Capitolo 48: La mia regina

Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.

Sei piena di tutte le ombre che mi spiano.
Mi segui come gli astri seguono la notte.
Mia madre mi partorì pieno di domande sottili.
Tu a tutte rispondi. Sei piena di voci.
Àncora bianca che cadi sul mare che attraversiamo.
Solco per il torbido seme del mio nome.
Esista una terra mia che non copra la tua orma.
Senza i tuoi occhi erranti, nella notte, verso dove.

Per questo sei la sete e ciò che deve saziarla.
Come poter non amarti se per questo devo amarti.
Se questo è il legame come poterlo tagliare, come.
Come, se persino le mie ossa hanno sete delle tue ossa.
Sete di te, sete di te, ghirlanda atroce e dolce.
Sete di te, che nelle notti mi morde come un cane.
Gli occhi hanno sete, perché esistono i tuoi occhi.
La bocca ha sete, perché esistono i tuoi baci.
L'anima è accesa di queste braccia che ti amano.
Il corpo, incendio vivo che brucerà il tuo corpo.
Di sete. Sete infinita. Sete che cerca la tua sete.

E in essa si distrugge come l'acqua nel fuoco. (Pablo Neruda - Sete di te m'incalza)

EMANUELE

Ho sentito bene? Mi ha sussurrato 'Portami via di qui?'. Cosa avrà voluto dire?

È inutile che faccio il coglione, ho capito benissimo quello che mi sta chiedendo. Vuole continuare quello che abbiamo iniziato a fare su questi divani, ma in un posto più tranquillo.

E perché sto esitando? Perché mi pongo tutte queste domande stupide? Non è forse quello che voglio?

Sto solo perdendo tempo a farmi inutili paranoie, non mi sembra che lei non sia d'accordo, quindi cosa mi frena?

La vedo guardarmi affannata dall'eccitazione, le sue pupille dilatate fisse nel mio sguardo me lo confermano. Sta aspettando solo una mia decisione, un mio movimento.

Ma sono certo di questo? O sono io invece che sto aspettando la conferma da lei a tutti questi dubbi del cazzo che mi stanno assalendo?

Ma che cazzo mi prende? È evidente che anche lei abbia le mie stesse intenzioni: una bella e sana voglia di scopare. Mi sono sempre piaciute le ragazze che prendono l'iniziativa e ora invece? Non so, forse avrei voluto che le cosa andassero diversamente con lei? Forse perchè è una ragazzina e me l'aspettavo timida e impaurita e invece mi è sembrata una donna abbastanza decisa e sicura di se? Non so neanche io che cazzo voglio in realtà. E se avessi frainteso? Ma soprattutto, tutta questa mia insicurezza da dove viene fuori?

Ci pensa lei a chiarirmi ogni dubbio quando mi si avvicina all'orecchio e dopo aver accarezzato con la lingua il mio orecchino mi chiede sfacciata: «Andiamo da te?»

Ecco, era solo questo che volevo sentirmi dire. I miei dubbi vengono risucchiati dal mio desiderio e senza parlare mi alzo e lei scivolandomi addosso si rimette in piedi. Non ho bisogno di dire nulla, la prendo per mano e ci avviamo verso l'uscita. Saverio mi fa l'occhiolino, ha già capito che passerò domani con calma a pagare le nostre consumazioni. Non voglio perdere neanche un minuto di più.

Prima di salire sullo scooter mi ferma, siamo uno di fronte all'altra. Forse avrà cambiato idea? La guardo aspettando quello che ha da dirmi. Ma mi spiazza totalmente quando si solleva sulle punte e avvicina le sue labbra alle mie in un bacio che davvero chiarisce tutto. Cristo la sua lingua è qualcosa di indescrivibile, decisa, sicura, cerca la mia e la attira in un circolo impazzito. Poi si allontana repentina.

«Aiutami a salire per favore, non so perché ma questo 'coso' mi mette ansia.»

Fino a due minuti fa era così sicura di sé, e invece ora sembra timida e impacciata. Mi fa così tenerezza che vorrei stringerla forte. Le mie sensazioni nei suoi confronti sono altalenanti, passano da un eccesso all'altro. Un momento prima vorrei divorarla e lasciarla senza fiato, un attimo dopo vorrei cullarla dolcemente. Un perfetto psicopatico.

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Mi fermo con lo scooter davanti alla porta finestra che segna l'ingresso della mia stanza. I miei non sono ancora tornati dalla festa perché sotto la tettoia non c'è nessuna auto parcheggiata. Ma anche se fossero stati in casa non avrei avuto nessun problema, la mia stanza è totalmente indipendente dal resto della casa e posso entrare e uscire come voglio senza dover renderne conto a nessuno.

