κυνικός

Io son Diogene e cerco l'uomo,

Nell'aria urbana che deteriora.

Tu,

che prolunghi i tuoi sensi,

Tu,

che di dono hai fatto proprietà,

Scostati.

Nel mio viaggio,

Il mio lume non volge alcuno

Dei tuoi vizi e vezzi.

Scostati,

Tu che ti sorprendi,

Più di me che del mondo intorno.

Scostati,

Tu che non mi capisci,

Volgendo al raggio di sole per te stesso.

Io sono un pazzo a ragionar con voi,

Che mi chiamate cane

Senza essere migliori,

Che indossate vesti per nascondere

Le vostre colpe agli altri.

Mi credete pazzo perché vivo in un vaso...

A voi,

che dimorate nelle vostre case,

Belle,alte,statuarie che sembrano donne

Meravigliose,

Preferisco uno scoiattolo che vive in un albero.

A voi,

che gustate leccornie ogni giorno,

Preferisco un tarlo che si nutre di legno.

Io che non ho nulla da nascondere,

Scelsi di vivere con il vento.

Voi che mentite ogni mattina,

Scegliete di vivere nel silenzio

Di chi vi ama.

Io sono Diogene e cerco l'uomo:

Nelle mode della gente,

Nei mali della plebe,

Nelle case di chi si odia,

Nei letti di chi si volta,

Nel respiro di chi piange,

Nelle lacrime di chi ride,

In chi regala una stella a chi sogna.

E allora tu che mi chiedi cosa faccio,

Tu,

Che mi osservi perplesso,

Tu,

Che ridi sottovoce,

Tu,

Che gesticoli divertito,

Voi tutti amebe che vivete male,

A me basta sorridere un solo giorno,

Quanto basta ad una farfalla per amare il mondo.

Accendo la mia lanterna,

Io che sono stato cacciato,

Mi incammino in mezzo a voi,

Che chiamarvi viventi è già troppo,

E cerco l'uomo che non sia stato corrotto

Dalle voste mani oscure,

Dai vostri cuori scintillanti

Di false speranze e promesse.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top