Morte silvana
Sudano le tamerici sparse
Su questi alberi urbani,
Che,
Toccando il suolo,
Rendono questo pezzo di cemento
Una grotta silvana.
Con un flebile lamento
Vorrei morire,
Cosparso di miele,
In questa rampicante essenza,
Tra queste foglie afflitte,
Abbandonate dai loro rami solitari
Nel loro cospargersi di tremolii.
E diventare un tutto,
Costantemente divorato
In questa rinascente fame,
Che consuma la mia carne,
Il mio spirito afflitto
Dai tuoi silenzi.
Il valore di questo esistere
Scompare,
In ogni instante che penso
Al marcire delle mie decisioni,
Allo spegnersi dei miei impulsi;
In ritardo sui numeri,
In anticipo sui pianti.
E quando svanisce un ricordo,
Rimangono solamente le parole,
Condensate in tutti i fogli buttati al vento.
Nel mio scrivere inutile
Pressappoco sopravvivo.
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