È agitata, lo sento da come le sue mani stringono ancora i miei fianchi, o forse a essere agitato sono io? Ma che mi prende? Ho un'ansia che non so spiegarmi. Cazzo, non è la prima volta che porto una ragazza a casa, mi sento davvero strano. Forse stiamo correndo troppo? Tra i due sono io quello più adulto, forse dovrei comportarmi diversamente, cercare di essere più maturo e meno frettoloso?

Sì, forse è così, ora glielo dico che è meglio che la riporti a casa, che non c'è fretta, non dobbiamo per forza finire a rotolarci in un letto per toglierci le nostre voglie improvvise. Non voglio fare la parte dell'arrapato morto di figa che si vuole scopare a tutti i costi una ragazzina.

Ma la ragazzina non mi sembra proprio che stia facendo le mie stesse riflessioni in questo momento. Non mi sono neanche reso conto che non è più alle mie spalle. È stata talmente leggera e veloce a scendere dal Tmax che non me ne sono accorto, e ora è qui di fronte a me che si risistema i capelli con quel movimento oscillante della testa che mi fa andare proprio nel pallone. Altro che accompagnarla a casa, ma come cazzo mi era venuto un pensiero così malsano? In men che non si dica scendo dallo scooter e la tiro verso di me. Solo con un braccio la stringo alla vita e la avvicino per sentire ancora quelle labbra piene e morbide sotto le mie. Con la mano libera apro la porta finestra e ancora allacciato a lei la spingo dolcemente per farla entrare nel mio regno.

Per un attimo ci guardiamo affannati. Le sue labbra sono rosse e umide e restano leggermente socchiuse quando mi allontano da lei per osservarla meglio. Sono un maniaco del contatto visivo, mi piace guardare ed essere guardato e spero vivamente che lei abbia i miei stessi gusti.

Voglio fare le cose con calma, senza fretta, per godere a pieno ogni sensazione. Per un attimo la vedo abbassare lo sguardo, come se avesse un moto di esitazione. Mi fermo, forse ci sta ripensando? Vedo gli occhi sposarsi a destra e sinistra come in cerca di qualcosa.

«Non mi piace il buio» dice inclinando la testa di lato e sorridendo leggermente.

Non me lo faccio ripetere due volte, velocemente raggiungo il mio letto e sfioro il tasto per accendere la lampada sul comodino. Una luce soffusa illumina la stanza e mi permette di scrutarla meglio. Cazzo se è bella. Ha una carnagione talmente chiara da sembrare quasi eterea ai miei occhi.

«Perfetto, ora si che va meglio.» dice quasi tra sé e sé.

Solo l'idea di avere di fronte a me una ragazza che in certe situazioni preferisce avere la luce accesa, mi fa confluire il sangue in un'unica parte del corpo, quindi l'idea che mi era venuta di sedermi sul letto è da scartare a priori. Non reggerei alla pressione dei jeans.

Mi avvicino a lei che continua a tenere gli occhi fissi nei miei, devo toccarla assolutamente. Ne sento l'esigenza.

Con il pollice traccio l'ovale del suo viso e poi vado a sfiorarle le labbra, le dischiude lentamente e sento la sua lingua che lo accarezza piano e lo inumidisce. Un gesto per lei quasi naturale, ma che arriva forte e deciso al centro delle mie sensazioni.

Continuo a scendere sul collo e sulle spalle scoperte, la sua pelle è perfetta, liscia, morbida. Chiude gli occhi e spinge la testa all'indietro facendo dondolare i capelli quando sposto le sottili bretelle del vestito e le faccio scivolare verso il basso. In un attimo l'abito le cade ai piedi lasciandola nuda, ha addosso solo una brasiliana in pizzo nero e gli anfibi, semplicemente arrapante.

Deglutisco a vuoto e fatico a mantenere la calma che mi sono imposto. L'avevo immaginata tante volte, ma la realtà sta superando abbondantemente la mia già fervida fantasia.

Abbassa lo sguardo, sembra intimidita. Le sfugge un respiro più forte quando con un dito sotto al mento le sollevo la testa, voglio che continui a guardarmi mentre la mia mano scende lenta e si ferma all'altezza del seno. Mi incanto sui capezzoli che sotto il mio tocco iniziano a fremere e a inturgidirsi, ho voglia di assaggiarli, sembrano boccioli delicati. Essendo bruna me li sarei aspettati più scuri, e invece assieme all'aureola, sono di un rosa tenue. Continuo con le mani a esplorare il suo corpo e intanto sento l'intensità dei suoi respiri aumentare, mentre passo dal seno ai fianchi. Leggero seguo la linea degli slip neri, il contrasto con il candore della pelle è nettissimo. Il pizzo è morbido, setoso sotto le mie dita curiose. Si morde le labbra quando arrivo a sfiorare la sua intimità attraverso il tessuto sottile.

