Le chiedo iniziando a sorseggiare piano la bevanda calda.
«Purtroppo il lavoro lo ha tenuto impegnato...» Il suo tono mi sembra sul rassegnato andante quando mi risponde.
Non riesco a trattenere una smorfia ironica, la scusa del lavoro è ormai vecchia come il mondo e mia madre si sforza di credergli ancora.
«Sì, il lavoro, ma certo! Non ho dubbi!» Non riesco proprio a trattenermi.
«Se vogliamo chiamare lavoro portare quella troia della sua collaboratrice a un convegno a Capri!» Le parole le escono con rabbia. Ha capito che ormai è inutile fingere davanti a me.
«Mà, non è Dalila a essere troia, piuttosto diciamo che è tuo marito, nonché mio padre, a essere un puttaniere!»
«Ah ora la conosci? La chiami anche per nome?»
«Direi che la conosco anche abbastanza bene, siamo amici intimi, molto intimi!» Sorrido nel vedere mia madre che mi fissa con gli occhi sbarrati dallo stupore.
«Che dici, tuo marito cosa direbbe se sapesse che io e la sua collaboratrice ogni tanto condividiamo lo stesso letto?» Avrei voluto usare altri termini, ma ho preferito essere garbato.
Mia madre scoppia a ridere, mai mi sarei aspettato una reazione del genere da lei.
«Dico che gli verrebbe un colpo! E non mi dispiacerebbe neanche un po'! Certo che, figlio mio, potevi anche risparmiartela questa cosa.»
«Nah, mi sono divertito e anche tanto, per me è stata una specie di sfida. Volevo vedere lei di che pasta è fatta. Ne ho dedotto che, se quel deficiente di mio padre ha perso la testa e si è innamorato come un adolescente, lei invece, al contrario, lo sta solo spennando come un pollo. Devo però dare atto a mio padre che ha scelto bene, lei per certe cose è davvero portata. Anche se mi dice sempre che io sono notevolmente superiore a lui in certe prestazioni!» Non riesco a trattenermi dal ridere perché le espressioni facciali di mia madre sono davvero esilaranti.
«Sei un maiale Ema!» Alza gli occhi al cielo. «E quella ragazzina che questa notte ho visto sfrecciare nel nostro giardino le sa tutte le porcherie che combini?» Mi chiede ridacchiando.«Quando sono rientrata dalla festa non avevo sonno e quindi mi sono intrattenuta su in veranda a leggere e l'ho vista uscire di corsa. Cosa le hai fatto per farla scappare così?»
Caratterialmente non so neanche cosa sia l'imbarazzo, ma con questa sua uscita mia mamma è riuscita a mettermi a disagio.
«Lasciamo perdere mà, Eleonora è un'altra storia...» Biascico tra i denti. «Lei è diversa, niente a che vedere con le altre...»
«Se lo sapesse tuo cugino che è scappata dalla sua festa per finire poi qui da te!»
«Ma che stai dicendo, scappata come?» Con poche parole è riuscita a catalizzare tutta la mia attenzione.
«Tu eri già andato via quando è successo il patatrac. Non ho capito bene perché ero distante, ma quell'arpia di mia sorella l'ha quasi cacciata alla tua amichetta. Mi ha detto dopo che Davide si era permesso di far entrare in casa una sua amica di scuola che altro non è che una poveretta che ha problemi familiari, una mezza zingara che lo aveva abbindolato per cercare di rubare in casa e che vive in una casa famiglia qui in zona. Sinceramente credo tua zia abbia avuto una reazione davvero esagerata. Ha richiamato Davide che ha lasciato da sola quella povera ragazzina, mi ha fatto tenerezza, si guardava intorno disorientata. Poi mi sono distratta e quando ho guardato di nuovo nella sua direzione lei non c'era più. Ho dedotto fosse andata via, anche perché poi Davide l'ho visto fare il cretino con la figlia del notaio Brunetti, quella biondina tutta tette e culo.»
Il mio cervello sta velocemente assimilando tutte le informazioni che dettagliatamente mia madre mi ha dato. Tutto quello che è accaduto alla festa dopo che io sono andato via mi lascia davvero senza parole. Per questo Eleonora è finita qui in casa mia, stava andando via e sicuramente ha sbagliato strada. La villa di Davide è la più vicina all'uscita del parco residenziale, la nostra invece è la più interna. Ecco perché Ele aveva quell'aria smarrita e mi sembrava confusa, sembrava volesse scoppiare a piangere da un momento all'altro, e io l'ho anche quasi aggredita verbalmente. Che coglione che sono stato.
«Ema, ti vedo perplesso, ti ho detto forse qualcosa che ti ha turbato? Non sapevi nulla della tua amica?»
«La conosco da poco, è arrivata a scuola quasi a metà anno scolastico... È una tipa silenziosa, parla poco di se stessa...»
