Capitolo 34: Instagram
«Dai, avvicinati, che pubblico una storia su insta!» Dice Davide mentre alza il cellulare per riprenderci. Non poteva avere un'idea migliore, a volte questo ragazzo davvero mi sorprende! Sollevo il bicchiere a mo' di brindisi, tiro fuori la lingua in una tipica espressione da Instagram e poi mi avvicino e gli schiocco un bacio sulla guancia! Perfetto!
«Dammi il tuo nick che ti taggo!» E intanto sceglie un brano musicale da mettere come sottofondo alla storia.
«Mi dispiace deluderti, ma non ho un profilo su Instagram. Sai che c'è? Quasi quasi me ne creo uno proprio ora! »
Da questa mattina non mi riconosco più. L'atteggiamento di Emanuele ha suscitato in me tanta di quella rabbia e risentimento che sarei disposta a fare di tutto per ferirlo.
In due minuti ecco qui il mio nuovo profilo Instagram: 'EleVip'.
Lo comunico a Davide che immediatamente lo inserisce nei tag della storia. Mi accorgo così che il brano che ha scelto come sottofondo è "Venere e Marte" di Mengoni e Frah Quintale e le parole che scorrono sotto le nostre immagini sono:
Io ti prometto
Che staremo insieme senza cadere
E ogni mio giorno ti appartiene
Ti prometto che
Inganneremo anche gli anni
Come polvere di stelle filanti
E sarà scritto in ogni testo
Che niente può cambiare tutto questo
Incancellabile
Ogni volta che mi guardi...
Vorrei fargli notare che ha un tantino esagerato e forse si è lasciato un po' prendere la mano ma, lui interrompe il flusso dei miei pensieri con un'uscita che mi lascia senza parole:
« Oh cazzo, non è da lui!» E agita il telefono ridendo di vero gusto. «Povero cuginetto, per essere uno tra i primi a guardare la mia storia, deve essere proprio agitatissimo! Che soddisfazione però!» E continua a ridere.
Condivido la storia di Davide nella mia e anche qui noto la visualizzazione di 'Emaestri'. Mi basta la foto profilo per capire che è lui, in tutto il suo splendore. Ha il profilo pubblico per cui rimanderò a momenti più tranquilli la mia operazione di stalkeraggio. Mi arrivano un po' di notifiche di persone che iniziano a seguirmi, peccato però che tra queste non ci sia la sua. Certo io non gli do la soddisfazione di seguirlo, neanche morta!
È proprio bella l'atmosfera che c'è in questo locale, mi sento rilassata e a mio agio, complice anche l'effetto distensivo che l'alcol contenuto nel mio spritz sta provocando al mio organismo.
«Sono contento che tu abbia deciso di darmi una seconda possibilità.» Il biondo accanto a me, mi guarda con aria di scusa. «So di essermi comportato come un ragazzino il giorno dell'assemblea e so di averti offesa. Non penso le cose che ti ho detto, assolutamente. Mi devi credere. Mi sono fatto prendere dalla gelosia, che ne so...» Abbassa lo sguardo e con le dita mi accarezza leggermente la guancia. «Scusami ancora... Davvero di solito non sono così coglione!»
«Gelosia? Per cosa? Ma sei serio?» Sono davvero curiosa di sapere.
«Lui, sì, cioè, di mio cugino... Vi ho trovati così vicini, così come dire... Intimi.»
«Tanto per essere precisi, io non sono 'intima' con nessuno!» Mi sento particolarmente loquace, credo proprio che l'alcol stia allentando di parecchio il filtro cervello-bocca, che a dire il vero io già uso poco. «Sì, è vero. Emanuele mi piace, ma del resto come mi piaci tu!»
Eleonora, frena quella linguaccia stupida che ti ritrovi, prima di iniziare a sparare cazzate a raffica come è tuo solito fare!
«Poi per dirla tutta, sono stata molto più intima con te, o non te ne ricordi?» Avvicino di nuovo il bicchiere alla bocca per continuare a sorseggiare con aria indifferente lo spritz e mi accorgo che il bicchiere è ormai vuoto. Peccato.