Cristo santo è bollente.

Piano mi inginocchio davanti a lei e nello stesso tempo alzo lo sguardo per vedere se ancora mi guarda. La trovo attenta a seguire le mie mosse, ormai le sue pupille sono talmente dilatate che non riesco più a vedere il colore dell'iride. Lentamente inizio a slacciarle gli anfibi per poi sfilarglieli, sono ai suoi piedi, in questo momento lei è la mia regina e io sono in sua totale adorazione.

Ha un sussulto quando le abbraccio le gambe e mi avvicino con il viso ai suoi slip. Trema leggermente e sento le sue dita sfiorarmi delicatamente prima i capelli e poi le spalle. Le mie mani risalgono sulle sue gambe, fino ai glutei che stringo piano. Con la lingua lambisco lentamente la pelle liscia delle cosce vicino allo slip, ora la sento tremare intensamente, come se non riuscisse più a reggersi in piedi. Sposto delicatamente il pizzo per accarezzare con la lingua le sue morbide pieghe, mentre con la mano le faccio divaricare leggermente le gambe. Geme in una maniera che mi fa accelerare i battiti cardiaci quando con il dito sfioro la sua apertura. È morbida, bagnata, vogliosa. La sua mano si insinua nei mie capelli facendo cadere l'elastico che li teneva legati. Sento aumentare la sua pressione sulla mia testa. Sa farsi capire bene la piccoletta, so esattamente cosa vuole in questo momento e io sono qui pronto per lei per accontentarla.

La stringo tra le mie braccia e la sollevo per depositarla sul letto. Mi soffermo un attimo dall'alto ad ammirarla, è magnifica con i capelli sparsi intorno al viso ora leggermente arrossato, il seno che si alza e si abbassa seguendo il ritmo del suo respiro affannato e quando la vedo che senza un minimo di imbarazzo con la mano si accarezza un fianco per poi arrivare a toccarsi in mezzo alle gambe, davvero perdo il controllo di me. Le sfilo piano le mutandine e avidamente inizio con la lingua a stuzzicare, leccare, succhiare fino a quando non la sento gemere con più intensità. Sollevo un attimo la testa per guardarla, è qui di fronte a me totalmente esposta, cazzo è davvero uno spettacolo a cui non so ancora quando riuscirò a resistere. Spalanca gli occhi e mi fissa come se si stesse chiedendo perché mi sono fermato.

«Ti prego» ansima «Non ti fermare, ti prego, continua!»

Non me lo faccio ripetere due volte, sono totalmente soggiogato dalla sua sensualità e voglio sentirla godere sotto la mia bocca. Riprendo la mia lenta tortura sulla sua intimità e faccio scivolare piano prima un dito e poi due dentro di lei. La sento inarcare la schiena come a cercare di assecondare i movimenti della mia mano e della mia bocca, ansima e trema convulsamente fino a quando la sento contrarsi intorno alle mie dita.

«Lele» la sento gemere e aggrapparsi alle mie spalle.

Sentire il mio nome sulle sue labbra mentre raggiunge l'orgasmo è per me l'afrodisiaco più potente al mondo e oltretutto credo che a questo punto il mio autocontrollo sia andato proprio a farsi fottere.

Mi fiondo sulla sua bocca con ancora il suo sapore tra le mie labbra e lei mi accoglie con quella sua lingua avida e veloce. Evito di pensare a cos'altro sarebbe capace di fare con quella lingua altrimenti faccio la figura del pivellino alla prima esperienza e vengo nei jeans.

Devo essermi distratto un attimo di troppo in questo pensiero perchè con uno scatto veloce lei ha capovolto le posizioni e da essere sopra di lei, ora mi ritrovo sotto. Sorride compiaciuta di questa sua posizione di vantaggio e si passa la lingua sulle labbra.

Cosa vuoi fare piccola Eleonora? Cosa sei capace di fare per stupirmi ancora?

Con le sue manine piccole mi aiuta a sfilarmi la maglia e la vedo restare con il fiato sospeso. È il tatuaggio che ho davanti che ha catalizzato totalmente la sua attenzione. Lo sta fissando attentamente e lo accarezza delicata, cazzo quelle mani cosa sono!

