«Cos'avete tanto da ridere un'ora prima del compito?»
Questa è decisamente rimasta nella storia.
Io e il mio gruppo di amiche, in un giorno della quarta ginnasio in cui era prevista una verifica di storia alla quinta ora, a ricreazione stavamo chiacchierando tranquillamente, per una volta stranamente senza ansia, a lato della scalinata centrale che conduceva all'atrio, nel sottoscala che si trova scendendo a destra.
Stavamo ridendo di argomenti estranei all'ambito scolastico, vagheggiamenti adolescenziali che non esplico ma ben potrete immagnare.
Io davo le spalle alla scalinata mentre le mie tre amiche mi stavano di fronte.
Improvvisamente i loro volti, da ridenti che erano, si fecero pallidi e seri, gli occhi si irrigidirono e le bocche si contorsero in smorfie d'imbarazzo.
Ero disorientata, non capivo.
Poi sentii: «Cos'avete tanto da ridere un'ora prima del compito?».
Mi voltai velocemente e mi ritrovai faccia a faccia con la nostra prof di geostoria che, scendendo la scalinata, ci aveva intraviste e aveva ben pensato di farci tornare alla mente l'ansia della verifica.
Sapevamo che però non era tanto quello il suo intento quanto quello semplicemente di riderci su, e così tutte scoppiammo in una risata che viaggiava tra l'ansioso e l'imbarazzato, tra il divertito e il sorpreso.
Aveva tentato in tutti i modi anche di mostrarsi minacciosa nei nostri confronti, protendendo il volto verso di noi ad esempio, ma proprio non riuscivo a vederla tale.
La conoscevo da pochi mesi ma questo suo essere simpaticamente stravagante non mi dispiaceva.
Insomma, l'ansia poi ci tornò davvero, anche perchè, per quanto sorridesse, aveva già scritto il compito e sicuramente sarebbe stato parecchio complesso.
In ogni caso non abbiamo dimenticato quel giorno.
A volte quando ridiamo ci guardiamo ancora alle spalle, non si sa mai.
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