Di una cosa ero sicura sin dalla seconda media: sarei entrata a far parte del Coro della scuola. Era il mio sogno, quello di riprendere la musica che avevo abbandonato per tutta una serie di circostanze.
Era il mio momento di pausa da tutto, dalla paura di non farcela, dalla paura di arrendermi, dalle domande dell'adolescenza, dalla diffidenza verso il mondo. Il Coro mi ha arricchita perchè era l'unico luogo in cui mi sentivo libera, come scrissi una volta in tema che ridondava di parole disperate che cercavano l'ascolto di qualcuno che potesse capirmi. Molti ridevano della mia passione, ma la mia voce continuamente ricercava le note alte da soprano, vogliosa di apprendere e di essere potente. Potente la mia voce non è stata mai, ma viva e consapevole sempre.
Il Coro è stata per me una seconda casa, oltre ad essersi rivelato un altro mondo in cui ritrovarmi.
Ecco che all'epica si aggiunge la musica: coincidenze? Io non credo, stavo creando il mio mondo e anche un'anticipazione, perchè no, del mio futuro.