È un albero della vita stilizzato, disegnato sulla parte bassa degli addominali e le radici arrivano in basso, fino all'altezza del pube.

«È bellissimo» sussurra mentre si china a sfiorarlo con la lingua che ora è leggerissima.

Sento ogni singola particella del mio organismo vibrare, ha un tocco talmente soffice e umido che chiudo gli occhi per un attimo, estasiato. Quando sento il suo alito caldo sfiorare la cintura dei miei jeans riapro gli occhi, per nulla al mondo voglio perdermi la scena di lei chinata su di me.

Con la mano le raccolgo i capelli che non mi permettono di vederla bene, la vedo sorridere, mentre sicura inizia a sfilare la cintura e sbottonare il jeans.

Quante cose belle sanno fare quelle manine piccole e affusolate, devo ricordarmi di baciargliele appena sarà possibile.

La aiuto ad abbassare i pantaloni fino a toglierli del tutto, resto solo con i boxer. È palese ora la voglia che ho di lei, sono teso fino allo spasimo e la tensione aumenta quando piano seguendo ancora le linee del tattoo abbassa i boxer lasciandomi totalmente in libertà.

Vorrei sapere a cosa sta pensando mentre si sofferma a guardare dove arrivano le radici del tatuaggio e trattengo il fiato quando inizia ad accarezzarle con la lingua, fino a risalire su per tutta la lunghezza del mio sesso. Sono una specie di lecca lecca per lei, mi sta gustando piano, mi bagna con la saliva e poi inizia ad accarezzarmi con la mano. Su e giù in un movimento lento, se continua così non so se riesco a trattenermi più di tanto. Si gira a guardarmi. Sa di avermi in pugno... È il caso di dire!

Mi piace la sua sfacciataggine, è come se non si vergognasse di nulla, continua ancora a guardarmi quando mi fa entrare nella sua bocca calda e morbida e inizia a succhiarmi prima piano, poi con più insistenza, facendo vorticare la lingua.

Ma cosa cazzo sei piccoletta? Non mi sarei mai e poi mai aspettato che tu fossi così, impudica e sfacciata. Dietro quel visino quasi angelico si nasconde la donna della mia vita, il mio sogno nascosto.

Ed è proprio mentre trattenendo i suoi capelli, mi spingo sempre più a fondo nella sua bocca, che capisco che sono fottuto, perdutamente e dannatamente fottuto di lei.

Mi accorgo che sto per perdere il controllo e mi ritraggo in tempo. Non voglio finire tutto così velocemente, non sono queste le mie intenzioni.

Le voglio regalare una scopata sensazionale, che dovrà ricordare per sempre. Perché è quello che stiamo facendo io e lei su questo letto, stiamo solo semplicemente scopando alla grande. Stiamo togliendoci le nostre voglie senza fare tante storie e senza scambiarci inutili frasi romantiche e senza ulteriori complicazioni... Giusto? Ma cosa cazzo mi metto a pensare?

Ora sono io di nuovo sopra di lei a baciare e mordere piano quella bocca che fino a qualche secondo fa mi stava succhiando avidamente. Ha gli occhi socchiusi, come a godere della delicatezza delle mie labbra.
«Guardami, Ele, voglio che tu non distolga lo sguardo da me!» La mia voce è bassa e roca, non è una supplica la mia, è una pretesa.

Lei spalanca gli occhi: «Anche a me piace guardati» È poco più di un gemito la sua risposta, ma il tono che usa è deciso come per dirmi che, se mi sta guardando, è perché piace a lei e non perché io glielo sto chiedendo.

Continuo a scendere lasciandole sul collo baci avidi e leccando piano ogni centimetro della sua candida pelle. Resto nuovamente incantato davanti alla perfezione del suo seno. Non riesco a trattenermi dallo stringerlo tra le mie mani. Si dice che il seno perfetto per una donna è quello che entra dentro una coppa di champagne, il suo è perfetto dal mio punto di vista perché credo sia ampiamente superiore a quella misura.

Lambisco e succhio i capezzoli rosei che sento irrigidirsi sotto la mia lingua e non so cosa mi prenda, ma sento forte il desiderio di lasciare un segno del mio passaggio su questo incarnato diafano. Succhio con forza e quando la sento gemere e piantare le unghie nella mia schiena capisco che forse devo fermarmi. Mi sollevo sulle braccia per guardala meglio e osservo compiaciuto il livido rossastro che le lo lasciato sul seno sinistro, ci vorranno giorni prima che si schiarisca, perfetto, si ricorderà per un bel po' di questo momento, ogni volta che si guarderà allo specchio.

