Capitolo 36: Nuovi arrivi

«Ele, mi stai a sentire? Ti sto ripetendo la stessa domanda per la terza volta e vorrei una risposta!» Il tono di Samuel diventa leggermente alto.

Stiamo cenando, e come sempre il Don è a capotavola e io e Sam siamo seduti al suo fianco, quindi ogni nostra conversazione non è mai disattesa alle attente orecchie del religioso. Inoltre sto cercando di mantenere un profilo basso dopo il ritardo di oggi a pranzo, che a dire la verità non ha destato molto scalpore, perché oggi è arrivato un nuovo 'caso umano', e io sono rientrata nel bel mezzo delle presentazioni ufficiali.

«È che io il petto di pollo lo odio, mi si blocca in gola e non riesco a deglutire! Ma perché cazzo dobbiamo mangiarlo per forza?» Alzo il tono della voce pronunciando l'ultima parte della frase, beccandomi così un'occhiataccia torva da parte del Don. Non devo dire le parolacce mai, ma soprattutto davanti ai più piccoli della casa famiglia. Lo so, me lo avrà ripetuto decine di volte, ma io non ci riesco. Le parolacce sono parte integrante del mio essere, io non riesco a formulare una frase senza che questa sia farcita da almeno una parola poco carina.

Lo sguardo supplichevole che rivolgo al mio amico non viene da lui volutamente recepito. Ho capito benissimo quello che mi ha chiesto, ma non voglio rispondere alla sua domanda.

Samuel mi guarda stranito: «Non credo che il petto di pollo abbia a che vedere con quello che ti ho chiesto!» Insiste.

«Ah no?» Lo perculo un po', ripetendo un tormentone molto in auge tra i miei compagni di classe, ispirato a un noto politico di verde vestito che personalmente detesto con tutta me stessa.

«Ma la pianti di fare la scema? Te lo chiedo per l'ultima volta: come mai ti sei decisa ad aprire il profilo su Instagram?» Proprio non demorde lo stronzo.

« Chi è che ha il profilo Instagram? Fatemi capire bene?» Ecco ora anche il Don partecipa attivamente alla conversazione. Cosa che avrei voluto evitare. So come la pensa il prete del mio cuore circa i social e avrei volentieri evitato di sorbirmi una sua paternale.

Rivolgo l'ennesima occhiataccia a Sam che se la ride sotto i baffi. «Io, padre, ho commesso questo atto impuro». Congiungo le mani a mo' di preghiera e abbasso con aria mesta lo sguardo. «Verrò scomunicata per questo?»

«Dovresti prima essere battezzata per ricevere la scomunica!» Mi risponde il Don mentre allunga la mano per darmi un leggero scappellotto sulla nuca.«Se penso ai primi giorni quando sei arrivata in casa famiglia, che a stento aprivi la bocca per nutrirti, mi sembra davvero strano sapere che addirittura sei arrivata ad aprire un profilo sui social media. Vuol dire che qui abbiamo fatto un buon lavoro con te!»
«Se è per questo Don, la signorina qui presente di progressi ne ha fatti anche in altri campi.» Il tono allusivo di Samuel è davvero troppo evidente per passare inosservato al religioso.

No, non va bene, se Samuel non la pianta mi alzo e gli assesto un pugno!

Provo a lanciargli un'altra occhiataccia, ma non credo che la cosa lo turbi particolarmente, perché continua ad avere stampato in faccia un sorrisetto da deficiente. Quasi mi pento di avergli confidato del secondo bacio a Davide e della delusione che ho provato per il comportamento di Emanuele.

Don Antonio alza gli occhi al cielo «Vuol dire che se e quando ne avrà voglia, sarà Eleonora a parlarmi dei suoi progressi in "altri campi", per il momento invece la signorina qui presente dovrebbe sbrigarsi a finire quel petto di pollo alla piastra prima che si rivitalizzi e ritorni nel pollaio.» Dice indicando il mio piatto.

«Se non ne vuoi, posso finirlo io?»

«Ah, ma allora parli!» Dico rivolgendomi a Ergi che è seduto di fianco a Samuel.

Da quando è arrivato questa mattina, è la prima volta che lo sento parlare. Io di mio già sono poco espansiva e scarsamente disposta a fare amicizia con persone nuove, ma lui mi batte alla grande. Non ha praticamente legato con nessuno, neanche con Samuel che invece è il più socievole della compagnia. Credo che abbia più o meno la mia età anche se, si atteggia a sembrare più grande. È un bel ragazzino, con un bel ciuffo di capelli neri che porta tutto spettinato, un viso squadrato con davvero pochissima barba e due occhi scuri e svegli che ti osservano con attenzione.

«Tieni, prendilo pure, se non ti fa schifo che ci abbia messo dentro le mie posate. Per me puoi finirlo tutto, non voglio correre il rischio di doverlo mangiare domani a pranzo!» Gli dico porgendogli il mio piatto.

Ergi non se lo fa ripetere due volte, allunga il braccio e lo prende. «Le proteine fanno bene alla massa muscolare!» Dice dedicandomi un sorriso appena accennato.

«No va beh, un altro fissato con la massa muscolare! Samuel vedi, tu ed Ergi avete una passione comune! Ma comunque massa muscolare o no, a me il petto di pollo alla piastra fa schifo.»

«Beh da quel che vedo, la tua massa muscolare sta benissimo!» Sentenzia il nuovo arrivato trasformando il sorriso da appena accennato a molto ampio.

«Uhe, mister Albania, fino a un attimo fa non conoscevamo neanche il suono della tua voce e ora ti sbilanci così?» Il tono del Don è abbastanza imperioso e costringe Ergi ad abbassare lo sguardo e a mormorare qualcosa tra i denti mentre riprende a mangiare in silenzio il mio petto di pollo.

Io e Samuel ci guardiamo negli occhi trattenendo una risata. Poveretto, cercava solo di essere un po' gentile. So come si possa sentire, esattamente come mi sentivo io appena arrivata in casa famiglia, un pesce fuor d'acqua. Lo guardo e gli sorrido, ma lui abbassa la testa e fissa gli occhi sul piatto. Sarà mai che il petto di pollo abbia iniziato a parlargli?

Di lui so ben poco. Ha quindici anni ed è nato in Albania. Prima il papà e poi la mamma sono finiti in galera per spaccio di stupefacenti e lui è stato affidato ai servizi sociali. Insomma lui non lo sa, ma abbiamo molto in comune, più di quanto possa immaginare.

Mi alzo per iniziare a sparecchiare seguita da Samuel e dal Don, i più piccoli ormai sono tutti scappati in giardino a respirare un po' di aria fresca. Siamo ai primi di giugno ma qui fa già abbastanza caldo. Anche Ergi si alza per dare una mano e questa cosa è molto apprezzata da Don Antonio che gli molla una pacca sulla spalla, diciamo fortemente affettuosa.

A volte mi chiedo cosa abbia portato questo giovane prete ad addossarsi la responsabilità di una struttura di accoglienza per bambini e ragazzi 'socialmente complicati'. Io mi accorgo che più passano i giorni e più lo apprezzo e gli voglio bene, ho trovato in lui un po' della famiglia che mi manca.

Beh, cosa ne pensate di questo nuovo arrivo? Secondo voi Eleonora ed Ergi diventeranno amici? I loro percorsi di vita si intrecceranno?

Un bacione e un grazie a tutti quelli che leggono e lasciano la tanto amata stellina e anche a quelli che leggono in silenzio!



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