Libri

Ripercorrono tutti quei suoni

Queste stanze effimere

Piene di libri, di tutto ciò

Che è un labirinto.

E non so dire delle cose

Qui sepolte,

Di tutto ciò che è accaduto

Nell'avanzare dei centimetri

Sulla testa.

I vetri che rinchiudono

Questi ampi spazi

Irrisolti, gelidi,

Mi dicono che non sono

Mai uscito fuori dagli scaffali.

Sono il libro che resta sempre lì,

Che attende le mie attenzioni,

Che cerca di me,

Che mi chiama lontano;

Si interessa a me

Quando io me ne dimentico,

Si appresta ad osservarmi

Quando io non mi vedo.

Egli è sempre stato lì,

Ma io non lo vedo.

Io resto qui vagante,

Ma sono lui stante;

Per quanto me ne dimentichi,

Per tutte le volte che fingo

Non ci sia,

Per ogni dove io lo ignori,

Io sono lui.

Di me egli è la ricerca,

Quel tendersi verso un irraggiungibile
tenerezza,

Di lui io sono la falsa atarassia,

Quel falso benessere di non essere.

E lui resta lì,

Incastrato,

Tra tutti i suoi simili,

E non può venire,

Non più ormai,

Da me.

Io, invece, sono

Libero di muovermi,

In ampi spazi,

Pieni di parole che non dico.

Io sono solo sussurri

E piccoli sguardi,

Lui è pagine numerate

Ormai ingiallite.

E fardelli sono i suoi ricordi

Ogni volta che me ne rammento;

Muoio a pensare

A tutto ciò che avrei potuto

Donare,

A tutto ciò che invece mi nego

E privo a chi sta lì,

Ancora,

E mi osserva morente.

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