Come se mi stesse leggendo nel pensiero, la vedo sollevare leggermente la testa per guardare il vistoso succhiotto che le ho lasciato.

«Stronzo!» Sussurra piano, ma lo dice sorridendo, con uno sguardo che mostra tutto il desiderio che ha nei miei confronti in questo momento.

Cristo santo io davvero credo di non riuscire più a controllarmi. Ogni cosa che fa e che dice non fa che aumentare la mia tensione e la mia voglia di lei. La bacio con una forza che non so trattenere, la sento gemere forte e vibrare sotto di me. Allarga le gambe per avvicinarsi meglio. Le nostre intimità sono una contro l'altra, indugio sulla sua apertura sentendola pronta a farmi entrare in lei.

Mi allungo con la mano verso il cassetto del comodino al lato del letto per prendere un preservativo. Voglio entrare dentro di lei, ora, non voglio più aspettare, voglio sentirla intorno a me, ma mi trattiene il braccio, afferra la mia mano e con decisione la riporta sul suo seno.

«Non serve nulla, prendo la pillola.»

Inarca la schiena e mi viene incontro per accogliermi, con un gemito che è quasi un urlo soffocato e in attimo sono dentro di lei.

«Cazzo cosa sei... » Mi sfugge in un fiato.

Io che di solito parlo poco in queste situazioni, ma ora proprio non ce l'ho fatta a trattenermi. È stretta a calda e voglio sentirla tutta, fino in fondo. Mi spingo piano, ma lei velocemente si avvicina, asseconda i miei movimenti, ora sono tutto dentro.

«Cosa sono? Dimmelo...» Ansima forte. Sento le sue gambe tremare quando le solleva per accogliermi meglio, poi le stringe intorno ai miei fianchi. Siamo un incastro perfetto e affondo la testa nell'incavo del suo collo inalando a pieni polmoni il suo odore. Erba fresca e sesso. Ecco cosa sento addosso a lei ora.

Sento il sangue defluire veloce nelle mie vene, per raggiungere veloce il centro del mio piacere. Cerco le sue labbra per succhiarle piano mentre continuo a muovermi lentamente.

«Sei così stretta e così bagnata e...» Se continuo a parlare sono certo di non durare neanche un minuto, e no, questo non va bene, mi fermo un attimo per cercare di allentare in qualche maniera la tensione.

Perché questa piccoletta mi sta facendo questo effetto sconvolgente? Non è la prima scopata della mia vita. Ne ho avute di donne belle e forse anche più esperte di lei. Ma che cazzo mi prende? È il connubio tra l'apparente innocenza del suo viso da bambina e una carica sessuale latente che possiede, che mi sta mettendo letteralmente a tappeto. C'è qualcosa dentro di me che mi dice che lei può andare anche oltre quello che siamo ora in questo momento, come se si trattenesse per paura di dare un'impressione sbagliata di sé.

Mi sollevo sulle braccia, voglio guardarla bene. Voglio vedere l'espressione del suo viso esaltato dal piacere mentre riprendo a muovermi, ora più velocemente. Lei senza vergogna si offre al mio sguardo. Mi guarda impudica, la labbra socchiuse, intravedo la lingua rosea stretta tra i denti per trattenere i gemiti che ora sono sempre più forti. Con le mani stringe convulsamente le lenzuola, le gambe tremano ormai senza controllo. Sento che per lei manca poco a raggiungere l'orgasmo, la sento pulsare intorno al mio sesso quando affondo ancora con più forza.

Le sfugge un urlo e spalanca gli occhi, forse non se l'aspettava questa spinta più forte, ma capisco che sicuramente non le dispiace.

Cazzo quanto mi eccita sentirla gemere di piacere sotto di me. Sono io a farla sentire così. Continuo con la stessa forza a spingere, voglio farla godere, e in attimo la sento tremare più forte, sento le contrazioni del suo piacere che mi avvolgono con intensità e mi stimolano ulteriormente e, mentre urla il mio nome, mi lascio andare finalmente anche io in un orgasmo che mi travolge potente, e crollo quasi senza forze tra le sue braccia.

Ho introdotto questo capitolo con una poesia di Pablo Neruda "Sete di te m'incalza"

Già ne avevo inserito una strofa come incipit del capitolo 46 sempre dedicato al punto di vista di Emanuele. Se non l'avete fatto, leggetela. È la rappresentazione in versi meravigliosi della passione, del desiderio e dell'amore.

Esattamente quello che per ora, sia Emanuele che Eleonora non sanno coscientemente di provare l'uno nei confronti dell'altra!

Lo capiranno mai?

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