«Ne vuoi un altro?» Dice Davide indicando l'aperitivo.
«No, grazie. Sto benissimo così, anzi, non ricordavo che lo spritz fosse così alcolico!» Ho un caldo tremendo e nonostante i tavolini del locale siano all'aperto sotto una veranda in legno molto ombreggiata, mi manca quasi l'aria. Meno male che al polso ho il mio elastico per capelli e quindi in men che non si dica li raccolgo in una coda. Ora va un po' meglio, la sensazione di calura si sta alleggerendo. Mentre ero impegnata a legarmi i capelli non mi sono accorta che Davide ha notevolmente ravvicinato le nostre postazioni. La sua sedia è praticamente incollata alla mia, ma non eravamo seduti quasi uno di fronte all'altra quando siamo arrivati?
«Non me ne sono dimenticato, come potrei?» Con la mano mi accarezza il collo ormai libero dai capelli. Le sue dita sono delicate e fresche e il contatto è davvero piacevole.
Forse l'ho giudicato troppo male questo ragazzo? Forse dovrei davvero dargli un'altra opportunità? Del resto ora lui è qui con me, mentre Emanuele starà ancora palpando il culo a quella bionda scipita.
Non faccio in tempo a finire di formulare il pensiero che lui velocemente, come l'altra volta, con la mano dietro la mia nuca mi attira a sé. Le nostre labbra si sfiorano e questa volta sono io che prendo l'iniziativa.
Eleonora! Ma ti stai rendendo conto di quello che stai facendo? Lo sai che questa è la tua solita cazzata quotidiana? Lo sai vero?
Cazzata o no, la mia bocca cerca quella di Davide, la mia lingua si fa strada tra le sue labbra.
Mi piace, cazzo se mi piace, e voglio farlo!
Lui risponde, questa volta con meno delicatezza rispetto alla precedente e il bacio diventa profondo, forte, esigente. Mi manca quasi il respiro e non voglio staccarmi.
La temperatura sale di nuovo, ho nuovamente caldo e sono sicura però che questa volta non sia colpa dell'alcool.
È la vibrazione del mio telefono poggiato sul tavolino che mi riattiva le connessioni cerebrali. Forse un po' troppo bruscamente interrompo il bacio e Davide mi guarda stupito. Restiamo per qualche secondo a guardarci, fronte contro fronte, con il respiro affannato. Inutile dire che siamo turbati entrambi.
Intanto il mio telefono continua a vibrare, lo prendo per rispondere e così ne approfitto per aumentare la distanza tra me e il biondo. Guardo il display ma il numero che compare non mi dice nulla, è una chiamata da un telefono fisso, con un prefisso che non conosco.
Sarà il solito call center che vuole costringermi a tutti i costi a cambiare operatore o tariffa! Ma nel dubbio rispondo.
Dall'altra parte una voce maschile, in tono molto formale: «Buongiorno. Parlo con la signorina Eleonora Viiperi? Chiamo dalla Casa Circondariale di Sollicciano, le passo il detenuto Shandor Viiperi.»
Mi alzo di scatto e quasi mi trascino dietro il tavolino presa dalla fretta di allontanarmi da Davide. Non voglio che ascolti e che capisca qualcosa. Sono troppo gelosa della mia vita privata. E poi, è la prima telefonata che ricevo dal mio papo da quando sono andata a fargli visita.
«Zemer, finalmente mi hanno dato il permesso per telefonarti! Abbiamo solo dieci minuti di tempo per parlare. Come stai?» È bellissimo risentire la sua voce con quel tono melodioso e cantilenante tipico dei paesi dell'est Europa.
E ci risiamo. Eleonora e Davide si baciano di nuovo!
Diciamo che questa volta è Eleonora a prendere l'iniziativa.
Secondo voi la telefonata dal carcere è arrivata al momento giusto?
Ha stemperato un po' i bollenti spiriti?
Vedremo...
Grazie ancora a tutti quelli che mi seguono e che mi supportano con i loro commenti e le loro stelline! Grata per sempre! ❤❤❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top