«E se la conosci poco, scusa se mi permetto, come ha fatto a finire nel tuo letto?Perché è da lì che è scappata questa notte, o sbaglio?»
«È andata via senza neanche svegliarmi mà, e credimi, non capisco perché!»
Le ultime parole credo che non arrivino neanche a mia madre perché le pronuncio mentre sto ritornando nella mia stanza per vestirmi e uscire.
****************
ELEONORA
Apro gli occhi lentamente, dalla finestra che ieri notte ho dimenticato di chiudere, entrano prepotenti i raggi di sole, deve essere giorno pieno ormai. Le tempie mi pulsano violentemente. Ho un cerchio alla testa e un senso di nausea come se avessi bevuto dieci gin tonic. Ma che cazzo mi succede? Mi accorgo di avere ancora i vestiti di ieri sera e non ho neanche tolto gli anfibi. Di fianco a me Samuel dorme ancora come un sasso. Provo ad alzarmi a fatica, ma cosa cazzo ci ho messo dentro quello spinello? Me l'aveva detto il tizio che me l'ha venduta, che era roba potente.
Mi sfilo gli anfibi e chiudo la porta del bagno e lentamente inizio a svestirmi. Lancio nel contenitore dello sporco il vestitino e gli slip ed entro nel box doccia. Mi ritorna in mente quello di Lele e il mio sguardo cerca il succhiotto sul seno. È bello evidente, ci metterà giorni prima di schiarirsi, sarà sempre qui per un bel po' a ricordarmi lui e le sue carezze, le sue parole spinte, il suo tatuaggio nascosto, le sue labbra rosee e morbide. Lo accarezzo piano e sento i miei sensi che si risvegliano.
Porca puttana, ma cosa mi prende?
Apro l'acqua fredda e mi spingo sotto il getto della doccia con la speranza che riesca a schiarirmi i pensieri e a farmi sentire meglio. Ma la situazione non cambia, anzi questo stronzo di cervello malato che ho, mi fa scorrere d'avanti agli occhi tutte le scene della doccia a casa di Lele. Mordo l'interno della guancia, ma il dolore che avverto non serve a calmare la mia eccitazione. Ho voglia di lui, è inutile che ci giro intorno, in questo momento lo vorrei qui con me.
Senza neanche riflettere sul fatto che non sono sola nella stanza, ma c'è Samuel che dorme sul mio letto e potrebbe sentirmi, inizio ad accarezzarmi il seno, stringo piano i capezzoli tra l'indice e il pollice e una scarica di piacere raggiunge la mia intimità.
È come se i miei sensi si fossero risvegliati dopo un lungo sonno.
Lele mi ha fatto quest'effetto e io ora devo trovare un modo per cercare di placare questa sensazione. Inizio a massaggiare lentamente il clitoride che è già in tensione. Ogni tocco corrisponde a un'ondata di piacere, le gambe iniziano a tremare e il respiro si fa più affannato. Mi trattengo, non voglio farmi sentire da Samuel.
Socchiudo gli occhi e immagino di avere Lele qui con me, le sue labbra, la sua lingua, le sue mani, il suo sesso e l'orgasmo arriva improvviso e intenso. Mi mordo il labbro inferiore per evitare di urlare.
Aspetto che il mio respiro ritorni regolare e che le contrazioni nel mio basso ventre cessino del tutto. Avverto solo ora un forte senso di vuoto, come se mi mancasse qualcosa. È una sensazione strana, che non ho mai provato e che non so decifrare.
Chissà se lui si è già svegliato, cosa avrà pensato non trovandomi più nel suo letto?
Avrà tirato un sospiro di sollievo, ecco cosa avrà fatto! Avrà chiamato la sua Jessica per passare insieme la giornata, forse la porterà al mare, a mangiare fuori... Ma chissà come sarà lei?
Ma cosa cazzo me ne frega! Intanto io il suo ragazzo me lo sono già scopato e se voglio me lo scopo di nuovo!
Brava Eleonora, questa mattina hai l'elettroencefalogramma piatto? Giustifico questi pensieri da oca senza cervello solo perché ancora non smaltisci la canna di ieri sera. Sarai forse gelosa di lei?
Gelosa io? Ma quando mai!
Chiudo l'acqua e indosso l'accappatoio. Basta con questi pensieri senza senso. Devo svegliare Samuel, deve immediatamente tornare nella sua stanza prima che qualcuno si accorga che abbiamo dormito insieme.
Due risvegli totalmente diversi quelli di Emanuele ed Eleonora!
Cosa ne pensate?
Chi dei due, secondo voi, ha avuto un risveglio più sereno?
Come reagirà Emanuele dopo aver saputo (in parte) chi è davvero Eleonora e dove vive?
Grazie per esserci sempre e per il supporto che mi date!
Su Tik Tok e Instagram mi trovate come emmeffelove
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