CAPITOLO SECONDO: QUELLO CHE HO SEMPRE TACIUTO
Caro papà,
Io e te non abbiamo mai avuto questo gran rapporto, per me eri una figura sempre presente è vero, ma la cosa finiva lì, non abbiamo mai parlato e non ci sono mai state quelle grandissime dimostrazioni d'affetto.
Guardavo a te come ad un grande uomo che faceva parte della mia vita e anche se può sembrare crudele da dire non ho mai avuto conferme o disconferme da parte tua, il tuo esserci o non esserci quando ero bambina non mi influenzava più di tanto e il tuo carattere spesso non lo capivo proprio.
Ora come ora invece, adesso che le cose hanno iniziato prima a declinare e poi lentamente a risalire tu ti sei fatto strada nella mia vita.
Non la capisco proprio la tua intrusione e non capisco perché tu che sembravi sempre così disinteressato alla mia vita calma e all'apparenza tranquilla ora pretendi che io parli con te per raccontarti chissà quale segreto.
I rapporti si costruiscono col tempo e tra noi due non c'é mai stato un legame così profondo quindi per favore non fare l'amico, non arrabbiarti se soffro di attacchi di panico e non so spiegarti il perché, non arrabbiarti se il mio cuore batte più veloce e non ho una vita normalissima, non arrabbiarti se non riesco ad avere tanti amici, non arrabbiarti se sono saccente e spesso insopportabile quando mi rapporto con gli altri, non arrabbiarti se non voglio mai stare nel nostro paesino, non arrabbiarti se non riesco a parlare con te, non arrabbiarti se desidero qualcosa di diverso rispetto alle altre ragazze, non arrabbiarti se sono ancora troppo bambina, non arrabbiarti perché la psicologa non mi richiama e non arrabbiarti se la persona che credevo di amare si è dimostrata solo ipocrita...
Caro papà non ti dirò ti voglio bene, non l'ho mai detto a nessuno ma tu lo sai per il carattere simile che abbiamo che forse io una vita normale come l'avete avuta tu e mamma non ce l'avrò mai.
Mi dispiace davvero tanto se vi do così tante preoccupazioni, mi dispiace di essere stata autolesionista per cinque lunghi anni e non aver detto nulla a te e a mamma, mi dispiace di aver tentato di togliermi la vita, mi dispiace di essere stata troppo codarda per aver pensato fosse una soluzione, mi dispiace che non ho considerato il dolore che vi avrei potuto causare visto ciò che é successo alla mia sorellina, mi dispiace se non sono la figlia che avreste desiderato.
Quando vedi disegnare dici sempre che ho talento papà, mi dici che io saró qualcuno da grande, ma io non voglio esserlo papà, non mi voglio vantare di saper fare qualcosa che magari altri sanno fare meglio, so di esserne una ragazza ordinaria e senza nome in questo piccolo mondo e non sono pessimista papà si chiama realismo.
Non avere paura per me, io so badare a me stessa, so curarmi da sola le ferite, tu hai la tua dose di problemi non puoi occuparti dei miei...non avere paura papà un giorno quando tutto sarà finito leggerai anche tu il mio diario e non ci sarà bisogno di fotocopiarlo per poi portarlo dalla psicologa, non ci sarà bisogno di farlo di nascosto perché sarò io stessa a leggerlo davanti a te e sarò la ragazza forte che vuoi che io sia...
La ragazza senza nome
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